Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: maryusa    13/07/2011    11 recensioni
La principessa della luna aspetta pazientemente di far rinascere sulla Terra il suo antico regno ...
Questa storia si è classificata seconda al Concorso di Fanfiction Tema: L’Originalità organizzato da Ellephedre su facebook.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inner Senshi, Serenity
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pioggia

 

 

 

Questa storia si è classificata seconda al Concorso di Fanfiction Tema: L’Originalità organizzato da Ellephedre

 

Secondo posto: "Serenity" di maryusa
Punteggio
Originalità: 37,5/40
Trama: 11/15
Caratterizzazione: 13,5/15
Stile e forma: 24/30
TOTALE: 86

Appena avrò un po’ di tempo libero sistemerò con calma la storia in più punti, soprattutto nel finale che ho scritto un po’ frettolosamente. Come sempre mi riduco all’ultimo minuto!

 

 

 

 

SERENITY

 

Pioggia.

La donna dai lunghi codini biondi fissava dalla finestra della sua camera quel giardino terrestre: alberi senza ormai alcun fascino, avevano perso i loro colori con l’arrivo dell’inverno.

Si reggeva a malapena in piedi, Il suo viso era pallido e stanco. La vestaglia candida sfiorava appena le sue caviglie, e i suoi piedi nudi erano a diretto contatto con il freddo marmo del pavimento.

Pioggia.

Quel fenomeno era completamente assente sulla Luna.

Sulla Luna non esistevano le stagioni. Di giorno il clima era mite, di un caldo piacevole. La sera invece, la brezza fresca accompagnava serate romantiche e passeggiate sognanti.

Ma ormai, la Luna, come la ricordava lei, non esisteva più. Al suo posto, un pianeta inospitale senza alcuna forma di vita.

Una guerra atroce aveva segnato la rovina del suo regno perfetto.

La sua vita e quelle delle persone a lei più care erano state distrutte in modo atroce.

Ma sia lei che le sue compagne erano vive, reincarnate nei corpi di ragazze terrestri.

Avevano avuto una seconda opportunità, un’opportunità che non potevano assolutamente sprecare.

Sorrise asciugando una lacrima ribelle che era sfuggita al suo controllo.

 

« … Serenity»

La donna alla finestra si era girata di scatto, era così presa dai suoi pensieri da non accorgersi che qualcuno era entrato nella sua stanza.

«Mercury, Venus … » sorrise tristemente. Non aveva voglia di vedere nessuno. Le capitava spesso di voler stare sola con se stessa e con i suoi pensieri.

«Come stai questa mattina?» Mercury si avvicinò e l’aiutò a sistemarsi sul letto. Appoggiò la mano sulla sua fronte «Hai ancora la febbre alta».

Febbre. Non si era mai ammalata sulla Luna.

«Sono solo un po’ stanca» e non solo fisicamente.

Venus le rimboccò le coperte. «Appena ti sarai completamente ristabilita faremo una delle nostre lunghe passeggiate».

Serenity annuì debolmente.

«Qualcosa non va?» Domandò preoccupata l’altra.

Serenity guardava un punto sul soffitto «è vicina, lo sento. Vuole raggiungermi, ma … » fece una lunga pausa «non riesce a trovarmi.»

Mercury si sentiva quasi mortificata. «Non essere giù, non ti fa bene.» Erano giorni che ormai Serenity andava avanti con quella storia «sono sicura che presto riuscirai a trovare Mars.»

«Riusciremo. Tu, Venus e Jupiter mi aiuterete. Vero?» Aveva bisogno di sentire che non era sola, che le sue guardiane le avrebbero dato il loro sostegno.

«Qualcuno parlava di me?» Jupiter aveva fatto il suo ingresso con un sorriso abbagliante, ed in mano un vassoio contenente un pranzo ricco ed abbondante.

Solitamente le prelibatezze preparate da Jupiter riuscivano sempre a mettere Serenity di buon umore, ma da tempo aveva ormai perso l’appetito.

Venus aveva alzato il coperchio che celava le pietanze. «Cosa vedo qui? Ramen, onigiri, verdure al vapore … una bistecca?» Osservava a bocca aperta. «Ma come ti è venuto in mente di preparare tutta quella roba per una sola persona?»

