Y’know,
Berger.
"Sai, Berger."
Una donna si siede accanto a una tomba, sul prato innevato. Mastica
incessantemente una chewing-gum e ha un sorriso pacifico, spensierato e
noncurante, quasi.
"Alla fine mio figlio non è di nessuno dei due. Voglio dire, non è bianco,
ma non è neppure nero. A dire il vero è esattamente a metà."
Ride, e il vento porta via la sua voce, fino al cielo.
"E la cosa divertente è che non conosco nessuno che abbia una pelle
mulatta come la sua."
Riflette; quando lo fa, assume sempre un'espressione corrucciata, ma negli
occhi continua a splenderle il sole.
"Probabilmente, quella notte ero sotto effetto di alcool. O LSD. O entrambi." conclude, alzando le
spalle.
"In ogni caso, Woof e Hud hanno deciso di adottarlo: un giorno per uno. Oggi
è di Woof."
Torna a sorridere, con una scintilla di dolcezza.
"Lui sostiene che la sua pelle sembri un po' più chiara, quando lo tiene
in braccio. Hud, in compenso, afferma che nei giorni in cui è suo figlio, il
piccolo somigli proprio a lui.
E dice che, quando è nato, il bambino lo ha guardato negli occhi con orgoglio,
come aveva sempre predetto."
Un fiocco di neve le cade sulla mano, e per un istante il suo sguardo si fa
triste.
"Sai, Berger. L'abbiamo chiamato come te."
Poi si alza e si allontana, camminando lievemente sulla neve, e donando ad essa
il suo canto.
"Let the sunshine, let the sunshine
in, the sunshine in..."
Jeanieee. ♥