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Autore: Zackneifan    12/06/2011    3 recensioni
Il crollo di un ennesimo progetto porta Scarlet a riflessioni che lei stessa avrebbe pensato impossibili. E se ogni suo scopo passato fosse stato privo di senso?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Scarlet
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: FFVII
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Dopo un lungo silenzio, suppongo fosse tempo di vedere se gli ingranaggi funzionano ancora oppure no. Non mi piace per niente come è uscita questa one shot, ma sono certo che il lettore di turno perdonerà disattenzioni e stonature varie (seh, certo). Inutile dirlo, il soggetto è stato più o meno obbligato. Buon compleanno-passato-da-mesi, Basch!
 
 
 
 
Out of the Ruins

 
Se l’era domandato spesso, in passato, osservando la città attraverso il vetro limpido del suo attico. Non che fosse mai stato un pensiero di importanza maggiore di altri, no. La sua mente era solita orientarsi verso problemi di eguale spessore, ma di carattere ben più pratico. La scelta di un abito adatto a ottenere un finanziamento, forse. Oppure, perché no,  una costruttiva riflessione su quel rapporto causa-effetto che si crea tra un ronzio nel cervello e delle dimissioni molto sentite. Ma occasionalmente quel pensiero tornava, la spingeva a riprendere in mano vecchi progetti, a sorridere mentre le sue dita esili tracciavano grafici e annotavano calcoli. In quanti modi muore l’essere umano? Quali sono i più efficaci? Quali lo spogliano maggiormente della propria dignità?
Immersa fino alla cintola nei resti carbonizzati della sua ultima creazione, Scarlet si concesse un sorriso tirato. Finalmente aveva trovato la risposta. Per quanto ci si sforzasse di controllarla, la morte era ancora indomata dalle capacità umane. Non aveva qualità, né onore, né senso. Ognuno moriva da solo, nella stessa identica maniera, e i dettagli che si era tanto sforzata di studiare erano soltanto polvere davanti al nulla assoluto.
La sua mente stanca andò alla Shinra, l’enorme strumento che aveva alimentato la sua personale scalata al potere. Una corporazione di migliaia di anime, ancora intente a giocare con la morte e ad illudersi di possederla.
Quante vite aveva visto soccombere sotto la sua potenza? Quanti innocenti erano stati schiacciati in nome di una causa nella quale nessuno credeva realmente?
Scarlet scoppiò a ridere, divertita dagli effetti della bassa pressione sanguigna alle tempie. In breve l’eco metallica della sua voce riempì l’aria circostante, riprodotta e moltiplicata dalle macerie del Proud Clod.
Si risistemò sulla fronte una ciocca macchiata di sangue, con uno sbuffo teatrale. Annotò mentalmente un futuro appuntamento con il parrucchiere, poi liberò con cura i lembi del vestito rimasti intrappolati nei rostri di ferro. Fu allora, mentre si issava sulla gamba non fratturata, che udì nuovamente il sussurro che l’aveva cullata per ore durante lo svenimento.
“Scarlet… Aiuto…”
Annoiata, si voltò verso la fonte della buffa richiesta. Ciò che vide oltre il parabrezza, al di là delle ragnatele di crepe, fu abbastanza da risvegliare la risata appena sopita. Il volto di Heidegger, almeno la porzione di esso chiaramente visibile, era di una tonalità fra il porpora più scuro e il giallo. A coprire quella comica combinazione di lividi e ferite, un’unica massa di peli impastati di sangue circondava la testa come il manto di una grottesca pecora.
Scarlet si chinò sul compagno, emanando premuroso interesse.
“Niente mi allieterebbe di più, Heidegger, credimi. Il mio cuore si riempie di gioia nell’aiutare chi mette la propria incompetenza tra me e la mia salute personale.” Assaporò per un attimo la paura nei suoi piccoli occhi porcini, mista a quell’irrazionale speranza che solo un uomo nella sua posizione poteva avere.
“Purtroppo…” aggiunse ritirando la mano “… La tua prematura dipartita mi darebbe un vantaggio consistente sul resto della dirigenza. Sono certa che puoi capirmi, che non condannerai la mia scelta di non abbandonare un’occasione così importante.”
Colpì con un tacco la peluria informe, raccolse un tubo d’acciaio e si diresse verso le luci della città. Sarebbe stato un viaggio notevole, ma Scarlet non era turbata; aveva molti argomenti su cui riflettere. Il modo più efficace per uccidere il Soldier malfunzionante, ad esempio.  
  
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