Dopo un lunghissimo periodo di lontananza dal sito, torno con una storia relativa a Glee, la prima che pubblico su questo fandom (sono una fedele Harry Potter fan writer, in realtà.)
Questa ff è stata scritta pensando al concorso one-shot dell'estate, quindi, due note prima d'iniziare:
1°: recensite! :D
2°: partecipate al concorso in modo da poter permettere al fandom di Glee di rientrare nella "sfida"! Mostriam ocon onore il nostr oanimo da gleeks! xD
Detto questo, spero che vi piaccia. :)
La canzone è Our last summer, degli ABBA.
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Sono gli ultimi giorni di giugno, e quest’anno a Lima è stata organizzata una piccola festicciola, in onore dell’inizio dell’estate.
“Summer night’s lights”, così l’hanno chiamata. E’ uno spettacolino abbastanza squallido, a dire il vero, consistente in un paio di bancherelle mal assortite, e carretti di hot-dog e gelato riunitosi nella piazza più grande di Lima, dove, tra lattine vuote e polvere sull’asfalto, dei mediocri diffusori sfasciati fanno passare musica vecchia e gracchiante.
Ma ci saranno i fuochi d’artificio, e verso le undici la gente è accorsa per ammirare la danza di quelle luci colorate e frizzanti, che si terrà fra poco più di mezz’ora.
… Sperando che nulla prenda fuoco, ovviamente.
<< The summer air was soft and warm
The feeling right, the Paris night >>
Noah Puckerman, a braccetto con Lauren Zizes, tiene d’occhio gli artificieri, le quali identità corrispondono niente meno al fruttivendolo più popolare del quartiere e al fratello sordo-muto.
Si sarebbe voluto unire a loro, ma la sua fedina penale minorile –nonché la sua fama- non è tale da permettergli di essere ritenuto abbastanza affidabile.
Avverte la sua ragazza dell’imminente inizio dell’evento della festa.
Lei annuisce appena, e addenta il secondo hot-dog della serata: un po’ di ketchup le scivola sulla maglietta a righe, un po’ stretta per lei –a Lima, è difficile trovare una camicia da donna della sua taglia.-
Ma Puck sorride; Lauren potrà non essere perfetta, agli occhi degli altri, ma lo è ai suoi.
Cavolo, non dice mica che il loro sarà eterno amore o chissà quale altra sdolcinatezza degna delle peggiori sit-com romantiche sudamericane. Forse, massimo una decina d’anni, si saranno dimenticati l’uno dell’altra.
Ma sono giovani, si piacciono, e non potrebbe andare meglio.
Hanno tempo fino a Settembre: si preannuncia un’estate divertente.
<< Did it's best to please us
And strolling down the Elysee
We had a drink in each cafe
And you >>
<< Vedo che nemmeno tu ti sei perso l’evento mondano della stagione! Sarà per questo che hai speso l’ennesima quantità di denaro dal parrucchiere per la tua imbarazzante permanente. >>
Will sospira, e si volta, le mani in tasca, verso la proprietaria di questa voce dura ed ironica. Ma è Shannon a rispondere, al posto suo.
<< Sue. >> dice, burbera, facendo un cenno col capo alla bionda << Credevamo che non saresti venuta. >>
L’altra alza le spalle, con la solita smorfia sarcastica in viso: << Avevo finito di ignorare i commenti adoranti dei miei fan su twitter, e così ho deciso di venire ad assistere al primo grande incendio a Lima. >>
In realtà, qualsiasi tipo di social network le fa schifo, ma non importa.
<< E il tuo orangutango dall’insulsa pigmentazione dove l’hai lasciato, Will? >>
<< Sempre gentile, Sue. >> replica una vocina alle loro spalle.
Emma, adorabile nel suo completino verde mela, avanza verso di loro con in mano dello zucchero filato sicuramente pieno di germi. Will le si avvicina, la cinge per i fianchi e, dopo un “tesoro”, le scocca un bacetto sulla guancia.
Sue assume un’espressione disgustata, mentre Shannon osserva la rossa con stupore e approvazione.
