Slayers: Mirror
"Non ci posso
credere.” mormorò Lina Inverse a sè stessa irritata,
la piccola giovane donna lanciò la sua lunga chioma di capelli rossi-castani
all’indietro furiosa, e si guardò intorno. Il suo mantello viola quasi
toccava il terreno, la maglia gialla ed i pantaloni che stava indossando
divennero magicamente puliti, i suoi gioielli e le decorazioni brillavano alla
luce del sole del pomeriggio. Una maga deve sembrare professionale, dopotutto.
Il regno che stava visitando era piccolo, molto lontano dalla via che portava alle grandi
guerre e conflitti delle più grandi nazioni. Il castello verso cui stava camminando era
costruito di bianca calce, le strade di città in cui viaggiava
erano pulite e le persone che vivevano lì sembravano felici, una vita
industriale. Tutto ciò rendeva Lina psicologicamente malata.
E proprio lì c’erano quelle
dannate bandiere!
Erano appese a quasi tutte le
costruzioni, cautamente tese in mezzo alla strada agganciate
ai muri nelle parti superiori. Il fronte, che era dipinto, era cortese,
gentile, apriva il mondo alla carità e alla compassione. Lo era anche lo sguardo
di Lina, compassionevole, e appena si mise a guardarli le venne la gran voglia
di far volare qualche fireballs!
Con uno sguardo feroce negli
occhi, la ragazza proseguì, determinata a raggiungere
il centro di quella pazzia. Quando aveva sentito per
la prima volta quei pettegolezzi, un paio di mesi prima, aveva creduto fosse
semplicemente una distorsione della sua stessa avventura. Ma
guarendo feriti? Aiutando la gente senza chiedergli in cambio un centesimo?
PRETENDERE DI DAR SOLDI AD ALTRI?? Puah,
avrebbe rovinato la sua reputazione. Così lasciò Gourry e gli altri dietro di
sé per andare a vedere cosa, esattamente, stesse succedendo.
"Bene, alla fine ora so da
dove quelle dicerie provenivano…" mormorò a bassa
voce Lina tra sé e sé, raggiungendo il castello. C’era una lunga striscia che
impediva di entrare, ma Lina la tagliò di netto, portandosi oltre la grande cancellata.
Le due guardie che stavano lì a
vigilare ebbero un sussulto sorpreso, chiaramente attoniti nel vedere chi gli stava
davanti. “Lina-sama, cosa ci fate
fuori di qui?" uno di loro disse, appena la vide, con grande
shock.
L’altra guardia socchiuse un
poco gli occhi, "No, deve essere l’altra!" si scusò con sorprendente
rispetto, "Lei ci ha lasciato istruzioni sul farti entrare,
Lina-san." Il portone si aprì e mandarono dentro la ragazza.
'L’altra…,'
pensò Lina, con un ovvio presentimento familiare, 'no, non può essere. Non c’è
nessun modo al mondo che quelle due siano sopravvissute!'
Un’ancella incontrò Lina quasi
subito, quando entrò dentro; gli occhi della ragazza si aprirono con sorpresa e
balbettò nervosamente qualcosa, quindi la accompagnò alla sala principale. Il
posto era ben illuminato ed ovviamente molto confortevole, ma c’era qualcosa di
stranamente spartano. Era come se il proprietario non badasse a ricchezza e
potere, invece era contento di quella vita semplice e pacifica. Era abbastanza
da far accapponare la pelle della maga.
"Ora può entrare,
signorina." L’ancella sorrise a
Lina nervosamente prima di aprire le porte della sala principale.
La conversazione era calma e
rispettosa quando Lina Inverse entrò, ma il brusio terminò quando fu totalmente
dentro. Proprio come per il resto del castello qui non c’erano grandi decorazioni , solo un semplice tappeto che raggiungeva una confortevole
sedia, che era situata proprio al termine della stanza. Lina si fece avanti
nella folla, usando I gomiti quando era necessario, un
soffice bagliore illuminava le pareti quando sentì la magia bianca scorrergli
all’interno.
