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Autore: Shari Deschain    16/06/2011    6 recensioni
«Non mi piace essere fotografato»
«Chissà come, me l'ero immaginato», replica Elena. «Ecco perché l'ho fatto di nascosto»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena, Gilbert, Jenna, Sommers, Stefan, Salvatore | Coppie: Elena/Stefan
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'There is a light and it never goes out'
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Warning: Fluff a catinelle, Lime (leggero leggero)
Wordcount: 1762 (FDP)
Disclaimer: TVD è di L.J. Smith e di quegli adorabili stronzi di Julie e Kevin. Se mi pagassero per fare questo, sarei la donna con il lavoro più bello del mondo dopo la Dobrev.
N/A: Scritta per il TVG!Festvampiregeometry , prompt Elena/Stefan - Album fotografico
─ Il titolo è ripreso dalla conversazione di Elena e Stefan nella puntata 2x14, Crying Wolf
─ Ambientata nonsobenequando facciamo a metà circa della seconda stagione? Di sicuro prima dell'arrivo di Klaus, ecco. Nessuno spoiler, comunque /o/



 

Future memory






È un piccolo capriccio, segreto e forse un po' infantile, e che tuttavia la fa stare bene con sé stessa. E in fondo, pensa Elena, cercando di mandar via la fastidiosa sensazione di vergogna, sarà anche una cosa sciocca, ma è il genere di cosa sciocca assolutamente normale per una diciassettenne.
Perché nonostante la normalità non faccia più parte della sua vita ormai da lungo tempo, è bello ─ quasi consolatorio ─ ritrovarla nelle piccole cose, quelle che nemmeno il vampiro più antico della storia può toglierle.
Così, con un pizzico di soddisfazione e senso di colpa, seduta a gambe incrociate sul suo letto, Elena osserva la fotografia che stringe delicatamente tra le dita e le sorride.
L'ha scattata di nascosto, ma Stefan è venuto davvero bene, nonostante la sua fronte sia piegata dalla solita smorfia preoccupata e il suo sguardo sia rivolto lontano, fisso su qualcosa al di fuori dell'inquadratura.
Continuando a sorridere tra sé, Elena osserva ancora per qualche secondo il suo piccolo furto, poi con la mano libera afferra l'album e lo apre, sfogliandolo fino a trovare una pagina vuota. Posa la fotografia sul foglio bianco ─ esattamente al centro ─ e con un'attenzione quasi maniacale incolla i quattro triangolini di carta sugli angoli.
Soddisfatta, accarezza leggermente i bordi della foto con la punta delle dita, poi torna a sfogliare l'album lentamente, questa volta all'indietro.
Non ci sono disegnati cuoricini, e non ci sono scritte frasi d'amore o poesie. Elena non arriverebbe mai a tanto. Ci sono solo ricordi, attimi rubati al succedersi caotico dei giorni.
Le fotografie non sono molte, e per la maggior parte sono state scattate ad occasioni formali, ai balli della scuola o ai vari eventi della città. Sono quelle che le piacciono di meno, perché i loro sorrisi sono falsi e sui loro volti si può leggere benissimo la preoccupazione per qualcosa di ben diverso dal non rovesciarsi il punch addosso.
Le sue preferite sono le altre, quelle scattate da Caroline o da Bonnie, spesso ad insaputa anche sua oltre che di Stefan.
Ci sono fotografie fuori dalla scuola, nelle aule o nei corridoi, con loro due abbracciati, inconsapevoli di essere guardati, genuinamente felici, anche solo per quell'attimo impiegato dal click della fotocamera per immortalarli.
Ce n'è una in particolare che Elena adora con tutta sé stessa. È la prima dell'album, scattata quando ancora lei non sapeva nulla di tutta questa follia di vampiri e maledizioni, ed è anche una delle poche della cui esistenza anche Stefan è consapevole.
Nella foto lui ha addosso l'uniforme da football, ed è macchiato di fango ed erba, mentre lei è in calzoncini e canottiera sportiva, con i capelli legati e la fronte leggermente sudata. Entrambi sorridono, non all'obbiettivo ma l'uno all'altra, e le loro mani si sfiorano incerte mentre si avvicinano, ancora indecisi su quale posizione assumere per la foto che Caroline insiste così tanto a scattare.
“Io non la farei vedere in giro, se fossi in te”, le aveva detto la sua amica subito dopo, scrutando l'immagine con occhio critico, ed Elena si era limitata a scuotere la testa, sorridendo e pensando che certe cose Caroline non riusciva proprio a capirle.
