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Autore: Inglorious    22/06/2011    1 recensioni
Alexander è un'uomo perdutamente innamorato di una dolce fanciulla russa, che non riesce a togliersi dalla testa, ogni suo pensiero è rivolto a lei, nel bene o nel male.
Partecipa al Contest Epicurean
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Milaya Devochka

Dolce Fanciulla



Mia cara ed elegante fanciulla, non riesco più a distogliere i miei pensieri dalla vostra immagine. Il vostro sorriso soave, le vostre labbra rosee, la vostra pelle chiara e liscia, i vostri bei capelli soffici raccolti come meglio si conviene ad una donna del vostro rango. Tutto di voi mi fa impazzire e struggere d'amore e desiderio, voglio rendervi mia. Nessun canto di uccelli, nemmeno quello dell'usignolo è paragonabile alla vostra voce morbida e melodica. I vostri modi son pari a quelli di una regina, da cui vi separa soltanto una goccia di sangue blu. Non ho mai visto niente di simile a voi, mia fanciulla, niente di più bello, delicato, fanciullesco e profumato. Si, voi avete il profumo della primavera nei capelli, ditemi, siete forse voi la dea delle messi? Siete forse voi lo spirito della primavera? Guardando nei vostri occhi non posso credere ad altro che questo. Così intensi, così luminosi, così verdi: esattamente come i prati inglesi, ma voi non siete inglese. Nel vostro paese spesso mi son chiesto se arrivi mai la primavera? Nella vostra Russia, così fredda e letale, così rigida e misteriosa, c'è spazio per la primavera? Ma che dico, ci siete voi a fare la primavera!

Desidero ardentemente rivedervi, il nostro incontro è stato così breve che nemmeno ho avuto modo di conversare con voi decentemente, ci siamo a mala pena presentati ed io nemmeno vi ascoltavo mentre parlavate del più e del meno con vostra sorella e vostra madre, per intrattenere la moglie del mio superiore, poiché mi ero già perso nelle vostre labbra e tutto ciò che mi circondava era svanito del tutto lasciando voi, oh angelica visione, ad illuminare il mio cammino, ad essere l'unica mia luce.

Ho cercato in ogni modo di dimenticarvi, è stato vano. Sarebbe pari al tentare di dimenticarsi i cinque sensi. Certo pensando a voi e, concedetemi il cliché, ho spesso dimenticato di respirare.

Ho tentato di sostituirvi, di far mie donne con una qualche somiglianza con voi, ma non erano nemmeno un millesimo di come siete voi. Donne che soltanto all'apparenza vi somigliavano, donne frivole e saccenti, sgualdrine incapaci anche solo di recitare appieno la vostra parte e, lo ammetto, mi sono molto arrabbiato con queste donne sciocche ed indegne.

Una volta ho creduto di ritrovarvi.

Era una fanciulla forse di pochi anni più grande di voi, il suo viso era delicato nonostante il trucco pesante, i suoi abiti eleganti e la gesticolazione simile a quella di un'aristocratica, non parlava, si limitava a stuzzicarmi con un sorriso innocuo e con lo sbattere regolare e sensuale delle lunghe ciglia, un particolare che in voi non ho notato ma comunque un particolare delizioso. Mi ha condotto in una stanza d'albergo, decisamente molto meno elegante dei suoi abiti costosi, si è seduta sul letto, tastando il lenzuolo ed indicandomi di sedermi dove teneva la mano. Mi sono sentito un bambino, un bambino all'interno di un negozio di caramelle. Forse quella fanciulla non eravate voi ma io mi illudevo che lo foste. Mi ha sfiorato la guancia con la mano destra, odorava di crema per le mani, e quello è stato il suo primo errore, mi si è avvicinata ed ho notato che i suoi occhi non erano verdi come i vostri ma tendenti al marroncino chiaro, altro errore, ho lasciato correre. Mi ha poggiato una mano sulla spalla e lentamente si è lasciata andare all'indietro adagiandosi sul materasso e spingendo me a chinarmi su di lei.

Da troppo tempo desideravo farvi mia, e che importava se la donna sotto di me non eravate voi? Che importava se quella donna aveva dei piccoli difetti, delle differenze con voi? Ciò che non potevo ottenere dalla realtà l'avrei ottenuto dalla fantasia.

