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Autore: luxu2    17/07/2011    3 recensioni
Estate del 1999. Laura ha 20 anni, ha appena finito la scuola ed è in vacanza nella casa al mare con la sua famiglia. Un'inaspettata solitudine di 2 giorni la porta ad avvicinarsi al vicino di casa, Luca, affascinante 25enne. Fra giochi in spiaggia, giri in moto, Laura vivrà una delle esperienze più importanti per la sua vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luca 1
Chissà perchè, ma proprio stamattina mi sono svegliata così. Sono passati 12 anni e questa notte ho sognato Luca. Chi è Luca? Luca è stato "la mia prima volta", ma non credo che la storia possa essere così interessante. Cosa? Volete veramente che racconti? Daccordo!
Tutto è iniziato nella seconda metà di agosto del 1999. All'epoca avevo 20 anni, era stato l'anno della maturità (va beh: ho ripetuto un anno, ma questo cosa centra?). Nonostante avessi sognato un viaggio-premio post maturità in Irlanda sulle orme dei miei adorati U2, non ho voluto influire sulle finanze dei miei genitori che già mi mantenevano, e ho rimediato con una settimana nella nostra casetta al mare con la mia compagna di banco Lisa, sua sorella e la mia amica Sara in quel di Sanremo. Ovviamente la settimana idilliaca solo fra amiche è finita troppo in fretta e pure funestata dal maltempo. Lisa e sua sorella sono ripartite presto ed io e Sara abbiamo avuto altri due giorni di libertà prima dell'arrivo dei miei genitori con mio fratello, mia nonna e mia cuginetta. Ora potete immaginarvi che razza di vacanze passavo io in un bilocale con una sola camera da letto che dovevo dividere con una nonna che russava come una vecchia Harley smarmittata ed una cugina di 9 anni che parlava nel sonno. Io e Sara avevamo una scorta di tappi per le orecchie nel comodino per poter dormire qualche ora, dato che in spiaggia questo piacere ci veniva negato da mio padre che, gogliardicamente, ci svegliava a suon di secchiate di acqua fredda.
Ma torniamo a Luca. Era il vicino del piano di sotto che viveva in uno dei due alloggi al piano delle cantine; per intenderci, noi siamo al piano terra rispetto alla portineria, ma, siccome la città si sviluppa tutta su delle colline, il nostro piccolo condominio non fa eccezione e si ritrova le cantine al livello della strada principale e la portineria sul retro praticamente al primo piano rispetto alla strada. Dicevo: Luca viveva in una delle due tane ricavate dalle cantine. Lanciando rapide occhiate dalla porta finestra che teneva sempre aperta, si vedeva un piccolo soggiorno che fungeva anche da cucina e due porte sul fondo, probabilmente la camera da letto ed il bagno entrambe dotate di finestra che dava sulle cantine condominiali sempre puzzolentissime di muffa (mi domando come facesse a cambiare l'aria).
Va bene. Ho raccontato dove viveva ma non l'ho ancora descritto: 25 anni, capelli scuri, occhi azzurri come il mare, un viso da pubblicità ed un fisico da attentato. Lavorava come istruttore in una palestra e passava il primo pomeriggio nella spiaggia dove io andavo a fare il bagno e a rimirarlo dal materassino su cui cercavo di appisolarmi cullata dalle onde.
Data la mia timidezza cronica mi limitavo ad osservarlo e a dirgli ciao per poi fuggire come una lepre. Le informazioni che avevo su di lui me le aveva riportate la faccia di bronzo di mio fratello che, al contrario della sottoscritta, parla anche da solo ed aveva stretto subito amicizia con il vicino bonazzo.
La mia piccola avventura è iniziata qualche giorno dopo ferragosto. Erano ormai 3 settimane che ero al mare e contavo i giorni che mancavano alla fine della vacanza perchè mi annoiavo a morte e non ne potevo veramente più. Mio fratello sarebbe partito a giorni per la vacanza studio del Conservatorio in Sardegna: tutta una scusa per fare il cretino con gli amici più scemi di lui e scoparsi qualche violinista zoccola.
