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Autore: 1rebeccam    12/06/2011    3 recensioni
Una leggenda, due splendidi smeraldi e due ragazzini in pericolo...
Ben e semir stavolta si troveranno in mare di guai...
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Semir & Ben: Due mattacchioni amici per la pelle!'
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Ciao, sono tornata con una nuova storia storia su Ben & Semir, due mattachhioni amici per la pelle.
Anche in questo episodio c'è la presenza di Rebecca, moglie di Ben.Stavolta si troveranno in un mare di guai, ma non mancheranno le battute e il romanticismo.
Fatemi sapere.


“…Io non ho nessuna intenzione di restare qui dentro per il resto della vita!”
“Petar! Ma non ti accorgi di quanto sei stupido? Quando compiremo 18 anni ci butteranno comunque fuori di qui!”
Petar e Greta Krauss, 16 anni. Orfani da quando ne avevano 8, sono ospiti dell’stituto San Sebastian…
“Appunto, e quando dovremo andarcene non avremo niente, saremo in mezzo alla strada!” rincara la dose di rabbia verso la sorella.
“Non è vero! Qui stiamo imparando un mestiere e quando dovremo andare via Dancan e Padre Klaus faranno in modo di trovarci un lavoro!”
“Certo come no…io farò il meccanico e tu laverai i piatti in qualche bettola per il resto della vita…pensa che spasso!”
“…Invece se scappiamo adesso, diventeremo manager di successo! Perché non la smetti di dire idiozie…Siamo orfani, siamo poveri, non abbiamo niente e l’unica cosa che possiamo fare è finire la scuola e imparare qualcosa per il nostro futuro!” Greta comincia ad esasperarsi alle sparate del fratello.
“Al tuo futuro ci penso io sorellina, abbi fiducia in me…”
“Io non mi fido della gente che frequenti da un po’, quelli vogliono servirsi di te…e sanno che tu glielo permetterai perché sei uno stupido e hai la testa bacata…io non verrò via con te!”

… “Ben e la sua band sono veramente fantastici, è stata una serata memorabile, abbiamo raccolto pressappoco cinque mila euro. Non riesco ancora a crederci, i bambini dell’istituto avranno finalmente le stanzette nuove ed era ora, stavano cadendo a pezzi!”
Così aveva esordito padre Klaus parlando con Rebecca dentro al Tower Rock, il locale in cui si era esibita la band di Ben per la serata di beneficenza organizzata proprio per la raccolta di soldi per i piccoli ospiti dell’orfanatrofio diretto dal prete.
“Si sono bravi…e la gente che è venuta a sentirli li adora, è bastato mettere l’invito al concerto sul loro sito in internet e dire che era per una buona causa, che sono venuti tutti. Sono contenta che sia andata bene.” Rebecca risponde orgogliosa di suo marito.
“Sai Rebecca, quando siete venuti a dirmi che volevate sposarvi, per un momento ho pensato che stavi facendo un grosso errore, soprattutto per la fretta che avete dimostrato, invece sono passati quasi due anni e ho dovuto ricredermi, è davvero un bravo ragazzo e poi ti ama tanto. Farebbe qualunque cosa per te.”
“Lo so padre Klaus, sono una donna fortunata…anche lui, però!”

