Non le era mai successo di piangere per una canzone. Mai successo, e mai sarebbe dovuto succedere, ovvio. Lei non poteva mostrarsi debole così, in mezzo a una strada, con la sua canzone preferita che passava sull’ipod. Non poteva far uscire quelle lacrime. Non la dovevano vedere piangere.
Eppure una sfuggì al controllo.

Stava ascoltando “Franklin”, ma più che per la canzone, lei, piangeva per ciò che le ricordava.

Hayley Williams si era appena seduta sul bordo di una strada, con un cappuccio calato sul viso per non farsi riconoscere e la bocca che mimava il testo della canzone. Le lacrime scorrevano e lei si malediceva per averle fatte scendere. Se solo un giornalista l’avesse vista chissà cosa avrebbero detto di lei.

Si rialzò improvvisamente e accompagnata dal suono rassicurante che le proprie tuk producevano sul terreno tornò nell’hotel dove alloggiava assieme al resto della band. Erano rimasti in tre.

Erano uniti, probabilmente lo sarebbero stati anche più di prima se lei avesse smesso di pensare ai fratelli Farro. Lo sapeva bene che ricordare tutti i momenti trascorsi con loro non le faceva affatto bene. Lo sapeva perfettamente che avrebbe dovuto dimenticare le risate dopo i concerti e i batti-cinque tra di loro. Sapeva esattamente come dimenticare, lo sapeva, ma non lo ricordava mai.

Ed ogni dannato pomeriggio, ovunque ella fosse, ascoltava quella canzone. Non era un rito, no, non poteva credere di essere impazzita a tal punto. Eppure continuava a sentirla. Aveva smesso di mangiare, guardava le loro foto. Quando erano ancora tutti uniti. Quando quei baci dati di nascosto a Josh non facevano del male a nessuno. Quando quei baci, nonostante lui fosse sposato, erano da amici. Innocenti, stupidi baci da amici.

E lei, piccola come lo è sempre stata, piangeva, ricordando.

E le venne in mente quel concerto, l’ultimo assieme a loro. Non seppe mai cosa provò precisamente. Non riuscì mai a rendersi conto che quello fosse stato l’ultimo. Non ci aveva mai creduto. Nel profondo del proprio cuore aveva sempre sperato, quasi supplicato il fato, che i due tornassero da lei, con le lacrime agli occhi a chiederle di rientrare nella band, loro che l’avevano fondata quella band, e poi l’avevano abbandonata, così, lasciando tutto il peso sulle spalle di una giovane, bellissima, cantante che di dolore, nella propria vita, ne aveva sopportato fin troppo.

Quando Taylor la vide buttarsi sul letto della stanza, capì tutto. Sapeva cosa provava l’amica. Lo intuiva perfettamente. E non poteva fare nulla.

<< Va’ via! >>, gli urlava ogni volta Hayley, e lui ubbidiva, cos’altro avrebbe potuto fare?

Mesi, e mesi dopo..

Quando Hayley si rese conto che era passato quasi un anno dall’abbandono dei fratelli Farro e  che i due non avevano alcuna intenzione di tornare. Quando capì che ai concerti anche solo loro tre erano i Paramore, decise che avrebbe dovuto reagire. Che non ci sarebbe stata mai più sotto. Lei era Hayley. Lei sapeva cosa fare.

Strappò le cuffiette dal solito Ipod, le gettò fuori dal balcone dell’ennesimo hotel. Indossò le proprie, meravigliose, vans e si precipitò nella hall, da Taylor e Jeremy.

<< Ragazzi >>, disse, << chi viene a farsi un giro con me? >>. I due, seppur seriamente sconvolti dalle parole della giovane si alzarono in piedi e la seguirono. Risero sonoramente.

<< Da quand’è che non lo dicevi? Dio, Hayls, ci sei mancata! >>, la abbracciarono.

E ancora mesi dopo..

I Paramore erano rimasti loro tre. Josh e Zac Farro erano scomparsi dalla loro vita. Hayley aveva sposato un ragazzo qualunque, giovane, che si confonde con la folla. Taylor  e Jeremy le avevano fatto da testimoni, le avevano dedicato una canzone e sì, le volevano un mare di bene.

Ed Hayley, proprio in quei giorni, capì che i Paramore sarebbero sempre stati loro. E capì che nella vita, dopo il temporale, c’è l’arcobaleno. E dopo l’arcobaleno c’è un fottuto sole.

Ed Hayley, dopo il matrimonio, andò in luna di miele girando il mondo: prima tappa, Franklin. E vi tornò con un sorriso, non con una lacrima.

E quindi, essendo la prima shot che scrivo su loro non so cosa aspettarmi. Sì, tiratemi pure i pomodori addosso, fate come vi pare. E ditemelo, se fa schifo, che almeno la cancello!
Non so, davvero, ditemi voi.
Lots of love.