Quell'anno, però, la fortuna girò prepotentemente dalla mia parte. Sara e mia cugina se ne sarebbero andate anche loro a casa ed io sarei rimasta da sola con mia nonna: due giorni come un condannato in un carcere di massima sicurezza. La mia botta di fortuna fù una frase di mia nonna "Sono stufa e preferisco tornare a casa."
Detto fatto: la mattina del 18 di agosto mi ritrovo, praticamente all'alba e con addosso il pigiama corto ed un golfino, a salutare la mia famiglia che mi abbandona per 2 giorni interi.
"Mi raccomando: stai attenta. Noi torniamo dopo domani." mia madre è un po' in ansia al pensiero di lasciarmi da sola.
"Non ti preoccupare mamma. Ho 20 anni, mi arrangio da sola." dico sbadigliando vistosamente e sognando il mio letto da cui sono stata sfrattata troppo presto.
"Va bene. Bacio, bacio." mamma sale in macchina e, finalmente, io tiro un sospiro di sollievo salutando con la mano l'auto di papà che si allontana carica di tutta la mia allegra famigliola.
"Yuppie!" il mio sfogo quando la macchina scompare dalla mia visuale. Mi guardo intorno per la strada: uno dei gatti della vicina salta fuori da dietro il bidone dell'immondizia facendomi sussultare. Ormai sono sveglia e non riuscirei comunque ad addormentarmi nuovamente.
Mentre mi giro per ritornare in casa, sento un rumore di chiave girata nella serratura. Un insonnolito Luca si affaccia sbadigliando con addosso solo un paio di pantaloncini da ginnastica.
"Uhm? Buongiorno." mi sorride sfregandosi un occhio.
"Oh scusa. Sospetto che abbiamo fatto un po' più casino del previsto. Mi dispiace." dico imbarazzata.
Luca si guarda intorno grattandosi la testa. "I tuoi sono partiti?" domanda.
Annuisco "Già. Però ritornano dopo domani. Sono andati a portare a casa mio fratello, mia cugina, mia nonna e la mia amica." sorrido "Finalmente riuscirò a dormire."
Luca mi sta squadrando ed io arrossisco. "Beh, forse è meglio che vada. Ti auguro una buona giornata." giro sui tacchi e, a lunghe falcate, risalgo verso casa.
"Laura?" Oddio! Ma allora conosce il mio nome! Mi giro di nuovo verso di lui senza dire niente "Se hai bisogno di qualcosa... non farti problemi." prosegue.
Sorrido "Grazie. Sei molto gentile." e mi smaterializzo dentro casa.
Cercando di non pensare a Luca con addosso solo i pantaloncini (ma come si fa?) mi vesto con l'intenzione di andare a farmi un giro in città e poi, magari fare una capatina in spiaggia. Metto l'asciugamano nel mio vecchio zaino delle scuole medie e prendo un paio di biglietti dell'autobus dal cassetto del mobile della televisione: non ho proprio voglia di farmi la strada a piedi fino alla spiaggia.
Mentre chiudo a chiave la porta di casa mi arriva un messaggio sul cellulare. Ancora Gigi! Ma perchè si deve interessare così tanto di quello che faccio al mare, se poi per lui sono solo un'amica e niente di più? Adesso lo frego. Mi fermo un secondo e digito sullo schermo di questa specie di cabina telefonica "Sto consultando le offerte di lavoro qui in zona. Non si sa mai..." sorrisino diabolico e mi infilo il telefono nella tasca dei bermuda. Non faccio in tempo a fare due passi che sento squillare il telefono: è lui.
"Pronto?" dico con aria disinvolta continuando a camminare.
"Stai scherzando, vero?" Ho fatto centro. Non mi ha mai chiamata.