All’uscita del locale Semir si congratula con il suo collega.
“Ben devo ammetterlo siete veramente bravi, ogni volta che vi sento mi stupisco di come cantate bene … mi sono divertito un sacco”.
“Grazie socio, che dite andiamo a fare un giro da qualche parte?”
“Ma se è già mezzanotte, noi abbiamo una figlia a casa che sta dormendo con la babysitter”.
Andrea sospira contro il marito accarezzandogli la nuca:
“E allora lasciamole dormire. Ben ha ragione facciamo un giro, una passeggiata romantica sotto le stelle e poi chissà! Potremmo continuare a divertirci!”  
“Visto collega, dovresti portare tua moglie fuori più spesso, diventa romantica, mooolto romantica!” e gli strizza l’occhio.
“Ma tu non sei mai stanco?”
“Stai invecchiando socio e mi dispiace soprattutto per tua moglie, lei è sempre così piena di energie!”
Ridono tutti … tranne Semir che fa una smorfia con le labbra e sta per dire qualcosa, ma Rebecca lo blocca.
“Allora dove si và!?”
“Mi piacerebbe andare in spiaggia, c’è una serata splendida e per essere pieno inverno non fa neanche freddo...e poi abbiamo le coperte!” risponde l’amica continuando a massaggiare la nuca del suo stallone turco.
Salgono in macchina, si dirigono verso la costa e si fermano proprio nei pressi di una piccola spiaggetta…
“E’ bellissimo qui, dai Semir facciamo quattro passi. A voi non dispiace se ci allontaniamo per un po’!”
Ben fa una smorfia e le strizza l’occhio.
“No, no fate pure, anzi prendetevela comoda!”
“Amore mio che intenzioni hai!?” le chiede Semir mentre si avviano abbracciati.
“Stasera mi sento una ragazzina, è stata una bella serata e voglio chiuderla in maniera fantastica!”
lo bacia appassionatamente…
“Lo sai che non siamo più dei ragazzini e che tu dovresti stare a riposo visto che aspettiamo un altro figlio!”
“Proprio per questo tu non mi dovresti mai contraddire, non fa bene né a me, né al piccolino!”
“Beh, se la metti in questi termini, allora!”
Si guardano intorno sorridendo … la spiaggia è deserta … Fantastico!!!
Ben e Rebecca, si sono diretti dalla parte opposta e dopo aver passeggiato abbracciati e in silenzio per qualche minuto lei dice:
“E’ stato un successo, padre Klaus era felice come un bambino che riceve i regali a Natale! E’ entusiasta di te!”
“Mi fa piacere, io non sono un grande fan dei preti, ma padre Klaus è un brav’ uomo, si adopera per quei bambini con tutto sé stesso, e poi…”
Rebecca si ferma di colpo, si gira verso di lui.
“Dobbiamo ancora parlare a lungo di padre Klaus!?”
“No,  non necessariamente. Hai cominciato tu … e poi che avresti in mente!?”
Si baciano e si abbracciano. Controllano intorno anche loro, sono soli e quando si accorgono di una grande barca capovolta vicino si guardano e sorridono …
“Beh, sembra una bella barca a due piazze, che ne dici di affittarla per un po’!?”
“E se arrivasse il padrone!?”
“… Scappiamo … come due ragazzini colti sul fatto!” Ben fa la faccia da bambino monello e ride di cuore …
“Tu sei matto, completamente matto … e io ti amo anche per questo!”

I ragazzi dell'istituto sono sotto la tutela di padre Klaus e di altri ragazzi, che una volta divenuti maggiorenni hanno continuato ad aiutare il prete nell'educazione dei giovani ospiti. Uno di questi è Duncan, il più grande e assennato, che in questo momento è molto preoccupato per Patar. E’ tardissimo e non è ancora rietrato.
“Greta dov’è tuo fratello?”
“E’ uscito a fare 4 passi, te l’aveva detto!”
 “Si me lo aveva detto quattro ore fa, ha detto che sarebbe stato via solo mezz’ora e invece è già l’una passata. Comincio a stare in pensiero e se Padre Klaus dovesse accorgersene saremmo nei guai tutti e tre. Fa una cosa Greta dà un’occhiata ai piccoli, io vado a cercare quel testone di Petar!”
“Aspetta, hai sentito Dancan? E’ la porta, dev’essere lui!”
“Si può sapere dove sei stato? Mi hai fatto stare in pensiero! Petar per favore pensa a tua sorella e anche al centro, se ti metti nei guai ci andranno di mezzo tutti i ragazzi che abitano qui!”
“Abitare in un posto significa avere una casa e tu questa la definisci casa?!” Petar era semre più arrabbiato.
“Si io la chiamo casa. Sei trattato bene, sei al caldo, hai cibo in quantità e sei anche amato. Ma è una cosa che tu non riesci a vedere, almeno da un po’ di tempo. Si, Petar io continuo a chiamarla casa!”
Petar si chiude nella sua stanza e non risponde più. Per lui la discussione è chiusa!
“Non prendertela Dancan, non ce l’ha con te è solo che sta passando un brutto periodo, abbi un po’ di pazienza!”
“Io sono solo preoccupato, chi frequenta? Tu lo sai non è vero, Greta voglio solo proteggervi!”

