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Autore: ChiaraLuna21    05/07/2011    0 recensioni
[The listener]
Riusciva malapena a reggersi in piedi. Si poggiò al muro, cercando di prendere più aria possibile nei polmoni.
«Oz, vuoi… vuoi che ce ne andiamo? Possiamo andare a sederci da qualche parte, se vuoi!» non lo avrebbe abbandonato in quel momento…
Scosse la testa. «No… no, no! Io.. io resto! Devo… devo tirarla fuori di li! Io resto!»
Era sicuro, convinto. Non se ne sarebbe andato come l’ultimo dei vigliacchi.
E Toby non l’avrebbe lasciato lì da solo…

Sarebbe stato un giorno normale, se solo non fosse successo che...
Beh,... vi anticipo solo che il personaggio principale è Oz... il resto scopritelo voi...
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: i personaggi non appartengono a me, ma a chi di diritto, e io non ne faccio uso a scopo di lucro, ma solo per il mio divertimento personale.
 

Un giorno qualunque
 

Sandy guardò l’orologio sul muro: le 6,19 pm.
Oz stava per finire il turno e tornare all’ospedale.
Le aveva promesso che sarebbero usciti. Che l’avrebbe chiamata per darle un appuntamento.
Probabilmente vorrà dirmelo di persona.
Al contrario di quello che sembrava, Oz era molto dolce. Non si sarebbe meravigliata se avesse deciso di portarla fuori a cena, o al cinema, o addirittura a fare una passeggiata romantica nel parco.
Prese il cellulare per controllare sa aveva perso qualche chiamata.
Niente. Oz non si era ancora fatto sentire.
Rimise il telefono nella borsa che lasciava sempre sotto il bancone.
Guardò di nuovo l’orologio: le 6,27 pm.
Meglio se vado a controllare il signor Perez.
Se solo avesse aspettato altri cinque minuti. Solo altri cinque maledettissimi minuti. Non sarebbe finita così.
Purtroppo certe cose succedono e basta…
 
Oz era seduto dal lato del passeggero mentre Toby guidava.
«Anche oggi è finita!»
«Già! Cosa fai stasera?»
«Porto Sandy fuori.»
«Ahhhh! Hai capito i piccioncini!» e dicendo questo Toby fece un sorriso tra il sarcastico e il saccente.
«Sì, sì! Prendimi pure in giro! Tanto io stasera esco e tu no!»
«Touché! Allora… dove la porti di bello?»
«Non lo so ancora! Insomma… non ho idee! Sai che faccio? La chiamo! Lo chiederò a lei!»
Prese il cellulare dalla tasca e compose il numero.
 
«Salve signor Perez! Come sta oggi?» disse Sandy con un grande sorriso prendendo in mano la cartella ai piedi del letto.
Il signor Perez era un uomo anziano con il volto coperto da una barba bianca e riccioluta.
Anche i capelli dovevano essere riccioluti un tempo, ma ora tutto ciò che ne restava era una corona argentea che andava da sopra le orecchie a dietro la nuca, lasciando scoperto la maggior parte del capo.
«Meglio! Ma ogni volta che entra qualcuno mi fa venire il latte alle ginocchia con qualche strano sintomo o qualche malattia di cui non ho mai sentito parlare.» e mostrò un enorme sorriso anche lui.
Sandy aprì la bocca per dire qualcosa che però rimase solo nei suoi pensieri.
Sentì la porta dietro le proprie spalle sbattere. Poi un rumore simile… simile ad uno sparo.
Oddio! Non… non può essere! Non può essere!
Sperava di aver sentito male. Di essersi sbagliata.
Si voltò verso la porta e scoprì che i suoi timori erano realtà…
 
«Che strano! Non risponde!»
«Davvero? Non è da lei! Beh… non l’avrà sentito.»
«Già… mi sa… mi sa che hai ragione.»
Oz chiuse il telefono. Era davvero preoccupato.
Toby non sapeva cosa dirgli. «Dai… vedrai… vedrai che sta bene. Tanto… tanto tra poco la rivedrai, no?»
Oz annuì fingendo di stare anche lui bene.
Ma si vedeva che non era vero…
 