"Beh, potrebbero esserci delle proposte interessanti. E poi qui c'è un bel clima anche in inverno ed in estate ne approfitterei per andare in spiaggia." continuo con la mia recita e lui è sempre più allarmato.
"Ma allora parli sul serio?" risponde con tono mesto.
Non resisto e mi metto a ridere "Ma certo che scherzavo. Qui non c'è proprio un bel niente per un perito informatico." posso sentire il suo sospiro di sollievo dall'altro capo della linea. La nostra conversazione prosegue ancora per qualche minuto con lui che mi aggiorna sugli ultimi pettegolezzi del paese ed io che gli racconto dei miei due giorni di libertà assoluta mentre mi incammino verso il mare.
"Se non dovessi andare al lavoro, prenderei la moto e verrei a farti compagnia." esordisce lasciandomi stupita.
Non mi lascio scappare l'occasione e glielo faccio notare "A volte mi stupisci, sai?"
"Perchè?" domanda.
"Perchè te ne esci con certe frasi." rispondo lasciandolo in silenzio per qualche istante.
"Beh, ora devo andare a lavorare. Divertiti. Ci vediamo quando torni." bravo: rifletti su quello che hai appena detto.
"Ciao e buon lavoro. Io vado ad annoiarmi un po' in spiaggia."
Dopo i saluti riattacco scrollando il capo. Gigi è veramente un cretino ed io non ho voglia di perdere tempo con lui, se non gli piaccio.
Grazie alla telefonata ho perso l'autobus. Pazienza: mi farò questi due chilometri a piedi. La strada è in discesa e devo solo stare attenta alle macchine, visto che non c'è il marciapiede.
Sto camminando quando sento una moto che rallenta per poi fermarsi vicino a me. Sono un momento spaventata prima di accorgermi che il centauro è Luca. Si ferma e si toglie il casco.
"Hai perso l'autobus?" mi domanda con un sorriso.
Annuisco "Già. Tutta colpa del telefono." dico con un'alzatina di spalle.
Una macchina sfreccia vicino a noi facendo un rumore assordante. Luca stringe gli occhi infastidito dal rumore e poi si gira di nuovo verso di me.
"Lo vuoi un passaggio?" domanda indicando la moto.
Non so cosa rispondere e allora piazzo lì la prima cretinata che mi passa per la mente "Ma non ho il casco."
Luca sorride ed apre il bauletto estraendo un secondo casco. "Questo ti dovrebbe andare bene. Forza sali che questa strada è pericolosa."
Mi porge il casco e me lo infilo salendo poi dietro di lui. "Aggrappati a me." mi dice guidando le mie braccia a stringere la sua vita. Io obbedisco e artiglio la sua maglietta mentre parte. Adoro andare in moto e Luca guida in modo molto prudente. L'aria fresca mi porta il suo profumo che sa di talco come l'ammorbidente che usa mia madre.
Raggiungiamo velocemente l'affollato parcheggio delle spiagge e, senza neppure chiedermi nulla, spegne la moto davanti alla spiaggia dove va lui di solito. Io mollo la presa sulla sua maglietta e mi tiro sù levandomi il casco; senza volerlo, durante il viaggio gli sono finita incollata addosso come uno zainetto.
Scendo dalla moto saltellando come un'impedita e mi giro verso di lui con un sorriso "Grazie per il passaggio." dico prima di fare dietrofront e dirigermi verso la spiaggia che frequento di solito.
"Credevo che mi avresti fatto compagnia, oggi." la sua voce, un po' risentita, mi blocca a metà strada e mi porta a girarmi verso di lui. Lo vedo sorridermi con aria incoraggiante "Cosa ci vai a fare in quella spiaggia, se poi per nuotare, vieni qui?"
"Veramente..." non so prorio cosa dirgli.