Rebecca si è addormentata stretta a Ben, mentre lui invece è sveglio e la guarda.
Gli succedeva spesso da quella volta in cui, dopo il rapimento l’aveva creduta morta, si svegliava alle prime luci dell’alba e rimaneva lì fermo a guardarla come per controllare che lei ci fosse e che non sparisse all’improvviso…
“Buon giorno” gli dice senza neanche alzare lo sguardo, come se sentisse i suoi occhi su di sé. Si era abituata a trovarlo già sveglio quando anche lei apriva gli occhi.
Senza dire niente la bacia sulla fronte, lei lo guarda.
“Sembra quasi giorno, si vede la luce da sotto la barca, chissà Andrea e Semir che fine hanno fatto!”
Ben continua a guardarla senza parlare, le dà un altro bacio sulla fronte, più lieve e più dolce di prima. Poi improvvisamente sorridendo e con una strana luce negli occhi le sussurra all’orecchio:
“...E se avessimo appena concepito un bambino!?”
Lei si solleva e lo guarda strano: “Come scusa!?”
“Se avessimo appena concepito un bambino…si insomma potrebbe anche essere!”
“Beh, certo che potrebbe, dopo quello che abbiamo fatto! Ma come mai ci pensi adesso, così all’improvviso!? Insomma non ne abbiamo mai parlato veramente, cioè non lo abbiamo mai progettato!”
“I bambini non si progettano Raggio di sole, i bambini arrivano e basta. Due persone si amano alla follia e dopo qualche mese arrivano. Succede così o no?! Magari è successo davvero poco fa!”
Rebecca si rannicchia teneramente addosso a lui.
“Magari hai ragione … e … saresti contento?”
“Felice…e tu!?”
“Felice!…” risponde lei quasi sussurrando per l’emozione.
Qualcuno bussa sulla barca, Ben fa capolino da sotto e sorride.
“Semir…ci stavamo chiedendo dove foste finiti!”
“Ahh, dove siamo finiti noi? E voi allora…hotel a 5 stelle…bravi!”
“Dacci due secondi socio e veniamo fuori!”
In macchina stanno tutti e quattro in silenzio, come se stessero ancora assaporando la magia della notte trascorsa.

“Petar apri la porta, avanti fammi entrare. Petar lo so che sei sveglio, apri. Sei stato veramente odioso con Dancan ieri sera, lui ci vuole bene e si preoccupa per noi.”
Petar apre la porta e si rimette a letto, Greta entra e si siede accanto a lui…
“Insomma si può sapere che ti passa per la testa!? Abbiamo solo 16 anni e siamo fortunati ad avere avuto una famiglia, si perché tutti quelli che stanno qui dentro sono la nostra famiglia, pare che tu te lo sia dimenticato!”
“Io non l’ho dimenticato, io voglio bene ad ognuno di loro e anche a Dancan, però è vero che siamo dei morti di fame e tra un paio d’anni quando saremo fuori di qui le cose non saranno diverse, a meno che io non faccia qualcosa ora per il futuro!”
“E questo qualcosa cosa sarebbe?! Andare in giro con quei bacchettoni in giacca e cravatta? Quelli secondo me sono pericolosi, perché se fossero brave persone e con buone intenzioni non vorrebbero incontrarti di nascosto e lo sai anche tu, per questo hai mentito a Dancan ieri sera!”