«Quello che ho preparato non è affar tuo Mina ... » Jupiter rimise imbarazzata il coperchio al suo posto «Serenity ha bisogno di nutrirsi bene per guarire».

«Un brodino sarebbe stato più che sufficiente … »

Serenity sorrise di gusto. Le sue amiche, le sue guardiane erano tutto ciò che aveva, e ben presto il gruppo sarebbe stato al completo. Con l’arrivo di Mars, l’ultima guardiana che mancava all’appello, lei avrebbe riacquistato tutti i suoi poteri e un nuovo regno sarebbe sorto.

«Ti ringrazio Jupiter, ma non sono sicura di riuscire a mangiare tutto … »

«L’importante è che mangi tutta la carne, quella ti fa bene … e anche le verdure.»

«D’accordo … » rispose infine senza alcuna convinzione.

Mercury controllò per bene gli infissi per evitare che ci fossero spifferi. «Adesso è meglio andare, Serenity ha bisogno di riposare.»

Le ragazze si fissarono e annuirono tacitamente.

Una volta rimasta sola, Serenity si rialzò a fatica dal letto e tornò alla finestra.

Pioggia.

Quel fenomeno era completamente assente sulla Luna.

 

__________________________________________________________________________

 

Mercury camminava lungo un corridoio sterile, non un quadro, non una finestra, solo una lunga serie di porte bianche. Venus e Jupiter la seguivano silenziosamente. Varcarono l’ultima porta del corridoio con affisso un piccolo cartello: dressing room.

Quando furono chiuse all’interno, Mercury si avvicinò a Jupiter con aria severa «Makoto, si può sapere che diavolo stavi facendo?» Aveva quasi urlato mentre teneva il dito puntato verso Venus. «Ti ho sentita sai? Stavi per chiamarla Minako!»

«Mi … mi dispiace … è stato un lapsus» rispose dispiaciuta.

«Stavi per rovinare mesi di studio.»

Venus appoggiò una mano sulla spalla di Mercury «Dai Ami non ti arrabbiare, Makoto non l’ha fatto apposta. Non è ancora abituata al cambio di identità.»

«Che non accada mai più.» Si tolse il camice bianco da tirocinante. «La mia tesi di laurea è tutta incentrata su Serenity, sulla schizofrenia e la distorsione della realtà. Se viene a scoprire che in realtà non siamo le sue guardiane, potrebbe perdere la fiducia che ha riposto in noi.»

Makoto ripose la sua uniforme da cuoca nell’armadietto. «Giuro che starò più attenta. Il fatto è che quando sono davanti a Serenity mi sento strana … a volte ho come l’impressione di essere realmente di fronte ad una principessa. Ha una bellezza regale e i suoi modi sono così raffinati … »

«È vero. Anche io quando sono con Serenity mi dimentico di essere con una persona disturbata» continuò Minako. «E poi la sua storia è così affascinante: La bella principessa di un antico regno sulla Luna, si reincarna nel corpo di una terrestre, e solo dopo aver ritrovato le sue quattro guardiane, potrà riacquistare i suoi poteri per poter ricostruire il suo regno qui sulla Terra ... »

«Minako ma cosa stai dicendo?» s’intromise Ami. «Serenity, anzi Usagi, è una persona con un grave disturbo della personalità. È una persona malata. Mi meraviglia che un’infermiera faccia certi discorsi … »

«Ma dai, si stava solo scherzando … Oggi sei un tantino acida!»

«Cosa?»

«Che ne dici di una birra?» le fece l’occhiolino.

Ami fece un sorrisino, in fondo Minako non aveva tutti i torti, quel giorno si sentiva particolarmente lunatica, forse era a causa della pioggia.

 

Le ragazze uscirono dall’edificio, fortunatamente aveva smesso di piovere. Percorsero allegramente un lungo viale alberato; dopo circa otto ore chiuse in quella clinica, era sempre molto piacevole la sensazione che si provava quando si respirava l’aria esterna, anche se era inverno e faceva freddo.

