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Autore: KikiWhiteFly    05/07/2011    4 recensioni
{ "Harry ti presento Sally" - raccolta di missing moments Harry/Sally dedicati a bruciamente }
E Sally non aveva assolutamente nulla a che vedere con il suo stato d'animo, no, Sally era magnifica, amabile, desiderabile e persino sexy; lei, in realtà, avrebbe dovuto ambire a molto di più.
Era lui il problema, solo lui.
Non era Sally, era “l'ideale” che nella sua mente lei rappresentava: era l'incontaminata isola nella quale poteva rifugiarsi ogni volta, il paradiso a qualche metro di distanza.
Ecco perché si sentì un vero traditore lasciandosi trasportare dalle emozioni di Sally, era difficile da spiegare in parole povere, ma gli sembrava quasi di aver commesso un crimine.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ho scritto questa storia alle due di mattina, fondamentalmente per Marta alias bruciamente.

Poiché le nostre epiche conversazioni pre e post-esame non si dimenticano facilmente e credo che, un giorno, rileggerò quei post con un po' di nostalgia – giusto un po', uhm, sono più che felice di essermene liberata : ).

A lei, che mi ha sostenuta e continua a sostenermi sempre – e non parlo solo degli esami, neh.

Ti voglio bene <3.









About a strange relationship












I.



{ pre-friendship }







Sally Albright era la classica moralista: perseguiva i suoi principi, il più delle volte tentava di imporli agli altri, pensava che l'intero mondo dovesse obbedire a delle leggi meccanicistiche – dettate da lei, ovviamente – e nulla le avrebbe mai fatto cambiare idea.


La prima volta che la vide era una bella mattina soleggiata e lei era seduta lì, sui gradoni enormi dell'università di Chicago; solitaria, senza un briciolo di pudore, mangiava una modesta porzione di riso fatto in casa.

Harry la fissò per un buon minuto – la cartella sotto il braccio ed un'ovale di stupore enorme sulla bocca – prima di avvicinarsi a lei. E sarebbe stato scartato a priori – ne era perfettamente conscio – ma, dacché era al mondo, non si era mai tirato indietro di fronte a nulla.


« Harry Burns, non divido il mio pranzo con nessuno. »

Oh, lo immaginava, sarebbe stata più ardua del previsto.

« Dì un po', Sally, quanti uomini conosci che si avvicinerebbero a te per chiederti di condividere il pranzo?»

Sally per un momento tenne il conto con le dita: non prendeva mai nulla sul ridere, lei.

Poi, improvvisamente, sembrò aver avuto un'illuminazione: fece un gran balzo, tanto da far scivolare la ciotola di riso, lo fissò per un momento stralunata e gli andò incontro urlando.

« Razza di... di mascalzone, ecco! Tu vuoi venire a letto con me... tu, tu sei proprio uno stronzo! »

Harry, in quel momento, si pentì di aver sfidato se stesso – e, giurò solennemente, la prossima volta che gli fosse balzata in testa un'altra idea malsana di quel tipo si sarebbe dato un calcio sugli stinchi.

Solo quando la voce di Sally si sciolse, Harry si lasciò trasportare da un sorriso sognante e le disse:

« Veramente, volevo chiederti i soldi per il pranzo. »








II.


{ friendship }







Qualche anno dopo erano diventati amici.

Sally non aveva rinunciato ai suoi principi, anzi, ne aveva imposti altri; Harry, invece, era ormai irrimediabilmente cambiato.

Che ne era stato del suo motto: “Uomini e donne non possono essere amici, il sesso ci si mette sempre di mezzo”, ora che Sally aveva smontato la sua teoria pezzo dopo pezzo?

Proprio così, da non crederci: Harry Burns, per una volta nella sua vita, non avvertiva il fabbisogno naturale di soddisfare la sua fama sessuale con Sally Albright.

Sulle prime pensò che quello sarebbe stato un vero supplizio e, probabilmente, avrebbe resistito per un lasso di tempo assai limitato.

Invece, nuovamente a discapito di ogni congettura, doveva ammettere che l'assenza di sesso con Sally gli permetteva di condividere insieme a lei cose che neppure immaginava di poter ammettere con se stesso.



« Sai, Sally, un tempo ti avrei odiata. Per il tuo... stupido riso avariato ed i tuoi discorsi da donna vissuta. E... invece, scopro che sei l'unica che può dirmi cosa voglio. »

Harry disse quelle parole con il cuore, davvero, lei si era limitata ad abbassare timidamente il capo e sorridergli di rimando.

E sulle labbra di Sally si sciolse anche il suo, di sorriso.


« E, comunque, non era riso avariato: era farro. E non ero una donna vissuta, semplicemente molto più matura... rispetto alla massa di inetti dell'ateneo di Chicago. Rammenti? »

Alzò un cipiglio arcigna, lo faceva tutte le volte che qualcosa non le quadrava bene.