Semir e Andrea stanno facendo colazione, Aida dorme ancora, quel momento è ancora tutto per loro. Si lanciano sguardi languidi e sorrisetti maliziosi…poi Semir le si avvicina e la bacia.
“Si è fatto tardi, devo proprio andare. Amore mio è stata una notte splendida, ti amo...” tocca la pancia di Andrea non ancora visibile… “Vi amo…!”
Mentre Rebecca beve il suo caffè, Ben la fissa da dietro la tazza, poi lei si alza per prendere la boccia con i biscotti e lui continua a seguirla con lo sguardo e a fissarla…
“Ok, Ben smettila, non capirai se sono incinta fissandomi in continuazione e sicuramente non oggi, non adesso. Sarebbe un pochino troppo presto, non credi?”
“Non ti stavo fissando…cioè…forse si. Vuoi dire che non si può sapere subito?”
“Credo di no, ci vorrà un po’ di tempo per capire se è successo davvero e poi cos’è questa fretta. Se non dovesse essere successo stanotte possiamo sempre riprovarci, visto che ormai abbiamo deciso che sarebbe fantastico.”
“Hai ragione … e poi riprovarci … e riprovarci … e riprovarci … sarà sempre divertente … sfodera uno dei suoi sorrisi … scusa è che mi sento così eccitato all’idea. E’ vero prima non mi era mai passato per la mente, ma stanotte è successo qualcosa di speciale, ne sono sicuro e non riesco a pensare ad altro!”
“Ascolta tesoro, ci vorrà qualche giorno per poter fare le analisi, quindi mettiti il cuore in pace e preparati che fra poco arriva Semir!”
“D’accordo, hai la mia parola che non ti fisserò più e non tornerò più sull’argomento, almeno per qualche giorno!”
Rebecca sorride e si mette a lavare le tazze della colazione mentre Semir suona il clacson.
“E’ già arrivato, oggi sarà pieno di energie. Ti chiamo più tardi Raggio di sole…Ti amo!”


Rost e Georg, dentro un magazzino stanno discutendo del loro piano, un piano che include anche Petar.
“…Allora Rost, sei sicuro di quel ragazzino!?”
“Me lo sto lavorando come si deve, è un debole, per soldi farebbe qualunque cosa. Gli farò fare dei lavoretti sicuri, così quando sarà il momento ci tornerà utile, tranquillo Georg!”
“Sarà meglio…non voglio guai!”

“Petar dove stai andando? Sono solo le 8.00!” lo ammonisce Greta, vedendo che sta scavalcando ancora una volta dalla finestra per scappare via.
“Continua a dormire e sta zitta, torno fra un’ora!”
“Non ci penso nemmeno, cos’hai in quel pacchetto?!”
“Possibile che non riesci a farti gli affari tuoi? Qui dentro c’è il nostro futuro!”
“Ancora con questa storia?! Io voglio solo che tu stia fuori dai guai. Dimmi che cosa c’è in quel pacchetto!”
“Non lo so cosa c’è e non lo devo sapere, devo solo consegnarlo e basta…”
“Consegnarlo a chi e perché?”
Ma Petar era già sgattaiolato via. Greta si rannicchia sotto le coperte e comincia a piangere, sa che il fratello finirà nei guai, ma non vuole tradirlo. Si sente impotente, dirlo a Dancan oppure no?”


Petar arriva al magazzino.
“Ecco signor Rost, ho consegnato il pacco come ha detto lei, questo è quello che mi hanno dato in cambio!” e gli porge una busta molto pesante.
Rost la apre guarda dentro e sorride compiaciuto.
“Bravo Petar, hai fatto davvero un buon lavoro, tieni, questo è per te!” gli porge un rotolo di banconote da 100 euro…
“Ma questo è più di quanto mi doveva signor Rost!”
“Beh, te lo sei meritato .Ora torna al centro e acqua in bocca. Oggi pomeriggio alle sei al solito posto, ti darò dell’altro lavoro da fare, ci sarà molto di più per te!”
“Grazie signor Rost, ci sarò può contarci!”

Ben e Semir stanno cominciando il loro solito giro.
“Devo proprio ringraziarti Ben”.
“Per cosa!?”
“Per non avermi permesso di andare a casa ieri sera…è stata una notte…waoooh! Andrea sembrava una ragazzina che stava infrangendo le regole…è stata fantastica! Sai, forse è vero che sto invecchiando, a volte mi dimentico quanto è bello fare qualcosa fuori dalla routine, o forse sono solo le responsabilità che aumentano, sai quando ci sono i figli cambia tutto!”
“Non farmi spaventare Semir, io non ho ancora figli, ma prima o poi mi piacerebbe diventare papà!”
“Nnnoooo!!! Ma se ancora puzzi di latte, sei un bambinone, come potresti fare il papà!?”
“Spiritoso! Forse non sarei perfetto, ma cercherei di fare del mio meglio, ho una buona esperienza come figlio incompreso alle spalle!”
“Dai non prendertela, stavo scherzando, nessuno è pronto a diventare genitore, non lo ero nemmeno io quando doveva nascere Aida, poi ti rimbocchi le maniche e vai avanti giorno dopo giorno!”

