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Autore: Starfantasy    02/07/2011    1 recensioni
Sara ha sedici anni. La gente le dice che ce l'ha con il mondo, ma in realtà ha solo bisogno di essere compresa. Sara ha tanti sogni che non ha il coraggio di realizzare. Sara ha una vita, che in fondo le piace, anche se dimostra il contrario. E poi Sara ha anche degli amici, che non può mai vedere. Non a causa di gentori despotici, no. A causa della lontananza. Sara ha degli amici che adora, ma che non ha mai visto. Perché li ha conosciuti su internet.
E sono tante le paure, all'inizio. Ma poi Sara si accorge che vuole a tutti loro un bene profondo, e sincero. Soprattutto a Leonardo, a cui è legata in un modo particolare ed ancora più forte, ed ha terribilmente paura di capire quale sia questo modo.
*-.*-.*-.
Dedicato ad una persona davvero speciale, che paradossalmente spero non la legga mai...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I.






 

Non so se vi è mai capitato uno di quei giorni in cui hai qualcosa da fare ma non hai assolutamente voglia di farla. Beh, a me capita spesso. Anche troppo. A me non dà fastidio, agli altri sì. Soprattutto ai miei.
Comunque non potevo dire di no, questa volta. Stavamo andando a comprare i mobili per la mia nuova stanza, e questo era il punto vincolante. Perché se tanto non mi preoccupo io, allora perché dovrebbero preoccuparsi loro? Così ho accettato senza discussioni. Ho chinato il capo, finto di non avere nulla da obiettare, e li ho seguiti. Non so ancora se rimpiangermelo o no. Forse se non fossi andata con loro il peso del nostro PicUp sarebbe stato diverso e non sarebbe andata come è andata. E la fisica ci avrebbe risparmiato la sua dimostrazione di validità, o almeno così ci sarebbe sembrato.

Avevo già salutato tutti la sera prima. Diligentemente, quasi fossi stata una mamma che va a dare il bacio della buonanotte ai suoi figli, ho mandato un messaggio a tutti i miei amici di Piazza.

Ore 23.57 Stara: Notte Lola!
Ore 23.57 Eleonola =D : Notte bellezza! Vedi di rifarti viva se sopravvivi (scusa il giochino di parole LOL!)
Ore 23.57 Stara: Speriamo... =\
Ore 23.58 Eleonola =D : Su, su! Ci sentiamo quando torno :) Baci!
Ore 23.58 Stara: Baci!

Ore 23.58 Stara: Kiki domani non ci sono causa pallosissimi acuqisti familiari. Ci vediamo forse verso sera! <3
Ore 23.59 Chiaranotte1: Ok Sara, fai buoni acquisti! =)
Ore 23.59 Stara: Bella battuta! Ciao... xD
Ore 23.59 Chiaranotte1: Ciao :-*

Ore 00.01 Stara: Hey genio, vado a dormire altrimenti domani non mi alzo più. Vedi di fare il bravo mentre non ci sono!
Ore 00.01 Mulder: Credo che darò un party.
Ore 00.01 Stara: Se trovo la Piazza in disordine ti bandisco u.u
Ore 00.01 Stara: E poi vengo a prenderti e ti spezzo le gambine! =D
Ore 00.03 Mulder: Dolce come una cacca di mucca. Nulla di strano. Vedi di perderti mentre vai in là! =D
Ore 00.03 Stara: Tenterò, ma non assicuro risultati... notte! x)
Ore 00.03 Mulder: Ciao! :P

Ore 00.03 Stara: Hey, io vado.
Ore 00.04 Leeocorno: Ok, ci sentiamo poi.
Ore 00.04 Stara: ...
Ore 00.04 Stara: Spero presto, visto che erano settimane che non ti sentivo...
Ore 00.04 Leeocorno: Scusa, sono stato impegnato. Giuro che sarò più presente
Ore 00.05 Leeocorno: xD
Ore 00.05 Stara: Smetti di ridere quando prometti, non sei credibile <.< E cambia nick.
Ore 00.06 Leeocorno: Sissignora! Divertiti domani =)
Ore 00.06 Stara: Come siete tutti spiritosi stasera... notte =)
Ore 00.06 Leeocorno: Notte principassa.
Ore 00.07 Stara: -.-"