<< Stai facendo progressi. >> commenta, alludendo a quella nuvola rosa poco igienica.
Emma annuisce con piccoli movimenti del capo, gli occhi grandi s’illuminano di gioia e soddisfazione: << Riesco a dargli due o tre morsi di fila, se chiudo gli occhi e immagino di essere in una stanza sterilizzata. >>
<< Anche se poi scoppia a piangere per mezz’ora. >> aggiunge Will, con uno sguardo d’adorazione verso la rossa. << La mia dolce fidanzatina. >> e le da un altro bacio.
<< Non voglio assistere a spettacoli talmente sconci. Perché non vi sigillate nella camera di un motel e non buttate via la chiave? >> suggerisce Sue, con ribrezzo << Oppure la nascondete nella testa di William, dubito che sarebbe possibile ritrovarla in quel groviglio di riccioli malefici. >>
L’insegnante di spagnolo scuote la testa, con un sorriso rassegnato. Lui e Sue hanno seppellito l’ascia da guerra ormai da tempo, ma la donna ha mantenuto il suo sarcasmo e l’ossessione per i ricci dell’insegnante. Con la differenza che, ora che si possono ritenere in qualche modo “amici”, la coach dei Cherioos è convinta di fare il suo bene, ogni qualvolta che lo rincorre per la scuola con una piastra lisciante per capelli.
<< Oh, amici miei! >>
I tre si voltano: è Figgins, che si avvicina con un sorriso raggiante e li saluta col suo buffo accento indiano. In mano, regge un cartellone di protesta: i caratteri in stampatello tracciati a mano da un pennarello un po‘ scarico, urlano “ TENIAMO LONTANO IL MALE DA LIMA!”
<< Ma quello… >> inizia Will, aggrottando le sopracciglia.
<< Unitevi a me per la marcia contro i fuochi d’artificio! >> esclama il preside, con tono d’urgenza << Impediamo che i nostri ragazzi s’avvicinano a tali stregonerie! >>
In quel momento, un botto, e un’esplosione nel cielo scuro e sereno: il primo fuoco d’artificio è partito.
Figgins caccia un urlo.
<< You talked of politics, philosophy and I Smiled like Mona Lisa
We had our chance
It was a fine and true romance >>
Il primo fuoco parte nello stesso istante in cui Sam riesce ad acchiappare il fratellino, e a metterselo a cavalloni sulle spalle, in un fragore di risate liete e cristalline.
Quella di Quinn viene coperta appena dal rumore che accompagna il gioco di colori che scoppia nel cielo. Non era sua intenzioni unirsi agli Evans, quella sera, ma suo padre è passato alla cerimonia del diploma con la sua nuova compagna, e li ha visti metà Lima: sua madre è troppo affezionata al proprio orgoglio –e alla sua scorta di gin- per mettere il naso fuori di casa.
Non le andava di rimanere da sola con lei, a deprimersi nel salotto di casa sua, e così ha colto al volo l’invito di Sam, senza considerare che la piccola Stacy ha sempre avuto un debole per lei.
La stessa bambinache ora le sfugge di mano, per aggrapparsi con aria supplichevole alla maglia del fratello più grande, perché anche lei vuole stare in alto, anche lei vuole toccare il cielo.
Quinn sorride, guarda Sam: forse starebbero bene, insieme, di certo sarebbero una bella coppia da guardare camminare per strada. Ma sa che non durerebbe, le loro strade si dividerebbero a Settembre, o anche prima.
E in ogni caso, lei ha bisogno di stare da sola.
Di concentrarsi su se stessa, di scoprire chi è veramente.
Osserva i capelli biondi di Stacy, biondi come quelli di Sam, e si chiede di che colore ce li abbia Beth: di tanto in tanto, avrebbe voglia di vederla, di parlarle.
Ma sa che non sarebbe giusto né per Beth, né per Shelby, tanto meno lo sarebbe per lei. Sa di meritarsi di più, non ha bisogno di rimanere ancorata al passato, ai suoi errori.
