Capitolo 5
Lo spirito va avanti.
If I die
tomorrow I’d be allright
Because I
believe that after we’re gone
The spirit
carries on.
-
Dream Theater
Erano appena scoccate le tre
quando arrivai a casa di Giacomo. Abitava in una villetta molto graziosa. Fuori
dal cancello c’era il citofono, che però puntualmente io non suonavo mai ed
entravo senza far nulla. Ormai erano talmente abituati a vedermi per casa che
per i suoi era quasi normale. Ed il citofono era pressoché inutile, per me.
« Ciao Riccardo! È un piacere
vederti! Giacomo è in camera, va pure, caro » mi salutò sua madre, in un sorriso
a trentadue denti. Era alta, magra, e aveva gli stessi occhi azzurri di suo
figlio. Giacomo diceva sempre che aveva una specie di adorazione per me, e che
se avesse potuto avrebbe volentieri fatto scambio con mia madre.
« Ciao Beatrice » la salutai,
dirigendomi al piano di sopra.
Adoravo la stanza di Giacomo. Era
tutta tappezzata di poster dei suoi gruppi preferiti, un sacco di foto di
batterie e in qua e in là c’erano spezzoni di versi di canzoni. Il disordine
regnava sovrano, ed era per questo che un po’ mi affascinava.
Jack, invece di studiare, era
disteso a letto con le cuffie alle orecchie ed uno spartito sottomano. Sapevo
bene che quando era così concentrato non bisognava disturbarlo; per lui quello
era il momento sacro della giornata.
« Il computer è lì, già connesso
» mi disse semplicemente, senza nemmeno salutarmi. Non ci badai poi molto;
sapevo che una volta finita la sua perfetta ed attenta analisi del brano avremo
potuto parlare. Era sempre così.
Mi sedetti alla sua scrivania
appoggiando lo zaino contenente i libri di matematica per terra, con il vago
sospetto che non li avremo nemmeno aperti. Poi, con grande eccitazione, aprii
la pagina di Google.
Digitai quelle quattro parole con
estrema velocità, ma respirai a lungo prima di schiacciare il pulsante “Cerca”.
Incendio
famiglia Ferilli Cureggio.
Il primo risultato era quello
giusto, già lo sapevo. Aprii la pagina e cercai di combattere il battito del
cuore che si faceva sempre più veloce, mentre cominciai a leggere.
Scoppia la caldaia,
marito e moglie feriti, figlio morto nel disastro.
CUREGGIO. Terrore ieri
pomeriggio in via Cassoli: lo scoppio della caldaia ha causato il rogo
dell’abitazione dell’imprenditore Francesco Ferilli e della moglie Serena
Canzian, entrambi feriti. La donna è stata portata al Maggiore della Carità con
ustioni alle mani e alle braccia, il compagno è rimasto intossicato
dall’esalazione del carbonio. Il figlio maggiore della coppia, di diciannove
anni, è morto in seguito allo scoppio della bombola a gas.
Erano da poco passate le 14.30 quando è
scoppiata la paura nel casolare di via Cassoli, al civico 3, appena fuori dal
centro abitato di Cureggio. La famiglia di Francesco Ferilli, imprenditore di
44 anni, aveva da poco terminato il pranzo, cercando qualche minuto di riposo
prima di tornare al lavoro. Per cause ancora al vaglio degli esperti, la
caldaia che si trovava al piano inferiore, all’esterno della casa, è esplosa,
prendendo fuoco in pochi istanti. I coniugi avrebbero tentato di accenderla,
rimanendo sorpresi dal ritorno di fiamma.
La donna è stata raggiunta dal fuoco alle mani e alle
braccia, che teneva in avanti nel tentativo di proteggersi il volto. Subito
soccorsa dal marito, è stata portata fuori mentre un fumo nero e denso iniziava
a sprigionarsi dall’abitazione. Immediata la telefonata ai vigili del fuoco:
dalla caserma dei pompieri sono arrivate due autopompe e un mezzo veloce, con
due squadre dei pompieri in azione per arginare in fretta il diametro
dell’incendio. Le fiamme però erano già riuscite a far danni all’interno
dell’abitazione, distruggendo la mobilia e danneggiando la struttura. Cercando
di spegnere il fuoco, il signor Ferilli, con i suoi fratelli e suo figlio più
grande, avrebbero cominciato a buttare acqua tra le fiamme che invadevano la
casa, invano. Le fiamme hanno raggiunto la bombola a gas procurandone
l’esplosione; sul colpo è morto il figlio. Sul posto si è precipitato anche il Suem,
inviando un’ambulanza e un’auto medica. L’attenzione dei soccorritori si è
concentrata subito su Serena Canzian: la donna, infatti, che aveva riportato
delle ustioni significative, è stata portata in fretta all’ospedale Maggiore
della Carità per essere visitata da uno specialista. Le ferite fortunatamente
non erano gravi. L’edicolante è rimasta a lungo nella sala del pronto soccorso,
venendo poi raggiunta anche dal marito: Francesco Ferilli, infatti, ha dato le
prime indicazioni ai vigili del fuoco, ma si è esposto troppo al fumo, tanto da
venir portato in ospedale a causa dell’intossicazione da monossido di carbonio.