Lina notò per prima cosa la
figura di una persona inginocchiata davanti alla sedia. Vestita con dei pantaloni di pelle con un panciotto sopra una lunga
maglia bianca, corti capelli neri coronavano il capo. Tra le spade riposava una
lunga spada, che da una prima occhiata pareva tenuta
bene ma più volte usata. Le sue braccia erano bendate egregiamente, un soffice
guanto copriva delicatamente la mano per lavar via la ferita.
Quelle delicate mani erano
avvolte interamente nel bianco, l’ampia camicia che indossava era comoda ma
senza decorazioni. Bianchi stivali e simili lunghi pantaloni completavano il
corredo esterno, abbracciando lunghe longilinee gambe che parevano familiari.
Con grande riluttanza Lina avanzò ancora, trovandosi
presto faccia a faccia con ciò che l’aveva spinta a farla arrivare sino a quel
luogo. Faccia a faccia con un viso del tutto simile al
suo. Ma lo sguardo di Lina era solo raramente così… gentile.
"Là, Naga," mormorò finalmente l’altra Lina, "dovrebbe
essere così." Quando unì le mani la sua voce
divenne molto più delicata, finchè non continuò,
"Lo sai, dovresti fare più attenzione quando vai ad uccidere i draghi.”
'Naga?!' Lina Inverse pensò sorpresa guardando la guerriera
in rosa.
"Mi dispiace Lina-sama," Naga sorrise beffarda alle sue parole,
l’alta guerriera subito tolse le bende che coprivano la parte superiore del suo
braccio, ora curato, "ma fare attenzione ed uccidere draghi non vanno bene
assieme.”
"Allora la nostra ospite
potrà darti assistenza in tutto ciò," Lina sorrise gentilmente a Naga
dalla sua postazione. La figura vestita in bianco
guardò oltre, cercando nella folla gli occhi del suo gemello, "non
credi?"
Lina Inverse cambiò sguardo
quando realizzò che la sua entrata era stata notata. Fu
maleducatamente spinta avanti, per incontrare precisamente lo sguardo della sua
copia. Ci fu un grande trambusto di incredulità
quando la folla vide le due assieme così vicine, e Naga divenne tesa, allentando
la cinghia che teneva la spada alle sue spalle.
"Ed io che speravo che voi
due foste state uccise o qualcosa del genere.” disse
Lina Inverse alla sua garbata copia con un’occhiata selvaggia.
"Non
sei autorizzata a parlare cosi della mia Lina-sama." Naga si mise tra di loro, lo
sguardo nel suo viso era chiaramente omicida.
"No!" la copia
si alzò dal suo trono, dicendo "Nessuna violenza,"
con la voce un poco dolce "non in questo posto."
Naga fece scivolare la sua
spada nel suo fodero, e Lina lasciò che il potere che stava creando si
dissolvesse. Il suo gemello era molto più bello di quando
era stato creato con lo Shadow Reflector,
una gentile, semplice umanitaria, ma questa Naga era cambiata moltissimo,
ovviamente lei non aveva problemi con la spada come li aveva l’originale, ed il
suo garbo era totalmente differente, la grande confidenza che mostrava, nessuna
grande e forte risata, proprio qualcuno che chiaramente sapeva ciò che faceva.
Lanciando un’attenta occhiata
alla spadaccina, Lina disse al suo gemello "Hai pensato di cambiare il tuo
nome o qualcosa di simile?" volle accertarsi, la gestione di tenere quel
regno ed il castello l’avevano preceduta "La gente pensa che io stia
facendo tutto ciò." Con questo si voltò, intenta a lasciare quel posto il
prima possibile.
"Aspetta!”
Lina Inverse ebbe un po’ di onesta sorpresa, non pensava che
la sua angelica copia arrivasse a patti con lei. Si fermò un poco fuori dalla porta, senza voltarsi per guardarla e chiese con
calma "E che cosa?"
"Prendi Naga assieme a
te." fu la sua gentile risposta.
Con
quel calmo commento sia Lina Inverse che Naga si
voltarono verso di lei con onesta sorpresa, sbottando "Cosa!?"
Non fu molto da allora che Lina
e le altre si trovarono sedute ad una tavola per cenare, scannando il cibo più
velocemente possibile. 'Deve essere un’umanitaria.' notò quando la guardò mangiare
velocemente 'ma abbiamo ancora lo stesso appetito.'
