Questa one-shot è stata pensata appena ho finito di leggere il libro di Federica Bosco Innamorata di un Angelo. Il libro, tutto sommato, mi è piaciuto ma il finale lascia un pò a desiderare... Scoprendo poi la trama del seguito ho deciso di non comprare il nuovo volume e di fare un FINALE ALTERNATIVO del libro tutto mio. Prima di postarlo l'ho fatto leggere alla amica - nonché autrice su EFP - Lily Masen, alias lilyanne89masen, e si è commossa XD spero che chi visionerà questa OS - quindi sarà chi ha letto il libro - sarà soddisfatto della mia reinterpretazione di una storia che, secondo me, meritava il lieto fine...
Innamorata di un Angelo - Alternative ending...
Serva me. Servabo te.
«
È in coma dottore, non sappiamo per quanto
tempo sia rimasta senza ossigeno… Potrebbe aver riportato
dei danni permanenti…
»
« Segni vitali? »
« Stabili, stiamo cercando di contattare la
famiglia, ma non aveva documenti con sé. Solo un cellulare
inutilizzabile e
quel braccialetto con la scritta in latino o spagnolo…
»
« Come hanno fatto a recuperarla? »
« È un mistero, in quel punto la corrente
è
così forte che nemmeno i pescatori si avvicinano…
L’hanno trovata sulla spiaggia
»
« Un angelo custode »
« Già »
« Guardi, sembra sorrida… »
« È solo un riflesso ».
......... Un anno dopo
………
Nulla in torno
a me
era chiaro. L’acqua gelida mi entrava nei polmoni,
impedendomi di respirare. La
corrente era troppo forte perché riuscissi a contrastarla
ma, in fin dei conti,
nemmeno lo volevo. Mi aspettavoo, però, che la morte fosse
diversa. Più rapida,
meno dolorosa. Avevo perso totalmente la cognizione del tempo. Da
quanto ero
immersa in quelle acque? E perché Patrick non veniva a
prendermi? Che fosse
arrabbiato con me? Come aveva detto Nina: lui era morto per colpa mia.
Se non
si fosse rituffato per salvare York, tutto questo non sarebbe successo.
Lui
sarebbe ancora vivo, io non avrei tentato il suicidio – unico
modo per tornare
accanto al mio angelo – e, magari, io e Nina saremmo tornare
amiche. Eppure
tutto era diverso adesso. Tutto.
« Mia… Mia, sono
Patrick. Riesci a sentirmi? » finalmente il mio angelo era
venuto a prendermi.
Che quella fosse solo una prova? La pazienza mi aveva premiata.
« Mia, amore mio,
riesci a sentirmi? Mia, per favore, apri gli occhi…
» perché la voce era così
agonizzante, quasi preoccupata? Patrick!
Avrei voluto urlare, Patrick sono qui.
Patrick perché non riesco a vederti? Patrick, dove sei?
« Mia, sono Patrick.
Riesci a sentirmi? »
« Sì » riuscii
finalmente a rispondere. La gola mi faceva un male cane! Cazzarola! E
la testa
mi scoppiava da pazzi! Ma cosa diamine era successo?
« Mio Dio, grazie.
Finalmente ti sei svegliata » era la voce di Patrick
« dottore! Elena, Paul,
Nina! Venite qui, presto! »
« Cosa c’è, Pat? »
era la voce di Nina « oddio, Mia! » urlò
la mia migliore amica, con la voce
strozzata dalle lacrime « si è svegliata, Dio ti
ringrazio! ».
Una luce accecante mi
piombò davanti agli occhi. Non ero una mente eccelsa,
ma… che diavolo era
successo? E perché sentivo dolori da per tutto? Anzi no, non
proprio. Non
sentivo nulla! Quando la vista cominciò a diventare
più nitida riuscii a
mettere tutto a fuoco. Mi trovavo in una stanza totalmente bianca,
nelle mie
braccia erano infilati non so quanti aghi! Attorno a me –
almeno in quel
momento – riuscivo a distinguere i volti di Patrick, proprio
alla mia sinistra
– era seduto su una piccola sedia – Nina, sua
sorella, proprio dietro di lui e,
infine, mia madre e Paul ai piedi del letto. Ospedale,
pensai. Mi trovavo in ospedale.
« Come sta la nostra
malata oggi? » domandò Pat, entrando nella mia
stanza dell’ospedale.
« Vuole uscire da qui
» piagnucolai, sperando che mi salvasse da quella atroce
tortura.
« Mia, amore mio, non
fare gli occhi da cucciola » disse lui « sai che ti
amo, ma non puoi chiedermi
di portarti via di qui. I medici dicono che è troppo presto
» sbuffai, così Pat
si avvicinò per posarmi un delicato bacio sulle labbra. Ero
contenta che in
quel lungo periodo il suo amore per me fosse rimasto intatto.
« Ti ho portato una
sorpresa » disse, andando ad aprire la porta. Nina
varcò la soglia,
sorprendendomi con il suo solito caloroso e ottimista sorriso.
