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Autore: visbs88    04/07/2011    5 recensioni
[...]Sara appoggiò una mano sul frigorifero bianco di fronte a lei. Lo aprì, e con un gesto meccanico tirò fuori uno splendido tiramisù, preparato non molte ore prima da Veronica, che era sempre stata una brava cuoca, quello era il suo dolce preferito e Sara l’aveva imparato in fretta. Lo appoggiò sul tavolo e si sedette lentamente su una sedia.
Una lacrima solcò il suo viso.
[...]
Scritta per le iniziative "Un prompt al giorno" (prompt Accendino) e per la 150° Challenge (prompt Tiramisù).
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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MEMORIES

 
Iniziative: Un prompt al giorno e 150° Challenge (Fanworld.it).
Prompt: Accendino/Tiramisù.
Titolo: Memories.
Introduzione: […]Sara appoggiò una mano sul frigorifero bianco di fronte a lei. Lo aprì, e con un gesto meccanico tirò fuori uno splendido tiramisù, preparato non molte ore prima da Veronica, che era sempre stata una brava cuoca, quello era il suo dolce preferito e Sara l’aveva imparato in fretta. Lo appoggiò sul tavolo e si sedette lentamente su una sedia.
Una lacrima solcò il suo viso.[…]
Rating: Arancione/16+.
Generi: Drammatico, Romantico.
Avvertimenti: Fem-slash, Lime, One-shot.
Numero parole (Contatore Word): 1.149.
Disclaimer: i personaggi e i fatti narrati in questa storia sono unicamente di mia invenzione. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.
 
Buona lettura.
 