«Maledizione!» Ami fu colpita da un vago presentimento e frugò confusamente nella sua borsa. Come sospettava, mancava il suo portafogli. «Ho dimenticato il portafogli nell’armadietto.»

«Ami Ami … » la rimproverò Minako con sarcasmo. «La precisa e meticolosa Mercury non avrebbe mai fatto un errore simile!»

«Piantala!» disse fintamente offesa. «Voi avviatevi, io recupero il portafogli e vi raggiungo.»

«Ok, ma non metterci delle ore.»

«Sì, Sì, sarò veloce» disse mentre s’incamminava verso l’ingresso della clinica.

Con passò svelto percorse il lungo ed interminabile viale alberato. Raggiunse rapidamente gli spogliatori. Tre, uno, quattro, uno, cinque, era la combinazione di cinque numeri che inserì per sbloccare il lucchetto che sigillava il suo armadietto, e … click! Sorridente afferrò il portafogli e dopo aver dato una rapida occhiata all’interno, richiuse l’armadietto. Giunta di nuovo all’esterno, si rese subito conto che aveva ripreso a piovere. «Che iella!» ma non era un problema, il piccolo ombrello che aveva in borsa, non era molto resistente, ma avrebbe retto per l’intero il tragitto fino al pub dove la aspettavano le altre.

Quando attraversò per l’ennesima volta il viale alberato e raggiunse il cancello principale della clinica, non poté non notare una ragazza che la osservava. Non aveva l’ombrello, e i suoi lunghissimi capelli corvini erano completamente bagnati.

«Ha bisogno d’aiuto?» Ami si rivolse alla strana ragazza.

Quella sorrise dolcemente. «Beh, è una situazione un po’ strana … » arrossì. «Io devo incontrare una persona che è in questo ospedale.»

«Si tratta di un paziente?»

«Questo non lo so di sicuro … credo di sì.» Sembrava confusa.

«Sa almeno il nome di chi cerca?»

«Sì, sì … »

Oh bene, altri imprevisti … «Io conosco i nomi di tutti i pazienti della clinica.»

La ragazza si sentì sollevata. «Sto cercando una ragazza … una donna. Il suo nome è Serenity.»

Ci fu una lunga, interminabile pausa.

«Cos’è uno scherzo? È stata Minako a dirti di fare questo?»

«Oh no, nessuno scherzo … »

«Mi dica allora per favore chi è lei, e cosa ci fa qui?» Ami iniziava ad innervosirsi.

«Il mio nome è Rei, sono una sacerdotessa shintoista.» Abbozzò un lieve inchino «spesso durante le meditazioni ho come delle visioni. Visioni che mi hanno portato qui.»

Ami aveva coperto la ragazza col suo ombrello, ma sembrava alquanto perplessa e allo stesso tempo interessata. «Parlami di queste “visioni”»

Rei dentro di sé sapeva di potersi fidare. «Durante la preghiera, spesso raggiungo una concentrazione tale che mi permette di stabilire dei contatti con forze sconosciute, spiriti.» Era seria.

«Oh … quindi sei qui perché ti ha contattato uno spirito che vive in questa clinica?»

Rei fece di no con la testa. «Non si tratta di uno spirito, ma di una persona che possiede una forza senza pari.»

«E vuoi che io ti creda?»

«No, voglio solo poter incontrare Serenity … »

«No!» Ami aveva alzato la voce. Non poteva essere vero, non stava accadendo realmente. «Non c’è nessuno con quel nome in questa clinica.»

«Io la sento … è qui!»

«Se ne vada.»

«Lei non capisce, io le ho promesso che l’avrei trovata … lei mi sta chiamando, ha bisogno di me!»

«Senta» Ami cercò di dimostrarsi comprensiva. «Le mostro il registro dei pazienti, così si renderà conto che non esiste nessuna Serenity.»

«Va bene.» Rei non era molto ottimista, ma era un modo come un altro per entrare nell’ospedale.

Aveva consultato da cima a fondo il registro, ma come si aspettava senza alcun esito positivo. Ma Serenity era lì, sentiva il suo potere. Doveva raggiungerla.