"Dai, dai. Il gestore è un mio amico e non mi fa pagare l'ingresso." dice sorridendomi sempre più incoraggiante e porgendomi la mano.
Prendo fiato "Va bene. Mi hai convinto." dico sorridendogli.
"Ottimo!" adesso sembra proprio felice e, prendendomi per mano, mi trascina all'ingresso della spiaggia.
Il gestore è veramente un suo amico ed una persona veramente simpatica. Quando gli domanda chi sono, Luca risponde "Lei è Laura, la mia vicina. Siccome è sola per un paio di giorni, le faccio compagnia io." A questa uscita, l'uomo ride di gusto e mi fa l'occhiolino.
Arriviamo sul bagnasciuga e mettiamo per terra gli asciugamani per poi toglierci i vestiti e rimanere in costume. Mi stendo sull'asciugamano e chiudo gli occhi. Luca è già disteso al mio fianco con aria rilassata ed il sorriso sulle labbra. Non resisto oltre e scoppio a ridere. Luca gira la testa e mi guarda con aria perplessa.
"Non credevo che ti piacesse fare il babysitter." dico.
Lui sorride mostrando quei suoi denti perfetti "Beh, non sono poi tanto più vecchio di te, e poi non mi sembri proprio una bambina." dice fissandomi intensamente.
Io arrossisco immediatamente ma vengo salvata in corner dal bip di un messaggio che arriva sul telefono. Mi giro immediatamente a frugare nello zaino per estrarre il cellulare anche se so che è l'ennesimo messaggio di Gigi. Infatti si era dimenticato di riferirmi l'ultimo pettegolezzo di paese. Sorrido rimettendo via il telefono dopo aver risposto.
Per tutto il tempo Luca mi aveva osservato curioso. "E' il tuo ragazzo?" domanda.
Mi giro e gli sorrido "No. Gigi è solo un amico e tale vuole rimanere. Mi stava solo riferendo l'ennesimo pettegolezzo."
Vedo che sorride sospirando di sollievo "Meno male! Non mi piace corteggiare le ragazze già impegnate."
Sento le guance che mi prendono fuoco "Io ho caldo. Vado a fare il bagno." dico alzandomi e correndo velocemente in acqua. Mi immergo e nuoto in apnea per qualche secondo ripensando a come questa giornata mi stia sconvolgendo. Quando riemergo Luca è a pochi metri da me. Mi fermo e lo guardo. Lui prende questo mio gesto come un invito ad avvicinarsi lentamente come con un animale selvatico e mi guarda tranquillo. "Non capisco se sei solo timida o cosa. Però di una cosa sono certo."
"Cosa?" domando piano.
"Che sono attratto da te dalla prima volta che ti ho visto." mentre dice questo mi prende per la vita sbilanciandomi in avanti e constringendomi ad appoggiare le mani sulle sue spalle per non cadergli addosso. Quello che segue non me lo ricordo perfettamente, so solo che mi ritrovo con le labbra incollate alle sue, nello stesso tratto di mare dove, a 14 anni, ho ricevuto il mio primo bacio.
Quando ci stacchiamo lo guardo stranita e lui mi sorride "Scusami, ma non ho resistito."
Lo guardo un po' perplessa "Stai facendo sul serio?" domando. Sono troppo abituata ad essere presa in giro dagli uomini.
Per tutta risposta mi bacia ancora e con più passione di prima. Stavolta partecipo anch'io.
Luca sorride "Così va meglio." esordisce e io scoppio a ridere.
"Scusami, ma non sono abituata ad essere corteggiata così." dico sorridendo.
Luca mi guarda perplesso "Non ci credo. Secondo me hai una schiera di ammiratori, invece."
Rido di nuovo "No, sono un'imbranata cronica. Di solito gli uomini scappano da me. Ho un brutto carattere."
"No. Secondo me sei solo timida. Però, quando ti sciogli, diventi simpatica."
Lo guardo alzando un sopracciglio "Ma tu lavori in una palestra, o sei uno psicologo?"
