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Autore: Logic Error    01/07/2011    1 recensioni
[[Persona 4]]
//Dal momento che le fict di P4 finiscono nel tag di P3 in mancanza di un tag proprio//
Fict su Adachi di Persona 4. E' un personaggio così triste.
Ciò che ha detto Naoto è vero, si comporta come un bambino viziato allra ricerca di una strada già decisa e già spianata, senza difficoltà. Mi domando comunque quante delle sue azioni siano state decise effettivamente da lui e quante da Ameno-sagiri.
Oh beh, enjoy it!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Magatsu Inaba

“Come puoi dire una cosa del genere...? Non sei un poliziotto? Nonostante tutto quello che hai fatto...non hai scelto spontaneamente di entrare nella polizia?”"Non farmi ridere. Entrare nella polizia non ti trasforma in una sorta di “agente della giustizia”: Sapete perchè ho fatto quella scelta? Per poter portare legalmente una pistola. E basta. Sareste sorpresi da quante persone la pensano così.”

Adachi Tohru, eh? Bene, benvenuto nella polizia.”
Il capo mi consegnò pistola e distintivo senza troppo entusiasmo e mi disse di tornare il giorno seguente per iniziare ufficialmente.
Onestamente, entrare nella polizia era l'unica scelta logica per me.
Non avevo mai avuto quelle particolari abilità che formano un uomo di potere, un politico o un manager. Non ero però nemmeno un rifiuto, un decerebrato destinato alla disoccupazione o ad un lavoro da quattro soldi.
Ero, insomma...mediocre.
Mediocre.
E' la parola che mi ha accompagnato probabilmente fin dalla nascita.
Nonostante la memoria non mi permetta di richiamare i miei primi giorni di vita, ricordo alla perfezione la solita litania dei professori, dei tutori e di tutti quelli che hanno avuto a che fare con me.

Oh, no signora è così un bravo ragazzo. Va bene in tutte le materie, non c'è bisogno di preoccuparsi.”
Ed era vero, non c'era motivo di temere per brutti voti. Ma neanche per voti migliori.
Io ero lì, nel mio tranquillo mezzo, lontano dal puzzo degli inetti, ma anche distante dalla potente luce dei più bravi.
Eppure nessuno mi ha mai spronato a dare di più. Non ce n'era bisogno.
Avevo forse quello speciale dono chiamato talento? No, nessuno me l'aveva mai riconosciuto.
Ci pensavo molto spesso.
Al motivo per cui io non fossi stato “scelto” dal cielo per avere qualcosa di speciale.
Camminavo per le strade di Kyoto solo coi miei pensieri, passando distrattamente lo sguardo da un cartellone pubblicitario all'altro.
Sembravano fare a gara per attirare la mia attenzione: man mano che camminavo, gli spot diventavano sempre più grandi, sempre più luminosi, sempre più estremi.
Ed io pensavo: “E' davvero giusto così? Sono davvero felici così?”
Mi ricordai dei miei compagni di classe, tutti presi nella loro lotta per la supremazia.
Studiare, studiare, avere buoni voti, eccellere, frequentare un'ottima università, trovare una brava moglie, portare avanti una famiglia.
Quelli erano i loro indiscussi obiettivi; ma era davvero quello che desideravano?
No, ci avrei giurato.
Probabilmente io ero un privilegiato.
Mi trovavo in quella speciale casta di persone che non hanno bisogno di combattere perchè non ne hanno la forza e perchè non ce n'è bisogno.
E guardavo così, da una relativa distanza, i volti di tutti quei ragazzi e quegli uomini che se in apparenza comunicavano forza di volontà e di spirito, chiedevano libertà in ogni loro goccia di sudore e ruga e lacrima.
Se solo...avessero smesso di...combattere e...e smettere di voler prevalere. Che male c'era ad essere tutti uguali?

Credevo che sarebbe stato divertente. Invece, tutti quelli che mi circondavano era degli idioti. Ho fatto soltanto un piccolo errore durante un caso e mi hanno mandato qui a Chissàdove come punizione...”

Già, anche se l'avevo capito troppo tardi, gli uomini sono degli idioti.
Vogliono prevalere, modificare l'ordine delle cose...ma sono troppo deboli per cambiare la realtà e finiscono per accettarla così com'è. Soltanto quei pochi con il marchio del “talento” hanno successo,ma...poi? Cos'accade poi?
La realtà non si cambia, rimane sempre noiosa e insignificate com'era dall'inizio.
E rimane soltanto la disperazione. E la rabbia nei confronti degli altri.
Suppongo sia proprio questo il motivo per cui sono stato mandato ad Inaba.
Il capo doveva aver avuto qualche discussione, problema in famiglia e...bum, ha scaricato tutto su di me.
Mi avevano affidato un caso abbastanza semplice e lineare, ma ero stato comunque costretto a fare coppia con un poliziotto più “esperto” di me.
E quest'ultimo ovviamente non mancava di ricordarmelo.