Ho chiuso gli occhi rievocando il vostro volto con l'ausilio di quel fantoccio sotto di me, la vostra risata musicale mi ha riempito le orecchie, poi la vostra immagine mi ha fissato dritto negli occhi ed ho capito che non potevo resisterle. Mi sono avventato su quella donna come mai abbia fatto con nessuno, con l'immagine di voi sovrapposta alla sua. Mi sembrava un sogno ed avevo bisogno che fosse il più reale possibile, i miei baci calibrati divenivano man mano più pesanti sulla pelle di lei, dovevo esser certo che ci fosse veramente. Le mie mani scivolavano sulla sua pelle, forse non così delicata come mi è parsa la vostra, il mio corpo premeva sul suo o meglio sull'immagine del vostro, non avevo certo il desiderio che la vostra immagine paradisiaca mi abbandonasse in un così magico momento, sarebbe stato come tradirvi.

E proprio quando mi accinsi a sbottonarle la veste lei mi diede uno spintone facendomi accostare su un fianco ad un centimetro da lei. Respirava affannosamente, avevo forse stretto troppo la vostra immagine e dunque anche lei? Mentre cercava di riprendere fiato alzandosi in piedi davanti al letto mi veniste in mente voi mentre vi chinavate leggermente per andare a prendere il servizio da te dalla credenza, quella lontana sera in cui vi conobbi. Subito le afferrai un lembo del vestito, cercando di riavvicinarla al letto, ma che dico? Di riavvicinarvi, ormai le fattezze di quella donna erano completamente scomparse dai miei occhi, che non vedevano che voi.

Lei si divincolava spingendosi dalla parte opposta, io a quel punto tirai con maggiore forza ed il suo bel vestito si strappò e commise il suo ultimo errore.

Si era voltata verso di me con una luce negli occhi completamente diversa dalla vostra, mi aveva tirato uno schiaffo eppoi digrignando i denti aveva iniziato ad imprecare contro di me. Quell'espressione, quella voce acida e stridula, squarciarono la vostra immagine polverizzandola. Non potei resistere al desiderio di farla tacere.

Mi sono avventato su di lei, ho afferrato il suo collo, ho stretto così tanto da farla smettere di parlare con la sua petulante voce da gallina, alla fine ho stretto troppo e la sua testa si è inclinata, io allora ho chiamato il mio superiore, lui sa cosa fare in questi casi e mi ha portato via.

Ora, da quest'aneddoto spero comprenderete quanto ho bisogno di voi, spero capirete perché, nascosto dietro ad una maschera, vi seguo nel buio mentre vi affrettate a tornare a casa con vostra sorella.

Oh vostra sorella! Quant'è sgradevole la sua voce, nemmeno tra cent'anni potrebbe migliorarla eppoi non pare nemmeno vostra sorella, così poco femminile, così poco aggraziata. Si, vi libererò della sua presenza come pegno del mio amore e vi porterò in quello che a lungo diverrà il nostro nido, questo me lo ha promesso il mio superiore, me lo ha concesso in cambio del nostro primogenito, non me ne vorrete, spero.

Mia dolce fanciulla...










Questa storia partecipa all'Epicurean Contest indetto da Roba da scrittori di fanfiction!

L'immagine cui mi sono ispirata è la seguente: Bookplate ma oso aggiungere anche questa: Cinesias Soliciting Myrrhina

Le modalità d'ispirazione...

Dunque, dando uno sguardo ai tre siti indicati per scegliere le immagini (wormfood artpassions leninimports ) mi sono trovata a disagio, sono ipersensibile per quanto riguarda sessualità e sesso, e molti lavori di Aubrey Beardsley sono piuttosto espliciti (ovviamente perché molte immagini sono di satira) perciò sono rimasta incantata dall'immagine del secondo sito titolata Bookplate, delicata ed elegante, con un fascino “casto”, se vorremmo, rispetto ad altre immagini, delicatezza ed eleganza passate poi all'oggetto dell'amore del protagonista. La seconda immagine ritrae chiaramente uno stupro, io ho voluto adoperarla si per il ricordo della donna simile alla fanciulla amata ma anche come desiderio centrale del protagonista, ossia fare sua la fanciulla.



Ultima cosa da puntualizzare: il titolo è in russo come russa è la fanciulla.

Grazie di aver letto...

   
 
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