Però, chissà, forse un giorno troverà la forza…
La sua attenzione viene attirata un’altra volta da Sam: indossa una T-shirt rossa, semplice, con il colletto bianco. Gli sta un po’ abbondante, e Quinn ne individua subito la ragione: è uno dei capi che gli hanno prestato i ragazzi del Glee, uno di quelli che –nonostante la sua famiglia si stia riprendendo- non ha ancora restituito.
E lei, riconosce subito quella maglia, una XL presa tutta con spalle ed altezza: è la maglietta di Finn, la stessa che indossava quel giorno in mensa, quando Quinn gli chiese d’uscire per la prima volta…
La ragazza scuote la testa, con disappunto e, ora che nessuno degli Evans le presta attenzione, si allontana, lentamente: non è quello il suo posto.
E’ stata Rachel ad insegnarglielo: non ha bisogno di un ragazzo, per poter dire di valere qualcosa.
E’ sveglia, intelligente, ed è in grado di fare qualcosa di grande, nella vita.
E, per scoprire cosa quel “qualcosa” sia, ha bisogno di stare da sola, almeno per un po’.
La vecchia Quinn resterà solo per quest’estate: poi, da Settembre, sarà Lucy Q. Fabray ad affrontare il mondo.
<< I can still recall
our last summer >>
Tina avverte Mike abbracciarla per la vita, e scoccarle un bacio sulla guancia.
Lei ride, mentre tiene il volto sollevato verso il cielo.
I fuochi d’artificio le sono sempre piaciuti, le ricordano i disegni che faceva da bambina, così vivaci, confusionari e ricchi di colori sgargianti.
Ma non sono loro, questa notte, a scaldarle il cuore, e non è nemmeno l’afa estiva, mitigata da un piacevole venticello.
E’ il “ti amo” che Mike le sussurra all’orecchio, e che nemmeno il trambusto causato dai fuochi d’artificio può coprire.
Chiude gli occhi, e sorride.
Può già immaginarsi nel suo abito da sposa –semplice e bianco, nonostante i suoi gusti stravaganti nel vestire- e Mike in smoking, avanzare verso di lei con i ridicoli passi di danza che la ragazza adora, una volta che si saranno laureati, in Florida.
Immagina i loro bambini, magari due gemelli, il piccolo “clan asiatico”-come piace definirlo a Mike- che tireranno su con amore e felicità, insieme.
Certo, è ancora presto.
Per ora, dovranno accontentarsi di trascorrere insieme una bellissima estate.
<< I still see it all ... >>
Il cielo viene inondato dalle prime luci, rosse e gialle, e poi seguono le altre.
<< Sono belli. >> commenta Shannon, ed è vero: oggi, quei fuochi d’artificio le piacciono particolarmente.
O forse, le piace il fatto che, per la prima volta, ha trovato il posto a cu appartiene, si sente a suo agio, circondata da gente che non la giudica, non la disprezza; semplicemente, l’apprezza così com’è.
<< ...walks along the Seine, laughing in the rain >>
<< Già. >> sussurra Will, e stringe Emma a sé, con affetto. Il suo sguardo cade sull’anello che la donna porta al dito: è un semplice –e forse squallido- gioiello di bigiotteria, l’unico che si è potuto permettere con la crisi, ma è anche il simbolo del loro amore, e di una promessa.
Quella di non tradirsi mai , e di passare il resto della vita assieme.
Emma sorride. Quella, è l’ultima estate in cui porterà il cognome Pillisbury.
<< Our last summer
Memories that remain >>
Sue vorrebbe fare un qualche commento sarcastico, ma non ne trova la forza.
Perché le parole dell’allenatrice di football, e i colori che riempiono il cielo, le hanno riportato in mente un ricordo, un ricordo lontano.
<< Sue, Sue! Guarda i fuochi d’artificio! Non sono stupendi? >>
<< …Sì, Jeanie. Sono bellissimi. >>
Sente gli occhi inumidirsi, la vista s’annebbia, ma sorride.
Perché è sicura che lei, dall’alto, la guardi, e stia facendo lo stesso.
