Uno studente Fiorentino, si alzava ogni notte, senza farsi accorgere, per aiutare il Babbo nel suo lavoro di trascrittore.L'adulto faceva questo secondo lavoro per guadagnare qualche lira in più e sostenere la famiglia. Alzandosi tardi, per avere fatto la notte, al mattino lo scrivano trascurava la scuola e, per tale ragione, veniva aspramente rimproverato dal padre che, di andar male sui compiti, proprio non glielo perdonava al suo figliolo; mentre lui, fiero ogni giorno di ritrovare tante fascette ricopiate, era ignaro che il merito era tutto del figlio.
Una notte il padre lo trova però chino sul suo scrittoio e capisce tutto...
Lo Scrivano Fiorentino.
Ore chinato a scrivere
senza fermarti
con i tuoi occhi grandi.
Per amore del tuo Babbo
ti sprecavi le meningi,
in un lavoro
duro
per un giovane ancora non
maturo.
E con quanta beltà
davi gioia al tuo
Papà
che del suo lavoro andava
fiero
e se ne sentiva il
condottiero.
Ma di notte eri tu lì
a sostenerlo e
tanto orgoglioso renderlo.
Lui ti rimproverava perché
a scuola la fiacca tu battevi
ma i tuoi sorrisi erano
comunque lievi,
perché il tuo Babbo
felice facevi.
Poi una notte lui si accorse
che era tuo il merito
del suo lavoro
e un bacio
ti diede
per il tuo ristoro.
La scala di cristallo
Figliolo, ti diro’ una cosa
la vita per me non e’ stata una scala di cristallo.
Ha avuto chiodi,
e schegge,
e tavole sconnesse,
e tratti senza tappeto.
Ma sempre
continuavo a salire,
raggiungendo un pianerottolo,
svoltavo un angolo,
e certe volte entravo nel buio
dove non c’era luce.
Percio’, figliolo, non tornare indietro.
Non fermarti sugli scalini
perche’ ti e’ faticoso andare.
Non cadere, adesso:
perche’ io continuo ancora, amore,
ancora mi arrampico,
la vita per me non e’ stata una scala di cristallo.
Langston Hughes