«Bene, spero che adesso ti sarai convinta … »

Rei fece cadere volontariamente il pesante registro a terra. Ami si chinò per raccoglierlo … quello era il momento giusto per agire. Riuscì a defilarsi e a correre verso le scale. Doveva raggiungerla.

Ami si accorse quasi subito di quella fuga inaspettata. «SICUREZZA!»

Rei raggiunge il primo piano, non era lì, doveva salire ancora.

Secondo piano, no. Ancora un piano, era vicinissima.

Terzo piano. Sì. Era lì, il potere era fortissimo, quasi palpabile.

Sapeva benissimo dove andare, corse verso l’ultima porta del corridoio, ci sbatté contro con forza. «SERENITY!»

Serenity dall’altra parte si era spaventata. Curiosa andò verso la porta. «Chi è?» guardava attraverso una finestrella fatta di un vetro molto spesso e resistente posta al centro della porta.

«Serenity sono io … » Rei cercava di aprire la porta, ma i due uomini della sicurezza l’avevano fermata appena in tempo.

«Mars! Mars sei tu … » era davvero Mars, l’ultima guardiana. Serenity appoggiò i palmi sulla porta.

Arrivò anche Ami «PORTATELA VIA!»

I due uomini afferrano Rei per le braccia e la trascinarono via di peso.

«NO … MARS!» Serenity fissava incredula Mercury. «MERCURY È MARS, È LEI! NON PUOI MANDARLA VIA!»

Mercury abbassò lo sguardo, non aveva il coraggio di guardarla negli occhi. Poi si rivolse ai due uomini. «Portatela via» ripeté.

In quel momento Serenity si sentì sola.

Sola.

L’urlo che lanciò fu agghiacciante.

Ami non ebbe il coraggio di guardarla. A testa bassa stava andando via.

«DOVE CREDI DI ANDARE?» Serenity batteva i pugni contro la porta «FAMMI USCIRE DI QUI!» continuava a prendere la porta a calci e pugni. «VOGLIO USCIRE DA QUI!» piangeva.

Più si dimenava contro la porta e più si rendeva conto che era una battaglia persa. Andò alla finestra. Una resistente grata di ferro era posta davanti ai vetri, vi si aggrappò ed iniziò a scuotere e a dimenarsi, ma niente. Quel posto era una prigione. Disperata rovesciò a terra il vassoio con tutte le pietanze che Jupiter aveva preparato. Afferrò le posate, ma quelle erano di plastica. Le sbatté violentemente a terra rompendole. Il vassoio però era di metallo, poteva andar bene. Lo prese e si scaraventò con violenza sulla finestrella posta alla porta. La colpì una, due, tre volte, ma quella era indistruttibile. Poi alla decima volta il vetro iniziò a scalfirsi, colpì ancora e ancora. I frammenti di vetro si riversarono sul pavimento. Lasciò cadere il vassoio e prese a rimuovere altri pezzi di vetro con le mani ferendosi le dita. Non c’era tempo da perdere, doveva raggiungere Mars. Fece passare il braccio attraverso la finestrella rotta e poco importava se i vetri residui le laceravano la pelle. Sapeva bene che quella porta si poteva aprire solo dall’esterno. Ancora un piccolo sforzo, riusciva quasi a toccare la serratura.

Ami assisteva alla scena inerme, Serenity non si era mai comportata così. Era letteralmente impazzita.

Un gruppetto di medici ed infermieri si era formato davanti alla camera di Serenity. «Presto, dobbiamo sedarla!» disse qualcuno.

Poi, d’un tratto tutto divenne sfocato, e fu il buio totale.

 

__________________________________________________________________________

 

 

Rei stava spazzando l’ingresso del tempio. Quando la vide la riconobbe immediatamente ma cercò di ignorarla.

Ami si avvicinò stringendosi nel suo cappotto.

Rei la fissò negli occhi. «La tua presenza qui non è gradita»

«Sono venuta per scusarmi, l’altro giorno il mio comportamento alla clinica è stato orribile.» Era visibilmente pentita.

A Rei non interessavano le sue scuse, voleva solo non vederla mai più. Le diede le spalle e s’incamminò a passo lento verso l’entrata dell’abitazione accanto al tempio.