« Mia, che bello
vederti sveglia » disse, piombando sul letto. Addosso a me.
« Cavolo Nina! »
disse Patrick « hai sempre una grazia elefantina devo dire
»
« Eddai Pat! »
rispose la sorella « praticamente da quando si è
svegliata l’hai rapita! Anche
Elena e Paul sono venuti a trovarla solo una volta. Tu hai preso
residenza » lo
vidi sorridere. Amavo quel sorriso, amavo lui. Amavo tutto di quel
ragazzo!
« Terra chiama Mia! »
disse Nina « ehi, c’è qualcuno in casa?
»
« Sì, scusami. Sono
ancora un po’ intontita! » risposi «
allora come ti vanno le cose? » che razza
di domanda era? L'ultima volta che l’avevo vista aveva detto
di odiarmi! Ed io me
ne escivoo con una frase assolutamente banale? Ridicola Mia, ridicola!
« Allora io vi lascio
sole » disse Patrick, posando un rapido bacio – ad
entrambe – sulla guancia e
uscì dalla stanza.
Piombò un silenzio
imbarazzante. Nina mi sorrideva, quando i nostri occhi si incrociavano,
ma nel
frattempo analizzava tutta la stanza. Io, dalla mia parte, non sapevo
cosa
cavolo dire! Tirai un sospiro e…
« Mi dispiace! »
dicemmo all’unisono. Ci guardammo per qualche istante e poi
scoppiammo a
ridere.
« Sono stata pessima
» disse Nina « ok, tu sei stata proprio una stronza
a nascondermi la cotta per
mio fratello! E la successiva relazione, ma… il dolore e la
rabbia mi hanno
fatto dire e fare cose che non sono proprio da me »
« Nina, non sei tu
qui la pessima amica » dissi « ho fatto schifo, su
tutta la linea! Sono stata
un’egoista. Amavo Patrick e non te l’ho detto, ma
sono stata così arrogante da
credere di avere il diritto di mettere bocca nella tua relazione con
Carl. Mi
dispiace moltissimo »
« Io non ti odio, Mia
» disse, poco dopo « ero solo tanto arrabbiata e
ferita. E poi la morte di
Patrick… mi ha dato il colpo di grazie! E la rabbia mi ha
fatto straparlare. Ma
adesso ho capito: lui ti ama e tu ami lui » mi sorrise
« e voi due siete le
persone che più amo al mondo! Avete sbagliato, sì
è vero. Ma chi sono io per
giudicarvi? Vi adoro e tutto questo casino mi ha fatto capire che
portare
rancore è inutile, specialmente con persone a cui tieni
davvero » restai senza
parole. Lei era più matura di me, senza dubbio. Dovevo
imparare molto da Nina e
dovevo ringraziare Dio per come tutto si fosse risolto.
« Allora tu e Carl…?
» le chiesi « dai dimmi come si è
risolto tutto! » vidi Nina sistemarsi meglio
sul fondo del piccolo letto. Incrociò le gambe –
togliendosi le scarpe – e
cominciò a raccontare.
« Non c’è troppo da
dire » cominciò « dopo il funerale di
Patrick e il mio colpo di testa lui ha
continuato a starmi dietro » sorrise « poco
importava se lo trattassi male o
meno, lui c’era. Poi è successo il tuo incidente e
sono stata uno schifo.
Pensavo fosse colpa mia, per quello che ti avevo detto… ma
Carl mi ha fatto
capire che non era così. Tu amavi Pat, lui la sapeva, ed era
a conoscenza del
modo in cui tu amavi mio fratello. In pratica mi ha fatto capire che il
vero motivo del tuo tentato suicidio era il dolore per la sua perdita,
non le mie
parole » non riuscii a credere a quanto Carl fosse maturo.
Era un ragazzo in
gamba, lo avevo sempre pensato, ma questi livelli erano disarmanti. Mi
sentivo
così piccola, così infantile…
così inadatta.
« Poi una cosa tira
l’altra… » continuò Nina
« e riuscii a capire che di Carl mi importava
veramente tanto. Ero convinta di amare Thomas – almeno fino a
quando non mi ha
usata per un po’ di sesso – ma era un sentimento
effimero, per nulla
paragonabile a quello per Carl. E poi il ritorno di Pat! Ero
così felice quando
ci chiamarono dalla costa per dirci che era vivo! Una parte di me era
contenta,
l’altra era in pena. Per te » disse, sorridendomi
triste « così, rasserenandomi
un attimo, sono riuscita a capire cosa fosse giusto e cosa no. Lasciare
Carl,
quella è stata la cosa più idiota che potessi
fare. Inoltre vedevo quanto
triste fosse mio fratello, quanto triste fossi io. E capii che per
quanti
errori avessi fatto tu, Mia Foster Benelli, eri troppo importante per
perdere
tutto quello che avevamo costruito insieme » senza pensarci
le gettai le
braccia al collo e quasi cademmo entrambe dal letto.
