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Autore: telesette    03/06/2011    1 recensioni
Un misterioso pistolero assetato di sangue, un villaggio stile vecchio west sul territorio di Marte, un'ombra dolorosa nel passato e una sfida che attende finalmente un esito... Che cosa succederà a Kid ?
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non appena Kid mise piede nel silenzio che aleggiava dentro Dakota Star, l’odore di morte giunse subito alle sue narici. Anche attraverso il casco poté vedere chiaramente i cadaveri sparsi qua e là in mezzo alla strada: uomini, donne, bambini… Vedendo quell’orribile immagine, Kid sentì la rabbia montargli in corpo assieme all’angoscia e al rimorso.

- E’ come se fossi stato io - esclamò dentro di sé, stringendo il pugno.

Kid si avvicinò ad uno dei corpi parzialmente coperti dalla polvere, un bambino col giocattolo stretto al petto, e lo sfiorò appena per chiudergli pietosamente gli occhi. Il pensiero che tutta quella gente era morta per causa sua ( tanto sangue versato, vite innocenti spezzate ) e che l’infame atrocità era stata compiuta al solo scopo di attirarlo lì, fece sentire ancora più grave il peso di una colpa che considerava sua. Il ragazzo rimase incapace di distogliere lo sguardo, per un tempo che a lui sembrò interminabile, ma alla fine si alzò in piedi e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

- Lionel !!!

L’urlo del ragazzo non ebbe alcuna risposta, tuttavia il pistolero era sicuro che l’altro avesse sentito chiaramente e non avrebbe tardato a farsi avanti. Kid fece appena in tempo ad avvertire un rumore dietro le sue spalle e, buttandosi a terra, riuscì ad evitare per un soffio un fascio laser diretto contro di lui. Continuando a rotolare, il pistolero si acquattò al riparo di un edificio al margine della strada e impugnò a sua volta l’arma.

- Complimenti, Kid - esclamò una voce ironica. - Devi avere occhi dietro la testa per aver evitato quel colpo, meglio così… Vuol dire che mi divertirò di più!
- Maledetto - fece Kid tra i denti, stringendo la pistola.

Red Hawk si fece avanti lentamente, pronto a far fuoco al primo movimento da parte dell’avversario; Kid calcolò la distanza, in base al rumore dei passi sul terreno, dopodiché si tuffò fuori del suo nascondiglio e sparò un colpo a mezz’aria. La reazione dell’altro fu repentina, i raggi luminosi fischiarono vicinissimi, tuttavia Jotaro ne uscì indenne e costrinse a sua volta Lionel a rintanarsi.

- E’ passato un po’ di tempo - esclamò Red Hawk a voce alta. - Ma non sei cambiato affatto…
- Anche tu, vedo - rispose Jotaro. - Sei lo stesso identico pazzo di allora!
- Non sei gentile Kid, ti sembra questo il modo di rivolgerti a un “vecchio amico” ?
- Che bisogno avevi di ammazzare tutta questa gente, Lionel ?!?
- In effetti hai ragione - fece Red Hawk, focalizzando la posizione di Jotaro dalla voce. - Diciamo che, non potendo ucciderti subito, ho fatto un po’ di pratica!

Jotaro capì l’errore commesso solamente quando sentì il colpo di Lionel soffiargli appena sopra la testa. Subito cominciò a correre, gettando un sasso per sviare l’attenzione. Lionel continuò a sparare, sperando di fare centro, ma non aveva a che fare con un qualunque bersaglio mobile… il suo avversario era lui, finalmente lo aveva trovato!

***

Frattanto Isac e gli altri erano giunti in città e, secondo le istruzioni di Kid, fecero di tutto per passare inosservati. La missione principale era mettere in salvo i sopravvissuti, il resto era tutto nelle mani del pistolero.