«Aspetta non andare!» Ami non poteva permettere che se ne andasse così, senza sapere la verità.

«Per me può bastare»

«Ma si tratta di Serenity … »

Rei finse una risata. «Non esiste alcuna Serenity.»

«Ti prego, solo tu puoi aiutarla.» Ami si mise in ginocchio, scoppiò in lacrime. «Mi dispiace, avrei dovuto portarti subito da lei. Ma tutte quelle coincidenze, come potevo ignorarle … »

«Perché?» Rei la fissava negli occhi «perché non volevi che la incontrassi?»

«Avevo paura; paura che tutto quello che Serenity mi aveva raccontato fosse vero. Tutto ciò in cui credevo, gli studi che ho fatto, si sarebbero sgretolati nel nulla.»

Rei si sedette su di un gradino. «Chi è Serenity?» Sembrava più tranquilla.

Bella domanda. Ami la imitò mettendosi accanto a lei. «Quando frequentavo il primo anno di liceo, avevo una compagna di classe, Usagi.» Sorrideva ripensando ad Usagi e a quel periodo spensierato della sua vita. «Era una ragazza fuori dal comune. Sempre allegra e sorridente, carismatica. Non aveva un buon rapporto con lo studio, ciò nonostante era riuscita a conquistare un timido e riservato topo da biblioteca come me. Siamo diventate subito amiche, io la aiutavo con lo studio, e lei mi insegnava a vivere la mia età. «A noi si aggiunse un’altra ragazza, Makoto; formavamo un bel trio, sempre insieme, sempre affiatate.» Fece una piccola pausa e divenne triste. «Poi Usagi iniziò a non venire più a scuola. Era a casa malata ci dissero. I genitori non ci permettevano di vederla. Ci mancava. Quando ormai io e Makoto credevamo di aver perso le speranze, eccola che ricomparve. Ricordo che sembrava sconvolta. Era scappata di casa. Ci strinse le mani dicendoci che noi avevamo un compito importante: quello di aiutarla e starle vicino. Poi corse via. In seguito siamo venute a sapere che quello stesso giorno Usagi aveva incontrato un’altra ragazza, Minako, e le aveva detto le stesse identiche cose.»

«Usagi in realtà è Serenity … giusto?»

Ami annuì. «Usagi venne ricoverata in quella clinica per una gravissima forma di disturbo della personalità. Pian piano Usagi scomparve definitivamente. Prese il suo posto Serenity. Si presentò come la principessa della Luna reincarnata nel corpo di una terrestre. Il suo obiettivo era quello di ritrovare le sue guardiane per riacquistare il pieno possesso dei suoi poteri. Dopo di che, un nuovo regno guidato da lei, sarebbe sorto qui sulla terra.»

«Una storiella inverosimile.»

«Già, ma non ti ho detto il seguito. Dopo esattamente dieci anni, io, Makoto e Minako, pur avendo intrapreso strade diverse, ci ritroviamo a lavorare tutte e tre nella stessa clinica dove Usagi è ricoverata. Io sono tirocinante di psichiatria, Makoto lavora nelle cucine e Minako è diventata un infermiera. In modo diverso, ci prendiamo tutte cura di Usagi, proprio come lei ci aveva ordinato. Serenity ci ha nominato sue guardiane … Non la trovi una strana coincidenza?»

Rei sorrideva «E se ti dicessi che anche io ho incontrato Usagi dieci anni fa?»

«Beh, direi che è più che probabile.»

«Ero proprio qui, su questi gradini, seduta come adesso. Ero ancora una novizia. La vidi salire di corsa le scale e dirigersi verso di me. La trovavo buffa, con quei codini bizzarri. Si avvicinò, ma non mi disse di aiutarla, mi disse semplicemente trovami! Mi prese la mano ed avvertii subito una forte energia. Mi sembrava una specie di sfida, e l’accettai. Cercavo di trovarla provando a rintracciare quella energia. Ma era difficilissimo. Ho dovuto acquisire molta esperienza prima di riuscire a ritrovarla. Ci ho messo dieci anni.»

Ami la guardò seria. «Non ci sono più dubbi, tu sei Mars, l’ultima guardiana.»

