Ciao Cami,
se potessi vedere la mia
stanza
in questo momento ti metteresti a ridere: ogni superficie è
ricoperta da fogli
accartocciati... sono talmente tanti che sembra che ci sia stata una
nevicata
fuori stagione.
Sì, lo so che
non è certo
l’esordio più brillante dell’anno, ma mi
sono ripromesso che questa sarebbe
stata la redazione definitiva così eccomi qua.
Ci sono un sacco di cose
che
vorrei e soprattutto dovrei dirti, ma la
verità è che l’unica cosa a cui
riesco a pensare è che... TI AMO...
In questo momento riesco
quasi a
vederti... con questi fogli in mano
e la
tremenda voglia di farli a pezzettini per la rabbia. So che ne avresti
tutte le
ragioni, ma ti prego di aspettare... lasciami finire e poi potrai
decidere il
destino di questa lettera senza ulteriori intromissioni.
Innanzi tutto sono
assolutamente
consapevole del fatto che nulla di quello che farò o
dirò potrà mai cancellare
tutto il male che ti ho fatto... sono stato stupido… ero
così arrabbiato per la
tua mancanza di fiducia da decidere di darti finalmente ragione e stare
con
Alice.
Volevo farti male come tu
ne
avevi fatto a me. E questo è stato il mio errore
più grande, perché non avevo
capito che in quel modo stavo solo facendo del male a me stesso.
Sai mi capita
continuamente di
ripensare al nostro primo bacio e ogni volta mi viene in mente la
canzone di
Daniele Silvestri “... e poi l’emozione di quel
primo bacio, le labbra precise,
perfette, incollate...” anzi la realtà
è che ti ritrovo praticamente in ogni
canzone che ascolto. Tutto sembra parlare di te, di noi e della nostra
storia.
O forse sono io che non
riesco a
pensare ad altro.
Non ci riuscivo ne mentre
stavo
con Alice ne con tutte le altre ragazze di cui non ricordo nemmeno i
volti e
con cui ho cercato disperatamente di cancellarti dalla mia testa.
Beh, ti comunico
ufficialmente
che il “chiodo schiaccia chiodo” con me non
funziona o forse sei tu il
problema.
Già,
perché da quel primo sguardo
mi sei entrata nel sangue e non ne sei più uscita.
Tu, al contrario, non
facevi
altro che cercare di convincermi che quella giusta per me fosse
Alice... per
carità era impossibile negare che fosse una bella ragazza,
ma ogni volta che la
guardavo mi veniva in mente un soprammobile.
Invece con te era
diverso...
anche se rimanevi nell’ombra, se cercavi di passare
inosservata c’era qualcosa
in te che mi attraeva. Irrimediabilmente.
Avvicinarmi a te
è stata
un’impresa difficile e penso che se non fosse stato per il
tuo braccialetto,
probabilmente sarei ancora qui ad aspettare un tuo sì. Sei
sempre stata una
persona leale e so quanto ti è costato dover mentire
così a lungo per stare con
me, ma io ero troppo egoista per permettermi di lasciarti in pace e
così ho
finito con il creare i presupposti che ci hanno condotti fina a dove
siamo ora.
Piuttosto che arrabbiarmi
a causa
delle tue insicurezze, avrei dovuto capire che non era colpa tua se eri
stata
cresciuta da persone che non ti consideravano mai
all’altezza. Avrei dovuto
dedicare ogni momento al cercare di farti scoprire la fantastica
persona che sei
e invece ho trasformato in realtà le tue paure
più grandi.
Non mi
perdonerò mai ne per
quello che ti ho fatto ne per il non averti saputo capire.
Dopo di te la mia vita
è
diventata un inferno, soprattutto nel momento in cui ti sei messa con
quel
cretino... Vedervi insieme, vederlo baciarti, vederlo toccarti mi ha
quasi
ucciso. Ho passato notti intere sveglio a chiedermi se eri con lui, se
eri nel
suo letto.