- Che facciamo, Isac ? - domandò Steven preoccupato. - Kid potrebbe avere bisogno di aiuto e…
- Kid sa quello che sta facendo - ribatté il russo. - Se Red Hawk si accorge della nostra presenza, ucciderebbe i sopravvissuti senza pensarci due volte; come ha detto Kid, è importante lasciargli credere che sia venuto da solo, il nostro compito è trovare gli ostaggi e garantire la loro sicurezza finché il duello tra Kid e quell’assassino non sarà concluso!

Omachi e Steven annuirono, tuttavia entrambi non poterono nascondere un forte disagio. Non dubitavano certo dell’abilità del loro compagno ma, in virtù della loro amicizia, avrebbero preferito volentieri aiutarlo in quella difficile situazione. Ovviamente non potevano comprendere che quello contro cui Kid stava combattendo non era solo un killer assetato di sangue bensì un fantasma del suo passato e, qualunque sarebbe stato l’esito, doveva affrontarlo da solo.

***

Il duello si stava spostando rapidamente da una parte all’altra della piccola cittadina. Kid e il suo avversario stavano mettendo a confronto la reciproca esperienza e gli anni di addestramento con le armi da fuoco. Non si trattava solo di tecnica e precisione: era soprattutto l’intuito e la capacità di prevedere le mosse dell’altro a suggerire loro prudenza;  il colpo decisivo sarebbe giunto solamente a seguito di un errore fatale, per questo nessuno poteva permettersi distrazioni; il desiderio omicida di Lionel messo a confronto del desiderio di vendetta di Jotaro… erano lucidi, nello scambiarsi colpo su colpo, ma la luce vivida nello sguardo di entrambi tradiva una forte emozione.
Un colpo di Lionel sfiorò la spalla del rivale, rimbalzando su una delle pareti di legno degli edifici, e Kid rispose sparando a raffica nella direzione opposta. I raggi luminosi distrussero parte di una casa, costringendo Lionel a rintanarsi nell’ombra, ma un attimo dopo il killer reagì subito all’attacco; Jotaro si tuffò alla ricerca di un altro nascondiglio e la scarica micidiale mandò in pezzi l’abbeveratoio dietro il quale si era nascosto.

- Ti piace giocare a nascondino, vero Jotaro ?

Stavolta Kid non rispose e attese pazientemente, con l’arma in pugno, il momento giusto per colpire.

- In fondo me l’aspettavo - proseguì Lionel, scrutando intorno con gli occhi ridotti a due fessure sottili. - Un verme che si rispetti deve essere veloce a nascondersi e a rintanarsi nel buco… proprio come stai facendo tu, adesso!

La risposta di Kid fu un colpo secco, nella direzione da cui proveniva la voce. Lionel sentì il flusso laser a un palmo dal volto, ciononostante ebbe abbastanza sangue freddo per cambiare la sua posizione e sparare nuovamente. Gli occhi di Jotaro erano lo specchio della concentrazione, i nervi saldi come l’acciaio; non doveva fare altro che tenere l’avversario il più lontano possibile dal centro abitato, così da permettere ad Isac e agli altri di mettere in salvo gli ostaggi.

***

Nel momento in cui Omachi aprì la porta di una delle abitazioni, Isac avvertì un sussulto provenire dall’interno. Nonostante l’ombra che aleggiava nell’edificio, il russo poté scorgere chiaramente le sagome di molte persone rannicchiate l’una addosso all’altra.

- Chi… Chi siete… Che cosa volete ? - domandò qualcuno, in preda al terrore.
- Non abbiate paura - rispose Steven rassicurante. - Veniamo da Jota-9, siamo qui per aiutarvi!
- Sie… Siete per caso la “polizia-ombra” di Jota-9 ?!?
- Sì, è così - confermò Isac. - Un uomo di nome Burt è riuscito a raggiungere la nostra base e ad informarci della situazione, per questo abbiamo accettato l’incarico di proteggervi!
- Sia ringraziato il cielo - sospirò una donna, giungendo le mani in preghiera. - Da quando quell’assassino è giunto in città, siamo rimasti nascosti qui dentro per quasi due settimane…
- Ci sono altri sopravvissuti, oltre a voi ? - si informò il russo.
- Non lo sappiamo, certo è possibile che qualcuno si sia salvato… ma la maggior parte hanno perso la vita il giorno che Red Hawk è arrivato in città!
- Quel maledetto - fece Steven, stringendo il pugno.
- Non possiamo fare evacuare tutte queste persone a bordo del Bry-Star - osservò Omachi preoccupata. - Ci servono delle astronavi…
- C’è un hangar di mezzi da trasporto, proprio qui dietro - intervenne subito un altro. - Ma non è possibile uscire da qui senza essere visti, quell’assassino ci ucciderà tutti non appena metteremo fuori il naso!

