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Autore: echo kiriky    30/06/2011    1 recensioni
“Tra dieci anni, qui!” dice ad un certo punto Kim. “Cosa?” domanda David. “Tra dieci anni, incontriamoci nuovamente qui, in questo stesso giorno e vediamo cosa ci ha riservato il futuro!”, spostando lo sguardo dalle pietre megalitiche al viso del ragazzo che annuisce.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secondo Capitolo.

Sono appena atterrati all’aeroporto di Kiel, in Germania e, con le borse appena recuperate, si avviano all’entrata dove i nonni hanno detto si sarebbero fatti trovare.
Uscendo dall’ aeroporto vengono attirati da un piccolo cartello bianco con su scritto Wilkommen im Kiel Fie, Kim e Tim, per cui si avvicinano lentamente, incontrando il fratello del padre di Kim e Tim, con la sua famiglia composta dalla moglie e da due figli maschi. Si salutano e tra vari complimenti e affermazioni, salgono in macchina mentre due spaesati Kim e Tim osservano i loro due cugini, rispettivamente di un anno più piccoli, avendoli visto per l’ultima volta, tanti anni prima.
Una mezz' oretta di viaggio e, finalmente, riescono ad arrivare a Neumunster, a casa dei nonni. Ricevono una calorosa accoglienza anche da parte dei nonni, ed un seguito la proposta di riposarsi un po’ nelle due camere degli ospiti preparate per l’occasione, una per Sophie e l’altra per Kim e Tim.
Ed ora eccoli lì: Tim addormentato sul letto e Kim intenta ad osservare il soffitto, leggermente assonnata ma non tanto da farla crollare per la stanchezza.
E’ tardo pomeriggio ed il sole è già sceso da un po’, quando Tim e Kim decidono di scendere al piano di sotto. Scese le scale incontrano il nonno intento a guardare la televisione in salotto con un giornale piegato nel posto del divano accanto, ed in cucina la madre e la nonna intenta a preparare la cena e ad apparecchiare la tavola, chiacchierando tra loro.
“Ragazzi” li saluta la nonna, mescolando nella pentola posta sopra il fuoco. “Avrei voluto farvi visitare la città ma, oramai si è fatto tardi. Se sarà possibile e, non farà molto freddo, domani mattina mi accompagnate al supermercato che devo fare gli ultimi acquisti per il pranzo di Natale e vi faccio vedere un po’ la città.” Dice sorridendo.
I due annuiscono, prendendo posto a tavolo. “Peter, spegni la televisione e vieni in cucina, è pronta la cena.” Grida la nonna, per farsi sentire dal marito, dall’altra stanza e, così, poco dopo, anche il nonno è seduto a capotavola mentre si cominciano a fare i piatti.
Finita la cena, Tim ed il nonno vanno in salotto mentre Kim, la madre e la nonna rimangono in cucina per sparecchiare poi, Kim torna nella camera che occupa durante il periodo delle vacanze, mentre le altre vanno anche loro in salotto.
Il sole che lentamente sorge, si fa spazio a forza tra le spesse nubi grigie che sovrastano il cielo della cittadina di Neumunster. Alcuni tenui raggi entrano dalle cortine socchiuse della finestra, svegliando delicatamente Kim, che si alza e rimane seduta sul letto per un lungo tempo, stropicciandosi stancamente gli occhi, prima di scendere dal letto e andare in bagno per sciacquarsi il viso per svegliarsi, per poi andare al piano di sotto per fare colazione. Scendendo le scale, viene attirata da un dolce profumo di biscotti appena sfornati provenienti dalla cucina, infatti, appena entra nella stanza vede la nonna con delle presine in mano trasportare un vassoio appena uscito dal forno con dei biscotti fumanti.
“Buongiorno” saluta la ragazzina, attirando l’attenzione della nonna su di sé, la quale, alza il viso e sorridendo le dice “Gutten Tag”, appoggiando il vassoio sopra i fornelli e prendendo un piattino decorato con motivi floreali sul quale trasporta i biscotti.
Kim si siede, rovesciando la tazza messa capovolta sopra una tovaglietta e, versandosi del tè caldo dalla caraffa aggiungendo due cucchiaini di zucchero.
“Penso che l’idea proposta ieri di fare un giro per Neumunster non sia fattibili. Non vorrei svegliare Tim”le dice la nonna, smettendo per un momento d sistemare i biscotti.
“Se vuoi, posso svegliarlo io. Non c’è alcun problema” le dice Kim, prendendo uno dei biscotti zuccherosi sopra il tavolo.
“No, tranquilla. Uscirò da sola a fare la spesa.” Le dice.
“Nonna, se vuoi posso andarci io. Avevo intenzione di fare un giro e, non sarebbe un problema per me andare al supermercato e fare spesa” propone la ragazza.
“Non vorrei costringerti, sebbene mi faresti un grande piacere”.
“Nessun problema, nonna, vado io” finisce di bere il suo tè e poi ritorna nella sua stanza per lavarsi e vestirsi.
Fa una doccia veloce ed in accappatoio gira per cinque minuti buoni alla ricerca di qualche cosa da indossare, optando poi per una maglia a righe bianche e nere ed un paio di jeans chiari con ai piedi gli stivali bianchi comprati la settimana prima.
