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Autore: zero2757    13/06/2011    1 recensioni
Il sangue scendeva copioso dal labbro inferiore, la vista offuscata. E ancora una volta, Locke, s'interrogò su cosa voleva veramente, facendo riaffiorare i ricordi di mesi addietro.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio , Edgar Roni Figaro, Locke Cole, Terra Branford
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, mi presento sono Micheila Hideki, mi sono appassionata di recente a questo videogame e volevo rendere per scritto ciò che io vedo.
Forse, dato le varie Romance sono fra Locke e Celes, questa fiction non sarà gradita ma è quel che vedo. Spero vi piaccia! :P
Micheila

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Hungry Eye - Near Nashe


-Only Chapter-









E un'altro soldato cadde a terra inerte. Vicino a Nashe regnava l'inferno, le varie macchine avevano preso fuoco dando alla cittadina un colore sinistro.
Non credevano che fosse possibile arrivare a tanto, uccidere per raggiungere una dannata porta che dava su un'altro mondo. Altri soldati sopraggiunsero e lo spazio dietro Locke si faceva sempre più esiguo. I gunati; la bandana, donatagli da Rachel, i pantaloni e il gilet erano strappati e sporchi.
I sorrisi sardonici dei soldati erano come una pioggia di carboni ardenti per lui, tutti i suoi sforzi erano dunque vani?
Chiuse gli occhi, la confusione reganava nella sua mente, dove più e più volti si incastonavano e si dividevano fra loro.
Stava divenendo matto, erano più di cinque mesi che s'interrogava sui suoi sentimenti e ancora la risposta non sovveniva. Un soldato lo colpì alla nuca, un'altro gli diede un calcio sullo stomaco facendogli sputare quel che rimaneva della sua saliva. Il sangue scendeva copioso dal labbro inferiore, la vista offuscata. E ancora una volta, Locke, s'interrogò su cosa voleva veramente, facendo riaffiorare i ricordi di mesi addietro.



«Locke, cosa andiamo a rubare oggi?» gli chiese Rachel, i capelli color del grano, con la sua aria ingenua e gli occhi gentili lo fissavano con ammirazione. Lui sorrise sardonico, era il loro modo di fare. «Ci dovrebbe essere un tesoro nelle vicinanze, andiamo!» e le porse la mano, sorridendole in modo speciale. La ragazza fece qualche passo in direzione del ponte dove il ragazzo si trovava, la mano tesa come se fosse stata la sua salvezza.
Ma il momento magico fu distrutto, una scossa proveniente dalle viscere della terra prese piede e Rachel cadde di sotto al posto di lui, troppo importante per essere sprecato.



«Sei... Sei sempre stata così bella?» chiese Locke a Celes, la ragazza vestita da sposa attendeva di entrare in scena.
I lunghi capelli biondi, la struttura esile, e gli occhi verdi. Sì, doveva ammetterlo, Celes era davvero bella.
La ragazza sorrise timidamente, e le guance le s'imporporarono di un delizioso rosso; a Locke venne l'impulso di stringerla forte come spesso accadeva con Rechel. E quando lei sarebbe stata fra le sue braccia di odorarle e di baciarle i capelli.
«Ti sta davvero bene il vestito» Locke ruppe il silenzio ancora rosso in volto. «Grazie...» rispose lei timida come non l'aveva mai vista. «Locke, cosa provi in realtà?» chiese Celes, le gote ancora più rosse e gli occhi lucidi. A tale domanda però, Locke, divenne meno imbarazzato e lo guardo divenì triste. «Non permetterò più che, alle donne di cui sono innamorato facciano del male!» rispose stringendo i pugni. Celes si rattristò, le labbra rese rosee dal rossetto, pronunciarono solo una frase: «Così io sarei la sua sostituta?»



«Locke, ho salvato una ragazza che aveva con sé la corona della schiavitù. Sono riuscito a farla scappare per la miniera ma non so' quanto resisterà. Ti prego di raggiungerla!» furono le ultime parole del guardiano prima di fiondarsi alla porta per non far entrare i soldati.
«Locke, corri!» urlò, così lui corse e fece tutta la strada fino ad arrivare alla miniera.
Fu lì che la trovò, priva di sensi i capelli verdi sparpagliati per il terreno, il volto turbato e segnato dalle lacrime. I vesriti orientaleggianti, in pericolo di vita.
Così, Locke, la difese e aspettò che si riprendesse e non appena lo fece, per la prima volta, vide gli occhi azzurri più belli che avesse mai visto, che incastonati in quella creatura paradisiaca la rendevano la più bella donna mai vista prima.
«Chi...Chi sei?» chiese quella dèa, Locke rimase imbambolato per un pò ma poi si riscosse e si presentò; donandole uno dei suoi sorrisi più sicuri.
«Io sono Locke. Sta tranquilla, ti proteggo io»




Ancora una volta si maledisse per il fatto stesso che non riusciva a far chiarezza nel suo cuore. I soldati continuavano a picchiarlo e infamarlo fin quando uno di essi cadde a terra con la testa mozza bagnandolo di sangue che velocemente si stava rattrappendo a causa del troppo calore. Così, come il primo, caddero gli altri.
«Locke!» urlò una ragazza, che lui conosceva fin troppo bene, Terra.
«Locke, sei ferito! Aspetta...» Terra congiunse le mani e lo curò, facendogli dono di tutte le sue energie. «Perché sei venuta in mio soccorso, Terra? Ti avevo detto che dovevi rimanere con Edgar!» l'aggredì lui, ma Terra continuava a fissarlo negli occhi, inespressiva. «Volevi che fosse qualcun altra a salvarti?» chiese lei, a Locke tremarono le gambe non sapeva nemmeno lui cosa voleva realmente.
Non ricevendo risposta Terra strinse i pugni, per molto tempo s'era chiesta cosa fossereo i sentimenti e cosa significasse amare e adesso che ne comprendeva l'effettiva natura veniva rifiutata, gettata come era successo mesi fa quando aveva rischiato la vita per L'Impero. Si girò pronta a dirigersi verso la battaglia e dove, non molto tempo prima, Edgar gli aveva confessato ciò che realmente provava per lei. Voleva dimenticare, e forse concedendosi alla furia scatenata dalla guerra non avrebbe pensato.
«Bene -disse Terra per poi continuare imperterrita- la prossima volta ti lascerò in balia dei soldati» e così dicendo s'incamminò dove il fuoco e il fumo offuscavano la vista.
Ma prima che Terra si cimentasse in quel turbine di distruzione, Locke, riuscì a fermarla ed abbrracciarla; fu allora che incominciò a piovere saturando l'aria e bloccandoli in quel momento.
«Ti amo» le sussurrò all'orecchio Locke per nascondersi poi nella sua spalla. Terra era immobile ma i suoi occhi e la sua postura divennero più fluidi quando sfiorò le mani di Locke.
«Anch'io» rispose.
E rimasero lì fin quando il momento non lo ritenne necessario, pronto a scandire le sorti di ognuno di loro.





FINE

   
 
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