Luca ride e mi solleva appoggiandomi alla sua spalla come un sacco di patate. Io grido ridendo e sto al gioco.
"Attenta ragazza: non prendermi in giro." scherza tuffandomi nell'acqua più profonda.

Ci divertiamo per tutta la mattina. Pranziamo sulla spiaggia con un pezzo di focaccia che ho comprato alla mattina e poi, nelle ore più calde del pomeriggio ce ne andiamo a spasso in centro a rimirare le vetrine dei negozi tenendoci per mano.
"Ti andrebbe di cenare da me, stasera?" Luca mi prende alla sprovvista con questa proposta.
"E cosa mi cucini di buono?" domando con un sorriso furbetto.
Gonfia le guange mugugnando mentre pensa a cosa rispondermi "Vediamo... pasta al pomodoro? E' una delle poche cose che so fare."
Mi metto a ridere "Va bene. Io preparo il dolce. Hai preferenze?" domando.
Luca sorride: ora tocca a lui fare il bastardo, ma non sa cosa sono capace di fare in cucina "Mi piacerebbe una mega torta al cioccolato." poi si abbassa e mi sussurra in un orecchio "Oppure te ricoperta di Nutella."
Arrossisco imbarazzata ma faccio finta di niente "Ok. Vada per la torta al cioccolato. Mi potresti lasciare al supermercato?"
"Ci possiamo andare insieme prima di tornare a casa."
"Sì, ma io ho bisogno di un po' di tempo per preparare quello che ho in mente. Sarebbe meglio se ci andassimo subito."
Lasciato il centro città, ci dirigiamo alla Coop dove compro tutto l'occorrente per preparare un pan di spagna e farcirlo con della semplice crema ganache.
Luca mi guarda infilare sicura nel cestello tutte le cose che mi servono e, forse, comincia a ricredersi sulle mie capacità culinarie.
Oltre a tutti gli ingredienti che mi occorrono, mi compro anche un vassoio di meringhe alla fragola che sono le mie preferite.
"A cosa ti servono le meringhe alla fragola?" mi domanda curioso.
"Le mangio." rispondo con aria ovvia. "Mi fanno letteralmente impazzire."
Luca sorride e non dice nulla.

Ritornata a casa, e salutato Luca, mi metto al lavoro in cucina. La torta viene una meraviglia e la metto in frigorifero per far indurire la crema.
Mi infilo nella doccia rossicchiando una meringa alla fragola. Lo so che non dovrei abusare dei dolci perchè fanno ingrassare, ma proprio non resisto.
Ricevo la telefonata di mamma e le racconto che ho passato la giornata con Luca e che, per stasera, esco assieme a lui. Mia madre non protesta: a lei e mio padre, Luca piace. Lo hanno sempre considerato un bravo ragazzo.
Chiusa la telefonata con mamma, scatta il problema di cosa indossare. Se mi metto i jeans ed una maglietta rischio di sembrare banale. Il vestito bianco con il ricamo di paillettes comprato dall'ambulante in spiaggia, rischia di essere troppo sexy e non voglio dare un'idea sbagliata. Alla fine opto per una minigonna nera a ruota con una canotta grigia e le ciabatte ad infradito basse. Mi trucco leggermente e mi spazzolo per bene i capelli lasciati sciolti sulle spalle. All'ora prestabilita sono già pronta e, per vedere a che punto è Luca, dò una sbirciatina dalla finestra della cucina, la postazione da cui lo spio di solito. Tutto sembra tranquillo e da casa sua proviene solo la musica. Tolgo la torta dal frigorifero e la copro con un pezzo di alluminio: non è una grande presentazione, ma devo fare solo quei 4 metri che dividono il cancello del mio giardinetto con la porta di casa di Luca. Chiudo diligentemente a chiave la porta di casa e, dopo essermi guardata intorno per evitare il resto dei vicini curiosi, imbocco la piccola discesa e mi fermo davanti alla sua porta suonando il campanello.
