Holmes
posa le labbra sulle mie con fermezza, confondendomi e
sorprendendomi. Probabilmente, è la cocaina a guidare ogni
suo
gesto, eppure non posso esserne che affascinato. Forse
perché,
quest'uomo è lo stesso investigatore che da tempo immemore
amo
e stimo, lo stesso con cui ho deciso di condividere un luogo tanto
intimo e personale come una abitazione.
Mi
spinge contro il materasso e le sue labbra sono di nuovo sulla mia
pelle, che avvampa sotto ogni suo tocco deciso ed esperto
«Holmes.»
ansimo, inclinando indietro il collo e serrando gli occhi per evitare
il suo sguardo. Ho paura di vedere cosa quelle gemme burrascose
riflettono, ho paura dei suoi pensieri – sempre
così
concisi, azzeccati e perfetti.
Non
ho né il coraggio di respingerlo nella voglia di farlo, lui
lo
sa bene. È questo che mi inquieta davvero – lo sa,
mi tocca,
mi bacia, ma in fondo lui ha la scusa della droga. Io che scusa ho?
Non sono mai stato così lucido, né
così
consenziente. Mi basterebbe respingerlo per crearmi un alibi, per
fingere di aver almeno tentato di respingermi alle sue carezze, ma
non potrei mai. Io lo amo.