Dobbiamo solo arrestare questo rapinatore, niente di più. Casi come questi succedono quasi ogni giorno qui, capito? Cerca di fare attenzione e di non farmi perdere lo stipendio, capito pivello?”
Io annuii soltanto e sorrisi, comportandomi da novellino impacciato.
Se c'era una cosa che avevo imparato alla perfezione era sorridere comunque: comportarmi da duro che senso avrebbe avuto? Sorridere e dir di sì, più facile e meno doloroso.
Ad ogni modo, quel caso non andò come previsto.
Il rapinatore era deciso a farsi saltare in aria insieme ad una decina di persone.
Io e il mio “collega” facemmo irruzione della banca, con le pistole cariche e senza sicura.

S-state indietro o qui si muore tutti!” urlò quello che sembrava un ragazzo poco più che maggiorenne. La sua corporatura, il modo in cui teneva stretto un'ostaggio, il suo tono di voce, come puntava la pistola...tutto faceva pensare che fosse un principiante, forse anche più di me.
Il mio partner intraprese un'insensata lotta col rapinatore; il risultato? Entrambi persero le rispettive pistole.

Forza Tohru! Spara!”
Soltanto io ne avevo una.

Se premi il grilletto mi faccio saltare in aria!”
Il rapinatore avvicinò la mano ad un dispositivo che aveva attaccato al petto, senza che il mio collega potesse impedirglielo.
La folla non respirava.
Guardavano tutti me.

N-non posso sparare.”
Fallo e basta!”
I-io...”
Io non avevo scelto quel lavoro per avere delle responsabilità, sapete? Non ero fatto per quel genere di cose, mi sembra di averlo già detto. Cambiare la realtà era impossibile per i talentuosi, figuriamoci per me.

Muovi il culo Tohru, e spara!”
Ma cosa diavolo voleva? Cosa pretendeva che facessi? Mi urlava nelle orecchie come un dannato, come se sparando avessi davvero cambiato qualcosa. Cosa? Ci sarebbe stato un altro rapinatore il giorno dopo e il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Cosa diavolo urlava a fare?

TOHRU! PORCA PUTTANA SPA----”
E sparai.
E colpii lui.
Alla spalla, s'intende. Non era un danno grave.
Il rapinatore ne approfittò e scappò via.
Dopo qualche minuto, venne l'ambulanza a portarci via.

Tohru...si può sapere cosa...”
Non ricordo tutto il sermone del capo, devo ammettere di averlo ascoltato soltanto per circa due minuti.
Si lamentava, lamenta, lamentava....noioso. Ecco cos'era. Noioso come uno dei tanti cartelloni pubblicitari nella strada principale.
Ma chi si credeva di essere? Prima o poi sarà anche lui smantellato e sostituito da qualcuno di più grande e luminoso.
E a nessuno fregherà un accidente.
Fu così che mi ritrovai sul treno per Inaba, consapevole che se Kyoto era stata una tomba per me, questa nuova cittadina sarebbe stata praticamente il mio biglietto per l'Ade.
Eppure, eppure...

“...Già. Ero annoiato a morte e non sapevo cosa diavolo fare, quando...ho scoperto questo potere. Un regalo per essere stato trasferito in culo al mondo, suppongo. Ho fatto tutto questo perchè potevo. Era interessante. E sono stato a guardare.”

Questo potere...era magnifico. Mi sentivo per la prima volta capace di fare qualcosa di concreto per tutti. Sì, perchè io avevo conosciuto il dolore, la frustrazione, i veri desideri del genere umano. Così, quando conobbi il mondo all'interno della televisione...fui praticamente folgorato.
Essere come le Ombre...non invidiare niente a nessuno, non combattere a vuoto, non ascoltare prediche inutili, non pensare...non era forse quello il paradiso?
A dirla tutta...il nostro mondo è obsoleto.
Cerchiamo la pace e vogliamo ottenerla con la guerra.
Cerchiamo la verità e la rifiutiamo una volta trovata.
Cerchiamo di arrivare al “top”, ma questo “top” davvero non esiste.
Perchè allora non diventare tutti ombre...sì, ero sicuro che questo fosse il desiderio inespresso di tutti.
Ecco perchè ho ottenuto questo potere.
Posso portare alla salvezza le persone.
Questa volta posso.

“Voi tutti vede le Ombre come dei mostri, non è vero? Loro sono fatte di puro istinto! Sono esseri selvaggi perchè voi vi opponete a loro! Voi noiosi ragazzacci non siete desiderati in questo mondo! S-stupidi teenagers! Non avete la minima idea di tutto quello che ho dovuto passare!”

E.
Il buio.

Qualche giorno dopo

D-dopo. Di preciso non ricordo cosa successe dopo.
Io e quei ragazzi combattemmo.
E persi.
Eppure, dopo la battaglia, loro decisero di non uccidermi.
Uscimmo dal televisore e trovai una barrella ad attendermi.
Dojima l'aveva fatta portare per me.
Non so perchè ancora penso a quel giorno, adesso che sono in prigione.
Non so perchè ho deciso di confessare o perchè ho mandato quella lettera ai ragazzi, per aiutarli.


Sono ancora convinto che gli uomini sono deboli. E stupidi.
E che forse non sarei qui a pormi tutti questi interrogativi, se fossi diventato un'Ombra.
Ma forse è giusto che l'epilogo sia questo.
Il mondo forse non è ancora pronto per cadere completamente nella nebbia.
Forse ha ancora un briciolo di speranza.

Forse.

   
 
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