Ti sognavo... sia di
giorno che
di notte, sia con gli occhi chiusi che ad occhi aperti. I miei sensi
erano
saturi di te: mi sentivo incollato addosso il tuo profumo, vedevo il
tuo volto
in quello di ogni passante, sentivo il tuo sapore fisso sulle mie
labbra, le
tue dita intrecciate alle mie e
la tua
voce ogni volta che mi addormentavo.
Più capivo che
non sarei mai
stato in grado di dimenticarti e più mi comportavo da
stronzo.
Non sai quante volte mi
sono
ritrovato con il motorino sotto casa tua cercando il coraggio di venire
a
parlarti per implorarti di tornare con me. Una volta ho persino suonato
il campanello,
ma quando hai risposto sono scappato via.
Sono stato un codardo.
Almeno fino
a quella notte a Berlino durante la gita scolastica.
Credo di non aver mai
avuto così
tanta paura come nel momento in cui ho visto quell’ubriaco
puntarti il coltello
alla gola per convincere noi altri a consegnargli cellulari e portafogli.
Mi ricordo ancora il rivolo
di
sangue che era improvvisamente comparso sul tuo collo a causa della
maldestria
di quell’uomo. Quando tuo zio è finalmente
riuscito a disarmarlo, l’unica cosa
che sono riuscito a pensare era che ti aveva ferita e che per questo
doveva
pagare. E se non fosse stato per gli altri forse l’avrei
davvero ucciso.
Poi quella stessa notte
sono
venuto in camera tua. Ti ho baciata senza darti il tempo di pensare e
abbiamo
fatto l’amore.
Sapere di essere stato il
tuo
primo, mi ha reso euforico, ma la mattina successiva tu hai liquidato
il tutto
come un errore che non si sarebbe ripetuto e io sono ripiombato
all’inferno.
Quelle settimane sono
state anche
peggiori delle precedenti perché ora conoscevo il tuo corpo,
i tuoi respiri, la
tua pelle.
Avrei dato la vita per
poter
riprovare quelle sensazioni almeno una volta.
Ho cercato di seppellire
il tuo
ricordo con quello di decine di altri corpi, ma non ci sono mai
riuscito e così
alla fine ho preso la decisione di andarmene. Abbiamo cambiato casa
così tante
volta a causa del lavoro dei miei in ambasciata che oramai ci sono
abituato,
inoltre questa volta è stata una mia precisa richiesta che
loro hanno
assecondato senza fare domande... anche perché in fondo non
c’era niente da
chiedere, non dopo tutti questi mesi.
Così mentre tu
leggerai questa
lettera io starò per imbarcarmi su un volo per
L’ho
già detto, ma te lo ripeto:
ti amo. Ti ho amato, ti amo e ti amerò sempre.
Spero che un giorno tu
possa
perdonarmi.
Lorenzo
I
fogli scivolano per terra, ma lei
deve andare, ci sarà tempo dopo per raccoglierli e riporli
accuratamente come
meritano.
Corre fino all’ingresso dove
trova suo zio con in mano due caschi e le chiavi del motorino.
Sembra un’inutile corsa contro il
tempo, ma lei non sa che un particolare volo quel giorno
ritarderà perché uno
strano ragazzo ha chiamato pochi minuti prima segnalando la
possibilità di una
bomba su quel suddetto aereo.
Avrà tempo di ringraziarlo, ma a
lui per ora basta l’amore che legge negli occhi verdi che lo
guardano rischiare
così tanto per salvare la felicità del suo
migliore amico.
Corre, Cammilla, aggrappata a quello
che per lei è diventato un padre, per le via di Roma, tra
incidenti sfiorati e
manovre spericolate.
Corre, in un aeroporto affollato,
mentre un’amica ritrovata le indica la giusta strada.
Corre, mentre le guardie la
inseguono per aver violato il perimetro di sicurezza.
Corre, corre, corre e poi si
ferma. Si ferma perché lui è di nuovo di fronte a
lei e lei ritorna a quel loro primo
incontro.
Lo sguardo è lo stesso di allora.
Ma la linea, quel tratto di
gessetto da cui è iniziato tutto, questa volta non si
interromperà.
Mai.