In quella giunsero i rumori degli spari, provenienti dall’esterno.

- Jotaro sta combattendo - esclamò Steven. - Dobbiamo aiutarlo…
- No - fece Isac irremovibile. - Il nostro compito è fare evacuare tutta questa gente e raggiungere l’hangar!
- Ma non possiamo…

Omachi mise una mano sulla spalla di Steven.

- Omachi ?
- Ha ragione Isac - mormorò la ragazza gravemente. - Se non ci occupiamo di proteggere queste persone, sarà tutto inutile: Jotaro sta facendo il possibile per agevolarci, dobbiamo procedere come stabilito!
- Ma non avrete mica intenzione di lasciarlo solo contro quel pazzo ?!?
- Boy, cerca di capire - tagliò corto Isac. - Questa per Kid è una faccenda personale, per quanto sia difficile da accettare, nessuno di noi può aiutarlo in questo momento!

Steven fece per ribattere ma, vedendo l’espressione sul volto dei compagni, capì che era inutile. Ognuno aveva un compito preciso da svolgere: Jotaro il duello con Red Hawk, loro invece la sicurezza degli abitanti di Dakota Star… se avesse agito di testa sua, sicuramente l’amico non glielo avrebbe mai perdonato.

- D’accordo - annuì infine.
- Tu e Omachi andate a dare un’occhiata intorno - ordinò Isac. - Radunate tutti quelli che troverete e conduceteli nell’hangar, io vi aspetterò là!

***

Ormai il duello stava volgendo al termine. Sia Kid che Lionel non potevano più nascondersi da nessuna parte, davanti a loro vi era uno spiazzo di terra battuta senza alcun elemento dietro cui ripararsi, la prossima mossa sarebbe stata quella decisiva.

- Allora, Kid - urlò Lionel. - Che ne dici di risolvere la questione alla vecchia maniera ? Un colpo ciascuno, io e te faccia a faccia, e il vincitore resta in piedi…

Kid strinse a sé il ciondolo che portava al collo, l’ultimo regalo della povera Jennifer, e ancora una volta si maledì per ciò che stava per fare. Il ricordo della fanciulla, morta tra le sue braccia, lo tormentava come una ferita in pieno cuore… aveva fallito: la donna che amava non c’era più, centinaia di persone erano morte a causa sua e adesso doveva prendere la stessa vita che aveva deciso di risparmiare anni addietro.

- Non te lo ripeterò un’altra volta, Kid - gridò ancora Lionel, minaccioso. - Se non esci fuori di lì, con le mani sui fianchi, i prossimi a morire saranno gli ultimi cani bastardi di questa schifosa città!

Kid sgranò gli occhi. Troppo sangue era stato versato, per colpa della sua debolezza, era giunto il momento di mettere fine a tutto questo. Senza dire una parola, Kid si alzò in piedi e uscì fuori allo scoperto; Lionel sorrise crudelmente da sotto il casco, entrambe le pistole rinfoderate e le mani pronte a estrarle, il tempo era finalmente giunto.

- Non ho dimenticato nulla di quella volta, Kid - mormorò Lionel. - Sono anni che sogno di spedirti all’inferno… e adesso mi leverò questa soddisfazione, una volta per tutte!
- No, Lionel - rispose Kid freddamente, continuando ad avanzare. - Io non dimentico!

