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Autore: IamCrazy    22/07/2011    3 recensioni
In quegli ultimi secondi non gridò, non cercò di aggrapparsi a nessuna speranza di salvezza tra l'altro inesistente.
In compenso provò ad immaginare il dolore.
Provò ad immaginare la sensazione che da lì a poco l'avrebbe invasa.
"..fortunatamente per poco.." si ritrovò a pensare con un sorrisetto fuori luogo "davvero molto poco.."
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-…cazzo.-
L’imprecazione si perse nel turbinio del vento, che sembrava impazzito.
Percepiva l’aria schiaffeggiarle la faccia, facendole terribilmente male.
Sentiva, o meglio, non riusciva a sentire nient’altro che il rombo assordante nelle orecchie crescere d’intensità man a mano che il vuoto in cui stava precipitando smetteva di essere tale, lasciando il posto alla nuda roccia.
Chiuse gli occhi; non riusciva a tenerli aperti e lacrimavano.
Un po’ per l’aria ma soprattutto per quella improvvisa consapevolezza: mancava davvero poco.
Altri cento, centocinquanta metri al massimo.
..E poi?
In quegli ultimi secondi non gridò, non cercò di aggrapparsi a nessuna speranza di salvezza tra l’altro inesistente.
In compenso provò ad immaginare il dolore.
Provò ad anticipare la sensazione che di lì a poco l’avrebbe invasa.
“..fortunatamente per poco..” si ritrovò a pensare con un sorrisetto fuori luogo “davvero molto poco..”
In uno slancio di ottimismo pensò che forse non se ne sarebbe neanche accorta.
Tanto stava precipitando di testa, una morte sul colpo.
Sarebbe stato peggio cadere di piedi, così avrebbe potuto percepire distintamente ogni osso delle gambe sgretolarsi, schizzando fuori dal suo corpo in mille frammenti di schegge insanguinate.
In quel caso avrebbe avuto tempo a sufficienza per vedere in faccia la morte.
Ma lei non voleva vederla affatto.
Perché per quanto si fosse sempre lamentata della sua vita monotona, nella quale per altro si sentiva come un pesce fuor d’acqua, a lei vivere piaceva.
“..bella fregatura, me ne accorgo solo ora..”
Ci fu un totale di tre millisecondi netti durante i quali si stupì di poter ragionare con tanta freddezza sulla sua esistenza che stava andando concludendosi in quel modo pietoso.
Sarebbe stato un bel tonfo in compenso.
Davvero un bel tonfo.
Con un impatto considerevole.
Sì, già immaginava le pareti bianche della scogliera completamente schizzate di rosso.
Come immaginava il suono orrendo che avrebbe fatto il suo corpo nel toccare terra.
Un misto tra quello secco delle ossa che si fracassavano e quello appiccicoso del sangue caldo che si riversava al suolo.
Sarebbe stata una morte inusuale, non c’è che dire.
“..da ricordare..” aggiunse una vocina perversa dentro di lei.
Stava impazzendo, non c’era dubbio.
Che stava facendo? Si compiaceva della sua fine macabra?
Era di certo il terrore a impedirle di ragionare.
Era il terrore sicuramente a indirizzare la sua mente verso quei pensieri.
Pensieri che si accavallavano freneticamente nella sua testa, in un turbinio impazzito, come tanti proiettili fuori controllo.
Li poteva quasi sentire quei proiettili, sbattere e rimbalzare violentemente sulle pareti del suo cranio.
Voci contorte dentro di lei, la divoravano.
Mosse istintivamente le mani verso le sue tempie, massaggiando veloce, in quello che era il primo movimento che compiva da quando -non sapeva come- aveva perso l’equilibrio.
-Basta, state zitte- ansimò scossa.
Quanti secondi erano passati? Quanto mancava ancora?
Possibile che ci volesse così tanto?
Era davvero il terrore a portarla a desiderare di concludere tutto il più in fretta possibile?
Era la paura della morte, la paura di provare un dolore troppo grande da sopportare, che la spingeva a volere quell’impatto?
Sì, sì, di sicuro.
..ovvio.
“..lo sai che non è vero..”
Ancora quelle cazzo di voci?!
-Ti prego basta..- piagnucolò continuando a spingere le dita sulle tempie doloranti, con movimenti quasi spastici.
Le sentiva. Ridevano di lei, sempre.
Scavavano nel suo cervello, le toglievano l’aria.
Si sentiva costretta in un corpo troppo piccolo per tutte quelle persone.