Luca mi apre con un sorriso sul viso. E' in tenuta da cuoco con un enorme grembiule macchiato di pomodoro.
"Sei puntualissima." esclama vedendomi.
Alzo le spalle "Non amo essere in ritardo." rispondo mentre Luca mi invita ad entrare e io mi guardo intorno.
La casa è veramente un buco come me la sono sempre immaginata. Il soggiorno/cucina è una piccola stanza con qualche pensile, il frigorifero e la cucina a gas in un angolo. Dall'altro lato c'è un piccolo divano con davanti un mobile basso con sopra la televisione e sotto la radio e vicino alla porta finestra c'è un piccolo tavolo rotondo apparecchiato per due.
"Carino qui." dico per cortesia.
Luca sorride guardandosi attorno "Grazie, ma lo so che non è il massimo."
"Dove posso mettere la torta?" domando, visto che sono ancora in mezzo alla stanza con la torta in mano.
Luca si guarda un po' intorno nel caos che regna "Deve stare, per caso, in frigorifero?" domanda.
"L'ho appena tolta. Può anche stare fuori fino al momento di mangiarla." dichiaro.
"Allora l'appoggio sopra al frigorifero." dice prendendola dalle mie mani. Poi la guarda curioso "Posso vederla?" domanda sollevando un angolo dell'alluminio.
Annuisco e Luca scopre completamente la torta. "Wow! Ma è bellissima!" poi mi gurada con un sorrisetto ironico "Non sarai mica passata in pasticceria?"
Lo guardo scuotendo il capo "No. L'ho fatta io. Me la cavo piuttosto bene con i dolci."
Luca ride "Sarà ancora più buona, allora. L'hai fatta a tempo di rock degli U2, ho sentito."
Sorrido anch'io "Senti la mia radio da qui?"
"Avevi la finestra aperta e canticchiavi." dice avvicinandosi alla pentola del sugo per mescolarlo.
Lo seguo verso i fornelli ed aspiro il profumo del sugo "Ha un profumino delizioso." dichiaro.
Luca mi guarda e sorride di nuovo "Speriamo che sia anche buono. Io ci ho messo tutto l'impegno possibile."
"Beh, nel caso c'è sempre la mia torta." lo prendo in giro.
Luca mi fa una smorfia e, dopo aver buttato la pasta nell'acqua bollente, mi invita a sedermi. "Accomodati pure. Ho preparato un piccolo aperitivo con un po' di patatine." dice mettendomi davanti un bicchiere di Crodino ed un piatto con le patatine.
"Grazie." dico mettendomi seduta ed afferrando una patatina.
"Ti va se metto un po' di musica?" domanda. Aveva spento la radio quando sono entrata.
"Adoro la musica." dico con la bocca piena di patatine.
Traffica un attimo nella pila dei suoi cd e ne mette uno nel lettore della radio. "Credo proprio che questo ti piacerà." e sento che parte Sweetest Thing degli U2.
"Hai messo su per caso The best of 80-90?" domando.
Luca annuisce "Sapevo che ti sarebbe piaciuto."
"Io ho quello doppio con i b-side. L'ho praticamente consumato a furia di ascoltarlo."
Luca si siede accanto a me e mi guarda "Come mai tutto questo amore per gli U2?"
Ci penso su un attimo "Mah, ti dirò che è iniziato tutto con un singolo di Zucchero."
Mi guarda un attimo perplesso e poi sorride "Ma dai? Fammi capire la connessione."