Entrambi si guardarono negli occhi, nonostante le spesse visiere colorate, e finché non si trovarono uno di fronte all’altro nessuno fece fuoco. Era come se entrambi stessero memorizzando ogni singolo attimo che li separava dall’esito dello scontro, attimi di tensione e decisione… Quando entrambi si ritrovarono a pochi metri di distanza, le mani scivolarono velocemente sulle rispettive fondine e un istante più tardi i colpi vennero sparati contemporaneamente.

***

Gli ultimi spari furono uditi anche a distanza, tanto che Omachi voltò il capo per istinto in quella direzione. Isac e Steven stavano finendo di imbarcare gli abitanti della città su una grossa nave da carico tuttavia, mentre questi venivano incitati a fare presto, la ragazza avvertì un bisogno irresistibile di scoprire cos’era successo.

Omachi, dove stai andando ? - gridò Steven, vedendola correre via.

Per la prima volta da che lo conosceva, Omachi era seriamente preoccupata per Kid. Nonostante conoscesse l’abilità del ragazzo, ciò che le aveva detto prima ancora che partissero insieme per la missione l’aveva sconvolta. Fino ad allora, l’immagine di Jotaro che aveva davanti agli occhi era quella di un tipo arrogante e sicuro di sé… ma la persona che l’aveva messa a parte dei suoi ricordi era invece un giovane uomo triste che soffriva in silenzio. Jotaro non aveva combattuto contro un avversario questa volta ma con i sensi di colpa del suo passato, per questo era preoccupata che potesse essergli successo qualcosa.

***

Kid e Lionel rimasero immobili con le armi strette in pugno. Nessuno dei due vacillò, come se i colpi non li avessero neanche sfiorati, ad un tratto però Lionel lasciò cadere a terra la pistola.

- Hai… Hai vinto - riuscì appena a dire, prima di crollare in avanti con un tonfo sordo.

Jotaro non reagì. Davanti a quel corpo esanime, si sentì come svuotato: il ricordo di Jennifer, la rabbia verso Lionel, il rimorso verso tutte le sue vittime… tutto era sparito nel momento in cui aveva sparato il colpo e ciò che rimaneva adesso era silenzio e polvere.
Omachi si fermò di scatto, non appena vide il ragazzo in piedi accanto al cadavere del nemico. D’istinto avrebbe voluto dirgli qualcosa, sentirsi vicina a lui in qualche modo, ma conosceva troppo bene il dolore che l’amico stava provando in quel momento.
Kid sollevò lo sguardo verso il nero siderale sopra la sua testa. D’istinto la mano afferrò il ciondolo e strappò via la catenina che lo teneva assicurato. Il ragazzo osservò a lungo l’immagine di Jenny al suo interno; il sorriso di lei sembrava spento, così come il ricordo sbiadito dei giorni trascorsi insieme. Kid sapeva che non l’avrebbe mai dimenticata, non poteva dimenticarla, ma quello che aveva appena fatto, sebbene fosse la cosa giusta, era il motivo per cui non aveva più alcun diritto di amarla. Tempo fa le aveva fatto una promessa, una promessa che non era stato capace di mantenere, e ora invece il dolore era tanto… troppo!

- Addio, Jenny!

Così dicendo scagliò via il ciondolo, il più lontano possibile. Questi venne inghiottito dalla scura profondità del cosmo sopra di lui e Jotaro rimase immobile ad osservarlo, finché non scomparve del tutto alla vista. Con quel gesto Jotaro aveva deciso di mettere da parte il passato, e il dolore legato a esso, ma il ricordo di colei che aveva amato con tutto sé stesso non lo avrebbe mai abbandonato.
Omachi non disse nulla, consapevole dell’inutilità delle parole in quel momento, pur comprendendo bene i sentimenti di Kid. Un sottile filo di lacrime cominciò a scorrerle lungo la guancia, il resto era un segreto noto ad entrambi e tale sarebbe rimasto.

FINE

NOTA:

"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni

Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

   
 
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