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Autore: Kumiko_Walker    05/07/2011    0 recensioni
Era una giornata come tante: il sole splendeva, gli alberi venivano mossi leggermente dal vento, gli uccellini cinguettavano sui rami. Tutto perfetto, tranne per una persona.
Una ragazza che sfrecciava tra la gente alla velocità della luce: Yume Shiro. Una persona strana: lunghi capelli rossi scuro ed occhi verdi chiaro, con un fisico snello ed alto, con grandi forme. Doveva assolutamente andare vedere se era ammessa alla Ojo Hight School.
[ShinxOC]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seijuro Shin
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Yume Shiro
Capitolo 11: Casinò, Proposta, Finale, Arrivederci!
 
Avrebbe passato la notte in bianco, e questo lo sapeva.
Yume accompagnò Yamato al casinò.
Aveva un vestito nero aderente con una grande scollatura, che le mostrava la schiena, aveva raccolto i capelli in una coda, portava dei guanti neri e lunghi, ai piedi delle scarpe col tacco.
- Yuki-chan, io vado da Mr Don, tu fai pure un giro - le disse lui, con un sorriso.
La Shiro vagò per un po’, arrivando al tavolo del poker. Si mise ad osservare.
C’era Clifford che continuava a vincere e Bud, il suo migliore amico, che continuava a perdere.
I due si accorsero della presenta della ragazza, che fece un sorriso nervoso.
- Vuoi provare a giocare? - chiese Bud, mettendole una mano sul fianco.
Effettivamente Yamato le aveva dato 1000 dollari e sapeva anche giocare a Texas Holdem.
Inizialmente aveva deciso di declinare l’offerta, ma avendo tutti gli occhi puntati contro, non ebbe altra scelta.
- Farò una mano sola - Yume punzecchiò la mano di Bud, finchè lui non la lasciò andare.
Osservò le due carte che le aveva dato il mazziere: una donna e un fante di picche.
Guardò bene gli altri giocatori, e poi le carte sul banco: un asse, un re e un dieci di picche, un re di cuori e un due di fiori.
Aveva una scala reale.
- All in - disse Yume, puntando tutti i suoi 1000 dollari.
Clifford puntò la stessa somma.
- Vedo - i due lo dissero nello stesso istante, guardandosi negli occhi.
Clifford mostrò il suo poker di re.
- Ci hai provato ragazza - Bud la prese in giro.
- Non correre - Yume mostrò la sua scala reale.
Tutti la guardarono con occhi spalancati: una ragazzina che batteva Clifford?!
La Shiro prese tutte le sue chips che aveva vinto.
- Te ne vai? - chiese il ricevitore dell’USA.
- Avevo detto che restavo solo per una mano - lei gli sorrise.
Si alzò dal tavolo ed andò verso Yamato.
- Hai vinto…? - il ragazzo non ci credeva.
- Senti, me le puoi tenere? - Yume diede tutte le sue chips a Takeru - usale come preferisci - lo salutò lei.
La Shiro vagò ancora per il casinò, finché una mano non la afferrò e la trascinò dietro ad una colonna.
- Ma chi…? - le parole le morirono in gola, quando si ritrovò davanti Clifford D. Lewis.
- Lo so che ti sembrerà strano, ma devo parlarti - cominciò lui, sistemandosi la camicia a macchie.
- Di cosa? - chiese Yume, liberandosi il polso.
- Ti ho visto oggi al campo, tu hai una grande velocità e sei anche intelligente, ho una proposta da farti - la Shiro sentì un brivido lungo la schiena, dopo le parole dette da Clifford.
- Che ne dici di venire alla Notre Dame, per i due anni della scuola superiore? - a Yume mancò il respiro.
Era qualcosa capitava una volta nella vita, ma però il suo pensiero si rivolse a Shin.
Era giusto così? Che lei sarebbe andata alla Notre Dame, lasciando gli altri?
Ci pensò su per molti, moltissimi minuti.
- Allora? - chiese Clifford, un po’ innervosito.
- Potrei pensarci con calma e darti la mia risposta domani, dopo la finale? - chiese lei, aveva bisogno di più tempo per pensare.
- Va bene - acconsentì il ragazzo.
I due parlarono ancora un po’, Yume voleva conoscere ancora un po’ Clifford, invece lui voleva sfuggire a Bud.
Dovettero smettere solo perché Yamato arrivò.
- Yuki-chan, andiamo, domani c’è la partita e non voglia che tu sia una zombie - la prese per mano, ma per i due era normale, visto che erano cugini, e da piccoli si prendevano spesso per mano, anche se lui la chiamava “Yuki-chan”.
Lei si girò verso Clifford, e con la mano libera lo salutò.
- Ci vediamo domani! - riuscì solamente a dire, perché venne trascinata fuori da Yamato, che rideva.
Clifford guardò la porta da cui era appena uscita la ragazza.
- A che pensi, Clifford? - Bud mise una mano intorno al collo al quarteback.
- Che quella ragazza è proprio strana - gli rispose, con fare nullo.
- Ti sei innamorato? - lo punzecchiò Walker.
- Non dire idiozie - Clifford, anche se non si vedeva, ringhiò.
Yume ritornò in albergo, sfinita.
Si buttò a peso morto sul letto, sciogliendosi i capelli e togliendosi le scarpe.
La porta si aprì lentamente, e la Shiro si mise a sedere.
- Sei sveglia? - chiese, poi notò l’abito da sera, inutile dire che il suo sguardo andò sulla scollatura.
- Sì - Yume fece un piccolo sbadiglio.
