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Autore: Poisoned_Tear    02/07/2011    8 recensioni
Quando sono vicina alla meta, ricevo uno schiaffo in pieno viso.
Ayleen e Ville sono sotto un solo ombrello davanti alla sala prove.
Ho sempre pensato che condividere un oggetto in due, sia qualcosa di molto intimo.
Come se questo non bastasse, pochi secondi dopo divento spettatrice di una scena che mai avrei creduto facesse così male. Si baciano.
Un vero, romantico e passionale bacio sotto la pioggia battente.
Sento il cuore frantumarsi in mille pezzi. E di colpo lo scrigno del mio cuore si apre e mi spiattella in faccia la verità più cocente.
Io.
Amo.
Ville.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The secrets you keep from me

 

«Lift the lid of your heart's casket in the arms of rain
We’ll drift along this river of sadness 'til we feel no pain
Baby it's the Hail Marys for the secret you kept from me
Hail Marys for tomorrow's dream»

 


***



-Io lavorare con quella lì? Non lo farò mai!-

 

 

Le ultime parole famose.

Tipico di Ville. Quando non conosce una persona si mette sulla difensiva.

Quando invece la persona in questione è una donna e lo attrae più di quanto voglia ammettere, attacca. Ed è quello che è successo oggi. Un semplice incontro con la nascente stella della lirica, Ayleen Lindberg ed è partito per la tangente. Ovviamente non si è premurato di conoscerla.

Si è limitato a studiarne l'atteggiamento e sbuffare quando si è azzardata a dire qualcosa.

Certo, è così giovane eppure già così maestosa nel modo di fare.

Senza contare che è di una bellezza che toglie il fiato. E se lo dico io che sono una donna, è davvero così! Mi sono sentita in imbarazzo ad avere indosso una semplice canotta degli Iron Maiden e una mini gonna, quando l'ho vista arrivare avvolta in un abito a stampa floreale tutto verde.

Inutile aggiungere che Ville è rimasto completamente a bocca aperta. Cosa che si è protratta fino a che l'incontro si è concluso e lui ha concluso a sua volta che non ci avrebbe lavorato. Che non era convinto neanche un po' di questa collaborazione. E via discorrendo.

Prima di uscire, Seppo mi ha bloccata, intimandomi di convincerlo a farlo.

“A te il lavoro sporco” è quello che mi ha detto. Come sempre.

Il fatto è che lavorare per delle persone con cui sei anche amica, sembra una cosa stupenda. Ma lavorare con Ville Valo, non è la cosa più semplice del mondo. Anzi è proprio una bella fregatura!

C'è di buono che conoscendolo, posso usare certi suoi segreti imbarazzanti per fargli fare il suo lavoro. Da quando Seppo mi ha presa sotto la sua ala protettrice, mi ha insegnato a lavorarmelo.

 

***

 

Inarco il sopracciglio ed apro la lattina di coca cola mentre attendo che smetta di fare avanti e indietro. “Vuoi fare per caso una buca?!” Gli domando laconica.

Ville si blocca e mi guarda in tralice. Peccato che quello sguardo con me, non attacca.

“Smettila. E' per beneficenza e lo farai. Giusto? Quindi perché non saltiamo la parte della paranoia e arriviamo al punto in cui tu sospiri e dici 'Lo farò'?”

Gli si apre un sorriso. Sospira con fare drammatico e alza le mani.

“E va bene. Lo farò”

“Ottimo. Prenditi una coca cola, ti si è seccata la gola!”

Scoppiamo a ridere entrambi.

Tra di noi è così. Ci conosciamo da troppo tempo, e ci capiamo al volo.

Lo osservo mentre sento le bollicine che mi solleticano il palato. Ingoio.

 

“Ti piace”

Si siede accanto a me e mi guarda con la coda dell'occhio. “Che stai dicendo?!”

“Sto dicendo...Che Miss 'Puzza sotto il naso', come l'hai definita, ti piace. E anche tanto!”