« Sì. Ricordo che eri molto meno presuntuosa, fra le altre cose. »

« L'età deve avermi proprio giovato, allora. »

Decisamente, Harry l'adorava così com'era: irascibile, presuntuosa ed irrimediabilmente modesta.





III.


{ post-friendship }







Ritrovarsi ad abbracciarla nel cuore della notte, sentire la sua fluente chioma agitarsi sul suo ampio torace e trovarsi di colpo ad alitare i suoi stessi respiri era qualcosa che spaventava terribilmente Harry: talmente tanto da fargli pensare di fuggire a gambe levate.

Poi, vide che il capo di Sally si era adagiato sin troppo comodamente e non ce l'avrebbe mai fatta a liberarsene senza svegliarla; così, avrebbe dovuto aspettare fino all'indomani e nel frattempo lasciar che la sua mente si riempisse di domande.


Harry si odiava, in quel momento, per la prima volta nella sua vita andare a letto con una donna lo aveva fatto sentire sporco.

E Sally non aveva assolutamente nulla a che vedere con il suo stato d'animo, no, Sally era magnifica, amabile, desiderabile e persino sexy; lei, in realtà, avrebbe dovuto ambire a molto di più.

Era lui il problema, solo lui.

Non era Sally, era “l'ideale” che nella sua mente lei rappresentava: era l'incontaminata isola nella quale poteva rifugiarsi ogni volta, il paradiso a qualche metro di distanza.

Ecco perché si sentì un vero traditore lasciandosi trasportare dalle emozioni di Sally, era difficile da spiegare in parole povere, ma gli sembrava quasi di aver commesso un crimine.


Quella notte rimuginò a lungo arrivando, infine, a desiderare di trovare le parole più giuste da usare con Sally: “mi dispiace”, era alquanto banale, “è stato un errore”, suonava troppo vittimista, “scusa”, sembrava una parola ipocrita in quel momento.

Solo osservando le prime luci dell'alba, Harry capì: non avrebbe dovuto dirle proprio nulla, qualunque frase sarebbe parsa una scusante; l'unica cosa da fare, arrivati a quel punto, era dichiarare perduta per sempre una grande amicizia.








IV.



{ … love? }







Harry realizzò di esser stato un vero idiota solo la notte di Capodanno, vagando tutto solo per le strade solitarie di New York: osservandole bene Harry si accorse che ogni via da più di un mese a quella parte sembrava vuota, in sua assenza.

Erano le sue risate cristalline a colmarle chiassosamente, era la sua lunga e vaporosa capigliatura a riempire l'aria, era il suo passo sicuro e deciso a fargli amare così tanto quell'immensa città. Ed era così solo per lui, unicamente per Harry Burns.

Alla fine l'amore era quello o, perlomeno, gli somigliava: nient'altro che una grande, immensa, gigantesca via nella quale ognuno trovava la sua risata preferita.

Un bel nodo da sciogliere, vero?

Di tutte le risate di cui New York pullulava, Harry aveva scelto la più irritante possibile; ecco perché si precipitò di corsa da lei, sfidando la sorte fino all'ultimo. E, sebbene sapesse che ormai Sally non ne avrebbe voluto saper più nulla di lui, si disse che doveva provarci.



Tornò a respirare solo quando la vide, distinguibile dagli altri – al solito, insomma, non si smentiva proprio mai – , il suo lungo abito da sera, coordinato ai guanti di velluto nero; diavolo, si disse Harry, era strano che avesse battuto sul tempo qualsiasi altro uomo, Sally avrebbe potuto fare faville quella sera.

Mancava il suo sorriso, però, la sua risata stridula e leggermente frastornante – anche se non glielo avrebbe mai detto – che lo faceva stare così bene: o in quel momento, oppure mai più.

Così, con le ginocchia ormai mollicce ed il cuore in tumulto, Harry si avvicinò a lei e studiò da vicino la sua bellezza.

Le parole, a quel punto, sembrarono uscire di getto: Sally parve piangere e poi sorridere e, di nuovo, sul punto di piangere; ma, quel che più contava, era che quella breve e frastornante risata – seppur di brevissima durata – Harry la udì, davvero.





~





Note:



Sì, insomma, io amo così tanto questo film da scriverci sopra una storia <3.

Ieri sera stavo giusto rivedendo il film e nella mia mente si sono presentati diversi scenari (della serie: quello che una fangirl riesce ad immaginare fa quasi spavento XD), così ci ho scritto su.

Mh, comunque, i primi due “missing moments” sono di mia invenzione: non amo particolarmente scrivere di eventi già accaduti nel film, preferisco di gran lunga immaginare scenari... cioè, per quel che ho visto, credo che un ipotetico primo dialogo tra Harry e Sally sarebbe avvenuto così.

La terza si riferisce ai pensieri di Harry, subito dopo esser andato a letto con Sally – perlomeno, io ho cercato di interpretarli – e l'ultima, alla famosissima scena finale (*-*).


Spero vi sia piaciuta, see you soon ; D.



Kiki.









   
 
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