Nella stanza era entrato un uomo di mezza età, dai capelli corvini ovviamente in disordine e gli occhi neri come la pece.
Sul volto si poteva vedere il leggero riflesso della barba.
Ma Sandy in quel momento non avrebbe notato neanche un tatuaggio su tutta la faccia. Era un’altra la cosa che attirava la sua attenzione.
Infatti quell’uomo stringeva una pistola nella mano destra e, sì, il rumore era proprio uno sparo.
«Fermo Sam! Guai a te se ti muovi!» urlò puntando la pistola contro il signor Perez.
«Andy… e tu che ci fai qui?» l’anziano sembrava particolarmente tranquillo, come se tenesse tutto sotto controllo.
«Lo sai perché sono qui! Tu dimmi, invece, chi è lei!» e indicò Sandy con la pistola.
«Lei è solo un’infermiera. È qui per caso. Sai… potrebbe andarsene, così, per caso, proprio come è venuta.»
«Non ci provare: non sono un idiota! Lei resta! E se farà la brava non le infilerò una pallottola in testa!»
Le sue labbra si distesero in un sorriso che fece rabbrividire la ragazza.
 
Toby era abbastanza tranquillo.
Oz aveva ragione: era stano che Sandy non avesse risposto, ma cosa poteva esserle successo? Era un’infermiera, non una poliziotta o un soldato mandato in guerra.
Starà bene: avrà solo dimenticato il cellulare da qualche parte. Capita!
Era davvero convinto di quello che pensava.
Ma quando furono davanti all’ospedale, improvvisamente ebbe qualche dubbio.
Davanti all’edificio non c’erano solo le ambulanze, ma anche auto della polizia.
I battiti rallentarono. Era quasi certo che quelli di Oz si fossero addirittura fermati.
«Toby, cosa… cosa… io…» riusciva appena a respirare, ansimava e, improvvisamente, divenne pallido, quasi bianco.
Doveva farlo stare calmo, altrimenti avrebbe avuto un infarto.
«Ehi, Oz, perché… perché non controlli la morfina? Mi pareva l’avessimo quasi finita!»
Il partner annuì, mentre Toby parcheggiava e scendeva.
Cosa poteva fare? In realtà non lo sapeva neanche lui.
Pensò che la cosa più sensata era capire cosa stava succedendo.
Se Dio ti ha dato la TV via cavo, perché non fare un po’ di zapping?pensò.
Così, semplicemente, si mise in ascolto.
Oh, no! Com’è potuto accadere?
Cosa vorrà mai da quel povero uomo e da quella infermiera?
Chissà dove è Toby… se lui fosse qui, forse ci capiremmo qualcosa!
Era certo che l’ultimo pensiero fosse di Michelle.
Si guardò intorno per cercarla, e la trovò poggiata ad una volante della polizia.
Si voltò dietro di se e vide Oz teso come una corda per il bucato. In effetti era così dritto e pallido che sembrava un insetto stecco. Si guardava intorno cercando sicuramente Sandy.
Doveva tornare da lui, ma prima doveva scoprire cosa stava avvenendo.
Così si diresse verso il sergente McCluskey.
: entra su fb è accetta la rikiesta di amicizia di agu mina, è una mia amica ma ci entro ank'io
lui vbb dmn ora spengo il cell ciao
: entra su fb è accetta la rikiesta di amicizia di agu mina, è una mia amica ma ci entro ank'io
lui vbb dmn ora spengo il cell ciao
«Ciao Michelle. Cosa succede?»
«Ciao Toby! Sei qui! È entrato un uomo armato nella stanza 167 al primo piano. È armato e ha preso in ostaggio due persone: un anziano di nome Sam Perez e un’infermiera…»
«Non me lo dire! Si chiama Sandy, vero?»
Michelle era disorientata. «Sì… in effetti si chiama proprio Sandy! La… la conosci?»
Toby annuì. «È la ragazza di Oz!»
 
