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Autore: Inglorious    28/06/2011    2 recensioni
Doveva vederla, inutile tentare di negarlo a se stesso, lui doveva assolutamente vedere lei. L'incuriosiva quest'individuo, questa donna così forte da resistere almeno in parte ad un così potente virus come il Tyrant, una donna così speciale da non avere nessuna differenza sostanziale a separarla dagli altri soggetti eppure diversa da loro.
Si, mi si è corroso il cervello.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lei, l'incantevole




Doveva vederla, inutile tentare di negarlo a se stesso, lui doveva assolutamente vedere lei. L'incuriosiva quest'individuo, questa donna così forte da resistere almeno in parte ad un così potente virus come il Tyrant, una donna così speciale da non avere nessuna differenza sostanziale a separarla dagli altri soggetti eppure diversa da loro. Di poco più grande di lui, non riusciva ad immaginarsela, nella sua mente la sua figura cambiava di secondo in secondo, nessuna delle sue fantasiose ipotesi era abbastanza aderente alla forza di lei, alla sua invincibilità.

Era corso subito nei laboratori, trascinando per il colletto il suo collega, il giovane Birkin, che avrebbe sicuramente preferito visionare più attentamente i documenti clinici che la riguardavano prima di un meeting diretto.

Fremeva dal desiderio di vederla, di conoscerla.

Chiese frettoloso agli scienziati che gli capitavano a tiro dove si trovasse esattamente, più volte gli capitò di sentirsi dire di non aspettarsi un granché, che non era tutta questa gran beltà, ma il suo concetto di bellezza era ben diverso dal loro, il suo concetto di bellezza era fortemente correlato alla potenza e alla forza.

-Qui c'è scritto che quando le venne iniettato per la prima volta il progenitore incominciò a strappare i volti di alcune donne dello staff, penso proprio che abbia subito un bel danno cerebrale...- Gli aveva fatto notare William durante la pausa rappresentata dal lento ascensore che li portava giù.

-Sul serio? Interessante...- Si era limitato a borbottare completamente concentrato sul ricordare le indicazioni degli scienziati per raggiungere più velocemente la sua stanza.

Aveva carattere, pensò senza nemmeno soffermarsi su quell'etica tanto cara al resto del mondo, era una persona forte, almeno non si era messa a mangiucchiare le proprie vittime come tutti gli altri. La giustificò paragonandola agli indiani d'America, che facevano lo scalpo ai propri nemici si, del resto era segregata in quella struttura da chissà quanto tempo e gli inservienti, i medici, gli scienziati erano giustamente suoi nemici.

Giunto finalmente davanti alla sua stanza si accostò al vetro che dava su di essa mentre i suoi occhi, sotto gli occhiali scuri, la cercavano freneticamente dappertutto, anche sul soffitto, non trovandola.

Finché non fu distolto dalla sua ricerca da un sospiro del collega. Lo guardò corrucciando la fronte.

-Che schifezza, è tutto sporco, i soggetti bisognerebbe tenerli in ambienti sterili... E perché diavolo quella cosa è li dentro?- Domandò stizzito indicando una bambola rotta.

Non aveva le braccia, i capelli erano stati strappati via con la forza ed uno degli occhi era completamente graffiato.

Ignorando la domanda di Birkin riprese la sua ricerca e questa volta la trovò.

Era stesa sul letto, un braccio penzolante e pallido, diafano, forse anche un po' violaceo, le unghie affilate e sporche, aveva il volto coperto dal lenzuolo i capelli lunghi e rovinati erano sparsi sul cuscino, di un castano ne troppo chiaro ne troppo scuro, le gambe lunghe tenute aperte sotto le lenzuola.

Avrebbe voluto entrare ma era troppo rischioso, sebbene avesse aggredito solamente delle donne aveva comunque una forza sovrumana per niente trascurabile, bastava contrariarla un po' per rimanerci secchi. Era un qualcosa di splendido.

Poggiò la mano sul vetro facendo volutamente un po' di rumore, doveva vederla tutta.

Fu quasi telecinesi, nel medesimo istante in cui lui poggiava la mano lei mosse il braccio scoperto portandoselo sul viso ed alzando lentamente il lenzuolo per scoprirselo. Compiaciuto poggiò anche l'altra mano sulla vetrata.

-Sembri un bambino allo zoo, lasciatelo dire...- Gli disse il collega ironico mentre si ritrovava a fare praticamente gli stessi gesti di lui, a quanto pareva i bambini erano due.

Lei si mise a sedere continuando a tenere il lenzuolo a pochi centimetri dal volto, continuando a stuzzicare la sua immaginazione, si alzò in maniera a dir poco aggraziata, anche se al collega parve un elefante, si mise di lato e fece ricadere il lenzuolo sul suo anonimo lettino che pareva esser stato rubato da un ospedale.