Era tutto così vuoto e strano, in casa. Freddo.
Il loro primo incontro, era così nitido nella sua mente. Una spiaggia assolata della Sardegna, mare limpido, cielo azzurro, sabbia bianca. Lei, distesa sul suo lettino, i capelli rossi morbidi e lucenti, il semplice bikini blu, gli occhiali scuri che nascondevano gli occhi di un azzurro stupefacente. La noia aveva spinto Sara ad avvicinarsi timidamente a quella ragazza sempre sola. Aveva scoperto il suo nome, Veronica, e che veniva dalla sua stessa città. Aveva una voce melodiosa, Veronica. Nulla a che vedere con la sua; Sara si era sentita fin dal primo istante inferiore. Ma in realtà, non ce n’era mai stato motivo.
Uno scambio di numeri, la promessa di rivedersi: era così che era iniziato tutto.
Sara appoggiò una mano sul frigorifero bianco di fronte a lei. Lo aprì, e con un gesto meccanico tirò fuori uno splendido tiramisù, preparato non molte ore prima da Veronica, che era sempre stata una brava cuoca, quello era il suo dolce preferito e Sara l’aveva imparato in fretta. Lo appoggiò sul tavolo e si sedette lentamente su una sedia.
Una lacrima solcò il suo viso.
Fissò l’accendino a pochi centimetri dalla sua mano, non si era nemmeno accorta che fosse lì. L’unico difetto di Veronica, il fumo. Prese in mano il piccolo oggetto, azzurro cielo, così simile ai suoi occhi, e iniziò a passarlo fra le dita. Era così piccolo e delicato, pensò. Liscio come le mani di Veronica, ma freddo. Fece scattare la piccola fiammella, osservandola assente. Il loro primo bacio, al parco, sarebbe stato infinitamente più bello senza quel sapore di fumo a rovinare il dolce aroma delle labbra carnose e morbide della ragazza. E così tutti i successivi. Veronica aveva un buon profumo, dolce e vellutato, ma rovinato dall’odoraccio di tabacco e nicotina. Eppure, quella prima volta in cui aveva assaporato le labbra di Veronica si era sentita così inspiegabilmente e totalmente felice, serena, e all’improvviso non le era più importato nulla del giudizio delle persone che le fissavano. Nulla era più importante dell’amore per Veronica.
Lo sguardo di Sara tornò al tiramisù che aveva di fronte. Ogni volta che Veronica lo preparava, i suoi ricordi viaggiavano a quando lo aveva assaggiato la prima volta a casa della ragazza. Dolce e un po’ amaro, ricco di caffè e cacao. Delizioso quanto l’odore dello shampoo alla fragola di Veronica, quella sera. Sara aveva ancora la bocca sporca di crema, quando Veronica l’aveva trascinata sul divano. Ricordava le sue mani che si infilavano sotto la sua gonna, i brividi mentre i loro vestiti si separavano dalla loro pelle, il manto setoso dei suoi capelli rossi che l’avvolgeva, la morbidezza dei suoi seni, il calore della sua femminilità. La gioia che Veronica l’avesse invitata a cena, l’euforia per aver fatto l’amore con lei per la prima volta.
Le lacrime scesero ancora, fissando quella torta così perfetta e golosa che sembrava invitarla ad assaggiarla. Pareva avere addosso l’odore di Veronica: Sara riusciva a vedere le sue mani muoversi delicate ed esperte mentre lo preparava con cura. Rivide il sorriso della fidanzata mentre lei assaggiava la torta, quasi in attesa dei complimenti che di certo le sarebbero arrivati. Sentì la sua risata, limpida anche quando Veronica, in certe sere di allegria e follia, esagerava troppo con l’alcool. Pensò al suo barcollare da una stanza all’altra, brilla per l’eccessiva birra, e a quella volta che si era spogliata quasi strappandosi i vestiti, o a quando aveva dovuto trattenerla con la forza per impedirle di lanciarsi di sotto dalla finestra del loro appartamento.
Una fitta di dolore acuto pervase l’intero corpo di Sara. Cento pugnali invisibili ed infuocati la colpirono, strappandole un singhiozzo. Bruciava, bruciava orrendamente, era una tortura. Per un istante guardò l’accendino che teneva in mano, come a volersi assicurare che la piccola fiammella non avesse attaccato i suoi vestiti, ma già sapeva che non era così. Che era da dentro che quelle lame affilate come rasoi la colpivano.
Ricordò la gita in montagna in cui si erano tanto divertite, nemmeno tanto tempo prima. Quella giornata così bella e soleggiata, le loro risate mentre camminavano fianco a fianco tenendosi per mano. Quando avevano fatto il bagno insieme nel laghetto sotto lo sguardo di tutti, ma cosa importava? L’acqua gelida e i pregiudizi non bastavano a fermare il loro amore, niente sarebbe mai bastato, o almeno era quello che credeva Sara. Si erano asciugate al sole, avevano mangiato i loro panini e un paio di fette di crostata in mancanza del loro tiramisù, avevano giocato a frisbee per quasi un’ora, divertendosi come non mai. Avevano temuto di perderlo fra gli alberi per poi ritrovarlo con un sospiro di sollievo, e quanto avevano riso, dopo. Poi avevano ripreso a camminare in discesa, e Sara era rimasta incantata dall’abilità di Veronica nell’intagliare il legno. Aveva preso il suo coltellino svizzero e un lungo bastone e aveva inciso le loro iniziali e alcuni cuori nella corteccia scura in modo così preciso e artistico da lasciare la compagna a bocca aperta.
Lo sguardo annebbiato di Sara si posò sul quel bastone, in un angolo della cucina, abbandonato e dimenticato, eppure ancora integro. Le incisioni erano nitide, perfette, chiare, quasi pallide. E dov’era il coltellino? Piantato nelle sue costole? Fu così infantile da abbassare lo sguardo a controllare. Scosse la testa, e si accorse di aver bisogno di un fazzoletto. Sentiva le gambe pesanti, non aveva voglia di alzarsi.
Portò un dito bagnato a sfiorare la superficie del tiramisù, sporcandolo di cacao. Lo fissò a lungo, si accorse che le sue dita erano tremendamente pallide. Quasi quanto il  pupazzo di neve che lo scorso inverno con Veronica aveva costruito vicino alla pista da sci, ridendo come bambine. Lo avevano chiamato Mister Snow, avevano avuto un calo di creatività, l’avevano usata tutta per addobbarlo.
Aveva freddo, come quel giorno, non si era coperta abbastanza quella volta. Ma era estate, in quel momento.
Leccò la punta del dito, e il cacao le sembrò mille volte più amaro del solito. Pensò al goccio di liquore che talvolta Veronica aggiungeva al dolce per renderlo ancora più gradevole. Altra fitta al cuore, altre lacrime.
Veronica non era una ragazza con troppe preoccupazioni per la testa. Era sempre stata abbastanza sbadata, distratta, impulsiva e incosciente. Ma tentare di gettarsi da un balcone ubriaca non era nulla in confronto al mettersi alla guida, ubriaca.
Sara lanciò lontano l’accendino, in uno scatto di dolore e di rabbia.
Perché l’aveva lasciata in quel modo così stupido?
Stupida, stupida, stupida. Non aveva pensato a tutti i loro momenti insieme, non avrebbe voluto viverne altri?
Perché era morta?
Con una mano Sara allontanò da sé il tiramisù, incrociò le braccia sul tavolo e chinò la testa, disperata.
Era finita, l’unica cosa che avrebbe potuto dividerle era arrivata troppo, troppo presto.
Niente più risate, fumo, dolci, nulla.
Solo il vuoto, senza Veronica.
 

Ciao a tutti. Premetto, questo è il mio primo esperimento con il Fem-slash, spero di non aver fatto un disastro .-.
Dunque, mi piacerebbe tanto sapere che cosa ne pensate ^^ personalmente, questa shot non mi dispiace ^^ sarei contenta che mi lasciaste una recensione :-)
Visbs88
   
 
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