Prendevano il controllo e la soffocavano.
Ogni dannatissima volta la stessa storia.
La testa le pulsava. Faceva male. Sarebbe esplosa, lo sentiva.
Anzi lo sapeva.
Un ghigno inquietante le si dipinse sulle labbra, mentre riapriva finalmente gli occhi illuminati da una luce febbrile. Folle.
Sì, la sua testa sarebbe davvero esplosa.
Di lì a dieci secondi al massimo.
Rise. Rise in un modo strano, nervoso, a scatti. E poi sguaiata.
Ma anche mentre rideva sentiva quelle voci.
La compativano. Le davano della povera pazza.
Era davvero il terrore a portarla a desiderare di concludere tutto il più in fretta possibile?
Era la paura della morte, la paura di un dolore troppo grande da sopportare, che la spingeva a volere quell’impatto?
Ghignò di nuovo, decisa.
-No…-
Le avrebbe zittite una volta per tutte.
Avrebbero smesso di tormentarla così.
-otto..sette..sei..-
“..tu hai sempre voluto farlo! Ti sei uccisa! Ti sei buttata tu dalla scoglie..”
-Sì! Sì mi sono buttata! Perché vi odio!- urlò al nulla.
“povera scema” sibilò malevola sempre quella voce “è te stessa che odi..”
-Sta zitta-
“sono mesi che vuoi farla finita, ammettilo..”
-Sta zitta…perché mai avrei voluto uccidermi?-
Le voci nella sua testa risero, sovrastandosi tra di loro.
“come perché? Perché sei pazza, no?”
-Non è vero..-
“sì invece, e lo sai. Smettila di dare la colpa a noi..”
-Ti..ho..detto..di..stare..zitta..- scandì lentamente, lo sguardo furioso.
“sei solo una stupida ragazzina infantile”
Il suo sguardo si perse un attimo nel vuoto, nel riascoltare quelle parole che ultimamente aveva sentito pronunciare da fin troppe persone, nella sua testa e non.
Ma si riprese subito quando constatò che ormai era quasi fatta.
Due metri appena.
-Taci-
Sì, si era stancata di essere considerata immatura e incapace di affrontare la realtà.
Ma a lei quella realtà faceva schifo.
E sì, si era buttata lei stessa dalla scogliera, senza neanche rendersene conto.
Un gesto che i suoi conoscenti avrebbero definito l’ennesimo atto infantile.
Infantile? Si era stufata di sentire quella parola. Persino il suono le dava fastidio, il modo in cui la f provocava quell’orrendo soffietto la irritava.
Bene: avrebbe voluto dire che la sua morte sarebbe stata infantile, ma indimenticabile.
Un volo di duecento metri conclusosi in un lago di sangue.
Le voci continuavano ad accavallarsi, ripetendo sempre e solo le stesse due parole.
“ragazzina infantile, ragazzina infantile, ragazzin..”
-TI HO DETTO DI STARE ZITTA!-urlò esasperata mentre si schiantava.
Ci fu un rumore strano, vischioso.
Il rumore di un qualcosa che si spiaccicava. Ma non era un qualcosa..era lei.
“Finalmente..”
Non sentì il cranio fracassarsi al momento dell’impatto. Non sentì il sangue a fiotti schizzare caldo dalla sua testa e colorare tutto nel raggio di tre metri col suo bel rosso vermiglio.
Non vide, per ovvi motivi, il suo cervello spappolarsi a terra, poco distante dalla sua testa spaccata in due come un anguria.
Così come non sentì l’osso del collo prima e la spina dorsale poi spezzarsi con un tonfo sordo, in più punti, perforando la pelle e divenendo ben visibili.
Non vide ciò che videro quei due ragazzi che la trovarono…
Non sentì e non vide nulla di tutto questo, in quei due secondi netti di lucidità che ebbe dopo l’impatto.
L’unica cosa che percepì, con un sorrisetto beffardo stampato sul volto sfigurato e irriconoscibile, fu l’improvviso vuoto nella sua mente.
“Finalmente..
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 



                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  ..silenzio..”

 




 
 
Angolo autrice: ok…in genere non scrivo storie drammatiche, quindi non credo di essermela cavata benissimo. Ma questa “cosa” vegetava tra i documenti del mio pc da un bel po’, e mi dispiaceva lasciarla lì. Anche perché, lo ammetto, ci sono affezionata.
Vi tranquillizzo sul fatto che non sono sul serio un’aspirante suicida..tutt’altro. XD
Semplicemente si è scritta da sé u.u
Spero qualcuno apprezzi. Se voleste recensire (anche perché temo di aver fatto qualche errore) siete i benvenuti.
  
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