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Autore: Alchimista    14/06/2011    4 recensioni
Il rumore di una bottiglia di vetro che cadeva per terra non interessò la sua mente offuscata, né distrasse l’azione sbandata della mano che andò a cercare una nuova bottiglia per portarla con difficoltà alla bocca e bere avidamente, come se non lo facesse da mesi, mentre rivoli di birra scorrevano attraverso la barba incolta e bagnavano la camicia vecchia di giorni.
Tristi considerazioni post prima serie (quindi SPOILER più o meno evidenti di quello che accade nel finale)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 ͛ Broken

 

 

Il rumore di una bottiglia di vetro che cadeva per terra non interessò la sua mente offuscata, né distrasse l’azione sbandata della mano che andò a cercare una nuova bottiglia per portarla con difficoltà alla bocca e bere avidamente, come se non lo facesse da mesi, mentre rivoli di birra scorrevano attraverso la barba incolta e bagnavano la camicia vecchia di giorni.

L’ultima volta che si era trovato in una situazione del genere beveva per dimenticare il dolore della perdita di Rachel e Grace e accanto a lui c’era suo fratello. Per mesi Matt si era presentato davanti alla porta di quel buco che aveva preso al Motel più vicino alla sua vecchia casa ed aveva soffocato con lui rabbia e dolore, offrendogli il suo sostegno e il suo sorriso, diventando – notte dopo notte – l’unica ancora che poteva tenerlo a galla in quel mare oscuro.

Ed ora? Ora dov’era Matt? Era andato via. Lui era stato solo il primo.

Danny stappò l’ennesima birra senza sapere più con quali forze, la testa che girava tremendamente e lo stomaco che presto si sarebbe ribellato a tutto quell’alcol.

Matt era stato solo il primo, il primo di una lunga serie e tutti – ognuno a modo proprio – avevano contribuito a far colare a picco la sua vita.

La cosa più buffa, alla fine, era stata la sua immensa, sproporzionata fiducia nella vita e nelle sue imprevedibili vicissitudini: aveva sperato davvero che si fosse messo tutto a girare per il verso giusto, che la sua vita frammentata e distrutta avesse avuto finalmente l’opportunità di raccogliere tutti i pezzetti e rimetterli insieme con un forte collante.

Un collante che non esiste.

Rotto. Era irrimediabilmente rotto e tutto il collante utilizzato era evaporato come acqua al sole, si era sciolto senza più lasciare traccia.

Si era sciolta la five-O, dissolta, distrutta da qualcosa di più grande di loro, come si distrugge un castello di sabbia se si scontrava con le onde di uno tsunami. E quello era stato l’inizio della fine.

Era andato via Chin, inghiottito da qualcosa che ancora ora, a mesi di distanza, non riusciva a capire, qualcosa che sfuggiva ad ogni logica, ad ogni ragionamento del cuore: il tradimento – o almeno qualcosa che tale appariva e che non era riuscito ad approfondire, bloccato da un muro di reticenza che partiva dallo stesso tenente. Non aveva più parlato con Chin da quella sera ed ogni tentativo di farlo era caduto a vuoto.

Era andata via Kono, inghiottita da un sistema troppo rigido e allo stesso tempo fin troppo malleabile, che l’aveva imprigionata nelle sue spire di diritto e dovere, parole che non erano mai state più sterili di allora. Dovere? È il dovere di qualsiasi cittadino rispettare la legge, certo; ma è un dovere molto più importante di quello – e non solo di un cittadino, ma prima ancora di un uomo – fare di tutto per salvare la vita di un amico, di un fratello. E se la legge ti incrimina, senza diritto di replica, per questo crimine, allora la legge non ha alcun senso.

Erano andate via Rachel e Grace, inghiottite da un destino avverso, da quella che Danny ormai chiamava “impossibilità”. Perché ormai era impossibile tornare indietro e prendere quell’aereo, perché era impossibile spiegar loro i motivi che lo avevano indotto a restare. Una promessa è una promessa e infrangerla è peccato. Allora, a questo punto, era impossibile andare avanti: quest’ultimo sconvolgimento aveva decretato la fine di ogni cosa.

Era andato via, infine, anche Steve. Cercando di prendere lui aveva perso gli altri e alla fine aveva perso anche lui. Non ci era riuscito, non aveva mantenuto la parola data.

«Ti farò uscire, Steve. Non preoccuparti, ti farò uscire».

Erano state queste le sue ultime parole, eppure eccolo lì, dopo più di un mese, pieno di alcol fino ai capelli, accasciato a terra con la bottiglia ancora in mano, mentre Steve era ancora dietro le sbarre, Dio solo sapeva in che condizioni, forse rassegnato, convinto che ormai tutti lo avevano dimenticato.

Eppure lui non lo aveva dimenticato. Era andato avanti, aveva rinunciato a tutto pur di salvarlo, di fargli giustizia e tirarlo fuori da lì, senza alcun risultato. Per un qualunque, minimo passo in avanti facesse, puntualmente c’era qualcosa che lo spingeva tre passi indietro così che non solo perdeva così che aveva strenuamente guadagnato, ma era ogni volta costretto a cominciare puntualmente daccapo. E non si era mai lamentato – con chi, poi? – non aveva mollato, almeno non all’inizio: si era puntualmente rimboccato le maniche ed aveva ricominciato e per quante volte fosse caduto si era sempre rialzato. Poi, però, era arrivato allo stremo. Anche la speranza per quanto ultima muore e così si era lasciato andare, convincendosi che ogni sforzo fosse inutile, che in ogni caso non sarebbe giunto a nulla.

Si era fermato, con un scorta di birra e di dolore ed aveva deciso di morire così, lentamente, da codardo… perché in fondo Steve aveva sbagliato quando, di fronte a Grace, lo aveva dipinto come forte e coraggioso: lui, ormai, non era più nulla di tutto questo.

E le lacrime, alla fine, erano scese a sciogliere, salate, la cere delle ali di Icaro. Alla fine, il giovane si era spinto troppo vicino al sole – alla felicità – ed ora stava rovinosamente precipitando giù, verso il suolo.

Si sarebbe schiantato, distruggendosi e non ci sarebbero stati più pezzi da raccogliere, collante da usare.

Rotto per sempre.   

 

 

 

 

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~

Se vi state chiedendo da dove salti fuori questo obbrobrio da tagliarsi le vene… non ne ho la più pallida idea: stavo scrivendo altro, quando chattando con Tinta87 – che ringrazio per il sostegno e la lettura in anteprima – mi è venuta un’improvvisa e fulminea ispirazione su quelli che potrebbero essere i sentimenti di Danno dopo tutti gli sconvolgimenti del 1x24, perché se noi siamo rimasti tutti così O.O non oso immaginare l’impatto che una simile valanga ha avuto su di loro, compreso il povero detective.

Bon. Io vi lascio così… spero non ci siano ripercussioni per questo “suicidio” xD

Ringrazio anticipatamente lettori, recensori, chi preferirà o ricorderà. A presto – forse. Un bacio.

 

Alchimista  ~ 

 

 

   
 
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