Non c’è stato nulla da fare invece per il figlio; nessun intervento dei medici
è riuscito a salvarlo. Le condizioni di entrambi i coniugi, fortunatamente, non
erano gravi e già nel tardo pomeriggio hanno potuto lasciare l’ospedale per ritornare
a casa. Ma non gli è stato consentito nemmeno di entrare: l’abitazione di via Cassoli
è stata giudicata inagibile dai tecnici del Comune e dai vigili del fuoco,
rimasti fino a sera sul posto per verificare la stabilità. Inoltre la
pericolosità delle polveri sottili ha costretto i coniugi Ferilli a chiedere
ospitalità ai parenti per la notte, assieme ad Elena, la figlia più giovane.
Polizia e carabinieri hanno bloccato il traffico per tre ore, l’ingresso a
Cureggio è stato off limits. Il conto dei danni non è ancora stato fatto, ma si
tratterrebbe di decine di migliaia di euro. Le cause dell’incendio sono ancora
al vaglio dei vigili del fuoco, ma non ci sarebbero dubbi: è stato lo scoppio
della caldaia, posta sotto il porticato, a scatenare il terribile incendio.
I funerali per il giovane Ferilli sono previsti per
giovedì 17 alle ore 16.00.
(Massimo Guerretta)
Era finita la mia
ricerca. E non aveva prodotto il risultato sperato.
Nulla. Nessun nome.
Solo foto. Foto, e
tante parole. Ed insieme alle parole, tanto orrore.
Tanto dolore.
Mi venne in mente il
viso di Elena, così giovane, spensierato, avvolto tra mille fiamme voraci.
Mi venne in mente
Elena mentre suonava. Non c’entrava nulla, ma l’incendio le aveva portato via
anche quello, la musica. Le aveva portato via un fratello, una casa, i ricordi
di una vita.
Ed io cosa volevo?
Credevo di poter capire tutto da un
nome? Se anche si fosse chiamato Dumbo la sua importanza sarebbe rimasta la
stessa.
« Trovato quello che
cercavi? »
La voce di Giacomo
proveniva da un pianeta lontano anni e anni luce.
« No, nulla… » dissi,
scoprendolo in piedi di fianco a me, che leggeva l’articolo.
Mi guardò a lungo.
Voleva leggermi probabilmente, capire cosa mi stava succedendo. Non mi era mai
capitato di ossessionarmi per un nome.
« Perché ti interessa
tanto? » mi chiese.
« Non lo so… » gli
risposi stropicciandomi gli occhi con le mani.
Mi squadrò, e capii
all’istante che non mi credeva. Ma io avevo detto la verità: non avevo la più
pallida idea di come mi fosse venuta fuori quella stranissima ossessione.
Mi continuavo a
ripetere che era pura e semplice curiosità per una vita tanto diversa dalla
mia. Io stavo bene, di che mi potevo lamentare? Del fatto che i miei genitori
non erano contenti della mia passione per la musica? Quello non era niente
messo a confronto con le foto della casa di Elena. Non era nulla messo a
confronto con quella collana.
Aveva perso un
fratello, e si portava dietro il suo spirito in una letterina appesa al collo.
« Posso darti un
consiglio? Lascia perdere e pensa a Sofia » mi disse con uno strano cipiglio.
Sofia. Quel nome mi
ricordava qualcosa…
Era da tanto che non
pensavo a lei. Troppo.
« Dai, facciamo
matematica » dissi chiudendo in fretta il discorso e aprendo il quaderno per
iniziare un problema.
Bizzarro, pensai cercando una penna nell’astuccio, persino il libro di matematica è pieno di
problemi e mi ricorda Lei.
{ Spazio HarryJo
Salve a tutti!
Lo so, pensavate che fossi morta, e ne
avete tutte le ragioni. In realtà, vi dirò, questo capitolo l’avevo scritto a
metà e non riuscivo a finirlo. Infatti è più corto degli altri. Questo perché
dopo l’articolo non riuscivo ad esprimere le emozioni di Riccardo. Ah,
l’articolo è quasi uguale a quello che si trova in internet cercando le
informazioni del mio incendio, solo riadattato con nomi e luoghi.
Spero che vi piaccia, e spero che non siate
morti voi durante questa mia enorme assenza.
Fatemi sapere che ne pensate, un bacio,
Erica ;)