Più facevano gli idioti, più mi mancavano. Ero terribilmente frustrata quando dovevo lasciarli per qualche motivo. Ovviamente nessuno mi avrebbe capita se l'avessi detto, al contrario. Mi avrebbero preso in giro e probabilmente umiliata. Certe volte mi sentivo in trappola, come dice Rose in Titanic. Non credevo fosse possibile, e invece sì. Evidentemente faceva parte di quella sfera di sentimenti incomprensibili anche a se stessi che si prova durante l'adolescenza. Tutti dicono di sapere bene come funziona, ma poi si lamentano che non sanno come prenderci, che siamo intrattabili e che non ci sopportano quando facciamo 'così'. Cioè quando ci lamentiamo. Cioè spesso, è vero. Però poi va a finire che non ci ascolta mai nessuno per davvero, e ci dicono che lo fanno perché tanto, in quanto adolescenti, la nostra parola vale la metà di quella di chiunque altro, perché non pensiamo davvero quello che diciamo.
Balle. Pure, comode e grossissime balle. Diciamocelo, sono generazioni che va avanti questa storia dell'incomprensione. La verità è che li spaventiamo, perché siamo diversi ed indipendenti, lontani da come ci hanno allevato perché, come la stragrande maggioranza delgi esseri umani, abbiamo nostri ideali.
E' difficile stare svegli quando hai dormito tre ore la notte per non precisati motivi e stai pensando a cazzate come il modo di risolvere i conflitti intergenerazionali. Però è anche difficile dormire, con la musica di trent'anni fa nelle orecchie e un bocchettone che ti spara aria fredda addosso. Gli altri invece erano sveglissimi. Chiacchieravano, mia sorella vicino a me ascoltava musica, mio padre continuava a parlare di che colore avrebbe dovuto essere la librera perché non stonasse con le pareti e mia madre fissava la strada, e ogni tanto canticchiava. Non riuscendo a dormire, mi sono messa a pensare. A pensare a noi.
Al gruppo del Piazza. Il Piazza, per chi non l'avesse ancora intuito, è un Forum. Su internet. Presente il Wild World Web? Ci sono dei posti, lì, dove puoi incontrare altra gente. E puoi anche stringere amicizie piuttosto forti. Assurdo da credere, se non l'avete provato. Anche io ero scettica all'inizio.
Ma poi ho incontrato (per modo di dire) loro. Un gruppo enorme di ragazzi e ragazze con tanto in comune, che se vivessero vicini probabilmente uscirebbero insieme tutti i pomeriggi. Solo che così non è, quindi si trovano dei compromessi, come il Piazza.
Il Piazza è diventato un po' una seconda casa. L'abbiamo arredato virtualmente, ci siamo costruiti delle regole, dei principi comuni, e poi l'abbiamo diviso in stanze, ognuno la sua, più quelle per gli hobby come il design del web, con cui Simon è fissato. Ed è molto bravo, scommetto che farebbe invidia a qualunque grafico pubblicitario.
Ovviamente, fra tutti, ci sono quelli con cui lego di più. Ad esempio Eleonola, detta Lola, anche se il suo vero nome è Serena. Oppure Kiki, che si chiama Chiara e vive in Germania sei mesi l'anno perché suo padre vive a Berlino e sua madre a Venezia. O ancora Mulder, il cui nickname può facilmente riportare alla sua più grande fissa, gli X-Files, e che sa più cose sugli alieni che lettere dell'alfabeto, e di cui non ho mai scoperto il vero nome. E poi c'è il più grande, pazzo, simpatico e (a mio parere) intelligente di tutti. Si chiama Leonardo, ed abita diecimila chilometri di distanza da me, ma è la persona con cui più mi trovo bene. In tutto il mondo, forse. C'è un legame davvero forte fra noi, ed è stato lui a farmi notare, inconsciamente, che credevo nell'amicizia a distanza. Mi aveva anche dato delle ripetizioni di fisica, tempo fa, nonostante fosse più piccolo di me di un anno e quindi teoricamente meno esperto in materia. Solo che io sono sempre stata una schiappa in fisica, quindi anche mia nonna avrebbe potuto aiutarmi, probabilmente.
A proposito di fisica, pensai aprendo gli occhi, stavamo andando decisamente veloce, persino per essere in autostrada. Il nostro mezzo non teneva bene la strada, anche se aveva la sua imponenza. E poi in curva. La velocità tangenziale era troppo alta, l'attrito troppo basso, e la forza centrifuga, di nuovo, troppo alta. Soprattutto sul tettuccio, dove l'aria non aveva ovviamente lo stesso attrito dell'asfalto. Se avessimo continuato così ci saremmo ribaltati.

E' stato il primo problema a stima di fisica che mi sia venuto senza dover essere ricalcolato.
Ci siamo ribaltati sulla strada senza tanti complimenti. Mamma ha imprecato, papà non è riuscito a spiccicare parola e Silvia, mia sorella, come al solito non aveva fatto altro che aspettare in silenzio. Poi quello che ricordo è un clacson. Due, tre. E poi nulla. Buio.

Mi sono svegliata in ospedale. In testa ancora il ricordo di mia madre che faceva il culo a mio padre perché non si era allacciato la cintura. Non mi è stato facile capire cos'era successo, anche se la prima cosa che avevo visto era stata mia zia in lacrime che mi accarezzava il viso. Avevo sentito un infermiera farneticare qualcosa, del tipo che ero ancora in stato confusionale e che per lungo tempo non avrei potuto capire che li avevo persi. Solita demenza dei dottori, a quanto pare era vero che non sanno quello che dicono. Non avrei mai più seguito i cosigli del mio medico su cosa prendere quando mi veniva mal di testa da sindrome premestruale. Persi? Persi cosa? Non ci capivo una cippa. Però avevo un brutto presentimento.
E poi d'improvviso ho sentito. Li avevo persi. Loro. La mia famiglia.
A quanto pare, ero l'unica sopravvissuta all'incidente, miracolosamente risparmiata dalle ruote del camion che ci era passato sopra, schiacciando il nostro PicUp come una lattina di Cocacola vuota.
Ero uscita tre giorni dopo, il 'lungo tempo' era stato più breve del previsto. E già sapevo tutto. Me l'aveva detto la zia: papàera morto sul colpo. Mamma e Silvia erano state portate via in ambulanza, ma Silvia era morta nel viaggio e mamma appena aveva raggionto l'ospedale. E io, io avevo soltanto una costola rotta, due slogature, molti lividi e qualche taglio. Fine.
La fisica mi aveva risparmiata.
E non riuscivo nemmeno a piangere o a disperarmi. Ero indifferente, da fuori, come non lo ero mai stata. Non provavo nulla agli occhi degli altri. Anche agli occhi dello psicologo ero neutra. L'utilità delle Lauree evidentemente non c'era.
Dentro era tutto come prima. Provavo sempre gli stessi sentimenti, o meglio, ne provavo di peggiori. Ma come al solito, non li dimostravo come avrei voluto. Così, era andata a finire che era cambiato tutto fuori, e nulla dentro.
E così per tutti, credo. Quando d'improvviso tutto cambia, ma dentro tu rimani uguale a prima.

   
 
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