Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Tangled    03/06/2011    1 recensioni
"...Musica. Musica a palla per riempire il vuoto immenso della tua testa.
Nickelback. Someday.
Il mondo attorno si annulla.
I pensieri rimangono intrappolati tra batteria, basso, chitarra e voce. Non trovano la strada.
O forse sì e così quasi per caso un pensiero arriva nitido e a quel punto è la musica a sparire.
Nonostante il volume, nonostante la tua volontà, nasce una speranza che travolge tutto..."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

N.d.A. E' passato molto tempo da quando ho scritto questo brano...
Per qualche motivo oggi spulciando in uno scatolone l'ho ritrovato insieme ad altri ed ho deciso di condividerli sperando di farvi cosa gradita.
L'ho scritto ascoltando "Someday" dei Nickelback, ma le parole sono nate solo dalla musica e non centrano con il testo.
Potete ascoltarla qui: http://www.youtube.com/watch?v=-VMFdpdDYYA



SOMEDAY

Driiiiin.

Il suono della campanella decreta la libertà di tutti. Ognuno può tornare alla propria vita...
...Chi dal proprio ragazzo che aspetta fuori da quel cancello, controllando continuamente l’ora, preoccupato che vada sprecato anche solo uno di quei pochi minuti rubati prima che il telefonino squilli per un genitore che si chiede che fine abbia fatto la figlia...
...O chi si trascina lentamente chiedendosi come fare a parlare dell’ennesimo brutto voto o come salvare l’anno...
...Chi fa progetti per il pomeriggio e chi non ha nessun programma, nessun obbiettivo. O forse ne ha troppi e così finisce per non sceglierne nessuno.
Ma la libertà fa paura e, a volte, può diventare una condanna...
Perché la scuola, le lezioni e i professori ti occupano la mente, ma quando cala il sipario ed attori e spettatori se ne vanno, rimani solo tu, e i pensieri che hai tenuto a freno, presa da altro, ti riassalgono all’improvviso e allora subito gli auricolari nelle orecchie.
L’inizio della prima canzone copre lo spegnersi di quel suono che annuncia il silenzio.
Musica. Musica a palla per riempire il vuoto immenso della tua testa.
Nickelback. Someday.
Il mondo attorno si annulla.
I pensieri rimangono intrappolati tra batteria, basso, chitarra e voce. Non trovano la strada.
O forse sì e così quasi per caso un pensiero arriva nitido e a quel punto è la musica a sparire.
Nonostante il volume, nonostante la tua volontà, nasce una speranza che travolge tutto.
“E se lui fosse là fuori?O ci fosse una lettera nel cestino della bicicletta?”
Almeno qualche parola, qualche risposta per capire quella e-mail così breve e criptica.
E, allora, la lotta diventa quella di rallentare il cuore e il passo, perché le illusioni non possono trasformarsi in realtà, ma solo deludere e fare male.
Cercare il suo volto tra persone spesso sconosciute e non trovarlo. Raggiungere la bicicletta e nessun frammento di carta ad aspettarti.
La speranza si trasforma, diventa una lama affondata nel cuore. E quindi alzare ancora di più il volume e partire.
Giù per quella discesa piena di buche di cui quel giorno nemmeno ti accorgi, cercando di eliminare ogni traccia di quel pensiero dalla tua mente, mentre il vento cancella l’unica traccia dal tuo volto. Quella sola lacrima, l’unica che puoi permetterti senza allarmare gli altri, perché allora inizierebbero le domande e tu non hai voglia di parlare, ma solo di fare a pugni con il mondo perciò è meglio che nessuno sappia perché non vuoi ferire nessuno.
Arrivare a casa ed indossare una maschera, senza più la musica ad isolarti.
Il cibo perde sapore e ti sembra di essere in gabbia. Allora fare tutto di fretta e poi fingere un incontro con le amiche e fuggire verso il centro.
Lasciare la bici al solito posto. Chiudere quel lucchetto che non ha nulla di romantico. Calare il cappuccio sul volto, rialzare il volume abbassato per prudenza mentre percorrevi le strade affollate.
Senti la musica invadere ogni recesso, ma non basta e le lacrime iniziano a scorrere.
Non un sospiro, non un singhiozzo. Nessuno si accorge di nulla.
Sola, eppure in mezzo alla gente. Era questo che volevi, ciò nonostante la conferma di essere invisibile fa male.
Un urto di spalle e alzi lo sguardo, ma è come se non vedessi.
“Mi scusi” E di nuovo giù.
Continui a camminare, ma poi decidi che non serve a nulla e così ritorni viva. E sei di nuovo tu.
Così inforchi di nuovo la bici e via veloce, mentre il vento, metro dopo metro, ti alleggerisce di quel dolore che è stato fedele compagno per lunghi mesi.
Le ruote girano velocissime.
Cancello, chiavi, garage, cavalletto, di nuovo chiavi e finalmente...
“Mamma, sono tornata!”
In ogni senso. Ma questo lo tieni per te.


  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Tangled