One shot –
Xander time > Lui balla da solo
Pov Colin
Farrell
Lui mi guarda.
Il viso acceso, da una risata allegra,
spaventosamente intensa ed improvvisa.
Oliver raramente si espone con battute
sagaci, come a volere mantenere una corretta distanza tra sé stesso e gli
attori, che vorrebbe plasmare, impostare, più che dirigere.
Ti entrerebbe nei
pensieri, per poi sgorgare in parole e toni appropriati al copione, come lui
solo li immagina: quasi perfetti.
Con Jared non funziona così.
E’ pronto
ad imparare ed assorbire come una spugna, avido di conoscenza e curioso quanto
una scimmia, ma non puoi comandarlo e tanto meno dominarlo.
Io lo so.
Lui
se ne va.
Anche oggi, un’altra volta, senza darmi il tempo di parlargli
davvero.
Veramente a me manca il coraggio di chiedergli un poco di questo
tempo, per spiegargli ciò che sento, quindi non troverà mai uno sbocco, questa
mia triste indolenza del cuore.
In fondo, cosa potrei dirgli, che già non
sa?
Ubriaco fradicio, credo di avergli biascicato un “…ti amo Jay, ti amo da
morire…”
Lui pensava.
Certo, che io fossi un coglione, che non riuscissi a
controllarmi, nel bere, nel fumare, nell’eccedere, come se corressi, stando
sempre fermo.
Un penoso spettacolo, di me, solo questo sapevo offrirgli, ma
mi stavo impegnando…
Niente alcol da una settimana.
Niente droghe.
In
compenso avevo raddoppiato le sigarette e puzzavo di fumo come un
posacenere.
Lui mi bacia.
Sono contro ad un muro, in una discoteca semi
deserta, ma che diavolo di ore saranno?
Dove sono tutti?…
Jared…
La sua
lingua è la cosa più succosa che abbia mai sentito a contatto con la mia:
schiudo la bocca il più possibile, sotto le sue leggere spinte, vorrei
inghiottirlo ed assimilarlo, affinché di due sia uno e quindi felice, completo,
assoluto.
Lui scivola.
“Dio alzati…” – ed annaspo verso le sue spalle, ma
Jared è veloce, aggressivo e prepotente, nello slacciarmi i pantaloni, a
liberarmi dai boxer, a …
“JARED!!!”
La mia voce, però, è ovattata: la
musica era troppo alta e la canna di Jo troppo carica.
Ero frustrato ed avevo
ceduto.
“Sei uno stronzo Cole, un fottutissimo STRONZO!!”
Ecco come c’ero
finito contro a quel muro…
Jared mi ci aveva dirottato, come una furia,
perché non avevo mantenuto la promessa di smetterla di sballarmi.
Un attimo
prima stavo singhiozzando, un attimo dopo le sue labbra sembravano consolarmi,
risolvendo tutti i problemi del mondo, ma adesso…
Adesso viaggio verso
l’estasi, poi l’oblio, ma in mezzo, un orgasmo che mi sale nelle viscere, così
le sue dita, nella mia fessura, dispettose, insistenti, lascive, lubrificate di
saliva ed umori del mio stesso sesso, che è pronto a traboccare.
Tu
insisti.
Ed io vengo.
Afferro la tua nuca, dando un colpo di reni
estremo.
Sono una bestia, me ne rendo conto, ma a te piace, Jared…
Ti
piace così tanto, che non sprechi una goccia di me, ingoiandola con caparbietà e
lussuria.
Alzi gli occhi, rari per colore e bellezza, così come il tuo volto,
il sublime risultato dell’intreccio di due dna inconsapevoli di essere così
meravigliosi insieme, diabolico ed angelico, mio soprattutto, il mio Jared
Joseph Leto.
Precipito sul pavimento, tra coriandoli e bottiglie di birra
vuoti: era una festa allora…
Torni al centro della pista.
Roteando,
allarghi le braccia, alzi lo sguardo al soffitto fatto di stelle, perdi le iridi
nel buio, in cui si fondono anche i battiti dei nostri cuori.
La musica non è
finita.
Tu balli da solo.
Ed io ti amo da impazzire.
THE
END