«Perché sei qui?»
«Stai diventando ripetitivo, vecchio! E anche smemorato, se è per questo! Sai perché sono qui! Sai cosa voglio, e sai che non me ne andrò senza!» e dopo queste parole guardò Sandy.
«Amore, stai tranquilla, okay?» disse mostrandole un altro dei suoi sorrisi maligni. «Scommetto che vuoi sapere perché un bell’uomo come me sta minacciando un povero vecchio e la sua infermiera, vero?»
Sandy tremava e non aveva il coraggio di rispondergli.
Lui le si avvicinò e le accarezzò una guancia con la canna della pistola. «Su, rispondi! Te lo sei chiesta, vero?»
La ragazza riusciva a stento a trattenere  le lacrime. Annuì rapidamente mentre ingoiava il groppo che aveva in gola.
«Beh, sai che ti dico? Io in realtà non sono cattivo! Non voglio farvi del male!» aveva sempre quel sorriso stampato sulle labbra, e, mentre pronunciava quella parole, le mise un braccio intorno al collo.
Improvvisamente quell’uomo guardò fuori dalla finestra e li vide.
Vide i riflessi delle sirene della polizia lampeggiare fuori, e allora capì che la cosa si stava facendo difficile.
 
«Un medico ha sentito lo sparo e ha chiamato la polizia. Abbiamo evacuato il piano, ma sgomberare l’intero edificio è impossibile! Troppe persone da trasferire, e nessun luogo dove portarle. Così abbiamo pensato di isolare la zona: abbiamo fatto in modo che non possa uscire da nessuna parte, ma che, in caso di bisogno, i medici possano scendere senza pericolo, anche se non possono entrare in quel piano.»
Toby non era sicuro di capire! Al momento la cosa importante era portare Sandy fuori di lì.
Dopo aver parlato con Michelle e aver confermato che la ragazza era l’ostaggio aveva pensato di doverlo dire a Oz, e ora stava pensando a come fare.
«Toby, stai bene? Sembri un fantasma!»
«Cosa? Ah… sì, certo, io sto bene! È che non so che dire a Oz! Insomma… non posso dirglielo e basta! Devo trovare… le parole giuste, no?»
«Già… ma mi sa che dovrai trovarle in fretta: sta venendo qua!»
«Cosa?»
Toby si girò per controllare, e vide che, effettivamente il suo partner si stava avvicinando, forse preoccupato del fatto che non gli avesse detto ancora niente.
Che fare? Decise di andargli incontro, e vedere cosa succedeva.
«Ehi, come va? Senti… perché… perché non andiamo più in là?»
Certe cose, tra amici, non si possono nascondere.
A volte basta uno sguardo, o una parola, un tono… solo una gradazione diversa di voce, per far capire ad un amico cosa pensi per davvero, o cosa succede…
«Lei dov’è?!» non era una domanda, era un grido d’aiuto! Sperava che la risposta fosse “è a casa”, o “l’hanno portata in commissariato”, o qualsiasi altra cosa, bastava che non fosse quella… tutto, ma non quella…
Toby fece un grosso respiro e lo guardò negli occhi.
Quello sguardo… quello sguardo non avrebbe mai voluto vederlo! Tutto sarebbe stato meglio di quello sguardo…
Oz iniziò ad ansimare. «No… no… no, no! Non è possibile! Non… non può essere!»
Riusciva malapena a reggersi in piedi. Si poggiò al muro, cercando di prendere più aria possibile nei polmoni.
«Oz, vuoi… vuoi che ce ne andiamo? Possiamo andare a sederci da qualche parte, se vuoi!» non lo avrebbe abbandonato in quel momento…
Scosse la testa. «No… no, no! Io.. io resto! Devo… devo tirarla fuori di li! Io resto!»
Era sicuro, convinto. Non se ne sarebbe andato come l’ultimo dei vigliacchi.
E Toby non l’avrebbe lasciato lì da solo…

 

Questo era il primo capitolo. Vi prego, siate clementi.
Spero  che  vi abbia intrigato almeno un po’, e che continuerete a leggere.
Questa fan-fiction  è dedicata a tutti i fan di the listener, e a tutti quelli che, come me, sono rimasti sconvolti dal finale di stagione=’(
 Resisti, Toby!!!
Se prima di andare potete lasciare un commentino non mi dispiace.
Ciao! 

 
   
 
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