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Autore: chaska    24/07/2011    3 recensioni
-Ezio, cosa accade amico mio? C’è qualcosa che vi turba, non è un mistero questo.
L’assassino parve tremare per qualche tempo, per poi dare un pugno alla scrivania e liberarsi in un lamento di rabbia. Come la scrivania ne sia rimasta intatta è tutt’ora un mistero.
-Niccolò, per favore ditemi…
Ezio si fermò come a convincersi di ciò che stava per dire, e Machiavelli rimase seriamente colpito già da quelle sue prime parole. Non solo aveva un tono disperato tendente ad un’infausta ira, ma l’aveva chiamato per nome. Era la prima volta dopo molto tempo, e ciò significava che stava attraversando un terribile tratto della sua vita.
-Ditemi, sono veramente adatto ad essere la guida di questa confraternita?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Niccolò Machiavelli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rating capitolo: Normalmente verde (?)
Personaggi: Ezio Auditore – Niccolò Machiavelli
Osservazioni personali:  Devo precisare un paio di cose prima di lasciarvi leggere. Ho messo Slice of Life, ma sarebbe stato più opportuno scrivere Slice of Gaming, in quanto il cardine dell’intera one è veramente accaduto, almeno fra le video ludiche pareti del mio pc *coff*. Quindi non c’è da discutere quanta fantasia ho impiegato o come ho portato avanti la trama, io ci ho messo pochissimo di mio, è tutto reale °-°

Poi c’è anche la dicitura Comico, ma da parte mia potrei benissimo mettere tristemente comico, non sapete che reazione ho avuto nella realtà..beh, i commenti veri e propri a dopo, nel solito post-it giallo in fondo!

 

 

The Brotherhood of The Rabbits

 

 

L’uomo scese senza alcuna fretta da cavallo, legandolo alla staccionata lì vicino.

Non credeva di impiegare molto del suo tempo in quel luogo, e in effetti non ne aveva nessuna voglia in quanto un letto era la cosa che più bramava al momento.

Attraversò comunque il portone d’ingresso di quella dimora e ne ebbe pieno accesso.

La prima cosa che notò fu che quel luogo sembrava più vuoto del solito, ma gli parve abbastanza normale.

La seconda cosa furono le voci distinte di un uomo ed una donna che litigavano, e questo fatto rientrava ancor più nei canoni della normalità.

Si avvicinò distrattamente a quella coppia, trovando i due ragazzi con indosso le vesti da assassini ed i volti arrossati dall’ira.

-Ah, senti chi parla! La cocca del Maestro!

-Io cocca?! Forse semplicemente perché uccido i nemici dell’ordine e del nostro Gran Maestro invece di andare a caccia di conigli come fai tu!

Quell’ultima frase sembrò la goccia che fece traboccare il vaso. A ben pensarci, chissà quante volte era già traboccato il vaso di Maurizio.

-T-TU!

Prima che estraesse la sua arma il silenzioso spettatore decise di intervenire.

-Maurizio, il mio cavallo è qui fuori. Portalo alle stalle per piacere.

Non era proprio un compito adatto ad un assassino, e la sua espressione fra l’arrabbiato e il costernato lo dimostrò, però il fine giustifica i mezzi, no? Infatti alla fine abbassò il capo e andò a sbrigare il suo nuovo compito, dopo aver farfugliato un saluto nei suoi confronti.

-Bianca, litigate ancora?

Gli domandò rassegnato con un sorriso.

-Oh messer Machiavelli, Maurizio è tale ciuco! Grazie per avermi aiutata a togliermelo dalla vista..

L’assassina lo guardò con un’espressione di gratitudine. Machiavelli temette che davvero, se non li avesse fermati, le loro armi si sarebbero tinte del loro sangue.

-Ezio è qui?

Disse sbrigativo, avendo delle incombenze a cui badare.

-No, ancora non è tornato messere. E non sappiamo quando potrebbe fare ritorno.

-Ah, bene.. – Sospirai stancamente. –E…cos’erano quelle parole sui conigli..?

-Oh! Messere, è diventato un modo di dire abbastanza popolare fra noi assassini solo pochi giorni dalla vostra partenza.

-Veramente..?

Non capiva perché ma era alquanto incuriosito da quelle parole. E pensare che sono via solo da poche settimane.

Si sentì allora un rumore secco, dopodiché Bianca pazientò alcuni secondi ed infine sospirò.

-Sarà meglio che chiediate il resoconto di questi giorni al Maestro, se saremo fortunati vi racconterà anche quella storia.

Sospirò ancora, e lo fece con tale profondità che sembrò che in quegli ultimi tempi non avesse fatto altro. Allora lo guardò negli occhi.

-Per il momento evita chiunque, però chissà, potrebbe dare ascolto al suo consigliere. Adesso è nelle sue stanze. Andate per favore.

E con quella supplica distolse lo sguardo e cominciò a sistemare le mappe riverse sul tavolo.