Dopo qualche giorno Rost convoca Petar.
“Allora, ti sei dimostrato bravo e fidato, perciò ho deciso che puoi prendere parte al colpo grosso, lo faremo oggi pomeriggio.”
Gli porge qualcosa.
“Signor Rost questa… è una pistola!”
“Certo che è una pistola! Cosa credevi che ti avrei dato una tavoletta di cioccolata?”
“…Ma..ma di che lavoro si tratta stavolta!?”
“Dobbiamo prendere qualcosa a qualcuno che potrebbe non essere d’accordo, per questo ci servono le armi. Comunque non preoccuparti, non ammazzeremo nessuno, le useremo solo per fare un po’ di paura e nient’altro! Avanti ragazzi muoviamoci, il carico non aspetta. Passerà al km. 25 della A 52 tra un’ora.”
Salgono su un pulmino scuro, sono in 5 compreso Petar, che non conosce nessun altro dei presenti eccetto Rost.
Arrivati nei pressi del km. 25 il pulmino avvicina un furgone porta valori, gli si affianca e con una sterzata lo fa uscire fuori strada, gli uomini escono in fretta, immobilizzano i due agenti sul furgone e si fanno aprire il retro. Una delle due guardie riesce a premere il pulsante dell’allarme e Rost gli spara tenendo sotto tiro l’altro agente.
Tutto questo avviene in pochi secondi sotto gli occhi atterriti di Petar che non immaginava neanche lontanamente quello che sarebbe successo quel pomeriggio…


“Comando a Cobra 11, è scattato l’allarme di un furgone porta valori al km. 25 della A 52, dovreste essere in zona…vi mando rinforzi!” La voce di Susanne giunge dalla radio forte e chiara e Ben risponde immediatamente alla chiamata.
“D’accordo Susanne ci stiamo andando.”


“Avanti ragazzino vieni qui a darmi una mano, prendi questa e tienili sotto tiro, io vado dietro!”
Petar prende la pistola di Rost e fa come gli ha detto, mentre lui va dietro e aiuta i ragazzi a mettere una cassa sul pulmino, poi risalgono tutti. Rost prende la pistola dalle mani di Petar la getta vicino al furgone e sgomma via.
Semir e Ben arrivano proprio quando i rapinatori ripartono a tutto gas...
“Cobra 11 a comando, siamo all’inseguimento di un pulmino blu scuro targato KB357, sono appena scappati dal luogo della rapina, i colleghi si stanno occupando delle due guardie, una di loro è ferita.”
Il pulmino continua a correre sull’autostrada, schivando le auto che si trova davanti, quando Rost si rende conto che sono inseguiti dalla polizia comincia una corsa pericolosissima, para alle gomme di un’auto che si trova dietro di loro e la fa cappottare per poter rallentare la corsa della polizia.
“Opporca! Questo ci fa ammazzare!” Semir riesce a sterzare in tempo.
Ben esce fuori dal finestrino e comincia a sparare, colpisce la ruota del pulmino, ma dopo aver cappottato un paio di volte Rost riesce a rimettersi di nuovo in carreggiata e nonostante la ruota sfracellata continua la sua folle corsa.
Gli uomini di Rost sparano all’impazzata facendo sbandare tutti gli autoveicoli che hanno dietro, uno di loro fa un testacoda provocando un tamponamento a catena. Semir è costretto a fermarsi e il pulmino prende il volo!
“Accidenti, maledizione, ci sono scappati!”
“Cobra 11 a comando. Susanne sono scappati, manda delle ambulanze, ci sono feriti!”
Rost si ferma in un sottopassaggio fa scendere tutti, mette la cassa su un’auto e dà fuoco al pulmino, poi sale su una seconda auto e si dirigono tutti verso il magazzino.
Al loro arrivo Georg è sulla porta nervosissimo.
“Si può sapere perché avete fatto così tardi? Che è successo? Il nostro cliente ha già chiamato due volte!”
“Una delle guardie ha suonato l’allarme e siamo stati costretti a scappare di corsa, però il carico ce l’abbiamo!”
“Maledizione e se vi avessero seguito?”
“Cosa credi che sia stupido?”
Gli altri ragazzi intanto stanno scaricando la cassa, Petar è terrorizzato e non riusciva a smettere di tremare.
“Io…io voglio andare via…voglio tirarmene fuori…lei mi ha mentito…doveva essere un lavoretto semplice come gli altri…invece…”
“Dove vorresti andare tu? Ci sei dentro fino al collo, perciò non vai da nessuna parte!”
“Io non voglio saperne niente, davvero…io non dirò niente…voglio solo tornare a casa!”
“A casa? Ahahah…dove dentro quel tugurio? Quella la chiami casa?! Non volevi essere un uomo indipendente, beh ora ne hai la possibilità e se non vuoi prendere al balzo quest’occasione, sappi che finirai in prigione.
Le impronte sulla pistola che ha sparato alla guardia sono le tue…hai presente!?” e gli mostra le mani.
In quel momento Petar si rende conto che Rost porta i guanti, lo ha incastrato.
Pensa a Greta, alle sue parole sul fatto che non doveva fidarsi di quei bacchettoni in giacca e cravatta, non sapeva che fare, tutto questo mette nei guai non solo lui ma anche sua sorella e l’intero centro!

