Anime & Manga > Junjou Romantica
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Autore: Temari    12/07/2011    6 recensioni
- "'[...] E' perché voglio fare qualcosa che abbia a che fare con la pubblicazione di libri.
Non importa a che dipartimento vengo assegnato, sarò pur sempre nell'ambiente della pubblicazione di libri [...].'
Takahashi Misaki
" -
... Per quanto la penserà così?
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Misaki Takahashi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Takahashi Misaki no Baai'
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Salve a tutti! =D
Eccomi di nuovo qui con una piccola fic su Junjou... era un paio di giorni che volevo scrivere qualcosa e oggi mi è venuta l'idea di predere spunto dall'act 24 della Romantica ed è uscito questo, mwahahah!! *w*

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari =)



     


Last (In)Famous Words








"[...] E' perché voglio fare qualcosa che abbia a che fare con la pubblicazione di libri.
Non importa a che dipartimento vengo assegnato, sarò pur sempre nell'ambiente della pubblicazione di libri [...]."

- Takahashi Misaki, JR act. 24 -




         Le mani gli si contaevano spasmodicamente, afferrando la cinghia della borsa a tracolla che portava di traverso sulla spalla sinistra sempre più strettamente, ma né quello né il ripetersi di continuo "Sta' calmo, sta' calmo...!" in testa sembravano avere l'effetto di tranquillizzarlo. Quindi se ne stava in piedi davanti alle porte automatiche della Marukawa, come uno stupido, in preda al panico e senza dubbio rischiando di ostruire il passaggio a chi dovesse entrare o uscire dall'edificio.
        Sul serio, era a dir poco ridicolo che si stesse agitando così tanto! Non era certo la prima volta che varcava quella sogliaaveva già lavorato lì, accidenti!! Aveva fatto il corriere, aveva smistato migliaia di cartoline, lettere e questionari, aveva fatto montagne di fotocopie... insomma non era totalmente nuovo al modo di lavorare di una casa editrice...

        In più, aveva già superato il colloquio ed era stato preso.
        Faticava ancora a crederci ad essere sinceri, ma chi poteva biasimarlo? Dopotutto non sapeva fare quasi nulla che potesse contribuire ad una florida carriera - anche in quello che era stato il suo corso di laurea non aveva mai brillato, ed aveva faticato non poco per uscire con un punteggio decente... per uscire, punto - e la sua autostima di solito si aggirava dalle parti delle suole delle scarpe.
        Ma si era riproposto di lavorarcisu se stesso, sulla fiducia nei propri mezzi... su tutto.
        Per non fare brutta figura davanti a Isaka-san - quell'uomo poteva distruggerti (umiliarti, imbarazzarti, metterti in difficoltà o manipolarti) con una parola ed un sorriso smagliante in volto - perché il colloquio che aveva fatto mesi addietro era la prova che Isaka Ryuuichiro non scherzava quando si trattava di lavoro, anche se esternamente sembrava uno scansafatiche: quella compagnia era sua e il fallimento non era contemplato.
        Misaki era ben conscio di tutto questo, dopotutto, lo conosceva da tre anni ormai.
        Eppure non era per Isaka-san che voleva - che doveva - fare del suo meglio: era per non sfigurare accanto ad Usagi-san... per non sentirsi dire "Non sei alla sua altezza.".
        Avrebbe dato il centoventi percento, o anche di più se fosse stato necessario!

        Con un cenno deciso del capo, Misaki lasciò andare la cinghia della tracolla, si sistemò la camicia ed oltrepassò le porte automatiche per andare incontro al destino ancora incerto che lo attendeva nel mondo dell'editoria.


-x-

        Misaki, seduto ad un tavolo della hall adibita agli incontri di lavoro, non riusciva a chiudere la bocca tale era la profonda sensazione di orrore che l'aveva colto. Non gli riusciva di articolare nemmeno un suono al momento.
        "Uhm... Takahashi-san...?" la voce della donna davanti a lui suonava preoccupata e confusa dalla sua reazione. Uno strano senso di dejà-vu che la straniva ancora più del volto pallido del ragazzo che le stava seduto di fronte. "Va tutto bene?"
        "..." Misaki, dopo molta fatica, aveva trovato la forza di serrare la mascella, che però ora non voleva saperne di muoversi di nuovo. "..." un tic si impadronì del suo occhio destro mentre lui tentava di riprendere a respirare. Dopo aver degluttivo numerose volte, finalmente riuscì a muovere la lingua. "... Shojo...?" la voce gli era uscita stridula e soffocata, lo shock era stato troppo.
        La donna dell'ufficio del personale aveva annuito, un sorriso stiracchiato ed incerto sulle labbra.
        Misaki cadde svenuto, rovesciando a terra la sedia.


   
 
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