Loneliness
Solitudine.
A volte il suo guscio protettore ci conforta, lontano
dal mondo e dalla gente.
Delle volte, invece, ci accorgiamo della sua ombra silenziosa anche
quando non vogliamo avere a che fare con lei.
Non c’è modo di liberarsi della solitudine. Ci scruta in lontananza ed è
sempre rapida a circondarci appena la compagnia delle persone viene meno.
A volte si permette di prenderci la mano persino quando parliamo con
qualcuno, ce la accarezza e ci sussurra all’orecchio parole gentili cariche di
significato sinistro: «Anche in mezzo ad una folla sarai da solo con i tuoi
problemi e la tua salute, io ci sarò
sempre».
Niente è per sempre, eccetto la solitudine.
E’ un rapporto burrascoso, asfissiante e complicato. Quando la cerchiamo
lei non c’è, e quando la scansiamo lei ci segue.
Ci saranno occasioni in cui chiuderci in noi stessi sarà il nostro unico
desiderio, senza però riuscire ad esaudirlo a causa dell’improvvisa vicinanza
della gente. Sarà come se tutta l’umanità si rendesse repentinamente conto
della nostra esistenza, e tutti si preoccupassero di saperci soli.
Irritanti.
Non sanno capire quando abbiamo bisogno del loro affetto e non sanno
comprenderci, ma non per questo sono colpevoli.
Non ci salveranno dalla solitudine.
Se li cercassimo in un momento di malinconia non sarebbero disponibili
come avevamo sperato. Non ci aiuteranno anche se ne avremo bisogno.
«Li apprezzi solo ora che non ci sono più» dice la solitudine, accarezzandoci
il viso e cullandoci nei suoi viscidi tentacoli.
D’altronde una cosa la si apprezza solo quando la si perde, e questo
vale anche per la compassione.
La solitudine sorride mentre stringe la sua morsa e ci fa cadere in un
baratro oscuro. Ci toglie la luce, ci prosciuga la felicità.
L’anima è grigia, i colori non sono altro che un vago ricordo. L’anima è
succube dell’abbraccio soffocante di un amante indesiderata.
L’anima aspetta che qualcuno la salvi da se stessa.
Qualcuno.
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L u c i n d a