Si posta davanti allo specchio per sistemare i capelli, decidendo di legare i capelli castani, in due codini ai lati della testa con due fermagli neri lasciando, in questo modo, il viso scoperto e la leggera spruzzata di lentiggini che le colorano appena il viso, allo scoperto.
Si specchi un’ultima volta, decidendo che per questa volta può anche non mettersi neanche un filo di trucco e prende una borsa non tanto grande in cui mette il suo portafoglio, un piccolo blocco-notes- che deve avere sempre con lei-, una penna biro che scrive nero, il suo inseparabile I-pod ed un pacchetto di fazzoletto.
Prima di uscire dalla sua stanza si ferma a lasciare un messaggio sul comodino per il fratello e poi si decide a scendere. In cucina la nonna le lascia la lista della spesa e cinquanta euro, poi prende il suo giaccone corto nero ed esce di casa dirigendosi verso la prima fermata dell’autobus, che ha visto il pomeriggio prima quando è arrivata, intenzionata a raggiungere Kiel.
Lungo il tratto a piedi ad un certo punto è costretta ad accelerare il passo a causa della pioggia che comincia a scendere; solamente quando arriva sotto il piccolo riparo della fermata può fermarsi, perché al riparo ma, è costretta a rimanere in piedi per mancanza di una panchina.
Nell’attesa, decide di prendere il suo mp3 e di cominciare ad ascoltare la musica, pur di passare il tempo e così lo accende, impostando un volume abbastanza basso, in modo tale da riuscire a captare ogni più piccolo rumore ed è anche per questo motivo che riesce a sentire dei passi avvicinarsi e vedere un ragazzo moro avvicinarsi e posizionarsi sotto la tettoia. All’inizio non gli da grande importanza e quindi non gli presta molta attenzione ma, mentre Kim decide di abbassare il cappuccio del suo giaccone, riesce a vederlo meglio e, da subito, viene attirata dagli occhi di un grigio chiarissimo.
E’ a questo punto che si rende conto di non conoscere minimamente la città di Kiel e quindi, di non sapere neanche dove trovare un supermercato per cui, facendosi forza per superare la timidezza che da sempre l ostacola un po’ nelle relazioni, si rivolge al ragazzo.
“Scusami, forse potresti aiutarmi. Dovrei andare a Kiel a fare spesa ma, non so dove potrei trovare un supermercato”. Sentendosi parlare così tranquillamente in tedesco, si accorge che, eccetto per un piccolo accento tendente al gaelico, potrebbe essere scambiata per tedesca senza nessun tipo di problema.
“Alla seconda fermata, arrivata in città, è nella prima traversa a destra. Non puoi sbagliarti.” Le dice sorridendo cordiale.
“Grazie” ricambiando il sorriso, mentre il rumore di una macchina li fa voltare entrambi verso sinistra e vedere il mezzo fermarsi davanti alla fermata dell’autobus ed il finestrino abbassarsi ed il viso di un ragazzo fare capolino da questo.
“David, dai, salta su!” ed il ragazzo che Kim capisce chiamarsi David, le rivolge un ultimo saluto per poi correre in auto e poco dopo questa parte, lasciando una piccola scia di acqua che colpisce anche Kim che si ritrova leggermente bagnata fino alle ginocchia.
Non ha tempo di inveire contro il conducente della macchina perché il suo autobus si ferma e deve salire.
In poco più di una mezz’ora è scesa a Kiel e seguendo le indicazioni del ragazzo, riesce a raggiungere il supermarket nel quale compra tutto ciò che gli è stato elencato dalla nonna e, solamente in u quarto d’ora, riesce ad uscirne e, soprattutto, portando solamente tre sacchetti, neanche troppo pesanti.
Rientrata casa, lascia la spesa in cucina.
“Questa sera andiamo in centro. Tutti gli anni, sotto la vigilia c’è una piccola recita dei bambini e poi qualche esibizione generale di compaesani” le dice la nonna, infornando il pollo per il pranzo e compiendo questo gesto non le riesce di vedere la faccia leggermente scocciata della nipote Esibizioni delle elementari e di cori in vestiti tipici “E ci sono diversi stend. Faremo cena lì, ci sarà anche tuo zio Markus con la famiglia.” Continua a spiegarle la nonna e a lei non resta che annuire.
Dopo di che, torna nella sua stanza dove trova Tim intento a leggere lungo sul letto. Sentendo la porta aprirsi con un leggero cigolio, alza appena lo sguardo dalle righe scritte.
“Saputo il programma serale?” le domanda Kim, buttandosi di peso sul letto, con un leggero sbuffo finale.
“Ti riferisci ad una tradizione di paese che comprende esibizioni e stend?” le domanda ridendo appena, riprendendo la lettura del suo libro. Lei annuisce con i capo, sommergendolo poi sul cuscino, facendo ridere maggiormente il fratello.
“Sarà orribile!” si lamenta, con il suo della voce attutito dal cuscino.
“Su, dai, non è detto…” cerca di convincerla Tim, senza però riuscire a trattenersi dal ridere e attirando, in questo modo, lo sguardo truce della sorella.

   
 
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