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Autore: Miriam85    01/03/2006    8 recensioni
Non è assolutamente all'altezza delle mie altre fan fiction. Lo dico subito. E'... il mio modo di divertirmi, a dire il vero: ho scritto questa storia senza preoccupazioni, solo pensando a sorridere.
Spero che possa far sorridere anche voi. Non ha altre pretese.
Ovviamente, ZONAMI come sempre.
Completata ^^
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

“Questa dovevo ancora vederla!”
Zoro si sporse dal parapetto, osservando stupefatto la meravigliosa sfumatura sanguinea che germogliava tra le pacifiche onde del mare, riflesso di un grande, splendente sole in procinto di un crepuscolo. O di un’alba.
Impossibile stabilirlo, a dire il vero.
“E’ da tre ore che navighiamo, e da tre ore… sta lì!” Anche Chopper sembrava non credere ai loro occhi, rivolgendo uno sguardo ammirato alla grande sfera infuocata in perenne bilico sulla linea dell’orizzonte.
“Siamo entrati nella sfera di influenza della prossima isola.” spiegò brevemente Nami, senza distogliere l’attenzione dalla carta geografica acquistata poco tempo prima da un vecchio rigattiere; studiò nuovamente il suo log-pose, ed annuì soddisfatta.
“Ma… è possibile che qui il sole non tramonti? Non sorga?” Rufy dondolò leggermente, seduto a cavalcioni sulla balaustra, tenendosi il cappello di paglia.
“Tutto è possibile, nella Grand-Line.” Lei fece spallucce ed arrotolò la cartina. All’orizzonte già era possibile scorgere, grande e dalle montagne tinte di riflessi rosati, la rigogliosa isola di Hove, loro prossima tappa. “Ciò che conta è… il tesoro che si trova su quell’isola!”
Purtroppo, per un increscioso inconveniente anatomico, è assai difficile che le pupille possano assumere forme varie, come il simbolo del Berry. Nami era una dei pochi essere umani a riuscire nel portento, ed anche allora, al solo pensiero del ricco tesoro che l’attendeva, si impegnò nel difficile esercizio, facendo rabbrividire non poco gli sventurati compagni di viaggio.
“Un’isola! C’è un’isola!” Usop, vedetta sveglia ma non troppo, indicò gioioso la terra che loro avevano già scorto da un bel pezzo.
“Su Hove, terra per romantici instancabili, si trova uno dei più grandi parchi a tema di tutti i mari.” Nami lesse ad alta voce ciò che raccontava il retro della cartina, parole tracciate in un’elegante scrittura a mano, e nel proseguire sogghignò soddisfatta. “… Ma è nelle sue viscere che bisogna cercare, nelle grotte sotterranee: lì si trova un tesoro capace di far impallidire il Re dei Pirati!”
“Cos’è un parco a tema?” S’incuriosì Rufy, sordo alla seconda parte della lettura.
“E’ un parco costruito con un tema specifico.” Rispose Chopper.
“Ah. E che tema ha questo?”
“Non so; un tema.”
“A scuola odiavo fare temi.” Ritenne opportuno inserirsi Usop, appena disceso dalla sua postazione.
“Ma il tema poi si mangia?”
Nami scosse il capo, sorridendo. Una banda di matti, navigava con una banda di matti. E li adorava per questo.
“Oh, mon tresor!” Sanji piombò fuori dalla cucina, con una rosa rossa tra i denti e un violino tzigano – procurato chissà dove – tra le braccia, suonato con, a onor del vero, un’assoluta mancanza di maestria. “Mia divina, eccitante, meravigliosa, unica, splendida…”
Ah, già. Ci eravamo scordati di avvertire come una simile atmosfera avesse ridotto il povero cuoco; insomma, un dongiovanni immerso in un eterno tramonto? Avrebbe potuto benissimo richiedere l’incapacità d’intendere e di volere. E, in effetti, a giudicare dal piccolo show musical-saltellante che aveva messo in piedi, era proprio ciò che stava invocando.
“Oh, gioia dei miei occhi!” Come Nami, anche lui era capace di trasmutare la forma delle pupille; solo che le sue assumevano immancabilmente la forma di due cuoricini. “Per l’occasione, ho preparato un delizioso timballo di va-vous-veça innaffiato di un rosso della Barubaxia, e…” Inciampò ignobilmente in un piedino di Zoro, che casualmente lo spadaccino aveva sporto proprio nella sua traiettoria.
Si rialzò come un galletto costretto al combattimento; Zoro gli rivolse lo sguardo di un galletto pronto a farsi fuori lo sfidante. E la rissa esplose.
“Yu-huu, si mangia!” Gioì Rufy, ignorando la violenza e tuffandosi verso la cucina.
“Sono proprio curioso di assaggiare questi va-vex-qualcosa!” Usop si diresse in cucina leccandosi i baffi.
“Non oss… ate… consumare il… pasto della mia… NAMI!” Ma Sanji non poté reagire, impegnato com’era a parare un fendente di Zoro, e nel contempo a mordergli violentemente un braccio. “Per voi c’è la solita bordaglia!”
Nami cercò di escludere dalla sua mente tutto quel casotto, e tornò a concentrarsi sulla sua mappa. L’aveva pagata poco, sì… ma sarebbe valsa una fortuna!




Beh, eccoci qui. Che dire?
Comincia in modo semplice: una mappa, un'isola, un gruppo di pazzi.
Ovviamente, la cosa scadrà nella follia più totale...

  
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