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Autore: mistica    05/06/2011    7 recensioni
"Le labbra di Arthur si piegarono in un sorriso soddisfatto e, con un cenno, gli fece segno di smettere. Era finita. Finalmente. Merlin si lasciò cadere a terra senza energie, sentendo improvvisamente tutti i muscoli del corpo tirare e intorpidirsi dal dolore. Non sarebbe più riuscito a raccogliere neppure un calzino per giorni."
[1 Classificata al The Rocky Horror Picture Contest]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fanfiction prima classificata al The Rocky Horror Picture Contest indetto da rekichan, Kei_saiyu e Lindael.
Canzone Charles Atlas Song
Citazione 'Avrebbe l'approvazione di Golia!' [tratta dal trentottesimo minuto del film, in seguito al giudizio dei presenti su Rocky]

Eccoci qui. V.V  
Per chi non avesse visto il The Rocky Horror Picture Show: potete leggere questa fanfiction senza troppi problemi!
La traccia della fanfic è la canzone che vi ho citato all'inizio della storia: c'è da sapere solo che questo pezzo viene cantato dal protagonista del The Rocky, Frank'nd Furter, dopo aver creato l'uomo perfetto, biondo, tutto muscoli e addominali.
Arthur cercherà più o meno di fare la stessa cosa (con un atteggiamento più alla Shang di Mulan XD), allenando il povero Merlin.
...Dai miei deliri è dunque nata questa fanfiction e non credo ci sia altro che dobbiate sapere! 
Se non avete ancora visto il film del The Rocky, rimediate al più presto e immaginate che Frank abbia le fattezze di Uther Pendragon... Ebbene sì, il buon, caro e apparentemente casto Anthony ha recitato nel musical qualche decennio fa, impersonando proprio il 'dolce travestito'. Ho visto qualche foto e posso assicurarvi di aver riso fino alle lacrime.
Comunque...E' la mia prima AU, abbiate pietà.
Buona lettura!

Dedico questa fic, con un giorno di ritardo, a Lynda Weasley, augurandole per l'ennesima volta un buon diciannovesimo anno di vita!
Insomma, non poteva mancare una fic come regalo di compleanno, no? XD  Ieri mi sono sentita veramente in colpa... Menomale che i risultati sono usciti ieri sera, così oggi ho potuto compensare pubblicando questa cosa!
Ti voglio bene tesoro <3


I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati. Il telefilm 'Merlin' è proprietà della BBC, il The Rocky Horror Picture Show e Frank purtroppo non mi appartengono e la storia non ha fini di lucro.

 

I Can Make You a Man
di Mistica



Un gracilino che pesa quarantadue chili mangerà la polvere
quando verrà sbattuto per terra e presto in palestra con il mento volitivo
sudando da tutti i pori mentre lavora per la sua causa
diventerà lucido e luccicante, con massaggi e solo un po' di vapore.
Sarà magro e piuttosto pulito.
Sarà un uomo forte, oh, tesoro, ma l'uomo sbagliato.
Mangerà proteine ad alto potere nutritivo e ingoierà uova crude.
Cercherà di ingrossare le spalle, il torace, le braccia e le gambe.
Che sforzo! Se solo sapesse il mio piano...
In soli sette giorni posso fare di te un uomo.
Farà flessioni e torsioni, pulito e stirato, sarà a posto.
Crede che la tensione dinamica debba essere un duro lavoro.
Questa vita così stressante proprio non la capisco, quando in soli sette giorni - Oh, caro - 
posso fare di te un uomo.
 

(Charles Atlas Song, The Rocky Horror Picture Show,1975)


 

“Bene bene, guarda chi abbiamo qui. Emrys. Sai che questa è una palestra?” lo derise una voce calda e canzonatoria: Merlin sobbalzò, sollevando lo sguardo con orrore.
Arthur Pendragon gli sorrideva in tutta la sua magnificenza, appollaiato sul bancone delle iscrizioni.
Muscoli guizzanti, pettorali scolpiti, addominali perfetti: Arthur, fasciato da una canottiera sottile e da pantaloni che cadevano morbidi sulle gambe tornite, irradiava valori atletici.
Merlin si inumidì le labbra senza riuscire a smettere di fissarlo: come aveva potuto, Morgana, non dirgli niente?
Ora capiva quella scintilla maliziosa nello sguardo dell'amica, quando gli aveva ordinato di passarla a prendere in palestra.
'Strega', pensò, sentendo le orecchie andare a fuoco per l'imbarazzo: Arthur era stato il suo carnefice per tutti gli anni del liceo ed era stato un piacere per Merlin non averlo più tra i piedi all’università.
Sapeva che studiava alla facoltà di economia ma non avrebbe mai immaginato che il futuro erede della ‘Pendragon Industries’ lavorasse in una palestra: Morgana avrebbe dovuto avere la decenza di avvisarlo prima, conoscendo i loro precedenti.