« Ti voglio bene,
Nina! »
« Ti voglio bene
anche io, Mia »
« Si torna a casa,
broncio » disse Patrick, facendomi venire i brividi. Mi
voltai lentamente e mi
persi nel suo sguardo colmo d’amore.
« Direi che era ora!
» risposi e poi mi alzai in punta di piedi per baciarlo.
Finalmente non
dovevamo avere paura d niente o di nessuno. Mia madre e Paul ero a
conoscenza
della nostra relazione, così come la famiglia di Pat, e Nina
aveva accettato di
buon grado la nostra storia. Quale
fidanzata potrei desiderare per lui, se non mia sorella? Aveva
detto quando
le raccontai tutta la storia. La nostra storia.
« Mi hai fatto
spaventare, sai? » chiese Patrick, nascondendo la faccia tra
i miei capelli «
non farlo mai, mai più Mia, mi hai capito bene? »
« Anche tu mi hai
fatto prendere un brutto spavento »
« Sì, ma io ci avrei
lasciato le penne per salvare qualcuno » disse, staccandosi
leggermente da me «
tu sei stata un’incosciente. Non hai pensato a tutto quello
che lasciavi qui? A
tua madre, tuo padre, York, Paul o Nina? Credi avrebbero superato la
tua
perdita? »
« Pensavamo tutti che
tu fossi morti! » gli occhi cominciarono a pungermi,
dannazione! Perché
piangevo sempre in momenti poco opportuni? Patrick si
riavvicinò a me,
cingendomi la vita. Appoggiai la testa sul suo petto e gli bagnai tutta
la
maglietta grigia.
« Mia, ascoltami bene
» disse, alzandomi il volto affinché lo guardassi
dritta negli occhi « la vita,
il destino, è tutto inaspettato. Nulla è
immutabile né scritto, tanto meno
sicuro. Oggi ci sei e domani potresti non esserci
più… »
« Patrick… »
« Fammi parlare »
disse « se dovesse mai succedermi qualcosa, tu non dovrai mai
e dico MAI, fare
una cosa del genere. Siamo stati fortunati, Mia. Ma queste fortune
capitano una
sola volta nella vita. Devi promettermi che qualsiasi cosa accada, tu
non
getterai mai via la tua vita »
« Non posso farlo »
risposi, allontanandomi da lui « non posso prometterti che
continuerei a vivere
se ti succedesse qualcosa, sarei una bugiarda. E ho capito che le bugie
non
portano da nessuna parte »
« Oh Mia… »
« È tanto difficile
da capire, Pat? Tu sei il centro del mio mondo! Non è la
danza, solo ora l’ho
capito. È l’amore, sei tu! Come posso farti capire
che ho bisogno di te per
vivere? » riempì lo spazio che ci divideva e mi
prese tra le braccia,
coinvolgendomi in un bacio lungo e appassionato.
« Ti amo, Mia Foster
Benelli »
« Ti amo anche io,
Patrick Dewayne »
« Per sempre? »
chiese, facendomi il sorriso che tanto amavo.
« Non potrei essere
più d’accordo! »
« Ho una cosa per te
» disse, estraendo qualcosa dalla tasca dei jeans. Era una
scatoletta di
velluto blu, molto piccola. Oddio,
pensai, non sarà mica…?
« Oh mamma mia! »
dissi, quando Patrick la aprì, mostrandomi una piccola
fedina in argento. La
presi, rigirandomela tra le mani.
« Guarda l’incisione
all’interno… » mi disse e lo feci.
« Serva me. Servabo te
» sussurrai,
sentendo nuovamente gli occhi pungermi, ma questa volta per
l’emozione.
« Salvami. Ti salverò
» tradusse Patrick, infilandomi la piccola fede al dito
« ce l’ho anche io »
disse, mostrandomi la sua grande mano « le ho comprate prima
di venire qui. Era
un regalo per te, per noi » gli sorrisi, accarezzandogli il
viso perfetto e poi
lo baciai dolcemente.
Non cambierei nulla
di quello che è successo – o meglio, forse
eviterei di dire tutte quelle
stronzate a Nina – ma tutto ciò che di bello
questa situazione ha portato non
lo modificherei per niente al mondo. Ho capito tante cose di me stessa
e degli
altri. Come dicono i grandi scritto: dagli errori si impara sempre. Ed
io, Mia
Foster Benelli, ho imparato davvero molto.
Da quel giorno tutto
andò sempre meglio. Venni ammessa alla Royal Ballet School
di Londra, con il
sostegno di tutti i miei amici e del mio fidanzato. Se qualcuno mi
chiedesse
ora, cosa cambierei nella mia vita, risponderei senza alcun ombra di
dubbio:
niente.
Io sono sempre io, forse un po' più cresciuta; un po'
più matura. Ma sono la stessa ragazza innamorata della
danza, ma, soprattutto, innamorata di un angelo. Il suo angelo.
Fine