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Autore: E r i s    26/06/2011    2 recensioni
Fanfiction su Fallen.
Cameron Briel, demone caduto, bastardo e senza pietà. E' questa l'immagine che tutti conoscono di lui. Ma pochi sanno che, prima di passare dalla parte del male, Cam aveva avuto più di una volta il cuore spezzato.
Eris, giovane ragazza greca, aveva rubato il cuore dell'angelo caduto, ma un terribile incidente divise per sempre queste due anime e ridusse la parte buona di Cam in mille pezzi, dannandolo per sempre.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi alla mia prima storia pubblicata.. mi sudano le mani mentre la pubblico! 
Se i vostri occhi si accecheranno per il disgusto mentre leggerete o se troverete carina o affascinante questa fan fiction dovete ringraziare Mikyvale, che mi ha spinta a pubblicarla.
Devo davvero tutto questo a lei, e glielo dedico, poiché ora come ora lei crede in me più di quanto io creda in me stessa.. grazie di tutto. 
Bene, ora vi lascio al mio "capolavoro". 
Vi prego non siate crudeli! :D 




A leap in the Dark.

 

Forse mi dimenticherai. 
Lo scorrere del tempo ti aiuterà: 
altri sguardi, altri sorrisi 
desteranno un sussulto nel tuo cuore. 
Un altro sole ti scalderà. 
Altre piogge, altre lacrime bagneranno il tuo volto. 
Altre brezze si confonderanno 
con i tuoi sospiri 
ed io non sarò più per te che un nome, un'ombra. 
O forse un giorno, 
quando cercando te stessa 
avrai ancora affondato le mani nella vita, 
quando sarai finalmente convinta 
che chi sei è dentro di te, 
non fuori, non nei corpi più belli, 
non nei paesaggi profumi sapori più splendidi, 
ma dentro di te, 
forse allora mi ricorderai 
e saprai che ciò che vedesti specchiato nei miei occhi 
fu quel luogo recondito. 
Ciò che svelammo un attimo insieme 
fu noi stessi. 
E fu il sussulto più dolce, più vero.
Freddo.





Terribile freddo.
Era questo che sentiva.
Un freddo pungente, doloroso, che si insinuava sotto la pelle come mille aghi e pizzicava ogni fibra del corpo, facendo tremare convulsamente ogni arto.
Perfino le ali, un tempo candide e possenti, ora giacevano inermi dietro la sua schiena, sfibrate e cupe, senza vita. Provò a puntare le mani sul terreno freddo, affondando le unghie nella terra brulla per cercare di mettersi in piedi. Ma le braccia cedettero sotto il suo peso, e crollo di nuovo. Il viso sepolto nel fango.
Gemette, mentre le lacrime sfuggirono al suo controllo e scivolarono sugli zigomi feriti e sui delicati lineamenti di quel viso angelico, ora distorto dal dolore e dalla paura.
Si rannicchiò, portando le ginocchia al petto e continuando a tremare nel freddo, pregando perché qualcuno trovasse il suo corpo indifeso e l’aiutasse, ma per molto tempo nulla successe. 
Il silenzio regnava prepotente in quel luogo sconosciuto e desolato, e trapanzava le sue orecchie, rendendo impossibile anche il solo pensare.

Qualcosa di caldo accarezzò delicatamente la sua pelle e colpì gli occhi serrati dietro le palpebre tremolanti. “Finalmente, un po’ di calore” pensò aprendo lentamente gli occhi cangianti, e puntandoli verso il cielo.
Un sole raggiante si era fatto largo tra le pesanti nuvole di pioggia della sera precedente, e ora rischiarava il paesaggio deserto dove l’angelo era atterrato.
I muscoli si rilassarono, si sciolsero come neve colpita dai raggi di calore di quel magnifico sole. Dopo poco riuscì anche a mettersi in piedi, appoggiandosi alla corteccia dello scheletro di un albero millenario, ormai morto da tempo. Le gambe ancora non reggevano tutto il suo peso, e fu costretta a fermarsi più volte prima di riuscire ad arrivare, ansimando, al piccolo fiume che scorreva lì vicino.
Sì lasciò cadere, provando disperazione e sollievo allo stesso tempo, e affondò le dita pallide e affusolate nell’acqua ancora gelida.
Vide il suo riflesso galleggiare sull’acqua della fonte, e la bocca si schiuse per la sorpresa.
Da quant’era che non vedeva più riflesso il suo aspetto?
Era passato davvero un troppo tempo.
Il volto pallido e provato di una giovane ragazza, poco più di una bambina, le restituiva lo sguardo con occhi tristi, grandi e di un color nocciola intenso.
Durante la sua vita mortale era stata davvero bella, corteggiata e amata da molti. Chiunque uomo era stato attratto dal suo fisico minuto, dai vispi occhi che cambiavano colore a seconda del tempo, dalle labbra rosse e carnose, dalla pelle candida e dagli zigomi alti … ma ora il suo volto, per quanto teso, sporco e coperto di graffi, brillava di una luce particolare ed intensa.
La luce angelica.
Affondò le gambe nell’acqua fresca e si immerse completamente, ritrovando man mano sempre più lucidità, mentre i capelli corvini le danzavano attorno.
Rimase molto immersa in quell’acqua cristallina, finché un ombra non si stagliò contro il sole, coprendolo alla sua vista.
Non ebbe bisogno di guardarlo in viso per sapere chi fosse, era certa che lui l’avrebbe trovata, in fondo avevano una cosa molto importante in comune.
"Non dovevi farlo, è stata una sciocchezza!" disse lui serio appena lei fu risalita.
Lei rise brevemente e afferrò la tunica che l’angelo le porgeva. "Oh Dani, (è così che ti chiami ora, vero?) non farla lunga! Lo sai perché sono venuta e so che tu puoi capire benissimo le mie ragioni." disse con noncuranza.
La sua voce era piatta e un po’ rauca, ma nascondeva una nota di dolore e malinconia che lui riuscì a cogliere.
La guardò con dolcezza e le sorrise. I suoi occhi viola erano cupi e tristi e lei capì subito il perché.
"Lei … lei è già morta vero?" chiese abbassando lo sguardo.
Lui annuì.
"Capisco … e … " si bloccò, per qualche assurdo motivo non riusciva a pronunciare il suo nome. Il solo pensiero di lui, tra le braccia di un'altra, le provocava fitte strazianti al cuore. "… lui, dov’è?" chiese alla fine alzando di scatto lo sguardo.
Dani sospirò. "Sei arrivata tardi … L’angelo spalancò gli occhi, mentre le mani cominciarono a tremarle e sentì le lacrime bruciarle gli occhi come tizzoni di fuoco ardente.
"Si sono sposati?" sussurrò con voce stridula.
Il ragazzo scosse la testa.
"Peggio." Poi, vedendo la sua espressione confusa, aggiunse. "Devo trovarti altri vestiti più consoni a quest’epoca, vieni con me, ti spiego per strada."

  
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