Quella foto è rimasta nascosta in un cassetto per settimane, prima che Elena riuscisse a superare la vergogna e decidesse di iniziare un album, ed è risultata adattissima per inaugurarlo. È l'unica fotografia in cui non solo sembrano, ma sono anche perfettamente normali. Una coppia di adolescenti come tante altre.
In realtà si sforzano ancora adesso di esserlo, quando il mondo lo permette ─ cosa che accade sempre più raramente, ormai.
«Ehi», mormora all'improvviso una voce dietro di lei, ed Elena chiude gli occhi, sospirando.
«Devi davvero smetterla di comparire alle mie spalle senza avvisarmi».
«Scusa», replica Stefan, anche se il suo tono non suona affatto dispiaciuto. Pur senza vederlo, la ragazza intuisce perfettamente che sta sorridendo in quel modo leggermente canzonatorio che è più simile ad un invito a ridere con lui che ad una provocazione.
Elena chiude l'album e si volta, mentre lui si siede sul suo letto e si sporge in avanti fino ad accarezzarle una guancia e baciarla sulle labbra.
«Ciao», sussurra Elena, contro la sua bocca.
«Ciao», risponde lui allegramente, poi le passa un braccio intorno alla vita e la stringe forte, baciandola con più veemenza.
Elena ride e si abbandona nella sua stretta, compiaciuta da quel saluto così appassionato.
Non sa se è Stefan a spingerla contro il materasso o se è lei che ci si stende tirandoselo addosso, comunque si ritrovano improvvisamente l'uno sull'altra, con il respiro leggermente più accelerato e le mani che accarezzano la pelle calda nascosta sotto i vestiti.
Nel tentativo di liberarlo dalla camicia, Elena si alza sui gomiti, spingendolo di lato con non molta delicatezza, e Stefan ride, rotolando su un fianco per permetterle di averla vinta sull'indumento.
«Non romperla», la avverte. «Damon non ne sarebbe affatto contento, dal momento che è sua».
Elena sorride maliziosamente e non risponde, poi fa scivolare un dito sotto uno dei bottoni e, con uno strappo secco, quasi lo fa saltare via.
«Ehi!»
La ragazza fa spallucce di fronte alla sua protesta e passa al bottone successivo.
«Non è colpa mia se rubi i vestiti di tuo fratello», replica con noncuranza, senza però riuscire a trattenere un altro sorriso.
Stefan alza appena le sopracciglia, sorridendo a sua volta, e poi, con uno scatto secco, rotola di nuovo su un fianco, facendola cadere all'indietro sul letto.
Questa volta è Elena a lasciarsi sfuggire un'esclamazione di sorpresa.
«Ora me la paghi», annuncia subito dopo, muovendosi per afferrare uno dei cuscini. Prima che lei riesca a raggiungerlo, però, Stefan la afferra per la vita e la spinge di nuovo contro il materasso, bloccandola sotto di sé.
«Ah sì?», la canzona, ridendo del modo in cui lei assottiglia gli occhi, tentando di assumere un'espressione minacciosa.
Ancora una volta si lascia spingere di lato, e ancora una volta non le permette di arrivare ai cuscini, sollevandola di peso e lanciandola con facilità dall'altra parte del letto.
Indispettita dalla risata di Stefan, e consapevole di aver iniziato una guerra persa in partenza, Elena gli rivolge uno sguardo carico di sfida.
Mentre si appresta a tornare all'attacco la sua mano sfiora casualmente la copertina rigida dell'album, rimasto miracolosamente fuori dalla loro breve battaglia, e senza pensarci troppo la ragazza lo afferra con entrambe le mani e si butta su Stefan, colpendolo dove le riesce.
«Ouch!», protesta il vampiro, più per la sorpresa che per effettivo dolore, tentando di sottrarsi al raggio d'azione di quell'arma inaspettata.
«Così impari!», ribatte Elena, continuando a colpirlo con una certa soddisfazione.
Stefan ride.
«Quanti anni hai, cinque?», domanda, poi afferra l'album e glielo strappa dalle mani. «E con cosa mi stai picchiando, comunque?», domanda con curiosità, tirandosi su a sedere sia per vedere meglio l'oggetto che tiene tra le mani, sia per tenerlo lontano da Elena, che sta già cercando di riprenderselo.
«È un album fotografico», replica lei. «Sai, sarebbe logico pensare che una persona che ha assistito all'invenzione della fotografia...»
«Molto divertente», taglia corto Stefan, aprendo una pagina a caso.