"Allora: il singolo in questione è Blue. Sul cd singolo c'è anche una versione in inglese della canzone. Pare che Zucchero avesse scritto la musica, ma non le parole e, dopo una serata di bevute assieme al suo grande amico Bono, erano in giro in auto e Zucchero gli ha fatto ascoltare la base registrata. Si sono ritrovati un paio di mesi più tardi alla partita della finale degli europei, mi pare, in Francia, e Bono gli ha dato un testo da abbinare alla musica. Non ti sto a dire che le parole sono bellissime, perchè sarei un po' troppo di parte. Da quello ho iniziato a seguirli con assiduità. Conoscevo già Sweetest Thing perchè vedevo il video su MTV e poi ho acquistato il cd e pian piano gli altri."
Luca fa un fischio ammirato. "Non credevo che parlassi così tanto. Ti facevo un tipo più taciturno."
Arrossisco. Lo so che quando inizio a parlare non finisco più: è uno dei miei tanti difetti. "Scusa. Sono logorroica, lo so." ammetto.
Luca sorride e mi viene vicino "Posso dirti che mi piaci anche di più? Credevo che fossi una che se la tirava, ma ora so che sei solo timida. E pure molto simpatica."
Mando giù l'ennesima manciata di patatine (se non le tira via dal tavolo me le mangio tutte) e rispondo "Più che simpatica, direi comica."
Luca ride e allontana il piatto di patatine dalla mia portata "Sarà meglio che le metta via, altrimenti non apprezzerai mai la mia cucina."
Annuisco "Fai bene. Quando comincio con le patatine... è come con le meringhe alla fragola: non riesco a smettere."
Il timer del forno suona per indicare che il tempo di cottura della pasta è terminato. Luca si alza per andare a spegnere il fuoco sotto alla pentola e scolare la pasta.
Io mi alzo in pedi "Posso darti una mano a preparare qualcosa?" domando.
"No, tranquilla. Sei mia ospite stasera. Penso a tutto io." e così dicendo scola la pasta e poi la passa nel sugo. "Voilà mademoiselle! La cena è pronta."
Rido mentre si avvicina con lo strofinaccio sul braccio e la pentola degli spaghetti e mi serve una dose generosa.
"Morirò se mangerò tutta questa pasta." esclamo vedendo il mio piatto.
Luca si siede a tavola e lecca il cucchiaio del sugo "Non è mica avvelenata."
"Non di sicuro, ma è una dose da elefante. Dovrò farmi una decina di volte la salita da casa tua a casa mia per poterla digerire."
Luca ride ed io lo guardo perplessa "Che c'è? Ho detto qualcosa di così comico?" domando.
"No, assolutamente. Però ci sono altri modi per poter digerire..." e sorride infilandosi in bocca un'altra forchettata di pasta.
Ahia! Questo qui lo so dove vuole andare a parare! Faccio finta di niente e cerco di cambiare discorso. "Hai ragione. Potremmo uscire e fare una passeggiata sul lungomare."
Luca ride ed io lascio perdere e continuo a mangiarmi la mia pasta.
Chiacchieriamo parecchio durante la cena, soprattutto parliamo di musica e di quello che ci piace ascoltare. Scopro così che Luca è un musicista e suona la chitarra in una piccola rockband.
"Sì, proviamo una volta alla settimana e ogni tanto suoniamo da qualche parte, ma ormai ho rinunciato al sogno di sfondare." ammette lui malinconico infilando la forchettina nella seconda fetta di torta.
"Prima o poi ci riuscirete. Dovreste cercare di farvi notare da qualche produttore nel periodo del Festival." dico io.
"Uhm. Te l'ho già detto che questa torta è squisita?" mugugna sventolando la forchettina sporca di cioccolato.
"Sì." rispondo sorridendo "Ma credo di aver esagerato con il rum della bagna. Mi gira un po' la testa." ammetto io.
Luca sorride e si alza leccando il cioccolato sulla forchettina in modo molto sensuale. Non so se è lui, il rum nella torta, la voce di Bono che proviene dalla radio, ma sto resistendo alla voglia pazza di saltargli addosso. Forse è meglio che me ne torni a casa.
"Io... credo che sia meglio che torni a casa." dico piano alzandomi.