Si impose di mantenere un contegno e di non sprofondare nella vergogna: cercò quindi di sorridere, aprendo il cappotto alla ricerca di aria.
“Acuta osservazione, amico. In realtà sono solo passato a prendere Morgana.”.
Il silenzio che seguì fu un'ulteriore fonte di imbarazzo: Arthur continuava a fissarlo con un dannato sorrisetto stampato in volto e Merlin non sapeva cosa dire, dove guardare, che fare.
Così rimase immobile, stringendo nervosamente i bordi del cappotto tra le mani.
Aveva sempre pensato che Arthur Pendragon sarebbe stato sopportabile se fosse stato muto: dovette ricredersi, trovando se possibile ancora più esasperante non capire cosa pensasse in silenzio.
“Amico?” ripeté Arthur dopo quella che era sembrata un’eternità, esibendo la sua migliore espressione perplessa.

‘Che stronzo’ pensò Merlin, sentendosi umiliato come ai tempi del liceo, quando cercava di avvicinarsi ad Arthur e il suo sforzo era ricambiato con i peggiori scherzi idioti.
“Scusa, mi sono espresso male. Volevo dire asino.”.
Ed ecco il vecchio epiteto e quella strana aggressività ironica che si manifestava in lui solo nei battibecchi con Arthur. Lo vide ridere e sorrise a sua volta, sentendosi avvolgere da una strana nostalgia.
“Dimmi allora, Emrys. Mentre aspetti vuoi fare un giro nella sala macchine?” non attese neppure una risposta e si avvicinò al moro, squadrandolo dalla testa ai piedi con un ghigno ironico.
“Non c’è né bisogno, grazie.” rispose in fretta Merlin, terrorizzato alla prospettiva di avvicinarsi a qualunque attrezzo ginnico e rischiare di fare chissà quale figuraccia.


“Merlin, tesoro, ti sei ricordato! Grazie per essere venuto a prendermi!”.
Fu un deus ex macchina* a salvarlo dalla replica di Arthur: come una fata, bellissima nel suo maglione color panna, Morgana li raggiunse con un sorriso radioso dipinto sul volto.
Chiunque non la conoscesse avrebbe potuto credere che fosse sinceramente sorpresa: Merlin iniziò invece a sospettare che quell'incontro tra lui e Arthur non fosse stato del tutto casuale, così come il fatto che Gana avesse iniziato a fare pilates proprio in quella palestra.
La salutò con un bacio sulla guancia mentre Arthur sollevava gli occhi al cielo, scocciato.
“Buonasera, Pendragon. Non credevo che anche un rinomato personal trainer come te battesse la fiacca” gli sorrise amabilmente, senza preoccuparsi di nascondere l'ironia del suo tono. "Cosa vi stavate dicendo?”.
“Niente di che... Chiedevo a Merlin cosa ci facesse in una palestra. Non ho bei ricordi delle lezioni di ginnastica in cui c'era anche lui” replicò con tono mellifluo Arthur, riferendosi agli ‘anni d'oro’ del liceo.
Merlin non era cambiato molto da allora: era sempre gracile e ossuto, con la carne tutta concentrata nelle orecchie e la postura goffa.
“Effettivamente, Merlin è sempre stato scarso... un po' come te in filosofia”.
Arthur subì il colpo con una smorfia: non trovando argomentazioni contro Morgana, sembrò preferire riprendere l'attacco su Merlin.

“Senza offesa, credo proprio che Emrys sia un caso irrecuperabile”.
Merlin scrollò le spalle, indifferente: il suo odio per l'esercizio fisico era di dominio pubblico... rinunciava volentieri a braccia muscolose e ad addominali scolpiti nel nome della tranquillità e del relax.
Lo sguardo di Morgana, inaspettatamente, si illuminò: un brivido fece presagire a Merlin che non avesse in mente nulla di buono.
“Vorresti dirmi che neppure il grande Arthur Pendragon riuscirebbe nell'impresa di trasformare Emrys in un atleta?”.
Con orrore, Merlin voltò il capo: lo sguardo risoluto di Arthur e la sua mascella contratta non erano per niente un buon segno.