Era piuttosto magra, le ossa delle gambe e la rotula risaltavano parecchio, notò che i suoi capelli non erano molti seppur li avesse lunghi fino ai fianchi, una calvizie innaturale la stava aggredendo, lasciandole dei veri e propri buchi sulla nuca pallida. Indossava un camice ingiallito dal tempo, chissà da quanto non indossava nient'altro che quell'indumento. Rimase per qualche secondo ferma con il capo chino, impedendogli di guardarla in viso, facendo uno scatto avanzò verso la vetrata mentre lentamente iniziava ad alzare lo sguardo per osservare i suoi ospiti. Fu subito attirata dalla sua figura, forse perché indossava degli occhiali da sole, a lui piacque pensare che dipendesse dalla forza, seppur misera paragonata a quella di lei, che la sua figura ispirava rispetto a quella del collega.

Si portò esattamente davanti a lui fissandolo intensamente e lasciandosi guardare in viso.

Il virus non era stato gentile con il suo volto, l'occhio destro era divenuto cieco, lo poté notare benissimo dal colore grigio innaturale che attaccava pure la pupilla, le sue vene erano in risalto, anche per via del colorito pallido da cadavere che lei aveva, le labbra violacee erano screpolate e le sopracciglia rovinate, per colpa di alcuni graffi forse autoinferti una volta comparsi i primi sintomi di cecità, balbettava qualcosa, senza però emettere un suono comprensibile, lo fissava dritto negli occhi con l'occhio sano, non riusciva a rimanere perfettamente ferma ma ci provava.

Inclinò leggermente la testa poi poggiò la mano sul vetro specularmente alla sua.

Le sorrise compiaciuto anche se con rammarico dovette notare le croste che aveva sul braccio, tutte sporche di sangue tumefatto e pus, un'imperfezione che però lasciò perdere, non era colpa sua ma di chi la seguiva, ora molte cose sarebbero cambiate.

William picchiettò sul vetro, forse geloso poiché non era stato scelto da lei e questo la fece scattare, rivolgendosi verso il collega scoprì i denti digrignandoli e quasi ringhiando, si scagliò contro il vetro di peso facendolo vibrare tremendamente e battendo i pugni contro di esso mentre delle lacrime silenziose, che a lui parvero quasi meccaniche, le bagnarono il viso.

Di nuovo provò a formulare una frase ma le uscì un semplice rantolo e niente di più.

Birkin si scansò dalla vetrata mettendosi nell'angolo cieco dal quale non poteva essere visto da lei.

Lei a quel punto passò nuovamente la mano sulla parte di vetrata dove lui si era poggiato poco prima e gettandogli uno sguardo freddo si allontanò in direzione della bambola, vi girò attorno un paio di volte poi si sedette con le gambe incrociate raccogliendola e giocandoci.

Birkin lentamente gli venne dietro prendendolo per la manica del camice.

-Andiamo via, c'è ancora molto da vedere...- Gli disse con un'aria seccata.

A malincuore la abbandonò al suo gioco dirigendosi con il collega verso l'ascensore.

-Dovremo fare meglio di così...- Gli fece notare William mentre salivano l'ascensore -Era ridotta malaccio, sebbene sia un soggetto promettente vista la sua reazione ai virus, non credo proprio la si possa considerare una B.O.W.-

Infastidito distolse lo sguardo dal collega, certo che per una volta avesse torto.

-Lei è incantevole...- Sussurrò quasi tra se e se mentre l'ascensore si apriva e la sua certezza di non trovar mai niente di più bello si faceva sempre più forte.



Successivamente lei avrebbe perduto per sempre il suo fascino e lui avrebbe trovato qualcosa di più splendido d'amare, perché non c'era nessun senso nel potere se questo consumava se stesso, e lei, più in la, si sarebbe consumata...








Fine


Ieri leggevo il Wesker Report 2, dove appunto si parlava di Lizzy (Lisa Trevor) la mia mente perversa ha incentrato ogni briciola del suo essere su quanto Albert mettesse l'accento sul lei ogni qualvolta la nominasse e riallacciandomi all'insana perversione di Wesker nei confronti delle B.O.W. (vedi il Tyrant in RE1, vedi se stesso) ho scritto questa cosa... Che non ha senso! Questo non è un pairing, non può essere un pairing eppure ho brutte immagini in testa... Fermatemi vi prego.

Prendete questa storia come l'ennesima dimostrazione di un amore malsano di Wesker nei confronti delle B.O.W. Si, così potrebbe anche andar meglio ora più che mai avrei voluto tanto che il WTF fosse un avvertimento inseribile nelle storie.

Continuo a non sapere come identificare questa cosa...

   
 
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