Con la mente piena di domande, e confusa dalle parole dell’assassina, Machiavelli salì le scale che lo avrebbero portato alle stanze dell’ormai Maestro degli Assassini.

Arrivato alla porta non bussò, parlando direttamente all’interessato.

-Ezio sono Machiavelli.

Non passò nemmeno un secondo che la voce atona dell’assassino si fece sentire.

-Entrate.

Aprì dunque la porta e, ad esser sincero, non trovò nulla di strano al suo interno. Ben presto si fece vedere la figura di Ezio, ma a causa del cappuccio calato sul volto, non poté decifrare i suoi pensieri.

-Siete tornato dunque.

-Si, sono venuto per questo.

-V’è stato qualche imprevisto nel vostro viaggio?

Entrò nella stanza ed Ezio si avvicinò alla sua scrivania, che usava ben poco ad essere onesti.

-No, nessun intoppo nel nostro piano stavolta. Cesare e Rodrigo non sospettano nulla.

-Bene.

La risposta fece preoccupare Machiavelli. Come poteva rimanere così neutrale davanti ad una notizia così prospera? Bianca deve aver ragione, qualcosa deve averlo ferito.

Si avvicinò quindi ancora di più all’assassino, stavolta seriamente preoccupato.

-Ezio, cosa accade amico mio? C’è qualcosa che vi turba, non è un mistero questo.

L’assassino parve tremare per qualche tempo, per poi dare un pugno alla scrivania e liberarsi in un lamento di rabbia. Come la scrivania ne sia rimasta intatta è tutt’ora un mistero.

-Niccolò, per favore ditemi…

Ezio si fermò come a convincersi di ciò che stava per dire, e Machiavelli rimase seriamente colpito già da quelle sue prime parole. Non solo aveva un tono disperato tendente ad un’infausta ira, ma l’aveva chiamato per nome. Era la prima volta dopo molto tempo, e ciò significava che stava attraversando un terribile tratto della sua vita.

-Ditemi, sono veramente adatto ad essere la guida di questa confraternita?

Machiavelli ne rimase interdetto. Che fine aveva fatto il borioso Ezio Auditore?

-Ma certo Ezio, cosa vai dicendo? Tutti noi fratelli di questa setta ti abbiamo scelto come nostra guida contro la battaglia contro i Borgia, ed oltre. Tu sei il nostro capo, e non è certo quella cappa a renderti tale.

Le sue parole sembravano non aver avuto l’effetto desiderato, difatti lo dimostravano gli occhi puntati a terra e il silenzio intercalato fra loro.

-Non ne sono sicuro, Machiavelli. Non sono sicuro che abbiate fatto la scelta giusta. Combatterei sempre al vostro fianco, ma forse è meglio che qualcun altro prenda il mio posto come guida per tutti i nostri nuovi fratelli.

-Parlatemi Ezio, raccontatemi ciò che è accaduto in questi giorni nefasti. Solo allora potrò farvi ragionare sull’assurdità delle vostre parole. Ora ditemi cos’è successo dal giorno della mia partenza.

Ezio tentennò sul momento, ma infine si appoggiò alla malcapitata scrivania e sollevò gli occhi verso il soffitto più che poté, come se non volesse vedere niente e nessuno.

-I primi giorni è andato tutto bene, tutto nella norma. Io liberavo Roma pezzo per pezzo, gli altri novelli assassini ritornavano dalle missioni che avevo affidato loro, mentre gli altri mi aiutavano nel mio compito. Tutto nella norma, o almeno nella nostra normalità.

-Tutto però cominciò ad una settimana dalla vostra partenza. Fu il giorno in cui ritornarono gli ultimi assassini dalla loro missione. Era il gruppo di Fernando e Beatrice, sai di chi parlo, no? Conosci le loro potenzialità, giusto?

Riflesse per un attimo lo stratega. Certo che li conosceva, erano un gruppo di cinque ragazzi che Ezio soleva mandare in missione insieme. Avevano grandi potenzialità, infatti erano stati reclutati solo pochi mesi prima, e già stavano per essere promossi ad assassini. Ed intendo dire che bisognava solo il tempo di cucire le loro nuove vesti e si sarebbe tenuta la loro cerimonia. Erano eccellenti, tutti lo riconoscevano.

-Certo, che li conosco, certo.

Rispose nel modo più rassicurante possibile per farlo continuare e calmare anche.

-Ecco, loro. Sono tornati dalla loro missione in una maniera assurda. Machiavelli, erano feriti dal primo all’ultimo, gravemente feriti. E la missione naturalmente non è stata portata a termine. Non ti nascondo che quella missione ci avrebbe aiutati ma non è questo l’importante.

-E non credere che gli abbia affidato chissà quale grave compito! Era una sciocchezza per loro, intercettare una lettera, una semplice lettera! Avevo mandato loro perché essa si trovava a Milano, il fulcro dell’esercito dei Borgia, così avrebbero potuto difendersi adeguatamente.