 Quell'espressione gli ricordò i cartoni animati quando, durante una sfida particolarmente intensa, i protagonisti avevano lo sguardo letteralmente acceso, con tanto di fuocherelli scoppiettanti negli occhi.
“Ti sembra che io sia in grado di fare miracoli?” disse alla fine Arthur con un sorriso accattivante, senza riuscire a staccare lo sguardo da quello altezzoso di Morgana.
“No. No, no, no, ovviamente no.” intervenne Merlin, gli occhi saettanti dall’uno all’altro come se stesse assistendo a una partita di tennis. Morgana non poteva fargli quello.

“Oh, e così non te la senti, Pendragon? Sapevo già che eri tutto muscoli e niente cervello, ma non credevo fossi anche un debole e un codardo” sentenziò con durezza Morgana, guardandolo con sdegno e disprezzo.
Il silenzio che scese tra di loro fu gelido e carico di tensione, spezzato solo dal fruscio del giaccone della ragazza.
“Posso farcela: lo farò.” sbottò alla fine Arthur con sicurezza, sollevando il mento con orgoglio.
Merlin sbatté le palpebre, incredulo, mentre al suo fianco Morgana sorrideva vittoriosa.
“Dimostramelo, Pendragon. Ti sfido”.
Merlin sbiancò, allibito, osservandoli impotente stringere l'accordo con una stretta di mano.

Il suo secco 'no!', ovviamente, fu considerato superfluo e l'incubo ebbe inizio.

 

***

“Non posso credere di aver sopportato tutto questo per un mese.” bofonchiò Merlin.
Morgana riusciva sempre a incastrarlo e a fargli fare quello che voleva lei: d'altra parte, come avrebbe potuto opporsi al volere di quella strega?
Affogò la sua disperazione in una generosa cucchiaiata di gelato, trovando, dopo due giorni dall’ultimo allenamento, ancora tutti gli arti doloranti.
Gli allenamenti con Arthur erano massacranti, un vero e proprio incubo: non solo il biondo lo prendeva in giro per ogni cosa, ma infieriva spietatamente con esercizi assurdi e ritmi insostenibili.
“Stammi bene a sentire, Merlin: ti ho offerto su un piatto d'argento la possibilità di vendicarti di anni di torture e tu non la sprecherai, chiaro?” disse Morgana, vagamente minacciosa.
Merlin affondò il cucchiaino nel gelato, sorridendo amaramente.
Non aveva nessuna intenzione di vendicarsi o altro, anche perché Arthur aveva il coltello dalla parte del manico. 

Provò a sollevarsi dal tavolino del bar e sentì tutti i muscoli della schiena stirarsi, stanchi e doloranti.
“Maledetto asino. Tra un mese avrò l’esame di anatomia e lo studio dei muscoli sarà quasi superfluo, dato che grazie a lui ne sto scoprendo un sacco che neppure credevo di avere.”.
Non capì subito l’espressione scandalizzata di Morgana mentre lo osservava massaggiarsi la schiena: poi la vide sporgersi verso di lui, con un ghigno stampato sul volto.
“Non credevo che i vostri allenamenti fossero di quel tipo, sporcaccioni.” sussurrò, facendogli un occhiolino.
Merlin arrossì violentemente e, senza esitazioni, batté in ritirata.

 

***

 

Una flessione, un'altra e un'altra ancora… Stringendo i denti, Merlin piegò ancora una volta le braccia tremanti e annaspò, perdendo inevitabilmente l'equilibrio.
Era sfinito, non ce la faceva più.
Appoggiò le ginocchia a terra, sperando che Arthur non inferisse ulteriormente: come nelle sue più tetre previsioni, sentì invece la scarpetta del suo personal trainer calare su di lui e premere tra le scapole in una pericolosa minaccia.
Si passò una mano sulla fronte sudata, approfittando di quella piccola tregua per recuperare un po' di fiato.