Al comando nell’ufficio del commissario Kruger…
“Su quel furgone c’erano cinquecentomila euro in contanti e duemilioni in pietre preziose che non sono stati toccati. La guardia è morta poco fa e hanno portato via solo una cassa che conteneva dei reperti archeologici!”
“Cioè hanno ammazzato un uomo solo per delle anticaglie!?”
Il commissario Kruger fa un gesto di disappunto.
“Anticaglie che valgono milioni di euro, ispettore Gerkan!”
Bussano alla porta.
“Buon giorno commissario, so che mi stava aspettando!”
“Buon giorno a lei, grazie di essersi preso il disturbo di venire qui di persona. Vi presento il console siriano Kaled Atmas.
Questi sono gli ispettori Gerkan e Jeger.”
“Mi dispiace conoscervi in un momento così triste per me! I reperti rubati fanno parte della dote di una principessa siriana vissuta nel IV secolo, la sua tomba è stata ritrovata qualche anno fa. I gioielli sono patrimonio nazionale, i più importanti sono due meravigliosi smeraldi che erano posizionati sugli occhi della principessa all’interno del sarcofago, si dice che i suoi occhi fossero dello stesso colore e splendore. Nella tomba c’era solo un’ iscrizione, Qui giace nel sonno eterno colei che è stata la principessa senza nome, hanno un valore inestimabile!”
il commissario Kruger prende la parola per spiegare la situazione.
“Quei reperti sono stati prestati dalla Siria al museo di Berlino, noi dobbiamo trovarli prima che accada un incidente internazionale, visto l’intera partita di gioielli deve tornare in Siria la settimana prossima!”
“So che farete del vostro meglio, io da parte mia cercherò di calmare le acque con il mio governo più che posso! Arrivederci e grazie per il vostro lavoro.” Il console si congeda da loro, mentre la Kruger continua.
“Abbiamo trovato la pistola che ha ucciso la guardia, stiamo analizzando le impronte. E’ l’unica traccia che abbiamo al momento! Ora andate, vi aspetto qui domattina alle 8.00!”
Escono dall’ufficio e Ben mette una mano sulla spalla del collega.
“Perché era così arrabbiata?”
“E io che ne so, non lo sai che è strana? Visto che ci ha lasciati andare svigniamocela prima che cambi idea e ci metta alla ricerca di quella roba stasera stessa. Perché tu e Rebecca non venite a cena da noi stasera? Ci facciamo una bella grigliata e un paio di birre!”

Continua...



  
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