"Non posso credere che tu
glielo abbia chiesto senza consultarmi." Naga pareva onesta
quando glielo chiese, mentre prendeva una coscia di pollo, strappandola
a morsi affamata. "E chi sarà qui a proteggerti
se sarò via?" le chiese.
"La gente del regno mi
proteggerà. Lo so che non sei molto felice di ciò, Naga."
La copy Lina prese una fetta d’arrosto, la stessa che inforchettò
l’altra Lina. Entrambe tirarono allo stesso tempo, la
carne si ruppe, ed ebbero ognuna una metà. "Tu sei un cuore avventuroso,
proprio come lei." Disse prima di iniziare a
mangiare la carne.
Lina Inverse
finì la sua parte di arrosto, quindi si verso del vino, per schiarirsi la gola
prima di mangiare un pesce bollito. "E perchè io, comunque?
Ho il dubbio che noi potremo andare d’accordo più di quanto andavamo
prima.” puntualizzò.
Naga annuì, "Lina-sama, è chiaramente rimasta la stessa di quando l’abbiamo incontrata. Sono molto distante
dall’essere come lei."
"Lina Inverse ha aiutato
tempo fa a salvare il mondo più di una volta, Naga,"
Lina la rimproverò subito. “E tu non sei meglio di
lei." Lina continuò a mangiare, anche se prese un attimo di pausa.
"Tu hai bisogno di combattimenti, avventure, e ciò non lo puoi trovare restando in questo pacifico regno con me."
disse, posando la sua mano gentilmente su quella di Naga.
Lina Inverse prese una
pausa per qualche minuto per vedere meglio le due donne parlare insieme
intensamente. 'Bene, non è poi così interessante.'
pensò, realizzando finalmente che lei era tagliata fuori dal discorso.
"Non voglio
lasciarti." Disse Naga gentilmente.
"Lo so,"
disse Lina gentilmente, stringendo la mano di Naga "ma so anche che un
uccello ingabbiato non può essere realmente felice."
"Posso dire
qualcosa?" chiese Lina Inverse leggermente irritata.
"Certo che puoi,
Lina." Il suo opposto sorrise tanto gentilmente come
mai, e Lina sospirò a ciò.
Il giorno dopo il sole brillava
intensamente quando Lina lasciò il castello a grandi falcate il più veloce che
poteva. Il suo mantello svolazzò alla brezza mattutina, il
suo borsello prese a tintinnare delle Quattro o cinque monete che vi
erano all’interno. Molto forte, disse: "Spero tu ti renda conto che
cercherò di scaricarti alla prima occasione mi si presenti?"
Naga camminò al suo fianco,
indossando dei pantaloni leggeri, una maglietta bianca, un mantello nero
svolazzante dietro di sè. "Certo," le
rispose con calma, "Sto solo facendo ciò perché me l’ha chiesto la mia Lina-sama."
"Certo," rispose
Lina. Camminarono per un po’, poi Lina richiese. "Allora
cosa dobbiamo fare?”
"Ci sono ancora dei draghi
da abbattere a nord." Disse Naga.
"E perchè devo farlo io??" Lina guardò Naga sospettosamente.
"La truppa di comando dei
draghi non è ancora stata trovata," Naga sorrise leggermente.
Gli occhi di Lina si
socchiusero quando iniziò a considerare quanti tesori avrebbe potuto trovare,
il suo passo ancora diretto a nord. Improvvisamente aggrottò le sopracciglia e
guardò Naga: "Come pensi di potermi manipolare così bene?"
Naga sbuffò un po’ mentre le
due si muovevano verso al strada a nord, "Penso che se andavo d’accordo
con la mia Lina, dovrò adeguarmi al suo opposto."
"Heh,"
Lina sorrise "Non sono poi così male, no?"
"Bè,"
Naga si concentrò un attimo "sembra che alla fin fine fai delle cose per
chissà quale ragione personale."
"Gee,
grazie" Lina sospirò. Camminarono assieme silenziosamente per un po’ di
tempo. “Ma, alla fine non hai più indossato quel bikini eh?"
Le guance di Naga si colorarono
di rosso "Quel vestito era così imbarazzante...."
To be continued...
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