“Cosa stai facendo, Merlin?”
La voce strascicata di Arthur non era affatto un buon segno: però rimase a terra immobile, sorridendo.
“Una pausa…?” rispose senza fiato, senza illudersi troppo sul fatto che Arthur lo avrebbe fatto riposare.
“Rimettiti in posizione e ricomincia! Ora!” ordinò, infatti, la voce seccata del suo personal trainer: a Merlin venne improvvisamente voglia di ridere, urlare qualcosa di insensato e correre via, tutto nello stesso momento.

Eppure obbedì, nonostante le gambe molli e i gesti sempre più scoordinati per la stanchezza: si preparò alla prima flessione, girandosi solo un attimo per fulminare con un'occhiataccia il biondo.
Si era aspettato di vedere una smorfia di disappunto, ma certamente non quello strano sorriso compiaciuto, scintillante di orgoglio.
Prima che l'asino aprisse nuovamente la bocca e rovinasse quel momento, chissà per quale motivo così importante per Merlin, il giovane riprese a far flessioni con più foga, tanto da cogliere l'altro di sorpresa.

Arthur scoppiò a ridere, facendo ancora più pressione col piede sulla schiena del ragazzo.
“Quanta foga, Merlin! Dato che ti vedo in forma, dovrai fare altre dieci flessioni!” proclamò solenne, facendo sbiancare in volto il diretto interessato: questi cercò di dire qualcosa ma, semplicemente, non trovò il fiato per replicare.
Cercò di scrollarsi di dosso il piede di Arthur con uno scatto e un gemito frustrato: l'altro sghignazzò spietatamente ma accolse la sua richiesta, clemente, sedendosi per terra vicino a Merlin.
Si guardarono negli occhi, nel silenzio spezzato solo dal fiatone di Merlin: il suo sguardo implorava pietà mentre le braccia tremavano, sorrette dalle ultime, disperate energie.
Le labbra di Arthur si piegarono in un sorriso soddisfatto e, con un cenno, gli fece segno di smettere.
Era finita.

Finalmente.

Merlin si lasciò cadere a terra senza energie, sentendo improvvisamente tutti i muscoli del corpo tirare e intorpidirsi dal dolore. Non sarebbe più riuscito a raccogliere neppure un calzino per giorni.
“Ottimo lavoro, Emrys. Continuerò ad allenarti con costanza, seguendo i programmi standard: non temere, riuscirò a fare di te un vero uomo!”.
Merlin aprì la bocca in una smorfia di orrore: lui non voleva diventare un vero uomo, ma un dottore! Zero fatica, meno dispendio di energie, niente dolori muscolari: era quello il suo futuro!
Fece per replicare, ma Arthur lo zittì elencando i cibi proteici che da quel momento in poi avrebbe dovuto mangiare: niente più McDonald, pane e dolci, ma sole carni e uova sode.
Deglutì, cercando di trattenere le lacrime a quelle sentenze spietate: ma, sotto lo sguardo orgoglioso di Arthur, non poté che annuire.

 

***

“Allora, Merlin, ti vuoi levare quella maglietta o devo venire a togliertela io?”.
Merlin lo maledì tra i denti, bloccato con le braccia a mezz'aria nel tentativo di sfilarsi la t-shirt sudata.
Quella volta l’asino aveva veramente esagerato: gemette, sentendo tutti i muscoli contrarsi per il dolore.
Era stata un'idea geniale quella di fargli provare la 'pectoral machine': aveva accettato la proposta per sfinimento, dopo che Arthur gli aveva elencato per oltre mezz'ora gli incredibili risultati che poteva offrire in breve tempo quell'attrezzo... difatti erano stati così incredibili che, dopo cinque ripetizioni, la schiena di Merlin era stata messa ko.
“Ti avevo detto che mi faceva male” il suo, che voleva suonare come un severo rimprovero, sembrò più che altro un piagnucolio: Merlin fulminò Arthur con un'occhiataccia quando questi si avvicinò e, senza replicare, lo aiutò a sfilarsi la maglietta.
Era veramente imbarazzante stare a torso nudo davanti a Mr Muscolo Pendragon: nonostante due mesi di allenamenti estenuanti, Merlin aveva l'impressione che il suo fisico fosse sempre lo stesso, esile e ossuto.