“Emma...Emma...Emma, se non ti conoscessi direi che sei gelosa!”

“Oh...Non ci provare Ville. Ti piace. Punto e basta. Ma si dà il caso che tu ci debba lavorare e questo ti imbarazza da morire”

Soddisfatta della mia analisi psicologica da quattro soldi, mi alzo in piedi e mi stiracchio.

Ormai lo conosco come le mie tasche e questo lo manda in bestia.

“Lo sai che sei una stronza?! Sei anche peggio di Seppo”

“Ed è per questo che ormai manda me a trattare con te. A domani!”

Mi porto dietro la mia lattina di coca cola, ed esco da casa sua per tornare alla mia, lasciandolo così, senza dargli modo di replicare.

 

***

 

Non mi stupisco quando il mattino dopo in sala prove, Ville mi tiene il muso.

Ma la cosa non dura molto, perché quando Ayleen compare sulla soglia, sul suo viso si dipinge un sorriso da pesce lesso che tenta di nascondere in tutti i modi. Faccio per dire qualcosa ma il mio commento viene interrotto sul nascere da un “Non dire una parola”

Alzo le mani in segno di resa e riesco a soffocare una risata, abbassando la testa sul mio blackberry.

A metà mattinata, Ville si è sciolto. Ha finalmente finito di fare scena muta ed emettere solo versi indistinti simili più a grugniti. In compenso Ayleen sta sciorinando tutto il repertorio femminile per farlo pendere dalle sue labbra. Beh, ci riesce davvero bene. E' una serie di pratiche che io non ho mai imparato. Giocherella con una ciocca di capelli, gli tocca la spalla, assume un atteggiamento accomodante. E Ville ci casca con tutte le scarpe.

Quasi sono rapita anche io dal suo modo di fare.

Noto le guance rosse di Ville quando Ayleen gli fa i complimenti sul testo che ha scritto in soli due giorni. L'ha punto sul vivo.

Gonfia l'ego di un uomo e lo terrai per gli attributi!

 

Ad un certo punto, credo di non farcela più. Devo uscire dalla stanza a fumare una sigaretta.

“Gelosa?” Migè compare al mio fianco e a sua volta si accende una sigaretta.

“Congelata” rispondo di rimando, visto che fuori ci sarà una manciata di gradi sotto lo zero.

“Da quando ha smesso di fumare, noi comuni mortali siamo confinati a farlo fuori”

“Già”

“Ancora non hai risposto alla mia domanda” incalza.

Credevo di averlo fregato!

“Non sono gelosa, Migè. C'è stato solo un bacio, è successo mille anni fa, ed eravamo anche parecchio sbronzi. Questo è quanto”

Quest'ultimo esplode in una risata e io lo guardo sconvolta. So che sta per dirlo.

“Ma a me pare – comincia- che sia accaduto il penultimo 31 di Dicembre. Non eravate sbronzi e poi siete scomparsi misteriosamente dal Tavastia”

Reprimo un gemito in uno sbuffo.

Ci metto un po' a formulare una frase di senso compiuto, o meglio, una balla.

“E' stato solo un bacio augurale. E quando entrambi siamo andati via, io sono andata a casa mia e lui a casa sua”

Il che è vero in parte. C'è stato solo un bacio. Solo che sul taxi che abbiamo condiviso ne sono seguiti altri. Arrivati sotto casa mia, l'ho invitato a salire. Lui ha gentilmente declinato l'offerta.

E poi abbiamo parlato sotto il portone per un'ora. Di quella sera non abbiamo mai parlato. Io non ne ho mai avuto l'intenzione e nemmeno Ville.

 

“Un bacio durato mezzo minuto?!”

“Ohhh quanto rompi!”

Butto la sigaretta e rientro dentro. Non credo esista qualcuno più petulante di Migè.

 

Quando decido di andare via, è ormai pomeriggio inoltrato.

Ayleen e Ville sono presi dal loro lavoro. Saluto tutti ma i due non mi sentono nemmeno.

