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Autore: badluna    29/06/2011    0 recensioni
Questa storia era candidata al concorso di Maggio, ma purtroppo non è passata. Ho deciso di pubblicarla comunque, per mio godimento e per sapere cosa ne pensate.
Daisy Mai non è una ragazza "normale, è la più popolare della scuola e la capo cheerleder della squadra scolastica. È bella,intelligente e aveva un ragazzo, Roy, favoloso.
Ma tutto questo cambia in un giorno qualunque e il castello di cristallo di Daisy rovina ai suoi piedi...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le Verità della Vita

Antis, della contea di Blair, non era una delle città più famose d'America, ma non era nemmeno una città desolata e sconosciuta.

Essa doveva parte della sua popolarità alle cheerleader della High Jones School le quali avevano vinto tre anni di seguito i campionati nazionali.

Ma la città non aveva solo la High Jones School come scuola vincente, gli allievi della Henry Military School erano arrivati sul podio della annuale competizione fisica regionale molte volte.

E non dimentichiamoci delle menti note che insegnano alla Wooden Privet School, con i corrispondenti allievi dal grande intelletto conosciuto.

Antis non era una delle città più famose d'America, ma di certo non era insignificante.

Ed è “Insignificante” la parola a cui sta pensando Daisy Mai, capo cheerleader della High Jones School all’ultimo anno di liceo, mentre guarda i ragazzi che incontra nel corridoio per l'aula di biologia.

Daisy era la ragazza più popolare della scuola: snella; lunghi capelli biondi e occhi color cioccolato. Occhi che se ti catturavano non ti lasciavano via di scampo.

I ragazzi al suo passaggio sembravano ebeti pesci fuor d'acqua.

Accanto a lei c'erano immancabilmente Roy, attuale fidanzato geloso di Daisy, e Harry, l'apatico migliore amico della ragazza.

- Biologia è una noia, perché non troviamo una scusa e ce la filiamo da questa prigione?- disse Roy appoggiandosi al muro.

- Sei tu la noia Roy.. però questa volta sono d’accordo con te - rispose Daisy

Harry intervenne con uno sbuffo infastidito -... e dove vorreste andare? Ancora al Dixie? - Il Dixie's Bar era ormai il ritrovo comune dei tre ragazzi… passavano li quasi tutto il loro tempo, prima dopo e alcune volte anche durante l’orario di scuola.

- No... non ne posso più del Dixie, oggi cambiamo… perché non andiamo… uhm… a casa tua Daisy?- la buttò li Roy cercando di non far vedere quanto fosse incuriosito - non siamo mai stati da te! - rimarcò il ragazzo.

Harry guardò l'amica, intorno alla sua casa aleggiava una specie di velo misterioso, non aveva mai detto loro dove abitava, e si faceva sempre accompagnare alla metro, non aveva mai invitato nemmeno lui, che era il suo migliore amico dal primo anno di liceo.

Daisy sembrò combattuta ma dopo un lungo attimo annui, si diressero agli armadietti, misero in essi i libri e uscirono come se niente fosse dalla scuola mentre la campanella suonava l'inizio delle lezioni.

*-*-*-*

Mezz’ora circa dopo i ragazzi erano davanti alla casa di Daisy, per arrivare a destinazione avevano preso l'auto di Roy e, complice il poco traffico di quell'ora arrivarono a casa della ragazza in poco tempo.

La casa era in stile italiano, color bianco panna, e con un grande balcone sulla facciata anteriore che dava sull’ ampio giardino ed un piccolo boschetto su quella posteriore.

In casa arrivò ad accoglierli Minerva, l'austera e rigida governante inglese.

- Signorina Mai, a quest'ora lei e i suoi accompagnatori dovreste essere a scuola o sbaglio? - chiese con il suo forte accento londinese.

Daisy la guardò con sfida e le rispose con un semplice - Ti sbagli - ed un'alzata di spalle.

All’interno c’era un ambiente caldo, i mobili così come le scale che portavano al piano superiore erano di pregiato legno di noce, da un’arcata sulla destra si poteva vedere un salottino e sulla sinistra c’era una porta scorrevole.

