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Autore: Lumik Lovefood    22/07/2011    4 recensioni
“E' davvero carina!” prorompette Kikyo alzandosi e chiedendo alla ragazzina di fare altrettanto. La fermò in mezzo alla stanza e la donna cominciò a girarle attorno per osservarla meglio.
“Esile... Graziosa... Di bella presenza... Elegante anche!... Direi che è perfetta, non è vero Killua?”
Il ragazzino osservò meglio la sua coetanea: era chiaramente in imbarazzo ed a disagio nel vedere tutti quegli occhi puntati su di sé, ma il ragazzino notò che comunque era carina, per quanto ne potesse capire lui di ragazze ad otto anni.
“Direi che ha preso tutto il meglio di noi...” azzardò Christoph evidentemente contento.
“Direi che è lei... Lei sarà tua moglie, Killua!”

IN FASE DI REVISIONE
Genere: Azione, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Silva Zaoldyeck
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Killers Family







L'aveva rivista.
Quanti anni erano passati? Tre? Cinque?
Eppure non era cambiata di una virgola. Nemmeno un solo capello castano fuori posto dalla sua morbida chioma che da tanto non vedeva.
Era rimasto a fissarla a lungo, forse troppo, ma non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, forse perché voleva essere certo che fosse lei o forse per la paura che quella visione sparisse.
Non si dissolse. E il peso sul suo cuore si alleggerì.
I tratti del viso si erano fatti più maturi ma rimasero comunque dolci e angelici, la pelle era pallida quanto la sua, sembrava trasparente quasi, ma ancora riusciva a vedere gli occhi di lei.
Gli ricordava grandi, enormi forse, ma caldi.
Era minuscola come quando da piccoli si ritrovavano a stare insieme per via delle loro famiglie, la Zaoldyeck e la Hellenburg, sempre con il cipiglio che oscillava tra l'imbronciato e il scocciato... Si ricordava perfino che le si creava una fossetta rosea sul mento...
Il colore degli occhi, però, non lo ricordava.
Quante volte si era perso in quelle perle che ora non riusciva proprio a ricordare, tutte le volte che si erano posate sui suoi occhi color oliva e che gli sorridevano felici.
Eppure la prima volta lo guardarono con astio.
Era come se fosse ieri...


“Killua caro!” lo chiamò la madre, Kikyo, con il suo abito vittoriano color turchese fresco di lavanderia “Oggi conoscerai una persona molto importante... Sii gentile e cortese...”
Il piccolo Killua si limitò ad annuire con il capo. Cosa ne poteva sapere un bambino di otto anni appena tornato in famiglia e soprattutto cosa gliene poteva importare?
Si sedette sul divano in mezzo ai suoi fratelli e cominciò a dondolare i piedi nell'attesa: Illumi non sembrava più di tanto interessato a chi fosse venuto a fare visita alla loro famiglia; Milluki si occupava di uno dei suoi soliti aggeggi elettronici mentre Kalluto era seduto compostamente sul divano, il che lo faceva sembrare una bambolina di porcellana per quanto fosse piccolo ed aggraziato. Killua sentì sua madre ridere amabilmente e suo padre Silva ringraziare della visita.
Chi diavolo c'era a casa sua?
Un domestico aprì la grande porta del salone e vi entrò suo padre con affianco un giovane uomo con dei lunghi capelli biondi legati da una coda bassa, gli occhi erano freddi e taglienti, come delle lame. Alle spalle di suo padre c'era sua madre affiancata da un altro ragazzo, forse più giovane del primo, sempre dai capelli biondi, ma questa volta corti e sbarazzini, i lineamenti duri e marcati, gli occhi inespressivi. Ed infine, camminava una ragazzina, che al massimo avrebbe potuto avere la sua età: la pelle pallida, quasi trasparente, i capelli di un caldo castano raccolti in una crocchia ed i tratti del viso dolci ed angelici.
Killua non riuscì a vederla bene finché lei e gli altri due ragazzi non si sedettero al divano di fronte alla progenie Zaoldyeck, mentre i suoi genitori si posizionarono su delle poltrone lì vicino.
Il ragazzo dai capelli lunghi e biondi posò lo sguardo su Killua e fece un sorrisino “E' lui?” si limitò a dire. Istintivamente il ragazzino deglutì a forza.
“Sì, per una questione di età e perché lo riteniamo il più adatto della famiglia...” rispose breve Silva.
Il ragazzo ghignò “Non ci siamo presentati ai vostri figli... “ fece cenno al capo famiglia degli Zaoldyeck, come se fosse in cerca del permesso per poterlo fare “Io sono Christoph Hellenburg e questo è mio fratello Philo...” continuò indicando il ragazzo accanto a sé che sorrise sghembo “... E mia sorella Lolika.” Essa si limitò a fissarsi le mani che erano poggiate sulle sue piccole gambe. Killua poté notare che erano serrate in un pugno tanto forte che si potevano vedere le ossa della nocche.
“Loro sono Illumi, Milluki, Killua e Kalluto... Purtroppo manca il penultimo, Alluka...” precisò Kikyo con un lieve tono dispiaciuto.

