Crossover
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Autore: sethele    26/06/2011    0 recensioni
Cinque ragazzi: Hyoga, Sanji, Zoro, Saori e Nami. La loro vita quotidina, tra i classici amori, amicizie e litigi, tutte cose tipiche dell'adolescenza!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fu Nami a svegliare Zoro la mattina successiva.
“Cosa vuoi?” biascicò il ragazzo, ancora intontito dal sonno.
Appena aprì (a fatica) gli occhi, vide subito che quelli della sorella erano bagnati dalle lacrime.
“Oi Nami…che ti succede?” domandò, alzandosi a sedere di botto. Anche la ragazza si mise seduta sul letto, singhiozzando con il viso tra le mani.
“Saori…”
Quel nome procurò a Zoro una fitta allo stomaco. Evidentemente si erano sentite e Saori aveva aggiornato l’amica, la quale l’aveva presa male.
“Te l’ha già detto? Senti Nami, non intrometterti anche te, perché…” ma fu interrotto dallo sguardo perplesso di lei.
“No Zoro, non so di cosa tu stia parlando”
“E perché piangi allora?”
“Saori…ha avuto un incidente stanotte qua vicino. Ha appena chiamato sua mamma.
La fitta nello stomaco di Zoro di trasformò di colpo in una raffica di pugni. Se era successo di notte e lì vicino, voleva dire che Saori stava andando da lui per chiarire.
“E…come sta? Deve essere operata?” domandò, ansioso di sentirsi dire che la ragazza stava bene.
“E’….è morta, Zoro”



Quando, la mattina del funerale, qualcuno bussò alla porta, fu Zoro ad andare ad aprire.
Era Sanji.
“Entra…” disse il verde, in modo leggermente atono.
L’altro varcò lentamente la soglia. Non aveva avuto il coraggio di provare a sentire l’amico dopo quello che era successo, nemmeno quando Nami aveva dato a lui e a Hyoga la brutta notizia.
Salutò con un sorriso la signora Flyer e seguì Zoro nella sua camera.
“Come stai?” chiese timoroso.
“Non si vede?”
In effetti se avesse dovuto giudicare dall’aspetto fisico, avrebbe detto che l’amico stava da cani, e probabilmente era vero: aveva la barba sfatta, un paio di vecchi pantaloncini da basket e una canotta, usati come pigiama, ch sembrava indossasse da giorni…ma la cosa peggiore erano le occhiaie. Sembrava non dormisse da un sacco, forse da due giorni, da quando Saori aveva avuto l’incidente.
“Il naso?” domandò Zoro, alzando il mento in direzione di Sanji.
“Sta bene, non si era rotto. Senti…so che probabilmente non mi vorresti qui, ma…”
“Siediti” o interruppe il verde, buttandosi a sua volta sul letto. L’altro lo imitò, mettendosi accanto a lui.
“Volevo chiederti ancora scusa. So che ormai non ha significato”
“Sanji, lascia stare.”
Il biondo fu colto alla sprovvista. Si aspettava un’altra litigata, un altro pugno, invece erano seduti sul letto e lui avrebbe potuto dire o fare qualsiasi cosa e Zoro non avrebbe minimamente reagito. Era depresso.
“Hey, capisco che tu stia peggio di noi altri, però non ti isolare. Potrebbe farti stare meglio passare del tempo in compagnia, no? Magari dopo il funerale potremmo...”
“Io non ci vengo” fu l’inaspettata risposta.
“Cosa stai dicendo? Certo che verrai”
“San…è colpa mia se è morta! Quella notte è uscita per venire da me perché l’avevo chiamata per rompere. Le avevo detto che non volevo più vederla! Come potrei venire al suo funerale senza sentirmi una merda?” aveva iniziato ad urlare e a piangere.
All’improvviso Sanji lo abbracciò, restando in silenzio. Sorpreso, il verde ricambiò l’abbraccio e si sfogò di tutte le frustrazioni e i sensi di colpa che si portava dietro da due giorni.
Solo alla fine, quando Zoro si fu ripreso e si staccarono, Sanji disse:
“Non è colpa tua. E’ colpa di quello che guidava la macchina e che non si è fermato a chiamare l’ambulanza. Non ti torturare in questo modo!”
“Grazie…e grazie per essere venuto”. Se le parole dell’amico non bastarono a farlo star meglio, non lo diede a vedere. Evidentemente bastò il pianto, un pianto che tratteneva da troppo tempo.
“Senti, ora renditi almeno presentabile. Dobbiamo andare tutti a salutare Saori. Glielo dobbiamo!”.
Senza rispondere Zoro prese un cambio di vestiti e si diresse in bagno.


La cerimonia fu struggente. Erano presenti molti professori e buona parte degli studenti della scuola e tutti erano sinceramente e visibilmente addolorati per la disgrazia accaduta.
Su una panca a metà della Chiesa sedevano Hyoga, Nami, Sanji, Zoro e Ran.
Quest’ultima, dopo aver saputo del bacio, aveva lasciato Sanji, nonostante la piega che avevano preso gli eventi.
Quando il tutto finì, andarono dai genitori di Saori che li trattarono in maniera splendida, anche il preside sembrava aver dimenticato tutto. Specialmente Zoro, che per quello che sapevano loro era ancora il ragazzo della figlia, il quale però tenne sempre lo sguardo basso.
“Ragazzi….tra due giorni parto.” disse all'improvviso Sanji, mentre stavano passeggiando senza meta per le vie della città.
La partenza era stata posticipata a causa del funerale, ma ora il signor Kint doveva per forza partire, e il figlio con lui.
Nemmeno Hyoga lo sapeva e, sorpreso, disse:
"Così presto? E quando sarà la prima volta che tornerai a trovarci?"
"Non lo so...cercherò di venire il prima possibile..sperando che mio padre mi lasci viaggiare così tanto. Trasferendoci a Parigi non dovrebbe più andare in giro per il mondo e ha intenzione di recuperare il rapporto! Però vi prometto che tornerò presto" E sorrise, vedendo gli altri tristi.
"Anzi, a volte potreste venire anche voi a visitare la Francia!" aggiunse.
"Grande!" esclamò Zoro. "Mi piace un sacco l'idea"
E mentre tutti fantasticavano sul futuro, seppur legati al passato, col ricordo di Saori ben piantato in testa, Sanji sussurò:
"Mi mancherete".

La sera prima della partenza fu una serata di ricordi per i tre ragazzi.
Con profonda emozione parlarono del loro primo incontro, dei primi litigi seri, delle partite giocate insieme e del primo concerto.
Dalle parole si capiva il desiderio e il bisogno che ognuno aveva di restare amici per sempre.
Il bisogno di mantenere quel legame speciale che li univa. Ognuno sapeva tutto degli altri tre e si erano sempre aiutati a vicenda.
E fu con le lacrime agli occhi che si salutarono quella sera.


E gli anni passarono, le visite divennero più rare col passare del tempo, fino a quando Sanji, dodici anni dopo quella sera, aprendo la casetta delle lettere del suo bilocale non trovò un invito.

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Eccoci al penultimo capitolo!
L'epilogo è già pronto e copiato a pc :) Conto di aggiornare a metà settimana :D

Un un bocca al lupo a winny_lally per la terza prova di domani ;)
  
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