Anche se non lo davano a vedere i due ragazzi erano estremamente incuriositi dalla villa e non vedevano l'ora di poterla scoprire per intero, ma al contrario delle loro aspettative Daisy li portò direttamente in camera sua.

La stanza era dipinta di rosa chiaro con delle piccole ricamature in arancione e sulle pareti erano attaccati poster di ogni genere, che variavano da attori di film famosi a gruppi musicale dell’ultimo momento.

Le cose di scuola erano tutte buttate in un baule aperto da cui si intravedevano il libro di latino e quello di algebra.

A stonare con l'ordine apparente della stanza, oltre ai compiti messi sul davanzale della finestra come a sperare che volassero via, c'erano vestiti di ogni genere sparsi un po' ovunque.

I tre si sedettero sul letto a due piazze e dopo aver acceso la televisione cominciarono a parlare delle solite cose o a prendere in giro la conduttrice di questo o di quel talkshow fumando alcune sigarette.

Dopo due pacchetti di sigarette e tutte le migliori e peggiori battute della situazione i ragazzi si accorsero che era quasi mezzogiorno.

- Ragazzi io vado un attimo in bagno e dopo mi rimedio tre pasti ok? - disse Daisy dirigendosi fuori dalla stanza e allontanandosi in un altro corridoio.

I due ragazzi rimasero un attimo fermi ma bastò un solo sguardo prima che si precipitassero fuori dalla stanza a curiosare in giro.

Aprirono porte dopo porte scoprendo: una stanza per dipingere, due stanze degli ospiti, una stanza che doveva essere dei genitori di Daisy, ed infine una stanza dipinta di verde mare con rifiniture in blu simili a quelle delle altre stanze.

Era strana quella stanza, sembrava abitata da un'altra teenager, ma sapendo che Daisy era figlia unica rilegarono il fatto come una semplice stranezza.

Scendendo le scale scoprirono anche un’enorme sala trofei (di cui sicuramente una parte erano di Daisy).

Dopo una decina di minuti si decisero a tornare in stanza di Daisy, che di sicuro si era accorta della loro scomparsa, ma non prima di aver aperto tutte le porte.

Aprendo l'ultima porta rimasta finirono in cucina, dove la governante, Minerva, stava cucinando.

Non fecero in tempo a fare dietrofront che la voce rigida della donna li raggiunse – Voi - disse indicandoli con il lungo coltello – sedetevi - i ragazzi non poterono che ubbidire sedendosi sugli sgabelli che erano stati loro indicati.

- Non mi piace che gironzoliate in casa come piccole spie - li accusò.

- Ci scusi ma eravamo curiosi, Daisy non ci ha mai portato a casa sua, e qui è davvero... affascinante - cercò di scusarsi Roy

Minerva l’osservò per un po' prima di ricominciare a tagliare il sedano per la zuppa che stava preparando.

- Non mi piace nemmeno che stiate qui, potreste fare del male alla mia bambina! - disse lanciando loro un occhiataccia.

Harry si chiese come potesse la donna davanti a lui provare un sentimento di amore così forte da poter essere captato nella sua voce, quando solo qualche ora prima sembrasse che lei e Daisy si odiassero.

- Signora non ci sogneremmo mai di fare del male a Daisy! - Rispose fiero Roy.

La governante se avesse potuto lo avrebbe ucciso con lo sguardo.

- Che cosa centra Daisy? Non si parla sempre di lei sapete? - disse secca la donna.

- E allora di chi sta parlando scusi? -

- Di Leila ovviamente, la sorella di Daisy -

I ragazzi guardarono in un pesante silenzio la donna.

- D-daisy ha cosa? - chiese scioccato Roy

- Una sorella? - chiese altrettanto scioccato Harry

Come a rispondergli una voce femminile risuonò nella casa - Minerva? -

- Sono qui in cucina cara - rispose dolce la donna mentre lanciava uno sguardo di avvertimento ai due davanti a lei.

La seconda entrata per la cucina, quella che dava sull'entrata si apri scorrendo.

- Ehi che buon profum... - colei che stava entrando si bloccò sull'ultima vocale.

Capelli mori, fisico snello ma non alto quanto la sorella ed infine occhi grigio ghiaccio che scrutavano curiosi i due ragazzi appoggiati all'isola della cucina.

