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Autore: Nulla Kaulitz    29/05/2011    1 recensioni
"-Chiunque vorrebbe un angelo con i capelli neri.. Ma me ne andrò, e sarà tutto quello che mi rimarrà di te.- Mi rattristai, come avessi il peso di una cattedrale sul cuore:
-Perché..?- Stavo per chiedere, “Perché non posso venire?”; non rispose: sapevamo entrambi che lui doveva andare, io restare."
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Questa flashfic l’ho scritta dopo aver letto un brano di “Narciso e Boccadoro” e aver riflettuto sul fatto che la descrizione della nascita della loro “amicizia” sembrava più una cosa tipo un colpo di fulmine xD E’ un po’ triste, ma spero che vi piaccia, commentate! :D
 

Addio..
 
Eravamo lì, in quella stalla da quasi due ore. “Voglio ritrarti” mi aveva detto, e io avevo acconsentito:
-Ah, sta fermo, non riesco a concentrarmi se ti sposti.- E rideva, mostrando i denti bianchi e curvando gli angoli di quella bocca che negli ultimi tempi tante volte avevo saggiato:
-E poi a chi lo venderai?- Boccadoro mi guardò:
-E secondo te avrei il coraggio di venderti?- Rimasi spiazzato, rise ancora -Chiunque vorrebbe un angelo con i capelli neri.. Ma me ne andrò, e sarà tutto quello che mi rimarrà di te.- Mi rattristai, come avessi il peso di una cattedrale sul cuore:
-Perché..?- Stavo per chiedere, “Perché non posso venire?”; non rispose: sapevamo entrambi che lui doveva andare, io restare. Lui mi guardò, poi continuò a dipingere. Il pomeriggio passò in silenzio, arrivò il tramonto:
-Ho finito!- Mi avvicinai, -Ma non puoi ancora vederlo.- Misi un finto broncio, -Sei adorabile quando fai così.- Mi accarezzò la guancia, io lo tirai al petto e lo strinsi affondando il viso nei boccoli dorati che cadevano sulle spalle e baciando una parte scoperta della spalla. Sarei rimasto così per molto più tempo, ma ero curioso di vedere il suo capolavoro, così mi avviai verso la tela:
-Non crederai che te lo lasci vedere subito!- Mi si lanciò addosso e finimmo ridendo su un cumulo di paglia. Lo strinsi di nuovo, più forte:
-Mi soffochi.- Allentai la stretta:
-Quando succederà di nuovo? Mi mancherai indicibilmente tanto.- Mi guardò, aveva gli occhi lucidi. D’un tratto infilò la mano dietro la mia nuca e mi tirò a sé, chiedendo il permesso con la lingua entrò tra le mie labbra. Fu un bacio lento, lungo, disperato, e lo strinsi di nuovo, come se il mio mondo potesse finire di lì a poco. Le nostre lingue si accarezzavano e la sua mano mi strinse da dietro premendomi di più sulle sue labbra. Piangevo. Addio.
  
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