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Autore: Katia R    09/06/2011    0 recensioni
DATA PUBBLICAZIONE: 6 giugno 2010.
E adesso sono qui. Sento la sirena dell’ambulanza sempre più vicina e poi sento la tua voce che spiega, in una pronuncia perfetta, cosa era successo. Sto morendo, ma poco importa. Lei è qui. È tutto ciò che ho sempre voluto. Forse Dio ha voluto farmi un ultimo regalo prima di morire.
Forse è la fine di tutto. O forse no...
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lucanna\\You found me TITOLO: "You found me".
AUTORE: 
Katia R.
DATA FINE:
6 giugno 2010
PERSONAGGI:
 Luca\Anna
Premessa: 
La storia è un pò triste, ma spero la leggiate ugualmente : ) non è proprio triste, triste, dai xD Ne ho fatte di peggio!
Successivamente posterò un'altra one-shot che ha lo stesso tema di questa, circa. Però la prossima è un pò più allegra! XD

You found me
I found God on the corner of First in Amistad


Saranno passati circa dodici anni e la mia vita non ha più trovato pace. Dodici anni da quando Anna è andata via, da quando ha deciso di voler cambiare vita. Dodici anni che non la vedo. Dodici anni passati con il rimpianto di non averle mai detto tutto ciò che provavo e che, a distanza di anni, con qualche capello bianco in più, provo ancora.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri. L’ho accompagnata in stazione anche se lei non voleva. Sapeva che avrebbe pianto. Cinque minuti prima che il treno partisse ci stringemmo in un lungo abbraccio, sussurrandoci quelle promesse che ci eravamo sempre fatti.
Per sempre.
Non sarai sola mai.
E dopo l’ultimo abbraccio la guardai salire sul treno e affacciarsi. Continuammo a guardarci, e quando il treno iniziò a muoversi, capii che quella era l’ultima volta che l’avrei rivista.
E a distanza di dodici anni, ho avuto la conferma.
Adesso non mi interessa cosa sta succedendo. Sente delle voci, qualcuno che dice “il battito è debole”. E tra tutte sento la tua voce che mi chiama come se fosse ieri.
Un dolore mi paralizza e non riesco a muovermi. E pensare che ero venuto solo a riprendermi la donna che amo.

12 ore prima.
Mai avrei potuto immaginare che Anna adesso si trovasse in America. Cosa ci faceva lì? Quando aveva finito la sua missione?
Le mie domande non troveranno mai una risposta. O per lo meno fino a quando non l’avrò raggiunta. Nella lettera c’è un indirizzo preciso “all’ angolo tra First e Amistad , tra poco atterrerò e andrò a riprenderla per riportarla a casa.
Ho aspettato per anni una sua chiamata, ma ne ricevevo una ogni tre mesi. Non avevo sue notizie per molto tempo, e vivevo nell’angoscia che le fosse successo qualcosa. Nessuno mi diceva niente. E lei non si preoccupava affatto di chiamarmi troppo presa dai suoi mille impegni lavorativi.
Ho passato i dodici anni più brutti della mia vita. Lei era partita e al Decimo dovevamo affrontare troppi problemi. Ho rischiato di rimanere paralizzato, e lei non sapeva niente. Era all’oscuro di tutto in qualche posto sperduto dell’ America. Quando non riuscivo più a muovere le gambe ho passato un periodo tremendo dove avevo anche pregato Dio di portami via da questo mondo che continuava a deludermi. E in tutto questo, lei non c’era. Il telefono non squillava e ci stavo ancora peggio. Ci eravamo fatti una promessa, ricordi!?
Per sempre.
Ma tu dov'eri? In quel momento in cui niente aveva più senso, nel momento in cui io avevo bisogno di te, avevo bisogno che mi dicessi che insieme ce l’ avremmo fatta . Perché non c'eri?