- Come mai già a casa? - le chiese Minerva

- Il professor Fögel ha avuto un contrattempo all'ultimo minuto, credo centri il suo lavoro come matematico per la nazione, e dunque abbiamo libero il pomeriggio - rispose con voce cristallina la nuova venuta - e loro chi sono? - chiese guardando il biondo ed il moro.

- Sono amici di Daisy... - al nome della bionda quest’ultima entrò in cucina spalancando di botto la porta.

- Che diavolo ci fate qui voi? - chiese incazzata guardando i due ragazzi, ma quando si accorse della presenza della sorella spalancò gli occhi - Leila.. ehi, che ci fai già a casa? - chiese con un sorriso tirato.

- Mi sono cadute delle lezioni... - rispose atona Leila.

Roy si alzò di scatto, ormai infuriatosi anch’egli - Perché non ci hai mai detto di avere una sorella? -

Daisy fece per rispondere ma le parole non volevano uscirgli dalla bocca, ed al posto suo rispose la sorella.

- Perché si vergogna di me - il tono era forte ma atono allo stesso tempo.

- Ma no che dici io non... - cercò di giustificarsi la bionda.

- Non fingere con me Daisy, non ti riesce per niente bene - gli rispose Leila.

- Bene, Roy Harry torniamo in camera mia! - disse girandosi e facendo per uscire seguita dal proprio ragazzo quando si accorse che il suo migliore amico non si era mosso.

- Harry vieni - gli disse

- Io resto qui – le rispose senza nemmeno girarsi,  il moro, continuava a guardare Leila.

- Ma.. -

 - Vai! -

Roy precedette Daisy che chiuse la porta sbattendo.

Rimasti in tre Harry si azzardò a parlare – Scusami -

- E per cosa? - gli chiese Leila

- Per l'aver ignorato la tua esistenza - le rispose Harry

- Non devi, è stata mia sorella a non dirti nulla e a fingere che io non esistessi -

- Non capisco perché l'abbia fatto -

- Come ho già detto lei si vergogna di me, se ti ricordi fino alla elementari Daisy frequentava un altra scuola, con me, solo che io venivo sempre presa in giro e denigrata per il semplice piacere di vedermi soffrire.

Non c'era una motivazione valida, un giorno se la prendevano con la mia cuffia e il giorno dopo con i miei compiti. Solo perché non mi comportavo come loro, perché non cercavo di fare la scalata sociale e diventare una di quelle mini barbie che già a quell'età piacevano a loro..

Daisy era il contrario... come adesso era la più popolare, la più carina, quella perfetta, tranne per una cosa… me. Io ero il suo difetto, l'unico neo su quella pelle incontaminata. E i ragazzi continuavano a chiedergli come fosse possibile che io fossi sua sorella, e lei si vergognava immensamente.

Così chiese ai nostri genitori di venir trasferita in una scuola pubblica, con la scusa che quelle private le toglievano il respiro, ma fece di tutto purché io rimanessi esattamente dove ero. Lontana da lei e dalla sua promettente vita da diva - raccontò la mora

- È stato un gesto deplorevole, e ancora non capisco come i tuoi genitori possano essersela bevuta! - disse alterata Minerva

- Stai tranquilla Minni, adesso questa faccenda non mi tocca più. È stato un piacere conoscerti Harry - disse Leila facendo per andarsene era giunta alla porta quando si sentì richiamare.

- Aspetta! - la fermò il moro - Vorrei poterti conoscere, vorrei ... poter scoprire quello che mi sono perso in questi anni -

Gli occhi di giaccio della ragazza lo osservarono, come se potesse vedere l'aura della sua anima, ed alla fine con un cenno acconsentì uscendo - Sarà un piacere - .

Nella stanza di Daisy la ragazza e Roy litigarono molto, ed alla fine dopo aver ricevuto ripetute risposte malevole alle sue richieste di spiegazioni, il ragazzo se ne andò ferito ed arrabbiato contemporaneamente ad un Harry pensieroso.

*-*-*-*

Un mese dopo Harry aspettava appoggiato alla sua moto, una Triumph Speed Triple nera, davanti all'entrata della Wooden Privet School.