Non importa...” esordì Philo con la voce fiera “Non ci interessa...”
Vedete, se dobbiamo far sì che le nostre famiglie vadano d'accordo, o che comunque ci provino, sarebbe meglio che l'educazione venisse fuori alla svelta.” lo ammonì Silva piccato.
“Avete perfettamente ragione...” si scusò in fretta il più grande degli Hellenburg e rivolse un'occhiata nera al fratello minore, che sbuffò di rimando.
“E' lei la ragazza?” chiese Kikyo osservando la più piccola degli ospiti. Lolika continuò a fissarsi le gambe.
“Sì, è lei... Lolika, alza lo sguardo!” le ordinò Philo e lei obbedì, mollando la presa sulle gambe ed aprendo gli occhi in direzione di Killua.
Una distesa di puro ghiaccio. Gli occhi di Lolika per quanto erano grigi sembravano bianchi e freddi, privi di alcuna emozione, ma il ragazzino riuscì a coglierne un'unica: odio.

E' davvero carina!” prorompette Kikyo alzandosi e chiedendo alla ragazzina di fare altrettanto. La fermò in mezzo alla stanza e la donna cominciò a girarle attorno per osservarla meglio.
“Esile... Graziosa... Di bella presenza... Elegante anche!... Direi che è perfetta, non è vero Killua?”
Il ragazzino osservò meglio la sua coetanea: era chiaramente in imbarazzo ed a disagio nel vedere tutti quegli occhi puntati su di sé, ma il ragazzino notò che comunque era carina, per quanto ne potesse capire lui di ragazze ad otto anni.
“Direi che ha preso tutto il meglio di noi...” azzardò Christoph evidentemente contento.
“Direi che è lei... Lei sarà tua moglie, Killua!”
Il vuoto si impadronì del piccolo nel sentire sua madre... Moglie?
Lolika abbassò lo sguardo e strinse nuovamente i pugni.
“Ma non sono troppo giovane per sposarmi?”
“Oh Killua caro... In futuro lei sarà tua moglie! Certo, potrai avere altre storie con altre ragazze, ma il tuo destino è già deciso...” gli spiegò la madre dolcemente.
Eppure Killua non capiva.
Non capiva perché doveva già avere una moglie, non capiva che utilità avesse e non capiva soprattutto perché proprio lei!
Non l'aveva mai vista fino a quel momento e ci doveva passare tutto il resto della sua vita insieme.
Assurda come cosa e per di più lei non replicava.
Si limitava a fissarsi le mani e le gambe, tenendo lo sguardo basso e la bocca cucita non pronunciava nessuna parola.
“Forse sono un po' timidi i ragazzi...” cercò di far notare il più grande degli Hellenburg “Sarà meglio lasciarli soli?”

Assolutamente si...” rispose Silva alzandosi dalla sua postazione e venendo seguito dagli altri presenti nella sala, ad esclusione dei due futuri sposi.
Killua la guardò rilassare un poco le spalle e cercò un approccio con lei, dopotutto erano sulla stessa barca e forse nemmeno lei voleva sposarsi con lui in un futuro.