«Così sembra … »

Ami si alzò. «Rei, non c’è tempo da perdere, Serenity, dopo l’episodio dell’altro giorno non è più la stessa. È apatica, non mangia più … si sta lasciando morire. Ed è tutta colpa mia.»

«Portami da lei.»

 

__________________________________________________________________________

 

 

Serenity era stata trasferita in una nuova stanza. Senza finestre, nessun arredamento, neanche il letto. Solo quattro mura e il pavimento rivestiti di gommapiuma. Era considerata pericolosa, soprattutto per se stessa.

Rei entrò nella stanza accompagnata da Ami, Makoto e Minako. «Serenity guardami … sono io, Mars!» le piangeva il cuore nel vederla accovacciata in un angolino. I capelli erano sciolti, il volto spento e il braccio fasciato.

«Serenity torna in te … » aveva sussurrato Makoto.

Venus le si era inginocchiata accanto e la stringeva fra le sue braccia.

Rei afferrò la mano di Serenity. «Ascoltami, so che mi senti … reagisci!»

Serenity avvertì un lieve calore che dalla mano le si propagò in tutto il corpo.

Ami si avvicinò. «Serenity, perdonami!» disse piangendo. «Non avrei mai dovuto impedirti di incontrare Mars, ma avevo paura delle conseguenze, del futuro, temevo che la mia vita potesse cambiare. Ma, ma adesso non ho più paura. Ritorna in te.»

Serenity sembrava non ascoltare. Se ne stava immobile a fissare il nulla. Ma aveva capito; aveva capito di aver sbagliato tutto. Egoisticamente si era preoccupata solo del suo regno senza tener conto che i terrestri non erano ancora pronti.

Le ragazze rimasero lì per molto tempo, e poi, stanche e afflitte, se ne andarono promettendole che sarebbero ritornate a trovarla il giorno seguente.

 

Ma il giorno dopo con grande sorpresa, trovarono solo una stanza vuota.

Cercarono ovunque ma senza alcun risultato.

Serenity non c’era più.

Le ricerche andarono avanti per giorni, mesi. Cercarono addirittura nel laghetto della clinica.

Sparita nel nulla.

Le ricerche vennero infine sospese, e il caso archiviato.

Ben presto Serenity venne dimenticata.

Di lei rimase solo una sciocca leggenda: si dice infatti, che sia morta e che il suo spirito appaia nella clinica durante le notti di Luna piena.

 

Nessuno ha mai più scoperto che fine avesse fatto Usagi, o Serenity; ma c’erano ancora quattro ragazze che aspettavano speranzose la rinascita di un regno meraviglioso.

__________________________________________________________________________

 

 

Notte.

Dall’alto di un grattacielo una donna dai lunghi codini biondi osservava una Tokyo mozzafiato.

“Il mio regno può aspettare …” pensava. “Fino a quel giorno, proteggerò la Terra e i suoi abitanti.” Sorrise mentre la Luna illuminava il fiocco rosso che aveva sul petto.

 

Fine

 

 

 

Ragioni del punteggio:
Originalità: non si è dato il punteggio massimo solo perché è un'idea che è stato possibile leggere anche in altre storie, ma che comunque è stata trattata in una maniera molto interessante
Trama: eh... la fine. Con un finale più corposo o pensato la storia sarebbe stata migliore. Come trama infatti presenta un colpo di scena e può sorprendere molto un fan della serie e di fanfic della serie.
Caratterizzazione: funzionale alla trama, è approfondita bene dalle azioni e dagli stati d'animo dei personaggi. Caratteristica che un po' si perde nel finale.
Stile e forma: buono stile, semplice ma efficace. Non rimane impresso in sé, ma accompagna bene una bella storia.

 

 

 

 

Un enorme grazie ad Ellephedre per aver organizzato questo concorso. Una bellissima iniziativa.

È stato divertente.

Scrivere, esprimere le mie ansie su facebook, aspettare il verdetto.

Gioire per il secondo posto!

 

Naturalmente ringrazio di cuore anche gli altri membri della giuria: Chichilina, Rox, Leaf81.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: maryusa