Where were you
when everything was falling apart?
All my days,
spent by the telephone.
that never rang.
All i needed was a call
that never came.
The corner of First and Amistad…

Ero solo. Avevo i miei amici ma mi sentivo tremendamente solo perché lei non era con me. Ho passato le notti a piangere in ospedale, lontano dagli occhi di tutti. Avrei voluto morire quel giorno, ma Dio non mi ha voluto.
Mi sono sempre chiesto se sarebbe venuta al mio funerale se fosse successo. Se avrebbe versato lacrime o non avrebbe fatto nulla. Volevo solo sapere se per lei significavo ancora qualcosa e ogni volta che mi chiamava credevo fosse così. Poi i lunghi mesi di attesa mi facevano nuovamente ricredere. Aveva ragione mio padre. Io sarei rimasto solo. Sempre. Il giorno in cui Anna è entrata nella mia vita non l’ avrei mai creduto. Dopo tutto quello che era successo, sapevo che non mi avrebbe mai abbandonato. Eppure mi sbagliavo.



In the end,
everyone ends up alone.
Losing her,
the only one who’s ever known
who i am, who im not, and who i wanna be.
no way to know
how long she will be next to me…


L’aereo fa un atterraggio perfetto. Sembra che tutto sia perfetto adesso che sto per riabbracciarti.
Prendo un taxi e mi faccio accompagnare all’indirizzo che mi hai dato. O così, almeno credevo. Quando sono arrivato lì non c’eri tu. Ho sentito solo un colpo e poi mi sono accasciato a terra.

E adesso sono qui. Sento la sirena dell’ambulanza sempre più vicina e poi sento la tua voce che spiega, in una pronuncia perfetta, cosa era successo. Sto morendo, ma poco importa. Lei è qui. È tutto ciò che ho sempre voluto. Forse Dio ha voluto farmi un ultimo regalo prima di morire.

Lost and insecure,
You found me, you found me.
lying on the floor,
surrounded, surrounded.
Why’d you have to wait?
Where were you? Where were you?
Just a little late,
you found me, you found me.

Di cosa è successo dopo non ricordo nulla. Ricordo solo che non sentivo più nulla, non sentivo la sua voce. Pensavo fosse arrivato il momento ed ero arrabbiato perché non ero riuscito a dirle quello che volevo dirle da sempre.
Dopo non so quanto ho risentito la sua voce. Piangeva, era disperata e sentivo le sue lacrime scivolare sulla mia mano che lei stringeva stretta tra le sue. E le sue parole le sentivo chiare.
Non mi lasciare, ti prego.
Perdonami.
Ho sbagliato per troppo tempo Luca, voglio rimediare.
E poi la cosa più importante che volevo sentirle dire da anni.
Luca, ti amo.
Ti prego non lasciarmi. Non punirmi in questo modo. Mi dispiace per il mio comportamento. Lo so, te lo avevo promesso e non ho mantenuto la promessa. Dio, ti prego non punirmi così.
E solo a quel punto ho sentito dei strani rumori: le macchine a cui ero legato avevano mandato un segnale. Cosa stava succedendo?


Sento la voce di Anna che urla il mio nome. Che mi urla di non lasciarla. Beh, forse se lo meriterebbe, ma non ce la faccio. Per quanto male mi abbia fatto in tutti questi anni per la sua assenza, io non riesco ad odiarla. Lei adesso è qui. Per me. E mi ha detto che mi ama e che vuole rimediare ai suoi errori. Voglio parlarle. Voglio vederla e guardarla negli occhi dopo dodici anni. Ti prego Dio, dammi un’ altra possibilità. Fosse anche l’ultima, ma ti giuro che stavolta sarò felice. Me la merito un po’ di felicità, non credi!?
Lentamente cerco di aprire gli occhi, vedo sfuocato e vedo delle luci. Non sono in paradiso, spero.
Poi vedo un uomo con il camice bianco che con una luce mi chiede di seguire i suoi movimenti. Lo faccio senza problemi. Poi lo guardo bene. No, sono sicuro che non è né un angelo e né nessun’ altra cosa divina.
Poi sento la tua voce, debole, rotta dal pianto. Mi giro lentamente e dopo dodici anni incontro nuovamente i tuoi occhi. Con uno slancio arrivi da me, mi accarezzi il volto e continui a piangere. Ho la mascherina dell’ ossigeno, ma cerco ugualmente di trovare la forza di dirti quello che ti ho sempre voluto dire.
Ti amo anche io.
E lascio che una lacrima scenda leggera per posarsi sul cuscino.


Why’d you have to wait,
To find me?
To find me?


   
 
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