Luca mi guarda triste e si alza mettendosi di fronte a me "Va bene. Mi sono divertito molto stasera. Grazie per la buonissima torta."
Esco rapidamente scappando a chiudermi in casa.

E' passata un'ora da quando ho lasciato Luca e mi sento una vera schifezza. Ora sto spiando la strada e la sua porta da dietro la tenda della cucina. E' stato così gentile con me per tutto il giorno ed io mi sono comportata così solo perchè mi sentivo confusa dall'attrazione sessuale che provo per lui. E' ancora in casa perchè posso vedere la luce accesa che filtra dalla sua finestra. Infondo che cosa c'è di male se sono attratta da lui ma non lo amo? Non ho più 14 anni e lo so benissimo che non potrò mai gestire una relazione a distanza, però tanto vale che mi tolga le mie voglie finchè sono in tempo. Avevo già voglia di farlo oggi in spiaggia quando mi ha baciata e, da quello che ho potuto percepire quando eravamo abbracciati, neppure lui era indifferente. Ho deciso: torno da lui. Se mi caccerà me lo sarò meritato, ma almeno devo chiedrgli scusa.
Mi infilo velocemente il cardigan di cotone sopra al pigiama e scendo in strada. Sono quasi le 23 e ci sono in giro solo un paio di gatti fra i bidoni dell'immondizia. Busso piano alla sua porta. Luca apre quasi subito ha addosso solo un paio di boxer aderenti ed una maglietta nera dei Guns & Roses. Non lo lascio parlare.
"Se pensi che io sia pazza beh... avresti quasi ragione. Sono una cretina e ti volevo chiedere scusa per come mi sono comportata prima, ma c'è un motivo."
Luca mi guarda un momento e poi si guarda intorno "Entra. Non è il caso che resti in mezzo alla strada in pigiama." dice prima di afferrarmi per un braccio e trascinarmi in casa sua chiudendo la porta.
E' terribilmente serio "Non credo che tu sia pazza, ma ci sono rimasto male quando sei scappata così all'improvviso."
Gli metto una mano sulla bocca per zittirlo "Sono scappata perchè ero mezza ubriaca e perchè mi attrai in una maniera irresistibile. Se poi ci aggiungi anche le canzoni degli U2... Non voglio complicazioni sentimentali con una relazione a distanza, e credo che non lo voglia neppure tu. Però i fatti sono questi: io ti desidero Luca."
Luca mi guarda serio e poi fa una domanda che mi lascia perplessa "Hai chiuso la porta di casa tua?"
Lo guardo come se fosse impazzito e gli mostro il mazzo di chiavi "Sì, ma perchè?"
La sua risposta arriva con un bacio e, attraverso il contatto dei nostri corpi, capisco che anche lui mi desidera. E' un momento e ci ritroviamo nella sua camera da letto mentre i nostri vestiti stanno guadagnando il pavimento.
Dopo l'ennesimo bacio lo guardo negli occhi e, imbarazzata, gli dico "Per favore, fai piano. E' la prima volta per me." Quello che mi ricordo dopo è il sorriso di Luca e la sua estrema dolcezza per tutta quella magica notte.

I miei tornarono dopo due giorni ed io e Luca uscimmo assieme ancora un paio di volte nelle due settimane successive. La vacanza finì e con essa la mia avventura con il vicino. Quell'autunno Luca si trasferì a vivere in un'altra zona della città e non lo vidi più. Io trovai lavoro ad ottobre di quello stesso anno e a dicembre iniziai una relazione con un mio collega che, cinque anni fa, ci ha portati al matrimonio.
Ora mio marito preferisce le vacanze in montagna ed al mare non ci andiamo quasi mai.
Di Luca non ho avuto più notizie e neppure l'ho più rivisto, però di lui conservo ancora il bellissimo ricordo di quella indimenticabile notte.

   
 
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