Tiro dritta per la mia strada con le mani in tasca e torno a casa.

 

***

 

I giorni a seguire sono pressappoco identici.

I due artisti si chiudono in una bolla dove esistono solo loro. Una bolla dentro la quale nessuno osa entrare. Men che meno io. Qualcosa è cambiato tra di loro.

L'ho notato. Ormai non c'è più imbarazzo, si prendono a meraviglia.

Lui finisce le frasi di lei. E viceversa.

 

Ed oggi finalmente ci faranno ascoltare una piccola anteprima dal vivo in sala prove.

Non vedo né sento Ville da almeno una settimana. Si sono letteralmente chiusi in studio a fare le ore piccole. Non ho voluto disturbarlo. Anche se devo ammettere che invidio Ayleen.

In realtà invidio chiunque possa rubare a me del tempo da passare con Ville.

Lui invece a quanto pare non lo è.

Inoltre so bene che quando è preso dalla sua musica non ce n'è per nessuno.

Ma questa volta è diverso. Stavolta è preso da Ayleen.

 

Fuori piove a dirotto. Il cielo si squarcia e un lampo precede un tuono che rimbomba per le strade di Helsinki. Mi avvolgo nell'impermeabile e stringo forte l'ombrello.

Adoro camminare sotto la pioggia.

Mi premuro a raggiungere la sala prove in fretta, non voglio arrivare tardi.

 

Ma quando sono vicina alla meta, ricevo uno schiaffo in pieno viso.

Ayleen e Ville sono sotto un solo ombrello davanti alla sala prove.

Ho sempre pensato che condividere un oggetto in due, sia qualcosa di molto intimo.

Come se questo non bastasse, pochi secondi dopo divento spettatrice di una scena che mai avrei creduto facesse così male. Si baciano.

Un vero, romantico e passionale bacio sotto la pioggia battente.

 

Sento il cuore frantumarsi in mille pezzi. E di colpo lo scrigno del mio cuore si apre e mi spiattella in faccia la verità più cocente.

 

Io.

 

Amo.

 

Ville.

 

Io amo Ville.

 

Li vedo entrare dentro. Sento le loro risa perforarmi i timpani.

Quindi indietreggio. Voglio allontanarmi da quello che è appena successo fuori e dentro di me.

Così fuggo a casa. Mentre corro, i miei piedi sbattono pesanti sulle strade ricolme d'acqua. Non sento l'acqua gelida che schizza sulle mie gambe scoperte. Le mie lacrime crollano a terra e si confondono con la pioggia.

Quando entro in casa, mi chiudo la porta dietro la schiena.

“Io non sono innamorata di Ville”

Mi dico con il fiatone. Mentre il cuore mi scoppia nel petto, continuo a ripeterlo ancora e ancora. Non riesco a convincere me stessa neanche una volta.

 

E' pomeriggio inoltrato quando mi decido a riemergere dal piumone.

Non ho toccato cibo per tutto il giorno. Mi sono limitata ad asciugarmi e mettermi in pigiama.

Oltre al danno anche la beffa. Mi sono beccata un raffreddore in piena regola.

Ne ho approfittato per sotterrarmi sotto le coperte e dimenticarmi del mondo.

Soprattutto del bacio. Sapevo che si piacevano. Sapevo che sarebbe successo.

Eppure ero convinta che non mi importasse.

Afferro il cellulare che scoppia di notifiche. Varie chiamate perse.

Un paio di sms di Migè che mi chiede che fine ho fatto, perfino uno di Seppo che riesce a risultare inquietante anche attraverso un messaggio, e uno di Ville.

 

Perché non sei venuta a sentirci?! Stai bene? Chiamami, V.

 

Ovviamente, non ci penso nemmeno.

Immediatamente si forma dentro di me lo stupido e infantile pensiero che sia strano abbia trovato il tempo di scrivermi, visto che è preso da qualcun altro. E con questo credo di avere toccato il fondo. Non posso essere stata così ottusa per un anno e mezzo.