Ehm... Quindi piacere, Killua...” disse il ragazzino con poca convinzione nella voce, allungando una mano verso la ragazza.
Lolika gliela fissò attentamente. Rimase così per un po', tanto che il povero Killua sentiva il braccio irrigidirsi.
La ragazza gliela strinse in una stretta fredda. Senza che potesse rendersene conto, Killua fu alzato e buttato al di là del divano, rompendo un mobile, con una tale forza e velocità che difficilmente avrebbe potuto notare in un corpicino così piccolo.


Il tonfo che fece si sentì anche fuori dal salotto...
“Cosa è stato?” chiese Silva nel corridoio stoppandosi all'improvviso.
Philo sorrise “Stanno facendo conoscenza...”
L'Hellenburg più grande cercò di deviare il discorso e di sfoggiare il suo più efficace sguardo da ammaliatore “Stavamo pensando io e mio fratello, che per fa abituare nostra sorella alla vostra famiglia, potrebbe passare del tempo con voi... Che ve ne pare come proposta?”
I coniugi Zaoldyeck si guardarono pensierosi ma poi annuirono.
“Penso che sia una buona idea...” asserì Silva.
“Naturalmente ci saranno delle condizioni per far sì che Lolika sia a suo agio...” continuò Christoph “Prima fra tutte che la sua libertà non venga in alcun modo ostacolata: le abbiamo sempre dato i suoi spazi e non vogliamo assolutamente che essi vengano distrutti.”
“Naturalmente, non facendo ancora parte della famiglia non ha nessuno obbligo riguardo quest'ultima.”

Poi Silva, Lolika ha bisogno di un insegnante privato: ogni membro degli Hellenburg ha almeno un titolo di studio e noi vogliamo che Lolika abbia il suo... L'insegnate potrete sceglierlo voi oppure potete prendere quello che ha nella nostra casa...”
“Penso che sia meglio per la continuità che prendessimo quello che ha... Non credete?” soffiò Kikyo.

Christoph, non ti dimenticare di Brennnssel!” si inserì Philo.
“Chi?” chiese Milluki stranito.
“Il suo cavallo nero.” spiegò serafico Philo.


Ma che fai?” urlò stupito il piccolo Zaoldyeck.
Lolika lo fissò inespressiva: si permetteva anche di chiedere che cosa facesse?

Secondo te?” parlò per la prima volta la ragazzina “Voglio che mi odi.”

Perchè?”chiese ma la domanda finì nel vuoto e non ebbe risposta.
La ragazzina si rimise seduta sul divano, poco prima che le due famiglie rientrarono nella stanza.
“Killua caro!” gridò la signora Zaoldyeck quando vide il suo piccolo steso a terra sopra ai resti del mobile antico.
“Lolika...” mormorò Christoph “Non sai proprio cosa significa trattenersi...” sembrava rassegnato ma comunque un ghigno soddisfatto gli colorava il volto. Lolika sbuffò e volse lo sguardo verso Killua, che la guardava con un certo astio: lei era soddisfatta di averlo mandato con il culo all'aria.
“Penso che sarà una convivenza difficile...” convenne Philo divertito.
“Convivenza?” sibilò la ragazzina guardando il fratello gelida.
“Dovremo vivere insieme?” esclamò stupito Killua alzandosi da terra. Non gli piaceva per niente questa situazione.

Da oggi, la tua futura moglie vivrà per un periodo con noi!” esclamò serafica Kikyo.










Salve! E' la prima volta che mi cimento con questi personaggi, che però amo alla follia! Spero di avere un vostro parere, sia  positivo che negativo! ^_^ Appena avrò un po' di tempo, metterò dei disegni dei tre fratelli Hellenburg, anche loro sembrano aver a che fare con il mondo degli assassini (il cognome l'ho letto sulla mia sveglia di SpongeBob!).
Un bacione dalla Lu! :*








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