-Ma amico mio, non sono state le guardie o i soldati a ridurli così. Me l’hanno detto loro stessi, il primo s’era rotto una gamba scivolando su della paglia in una normale via. Ma poteva anche andare bene. E invece no: altri hanno abboccato ad una semplice trappola fatta da bambini che cercavano di derubarli, e proprio in quel momento persero la lettera tanto facilmente presa. Il resto degli altri furono feriti da analoghi avvenimenti.

Machiavelli dovette ammetterlo, era ben strano ciò ch’era successo, ma erano gli assassini in questione da biasimare, non certo lui. Ancora dunque mancava qualche pezzo alla storia.

-Decisi dunque di reclutare nuovi novizi, di rinforzare le fila mentre gli altri guarivano. Andai dunque in quartieri da poco liberati e non sai che guai ho vissuto! Molte volte non facevo in tempo a raggiungere coloro che decidevano di ribellarsi che venivano uccisi davanti ai miei occhi senza che abbia avuto il tempo di agire, ma questa è una cosa normale, alla fin fine. Quando riuscii a liberare uno di loro, non feci in tempo questa volta a parlargli che si buttò giù in un dirupo.

-Un dirupo?!

Chiese scettico.

-Un dirupo. E credo che abbia gridato qualcosa come “conigli” mentre cadeva.

Ora capiva la storia dei conigli. Eppure non si capacitava di come un uomo potesse buttarsi da un dirupo pur di cacciare quelle bestie, anche supponendo che stesse morendo di fame.

-Ed è andata avanti così per settimane. Credo davvero di non essere tagliato per essere il Maestro. Invece di uccidere i Borgia farò estinguere tutta Roma e gli assassini senza neanche volerlo.

-Ora Ezio calmati. È stato solamente un periodo di sfortuna.

-Sfortuna? Per tre settimane?! Mi pare forse un po’ esagerato, non credi?!!

Machiavelli quasi saltò a quelle grida di Ezio. Mai l’aveva visto così, sembrava che avessero preso l’assassino che conosceva e l’avessero scambiato con una donna isterica.

-Facciamo così, nei prossimi giorni ti accompagnerò nei tuoi nuovi reclutamenti. Ti farò vedere che è stato solamente un periodo di sfortuna. Forza, andiamo.

Così messer Machiavelli decise di lasciar perdere il suo letto pur di risollevare l’amico.

 

 

Passarono quattro giorni.

Quattro giorni in cui Machiavelli accompagnò l’assassino nei suoi impegni.

Quattro giorni in cui rischiò ripetutamente la vita.

Quattro giorni in cui sfiorò pericolosamente la pazzia.

Quattro giorni, quindi, di totale fallimento.

Fra coloro che avevano cercato di salvare, uno cercò di compiere ad intuito un salto della fede. Andò naturalmente a spiaccicarsi contro il suolo.

Un altro scivolò nel sangue di una guardia e malauguratamente si trafisse con la spada di quella stessa guardia.

Un altro si suicidò appena vide Ezio, spaventato molto probabilmente dall’idea di essere il prossimo ad avere la spina dorsale spezzata senza pietà.

E non dimentichiamo i numerosi incidenti quasi fatali avvenuti fra gli assassini fra battaglie e allenamenti vari.

Non c’era null’altro da dire. Ezio portava inevitabilmente sfiga, o almeno da quando gli avevano affibbiato quell’ulteriore responsabilità.

-Sai, c’è Bianca Donati che è un’ottima assassina. Forse dovresti lasciare questo tipo di compito a lei? Così potresti concentrarti sul tuo reale obbiettivo.

Ezio lo guardò storto, per poi guardare avanti a se.

Si stava riprendendo dalla sua fase isterica abbastanza velocemente.

-Ho bisogno di una vacanza Machiavelli…

E di qualche cortigiana.

Almeno con loro era sicuro che non sarebbe successo nulla.

…vero?

 

 

Post-It

Ho finito °-° Ezio ha quell’atteggiamento isterico perché rappresenta come mi sono sentita io xD è volutamente OOC ù_u° Anche perché mai l’abbiamo visto in una situazione del genere, no? XD

Bene, tutte queste faccende mi sono successe veramente, e si, stavo impazzendo. Infatti acb l’ho finito senza nessun assassino, arrivati quasi alla fine i migliori sono morti in una missione facilissima per loro, e amen °°

Credevo di essere io l’incapace colossale, quindi ho fatto giocare nel mio account altra gente capace, ma succedeva anche a loro. Quindi mi sono rassicurata: non sono io, è Ezio che è un idiota sfigato, almeno nel mio mondo °u° E così è nata la fratellanza dei conigli! XD Proprio perché c’erano quelli che andavano a caccia di conigli, così come dicevo io nei miei scleri xD

Ok, finalmente ho scritto questa slice of gaming, che mi tartassava il cervello da…ehm…questo pomeriggio? X°D Ed è anche la prima fic su ezio, yess xD Anche se non mi è venuta come volevo io, anzi al contrario, ma ça va bien xD Allora alla prossima volta prodi assassini fortunatamente di non mia competenza! xD

Stay tuned! chaska~

 

   
 
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