Probabilmente è soltanto istinto di protezione. Non c'è altra spiegazione.

 

Sto per decidermi a tornare al mio nascondiglio, quando sento il campanello.

Sbuffo sonoramente e mi trascino pesantemente alla porta. Sento le guance in fiamme e a stento respiro. Apro il portone e mi si para Ville davanti.

Mi studia.

“Ma che hai?”

“Influenza. Anche il tuo entourage è umano sai? Non solo voi star famose e delicate”

So di parlare a sproposito. Mi capita sempre quando sono a disagio.

E adesso, credetemi, sono davvero molto a disagio. Ed è strano.

Perché con Ville non mi è mai capitato. Mai.

“Ti girano?”

Mi chiede mentre si siede sulla poltrona accanto al divano.

“Sai com'è non è che il raffreddore mi renda felice”

Borbotto concentrandomi a ripiegare in malo modo la coperta che mi ero portata dietro.

“Ho capito. Ripasso domani”

Si alza e fa per aprire la porta quando la bocca si apre prima che il cervello possa entrare in funzione. “Massì vai, vai pure. Ayleen ti sta aspettando. Vorrà ripetere il bacio da film che vi siete dati oggi”

Ville richiude la porta “E' per questo che ce l'hai con me?”

“Non ce l'ho con te”

Mento spudoratamente. So che non mi crederà.

“Emma...” Fa per abbracciarmi ma lo scanso con la mano.

“Lasciami”Il gesto mi costa più fatica del solito. Vedo tutto sfocato. Poi il buio.

 

Quando mi sveglio, provo una sensazione piacevole.

Mi ritrovo sul letto, ingabbiata letteralmente dalle sue braccia. Cerco di muovermi con delicatezza per non svegliarmi. Ma voglio sganciarmi dalla sua presa.

Ci sono quasi, quando “Dove credi di andare?”

Apre un occhio. Poi l'altro.

Mi attira a sé e finiamo naso contro naso. Poi appoggia le labbra contro la mia fronte.

“La febbre è passata. Così forse la smetterai di delirare”

“Non stavo delirando” Ribatto subito e cerco di divincolarmi.

Ma più ci provo, più Ville stringe saldamente.

“Lo stavi facendo eccome. Era il delirio di Emma verde di gelosia!”

Ride da solo per la sua battuta. Odio quando lo fa.

Preme l'indice contro le mie labbra prima che possa ribattere ancora.

“Se ieri sera non avessi dato spettacolo, mi avresti dato il tempo di dirti che io e Ayleen ci siamo baciati – comincia- Ma che soprattutto non ho provato niente”

Sbuffo sonoramente. Anche se devo ammettere che la cosa mi solleva.

“Non capisco perché tu me lo stia dicendo”

Ville alza gli occhi ed esasperato emette un sospiro.

“Perché non ho provato quello che ho provato con te. Oh insomma Emma, siamo due cretini”

“E...?”dico speranzosa.

“E io amo te e tu ami me. Basta stronzate”

Gli si apre un sorriso a dir poco disarmante.

Tutte le mie difese crollano e mi mordo il labbra prima di annuire.

“Ok. Basta stronzate”

 

Mi circonda il viso con le mani e mi bacia con dolcezza.

 

 

In the arms of rain we are free...

 

***
 

Note dell'autrice: In attesa che mi torni l'ispirazione per l'altra fan fiction, ieri mi è venuto lo spunto per questa one shot molto breve. Ovviamente non serve precisare che se c'è una canzone che mi ha dato la spinta è In The Arms of Rain. Il che è alquanto strano in quanto di tutto Screamworks è forse quella che mi piace meno. Ma vado anche a periodi. Ad ogni modo il testo merita eccome. Non mi dilungo oltre. Spero solo che vi piacerà! Chiedo scusa per eventuali errori di battitura o peggio grammaticali, se ve ne saranno ma al momento mi sfuggono :)
Un bacio grande, Francesca.


   
 
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