Quando vide che gli allievi cominciarono ad uscire dalla scuola si spostò in avanti come se stesse aspettando qualcuno.

Dopo qualche minuto si avvicinò all'entrata e abbracciò una ragazza che gli dava le spalle.

- Toc toc - disse

- Chi è ? - rispose ridendo la ragazza senza girarsi

- Il lupo mangia frutta -

- Che frutto vuoi? -

- Una bella mora... - disse girandola - dai dolci occhi grigi -

La ragazza, che si rivelò essere Leila, rise allegra.

- Questa mi è nuova - disse

- Sempre felice di sorprenderti - gli rispose Harry.

In quell'unico mese Harry era andato più volte, diciamo pure quasi ogni giorno, a trovare Leila davanti a scuola.

Erano cambiate molte cose, principalmente il legame tra Harry e Daisy si era raffreddato molto, la media scolastica del ragazzo era migliorata di almeno due note grazie all'aiuto di Leila, la quale nei loro incontri aveva insistito affinché si trovasse del tempo per studiare.

Roy e Daisy erano ancora insieme, anche se il loro rapporto non era più come quello di una volta, Roy era innamorato della bionda ma ormai aveva smesso di credere a tutto ciò che gli diceva ciecamente.

In quel mese si era creato un fragile legame tra Leila ed Harry,  i due non sapevano dare un nome a quello che provavano, era un legame solare e libero, ma sotto tutto quello c'era timore. Timore che quella felicità fosse passeggera, timore di non poter sopportare una delusione, timore di essersi lasciati troppo andare.

Difatti i due ragazzi pian piano si erano "sciolti", la maschera che indossavano era pian piano scivolata via dal volto ed il Harry apatico era diventato scherzoso e canzonario a volte e la Leila diffidente e sospettosa con tutti era diventata solare ed estroversa.

- Che facciamo oggi? - chiese Leila

Harry la guardò come pentito dall'idea che stava rimuginando, finche prendendo coraggio non le disse - Potremmo andare a casa tua, e passare del tempo insieme li.. -

- Harry... - disse titubante lei

- Okay scusa, richiesta stupida, è ovvio che tu non.. - Leila gli mise una mano sulla bocca per farlo tacere.

- Non sto dicendo questo! Solo... sei pronto? Intendo dire a casa c'è Daisy e... -

- Non è Daisy che conta, sei tu! - la interruppe lui

- Allora andiamo - gli rispose Leila prendendo il secondo casco e aspettando che Harry montasse in moto per salire dietro di lui.

 

Daisy non apprezzò affatto la visita di Harry che l'ha vista ignorata dal, a quanto pareva, suo ex migliore amico.

Il giorno dopo infatti prese da parte Harry, in un aula al momento vuota, per discutere di quella situazione.

- Si può sapere che stai facendo? che sta succedendo? -

- Non so di cosa stai parlando Daisy -

- Si invece! Cosa è questa storia che frequenti mia sorella e ignori me? -

- Non sono affari tuoi se frequento Leila, e con te mi comporto come mi comporterei con chiunque finga di essere mia amica ma allo stesso tempo mi inganna non rivelandomi una parte importante della sua vita! -

- Non potevo dirtelo! -

- Perché? perché ti vergogni? - le chiese secco Harry, a quelle parole Daisy indurì lo sguardo.

- Devi stare lontano da lei, non voglio mai più vedervi insieme -

- Non sono il tuo servetto Daisy, io la mia vita la conduco da me, e se voglio stare con Leila farò quello che voglio -

- Non te lo ripeterò più Harry, devi stare lontano da lei! - gli ripeté la ragazza.

- Io l'amo! - le rispose con rabbia il ragazzo, realizzando dopo che le tre parole da lui appena pronunciate erano la verità - e tu non puoi fare niente al riguardo - detto questo il ragazzo uscì dall'aula sbattendo la porta.

Qualche ora dopo, durante la pausa pranzo, Harry e Leila si incontrarono al parco in centro città. Harry si dondolava pensoso su di un'altalena quando Leila arrivò.

- Ehi, come mai mi hai chiesto di vederci qui? - gli chiese lei, poi vedendo che il ragazzo non rispondeva continuò- c'è qualcosa che non va? -

Harry la osservò cercando di capire se era una buona idea dirgli la verità, alla fine decise che non voleva avere segreti con lei e disse la verità.