Arrossì, notando lo sguardo di Arthur farsi attento mentre scorreva le linee del suo corpo: si aspettava un commento acido e ironico da un momento all'altro, invece il biondo continuava a fissarlo corrucciato.
Per il disagio si irrigidì, tanto all'improvviso da provocare una fitta ai muscoli contratti della schiena.
Arthur sobbalzò al suo gemito di dolore, riemergendo da chissà quali pensieri.
“Distenditi, ti faccio un massaggio”.
La sorpresa provocata da quella proposta non fu nulla rispetto a quella che provò nello scoprire che l'asino borioso sapesse quel che faceva: sentì i muscoli contratti sciogliersi con brividi caldi e rilassanti sotto il tocco gentile delle mani di Arthur.
Merlin affondò un sorriso ebete tra le braccia, adorando la sensazione delle dita calde di Arthur che scorrevano sulla sua pelle: chiuse gli occhi, sentendo il dolore sparire e un calore rassicurante inondargli il petto.
“Sei ancora magro da far schifo, Merlin, ma si vedono già i primi risultati. Non ti permetterò di arrenderti per qualche stupido acciacco”.
 La voce burbera del suo personal trainer gli giunse ovattata, lontana.
Merlin fece in tempo a biascicare un 'sì' prima di crollare in un sonno leggero, durante il quale continuò a sentire su di sé mani calde di Arthur, rudi e gentili allo stesso tempo.

 

***

 

La tensione all'interno della palestra era palpabile: tutti quei mesi di torture, sacrifici e allenamenti stavano per concludersi con la resa dei conti tra Arthur e Morgana.
Merlin avrebbe preferito umiliarsi con qualche stupido esercizio per mostrare alla ragazza i frutti dei suoi allenamenti: i due sfidanti invece avevano deciso diversamente, costringendolo a stare mezzo nudo davanti allo sguardo critico di Morgana.
Era quanto di più imbarazzante avesse mai fatto nella sua vita: continuava a fissare il pavimento, sperando che tutto finisse il prima possibile.
“E' okay” disse Morgana maliziosa, spezzando il silenzio carico di tensione che era sceso su di loro.
Merlin sospirò sollevato, rivolgendole subito un sorriso pieno di gratitudine: Morgana ammiccò per un istante, prima di tornare seria nel suo ruolo di giudice intransigente.
Arthur invece non sembrò apprezzare il suo giudizio: si sdegnò, incrociando le braccia e avanzando di un passo.
“Okay?” ripeté Arthur scandalizzato “Avrebbe l'approvazione di... Golia!” esclamò cercando di sembrare più convincente che poteva, mentre Merlin ridacchiava rifugiandosi come un fulmine nella maglietta che si era dovuto sfilare.
“Non esageriamo! Però te lo concedo, Pendragon, hai fatto un buon lavoro e... Hai vinto la sfida. Le mie congratulazioni.”

Mentre i due proseguivano la loro irrinunciabile schermaglia come cane e gatto, Merlin si ritrovò a osservare Arthur: era la prima volta che lo vedeva così contento. In fondo cosa aveva guadagnato da tutto quello? Era la soddisfazione di non averla data vinta a Morgana a renderlo così felice?
Lui, invece, non riusciva proprio a gioire dei suoi risultati: l'acquisto di qualche muscolo non valeva come la strana amicizia che lo aveva legato ad Arthur in quei mesi.
Si diresse verso gli spogliatoi, perso nei suoi pensieri dolceamari: stava sistemando la tuta nella borsa quando sentì la voce di Arthur alle sue spalle.
“Sapevo che ce l'avresti fatta”.

A quell'affermazione Merlin si voltò e sgranò gli occhi, sorpreso: Arthur lo osservava appoggiato allo stipite della porta e sogghignava. “No, non è vero. Però ammetto che senza il tuo impegno non sarei riuscito a vincere la sfida.”.
Merlin sorrise, riconoscendo il complimento celato dietro l'atteggiamento burbero e altezzoso del personal trainer.
“... Continuerai a venire in palestra, vero?”.
Quella domanda da parte di Arthur lo colse di sorpresa, soprattutto per via del tono dispiaciuto con cui era stata pronunciata.
Ci pensò un attimo su e poi rispose con sincerità: "Lo sai, sono pigro... Credo che tornerò alla mia vita tranquilla e rilassata. Lo sport proprio non fa per me, anche se questa è stata una bella esperienza”.
Avrebbe potuto giurare di aver visto un velo di imbarazzo sul volto del personal trainer: fu un attimo, perché subito dopo questi replicò inizialmente mordace, nel vano tentativo di sdrammatizzare e di non mostrare la sua delusione.