Elena arrossisce appena nel vederlo aggrottare le sopracciglia alla vista della fotografia che si ritrova sotto gli occhi, e sente le guance riscaldarsi ancora di più quando lui inizia a sfogliare lentamente l'album, soffermandosi con aria assorta su ogni immagine.
«Sono solo... sai, piccoli ricordi», mormora Elena dopo un po', osservando le espressioni dell'altro mentre continua a scorrere le pagine. Lo vede sorridere appena, poi scuotere la testa, sorridere ancora, poi soffermarsi distrattamente ad accarezzare una foto con un dito.
Più in generale non sembra affatto trovare la cosa ridicola come invece lei aveva temuto.
«Non mi piace essere fotografato», annuncia alla fine Stefan, dopo aver guardato tutto l'album da cima a fondo.
«Chissà come, me l'ero immaginato», replica Elena. «Ecco perché l'ho fatto di nascosto»
«Ti dispiace?», aggiunge dopo qualche istante, realmente preoccupata.
Stefan la guarda intensamente per qualche istante, e poi, invece di rispondere, posa l'album sul letto e le si avvicina per stringerla di nuovo tra le sua braccia.
«Solo per il modo in cui l'ho scoperto», scherza, prima di riprendere a baciarla.
Elena sorride contenta e si muove in avanti, per sedersi a cavalcioni sulle sue gambe e riprendere le cose da dove le avevano interrotte, ma proprio in quel momento un energico bussare li costringe nuovamente a separarsi.
«Meglio per voi che siate vestiti, e se non lo siete ditemelo subito, prima che entri e veda qualcosa che non dovrei vedere», grida Jenna, fuori dalla porta.
«Puoi entrare», risponde subito Elena, sospirando e allontanandosi da Stefan ─ che intanto ha già cominciato a riabbottonarsi frettolosamente la camicia ─, senza nemmeno prendersi più il disturbo di sentirsi in imbarazzo.
Jenna entra nella stanza a passo di marcia, brandendo in una mano una confezione colorata di preparato per torte.
«Mi serve una mano con questa», annuncia, squadrandoli entrambi e fingendo di non notare il bottone mancante dalla camicia di Stefan, o il modo in cui la maglietta di Elena le si è arricciata intorno ai fianchi. «Oggi c'è quella cosa lì... la vendita di beneficenza per... non mi ricordo cosa. Comunque non sono riuscita a trovare una buona scusa per sottrarmi, quindi dobbiamo trasformare questo sacchetto di polvere in una crostata»
I due ragazzi la fissano, leggermente sconcertati, e poi Elena sorride con una punta di malizia negli occhi.
«Stefan sa preparare una vera crostata», la informa, gettando un'occhiata di sbieco al suo fidanzato che in risposta inarca appena le sopracciglia, spiazzato.
«Una vera crostata? Con la farina, le uova, eccetera?», domanda Jenna, speranzosa.
«Sì, ma...», prova a replicare Stefan. Elena però si è già alzata dal letto per affiancarsi alla zia, incrociando le braccia al petto con aria di sfida.
«Ma?», domanda la ragazza, alzando un sopracciglio.
Stefan si ritrova in decisa minoranza numerica, nonché sotto palese ricatto.
«E va bene», si arrende allora, sorridendo appena al gridolino entusiasta di Jenna che si fionda immediatamente fuori dalla porta, blaterando di uova e di riscatti di fronte alle altre mamme “che se la tirano tanto solo perché sanno impastare un paio di ingredienti, come se le cose divertenti della vita non fossero ben altre”.
Elena rimane sulla soglia per un istante ancora, sorridendo soddisfatta, e poi sparisce anche lei giù per le scale, diretta verso la cucina.
Stefan sospira e si appresta a seguirle, ma non prima di aver gettato un ultimo sguardo pensieroso all'album fotografico.

Solo molte ore più tardi, nel riporre l'album sullo scaffale, Elena si accorge che la sua fotografia preferita è sparita dalla prima pagina, abbandonando lo spazio bianco tra i triangolini di carta in favore della tasca della camicia rovinata di Stefan.







N/A: La frase «Sai, sarebbe logico pensare che una persona che ha assistito all'invenzione della fotografia...» è una scimmiottatura del dialogo tra Stefan ed Elena nella puntata 1x16, quando parlano del fatto che Stefan non ha la macchina (cioè, ce l'ha ma non la guida, e questo punto vorrei proprio sapere per cosa la usa a fare *coff*)

   
 
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