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Autore: Jill_BSAA    28/06/2011    0 recensioni
Leon S.Kennedy agente governativo è l'unico che può salvare la figlia del presidente. Dovrà recarsi in Europa, ma dietro al rapimento dalla ragazza verranno a galla nuovi eventi e soprattutto un nome Umbrella corporation.
Genere: Azione, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leon Scott Kennedy
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Leon non aveva più paura di nulla, almeno non dopo quello che era accaduto a Raccoon city, ma questo…superava ogni sua aspettativa. Era rannicchiato dietro a un muro e osservava furtivo un gruppo di persone dall’aspetto simile a quello degli zombie, ma a quanto pare dotati di un intelletto proprio. “Merda, non danno la sensazione di essere ospitali.” Sibilò il ragazzo, scostandosi di poco dal muro per avere una visuale maggiore, ma questo gesto non fece altro che aumentare il proprio sdegno. In mezzo a quello che doveva essere il villaggio chiamato El Pueblo, infatti, si alzava un fuoco che bruciava il corpo di un uomo impalato, lo stesso agente spagnolo che aveva accompagnato Leon all’entrata del villaggio. La puzza di bruciato era tale che nessun altro odore poteva essere distinto per metri e andava a conferire al villaggio un’atmosfera più sinistra. “Agàrrelo!”Urlò improvvisamente una voce profonda alle spalle del ragazzo, segno che era stato scoperto. Imprecando mentalmente puntò la pistola al capo dell’uomo che brandiva un piccone, e sparò un colpo che andò a segno e fece scoppiare il capo del contadino, per poi continuare a sparare finché la piccola banda di quattro persone non fu a terra morta, fortunatamente era uno dei migliori agenti in circolazione e non gli rimase difficile annientarli con pochi colpi. Alzandosi, si diresse accanto al corpo del primo uomo esaminandolo, era infetto non c’era dubbio, sorrise mesto, ancora una volta avrebbe avuto a che fare con l’Umbrella corporation. “Allì està! Cogedlo!” “Dannazione ma quanti sono?” una cinquantina di uomini andava incontro a Leon con torce accese o piccozze, o ancora forconi pronti a infilzarlo, senza perdere la concentrazione e soprattutto la calma l’agente premette il grilletto, prendendo precisamente il capo di una donna che cadde a terra dopo essere rimasta in piedi per qualche secondo, nuovamente era pronto per sparare ma l’eco di una campana risuonò tutt’attorno e la gente si fermò e in massa abbandonò l’obiettivo dirigendosi verso una sorta di chiesa dall’aria sinistra, sulla cui porta recava uno strano simbolo, probabilmente era legato a una qualche setta religiosa.”Che fortuna... ” l’uomo poteva nuovamente riprendere fiato, poiché a El Puebo non vi era più l’ombra di anima viva. Sempre con la pistola ben stretta in pugno, Leon cominciò a esplorare il villaggio, partendo dalla casa più vicina. Con un calcio preciso e potente sfondò la porta ed entrò nel locale, subito un conato di vomito gli risalì dalla gola costringendolo a mettersi una mano sul volto per coprire sia il naso che la bocca. L’odore di cibo in putrefazione e di qualcosa simile a sangue raffermo misto all’odore di muffa e di umidità era fortissimo e talmente intenso da far girare la testa. Ma Leon doveva andare avanti, aveva un missione da compiere. Raccogliendo tutto l’autocontrollo di cui disponeva, si costrinse a non respirare più del dovuto e a trattenere il respiro per brevi attimi di tempo, mentre per precauzione spostò prima un mobiletto davanti alla porta di entrata e poi, concentrando tutto il peso del corpo sulla spalla destra, spinse una vetrina non molto pesante a sbarrare la finestra. “Bene, in questo modo non dovrebbero entrare.” Disse annuendo convinto osservando la stanza. Era un locale abbastanza spazioso, con al centro un grande tavolo coperto da una tovaglia bianca sudicia e al disopra una pentola contenente una brodaglia marrone e alcuni pezzi di carne marcia che emanava un odore pestilenziale e soprattutto attiravano tutte le mosche nel giro di metri ”Mi chiedo chi possa abitare in un posto simile.” Affermò il ragazzo con una smorfia di disgusto che gli deformava le labbra, una porta chiudeva sicuramente quella che doveva essere la cucina in cui Leon non entrò, conscio che avrebbe trovato sicuramente qualche sgradevole sorpresa. Invece salì al piano di sopra, cui si accedeva tramite una corta rampa di scale che, sotto il peso dell’uomo, emetteva sinistri scricchiolii, probabilmente a causa delle condizioni in cui si trovava il legno con cui erano costruiti i gradini, doveva essere marcio a causa dell’umidità e della scarsa qualità, alla fine delle scale si apriva un corridoio con una sola stanza, sospirando Leon aprì cautamente la porta facendo scattare la serratura. La stanza copiava l’assetto di quella del piano terra, le pareti erano macchiate di qualcosa di marrone e di rosso scuro, sangue per la precisione, e un letto a due piazze ingombrava la stanza, ma ciò che attirò l’attenzione dell’agente fu un quadro attaccato alla parete che raffigurava un uomo abbigliato con una strana veste “Deve essere un personaggio importante... ”osservò Leon facendo passare ripetutamente le iridi azzurre sul dipinto, ormai aveva memorizzato quel volto che s’intonava bene al resto del villaggio, poiché il suo sguardo non lo metteva certo a proprio agio. Un cassettone aperto e ovviamente vuoto era appoggiato alla parete così come una libreria, ma i titoli dei libri erano scritti in una lingua che Leon non conosceva, probabilmente si trattava di spagnolo. Nuovamente scrutò la stanza facendo palleggiare lo sguardo a destra e a sinistra fino a muovere alcuni passi verso il letto. Anche questo come il resto era macchiato ed emanava un odore che avrebbe indotto anche una persona dotata di uno stomaco molto forte a stargli lontano. Ma ormai Leon aveva deciso, era stanco e soprattutto provato da tutte quelle emozioni che lo avevano investito dal primo momento in cui aveva messo piedi al El Pueblo. Certo, lui era abituato a vedere cose simili, a Raccoon city la situazione era pressoché simile, però questa volta, anche se infettati dalla Plagas, i ganados erano persone che avevano un proprio intelletto…non se lo sarebbe mai aspettato, un intero villaggio contro, non che questo gli facesse paura, ma l’idea che avrebbe comunque dovuto uccidere tutte quelle persone, anche se per salvarsi la vita, non gli piaceva affatto … Non erano zombie mangia cervello. Facendosi coraggio, si distese supino e osservò il soffitto cui mancavano dei pezzi d’intonaco, il fetore di quel luogo era innegabile, ma era stanco e soprattutto doveva recuperare le forze così si fece coraggio e chiuse gli occhi cadendo in un leggero dormiveglia.
  
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