- E quello? - chiese, indicando il vestito.
- Ho accompagnato Yamato al casinò - rispose con calma.
- C’è qualcosa che ti preoccupa? - Shin si sedette al suo fianco.
- Vedi, ho incontrato Clifford, il quarteback degli USA, e mi ha fatto una proposta - cominciò lei.
- Che tipo di proposta? -.
- Mi ha chiesto di andare alla Notre Dame, per gli anni delle superiori - spiegò - ma io non so se accettare o meno… cosa devo fare, Shin?! - prese tra le mani la maglietta del ragazzo e lo guardò negli occhi, disperata.
- Sei preoccupata per me? -.
La Shiro annuì.
- Fai come credi, ma tanto è solo per le superiori, no? - Shin accarezzò i capelli rossi di Yume e le baciò la testa.
- Grazie, Shin - lei si addormentò sul petto caldo del ragazzo, che la mise sul letto.
- Buona notte - Shin le diede un bacio sulle labbra, contorte in un sorriso.
Poco dopo uscì, sorridendo, ora doveva pensare solo alla finale, che si sarebbe svolta il giorno dopo.
La Shiro si svegliò stropicciandosi gli occhi.
Aveva dormito bene quella notte.
Si pettinò i capelli e poi notò che aveva ancora l’abito da sera, se lo tolse e si fece una doccia.
Si mise una maglietta a maniche corte rossa e dei jeans aderenti blu, con delle scarpe nere da ginnastica.
Si guardò allo specchio e sorrise.
Oggi era il giorno della finale.
Quando entrarono nello stadio vide che era pieno e le persona urlavano a gran voce il nome delle due squadre.
La partita fu da perdere il fiato: Phanter contro Sena, fu fantastico, alla fine il giapponese vinse. Gao contro Mr Don, vinse Gao, con l’aiuto di Yamato, Shin restò infortunato per metà partita, ma negli ultimi minuti rientrò, al suo posto era entrata la mummia, che si rivelò Habashira Rui.
Finì in parità, ma giocarono i supplementari, senza il permesso, e alla fine l’America vinse. E venne scelto Phanter per il titolo MVP.
Erano tutti giù di morale.
Rientrarono nell’albergo per fare le valigie.
Yume la fece a malavoglia, infilandoci dentro tutti i suoi vestiti.
Sentì bussare alla porta.
- Entra, la porta è aperta - rispose lei, senza chiedere nemmeno chi fosse.
Clifford entrò, accompagnato dagli altri membri della stella a cinque punte.
- Quale onore - la Shiro cercò di buttarla sul ridere, con scarso successo.
- Io attendo una risposta - Clifford, con fare gelido, la guardò.
Yume lo guardò, intanto tutta la squadra li osservava dalla porta.
- Credo che abbiano bisogno di spiegazioni - pensò ad alta voce la Shiro.
- Ho proposto a Yume Shiro di venire a studiare alla Notre Dame - spiegò Clifford, in due parole.
- COSA?! - tutti, tranne Shin, caddero a terra.
- Cosa hai intenzione di fare? - chiese Agon, l’unico che ebbe il coraggio di chiedere.
- Io… - Yume, ancora seduta sul letto, con tutti gli occhi puntati contro, fece una piccola pausa. Ma la risposta la sapeva già.
Sospirò, per calmarsi e abbassò la testa.
Passarono innumerevoli secondi.
Alzò la testa e guardò negli Clifford.
- Accetto - la Shiro era calma e decisa, credeva in quella risposta.
Ci furono dei minuti di silenzio, fatto di sguardi.
- Bene - il quarteback degli USA, che non aveva mai distolto lo sguardo dalla ragazzo, le porse la mano.
Yume sorrise e accettò.
Si alzò e prese la sua valigia.
- E’ un addio, Yuki-chan? - chiese Yamato, con una punta di tristezza nella voce.
La Shiro mostrò un dito - Primo non chiamarmi Yuki-chan - alzò un altro dito - secondo, no, non è un addio, ma un arrivederci! Figuriamoci se vi lascio soli - l’ultima frase fece ridere la stella a cinque punte.
- Cosa vorresti dire? - Agon ringhiò - vuoi dire che non ce la sappiamo cavare da soli? -.
- Esattamente - Yume rise e, dopo poco tempo, venne seguita da una risata generale.
La ragazza notò che tutti avevano le valigie.
- Noi andiamo, ci vediamo Yume! - disse Sena, salutandola.
- Arrivederci! - la Shiro sorrise, ma dopo prese una lettera dalla sua tasca e la consegnò a Shin - dalla ai miei fratelli - e lo baciò, davanti a tutti, un po’ scioccati.
- Ci si vede! - tutti si salutarono, poi Phanter mise una mano sulla spalla alla ragazza.
- Clifford ti ha sistemato una stanza a casa sua, andiamo! - Yume annuì e sorrise.
Sarebbe stati due anni che non avrebbe certo dimenticato: si sarebbe impegnata moltissimo per migliorare, e dopo sarebbe ritornata dai suoi amici, con un grande sorriso.
Ora era sulla macchina del quarteback degli USA, insieme agli altri cinque.
- Ti troverai benissimo qui! - Bud la rassicurò sorridendole
La Shiro ricambiò, stringendogli la mano, per rassicurarsi.
- Siamo arrivati! - Yume scese dalla macchina e guardò ad occhi spalancati: una enorme casa dalle pareti bianche.
- E per voi questa sarebbe una stanza?! - chiese lei, scioccata.
- Bè, sì - rispose Bud ridendo.
- Saranno due anni moltooo lunghi - pensò ad alta voce la Shiro, ridendo insieme agli altri della stella a cinque punte.
 
 
Note dell'autrice: ok, non sono brava a scrivere le partite, quindi le ho semplificate!
   
 
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