- Oggi Daisy mi ha ordinato di starti lontano - Leila trattene il respiro bruscamente e quando fece per parlare il ragazzo la precedette - Ma io gli ho detto che decido io della mia vita, e che io voglio starti accanto -

Leila guardò seriamente Harry - Vorrei poter dire "non posso crederci" ma ormai non mi stupisco più di ciò che fa Daisy -

- Leila io.. -

- Tranquillo, anche io tengo molto al nostro rapporto, ed è per questo che devo fare una chiacchierata con mia sorella. Tu sai dove si trova? -

- Ancora a scuola credo, fra poco dovrebbe uscire dalla mensa -

- Bene, mi puoi per favore accompagnare da lei? È ora che io e la mia sorellina mettiamo in chiaro un paio di cose -

Il viaggio in moto fu teso, e lo furono ancora di più i passi nel corridoio per raggiungere l'aula di biologia, testimone chiave dell'inizio di tutta quella faccenda.

Daisy era al centro del corridoio, e si stava dirigendo di fianco a Roy all'aula di Biologia.

- Daisy! - urlò Leila, facendo fermare ed in seguito girare la sorella sconvolta.

- Che diavolo ci fai qui? - disse Daisy prima di accorgersi della presenza di Harry accanto alla mora e rabbuiarsi in volto.

- Devo dirti due paroline sorellina! - a quelle parole, ironicamente dette apposta per creare scalpore, i ragazzi presenti nel corridoio cominciarono a bisbigliare pettegolezzi.

- Leila che cosa stai facendo? -

- Sto mettendo in chiaro le cose, sorella. E la verità è che io non ti sopporto, tenti ogni volta di rovinarmi la vita, e io ti lascio fare anche da troppo tempo.

Non so cosa abbia fatto di tanto grave da meritarmi tutto il tuo disgusto ma sappi una cosa, io valgo molto più di te.

Perché io ho sempre avuto le palle di dire NO alle cose che non volevo, di dire NO a quelli che volevano che fossi una delle tante bamboline in fila pronte per loro, di dire NO a chi credeva di sapere tutto di me.

Io non sarò mai come te, e neppure lo desidero. Essere te vuol dire, stare sempre attenta a cosa pensa di te la gente, vuol dire essere crudele con chi non se lo merita affatto, essere spietata con i sentimenti degli altri, e soprattutto vuol dire fingere con tutti su tutto.

Perché tu sei falsa, falsa come una di quelle pubblicità in cui ti promettono mari e monti ma alla fine ti ritrovi con in mano solo terra.

Sai cosa ti dico? Volevi essere la migliore? Bene ora lo sei, sei la migliore sorella rovina vite, spero tu sia contenta!- e dopo un ultimo respiro, Leila le diede le spalle e andandosene pronunciò la frase finale - goditi la tua finta vita, superstar -

Harry raggiunse in pochi secondi Leila fuori dalla scuola e la vide avvicinarsi alla sua moto.

Con un ultimo scatto, la fermò e si strinse a lei.

- Sei stata... stupefacente! - le disse lui.

- Mi sento più libera adesso - gli rispose lei - andiamo a casa per favore? -

- Certo - le rispose Harry rafforzando la presa prima di lasciarla andare.

Quando furono in sella alla moto Harry si azzardò a fargli una domanda.

- La odi? - le chiese riferendosi ovviamente a Daisy.

- No, dopotutto è sempre mia sorella - rispose con un sospiro Leila.

Ed Harry sorrise, quella era la sua Leila, e quando si sarebbe sentito pronto avrebbe dichiarato alla ragazza quello che provava per lei, ma non era ancora il momento.

Mettendo in moto i due si diressero verso ciò che li attendeva, vivendo ogni istante lasciandosi andare, ed essendo solamente loro stessi.

 Antis non era una città famosa, ma quel che contava era che per i suoi abitanti era una città molto speciale.

Autrice: 

Non so come mi sia uscita questa storia, ma  mi piace e spero che sia così anche per voi.

Ditemi cosa ne pensate :) 

Baci 

Badluna

  
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