 “Sei stato pessimo. Dico sul serio, sei stato il peggior allievo che io abbia mai avuto: mesi di lavoro e neppure un bicipite ben sviluppato, per non parlare del disastro dei tricipiti fantasma! In sostanza sei stato un caso tragico, però... E' stato bello allenarti.”.
Merlin sorrise e annuì, imbarazzato dall'insolita gentilezza presente nelle parole di Arthur: era tempo di lasciarsi alle spalle quella bizzarra avventura.
“Grazie di tutto, Arthur” con un ultimo cenno gli voltò le spalle, pronto ad andarsene.
Una morsa di nostalgia, però, lo trattenne: azzardò un’occhiata al biondo e gli sorrise, con una scintilla divertita negli occhi blu.
“Ti va di venire a festeggiare la vittoria? Credo di meritarmi finalmente un bel pezzo di torta ora che la tirannia è finita”.
Arthur sollevò gli occhi al cielo, divertito, mentre indossava la giacca di pelle.
“Offri tu ovviamente, Merlin!”.
Merlin sorrise raggiante, incamminandosi con lui verso l'uscita della palestra.

Forse, avrebbe dovuto aspettare ancora un po' prima di scrivere la parola 'fine'.

 

 

*Deus ex machina: Nell'uso corrente, l'espressione indica la comparsa improvvisa e inaspettata di qualcuno che interviene in modo risolutivo su questioni intricate e complesse. (tratto da Wikipedia)








Giudizio di Kei_Saiyu


Bella. Veramente molto bella e ben costruita. Divertente ma non demenziale.
Mi trovo a non aver parole per esprimere un giudizio, è semplicemente perfetta. L’IC, la trama sviluppata con maestria, lo stile fluido e piacevole, il velato shonen ai che tuttavia c’è, si sente ed è presente. Tutto è perfetto, anche la grammatica. Ho trovato un solo errore: un congiuntivo che anche reki ti ha fatto notare.
Che altro ti posso dire? Questa è la storia che ho letto con più facilità e che mi ha divertita molto.
Le tracce sono state rispettate perfettamente e la trama è stata abilmente tessuta sulla canzone, senza nemmeno una nota stonata.
Solo un piccolo avviso: io non sapevo cosa volesse dire "deus ex machina" e nonostante reki mi abbia detto che è entrato in uso comune, io non l’ho mai sentito. Ti consiglio in futuro di mettere una piccola nota quando inserisci parole o detti che non tutti possono conoscere.

Voto: 9.5


Giudizio di rekichan

'difatti erano stati così incredibili che, dopo cinque ripetizioni, la schiena di Merlin fosse stata messa ko'

Avrei voluto ucciderti per quel congiuntivo sbagliato, unico errore che ho riscontrato all’interno di questa storia, ma andiamo con ordine.
La storia è esilarante. Morgana che sfida Arthur ad allenare Merlin, senza peraltro che il parere di questo venga minimamentre considerato, può sembrare un pretesto banale per lo sviluppo della storia, ma rispecchia in maniera così perfetta il modo di fare dei personaggi che, nonostante la storia sia un’AU, non si fatica per nulla a riconoscerli.
Morgana è lei, bella, maligna come una serpe e capace di manipolare sia Arthur sia Merlin come burattini. Merlin, sfaticato, succube dei capricci dei due e nonostante questo pieno d’impegno quando si prefigge, volente o nolente, un obiettivo è perfetto, così come Arthur: tronfio e borioso, ma allo stesso tempo capace di apprezzare gli sforzi di Merlin e non così “asino” come viene definito.
Insomma, se non si fosse capito mi è piaciuta. Il contesto è divertente, originale e ben trattato, in linea con la canzone e attinente agli obblighi del contest. Lo shonen ai è velato, ma c’è e le battute maliziose di Morgana in merito agli “allenamenti” sono quelle che penso ogni slashfan avrebbe fatto.
Grammatica corretta, eccezion fatta per il verbo sopracitato e stile semplice, ma scorrevole e lineare.
Una bella storia capace di lasciare il sorriso sulle labbra e di piacevole lettura.

Voto: 9



Ringrazio le giudici del contest per tutti questi complimenti e il primo posto! XD che quel congiuntivo sia dannato, non so veramente come abbia fatto a finir lì!
Grazie anche tutti voi, che siete arrivati fin qui leggendo i miei deliri: critiche e eventuali commenti sono naturalmente ben accetti!
Un bacione!^^

Miss

 

  
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