Mai sentito nominare

La porta della depandance si aprì con un tonfo e sulla soglia apparve il giudice con tanto di smoking, pronto per la Cena di Gala per i giudici della Corte Suprema nell’albergo più in di Los Angeles.

«McCormick, ho qui il tuo vestito per la serata», disse avanzando nel piccolo salotto.

L’interpellato mise la testa fuori dal bagno e osservò Hardcastle. «Giudice, ma è sicuro che anche lei sia stato invitato alla cena?»

«Lo metti in dubbio, forse?» chiese il giudice, accomodandosi sul divano.

«No, è solo che...», iniziò l’altro, ma si interruppe rendendosi conto che non l’avrebbe certo convinto del contrario.

«Hai lucidato la Coyote, vero?» domandò ancora Hardcastle cambiando discorso.

«Sì: lavata, profumata, lucidata e... potrebbe anche mangiarci sopra», rispose Mark leggermente spazientito.

Hardcastle annuì, in attesa che il giovane fosse pronto.

Uscirono di casa dopo quella che al giudice parve un’eternità, visto che Mark non aveva fatto altro che sbuffare e brontolare.

«Beh, potresti anche ringraziarmi», disse a un tratto Hardcastle. «A queste cene, di solito ci sono sempre un sacco di belle ragazze».

Mark non rispose e si limitò a mettere in moto la Coyote.



«Invito, prego» disse un energumeno all’ingresso della Sala Blu, squadrando i due da capo a piedi.

«Come scusi?» domandò il giudice allibito.

«O mi fa vedere l’invito o lei non entra», spiegò con voce monotona. Evidentemente Hardcastle non era il primo che arrivava... a mani vuote.

«Sono il giudice Milton C. Hardcastle, quindi esigo che lei mi faccia passare», rispose con tono severo.

«Mai sentito nominare», disse il buttafuori. «E tu, riporta a nanna il vecchietto, ha bisogno di riposo», suggerì rivolto a Mark.

«Ma come...».

L’energumeno non seppe mai cosa volesse dire Hardcastle, perché Mark lo trascinò via prima che potesse finire in ospedale.