<< We made our way along the river
And we sat down in the grass
By the Eiffel tower
I was so happy we had met
It was the age of no regret >>
Accanto ai suoi genitori, Mercedes distoglie lo sguardo dai fuochi d’artificio, brillanti nel manto scuro della notte, e lo dirige verso una figura poco lontana.
Anche Kurt, al fianco di Blaine, si volta: i loro silenziosi sorrisi s’incontrano, nonostante l’intralcio costituito dagli abitanti di Lima accorsi per assistere allo spettacolo.
La loro è stata un’amicizia fantastica, stupenda, ma è giunta al termine.
A Settembre, Kurt si trasferirà a New York, lei a Los Angeles, e quest’estate rappresenta gli ultimi giorni che trascorreranno insieme.
Non si vedranno per un bel po’ di tempo. Forse mai più.
Ma così è la vita.
Hanno vissuto momenti bellissimi, che non dimenticheranno mai, e che preserveranno sempre nel profondo dei loro animi. E’ arrivato il momento che le loro strade si separino, e tuttavia la loro amicizia sopravvivrà nei cuori di entrambi, come un ricordo, piacevole e tiepido come questa notte d’estate.
<< Oh yes
Those crazy years, that was the time
Of the flower-power
But underneath we had a fear of flying
Of getting old, a fear of slowly dying
We took the chance
Like we were dancing our last dance >>
Due ragazze stanno all’in piedi, l’una accanto all’altra.
Santana si volta verso Brittany, col naso all’insù e lo sguardo rivolto verso il cielo, verso quello spettacolo di luci e di colori.
Santana ha sempre pensato di essere forte, credeva che il suo caratteraccio le desse il diritto di ritenersi tale.
Ma, in realtà, ha sempre avuto paura.
Si sente fragile ed insicura, esposta agli sguardi di tutti.
Eppure, ora, vedendo il sorriso entusiasta ed innocente sul viso dell’altra, non le importa più niente.
I giudizi degli altri, le loro maldicenza, gli insulti sussurrati alle spalle e quelli detti in faccia con disprezzo… Niente di tutto ciò è importante, solo Brittany lo è.
Fino a poco prima di quest’estate, la paura le ha impedito di rimanere accanto alla persona che ama, le ha fatto sprecare momenti preziosi che avrebbe potuto condividere con lei.
Ma non è più tempo della paura, né dei rimpianti.
Santana sorride, e la sua mano va istintivamente a cercare quella di Brittany, con cui si intreccia con dolcezza, proprio lì, davanti a tutti.
<< I can still recall our last summer
I still see it all
In the tourist jam, round the Notre Dame
Our last summer
Walking hand in hand >>
Artie da una spinta alle ruote della carrozzella, e volge lo sguardo verso Santana e Brittany, verso le loro sagome accostate, in mezzo alla folla.
Verso le loro mani unite.
L’ha accettato, l’ha compreso… Ma non l’ha ancora superato.
E’ il dolore, la nostalgia, ciò che pervade il suo corpo esile, fino alle sue futili gambe inermi?
Forse, ma va bene così.
Era in questo modo che doveva andare, e lui, probabilmente, l’ha sempre…
…Saputo?
No, magari questo no.
Ma l’ha sempre percepito, lì, dentro di sé, nel profondo del suo cuore.
Riconosce una figura sottile e solitaria tra la calca.
Con i loro rumorosi scoppiettii, i fuochi d’artificio illuminano il viso di Quinn di mille colori, non appena la ragazza ricambia il suo sguardo.
Artie sa che nemmeno lei, oggi, ha qualcuno da abbracciare, qualcuno da amare.
A distanza, i due si sorridono a vicenda, accomunati da una solitudine, questa sera, per entrambi inevitabile.
Hanno un’estate per abituarsi all’idea.
<< Paris restaurants
Our last summer
Morning croissants
Living for the day, worries far away
Our last summer
We could laugh and play >>
Gli occhi di Kurt sono rivolti ai fuochi d’artificio, ma la sua mente è altrove.
Blaine gli ha proposto di passare una settimana con lui a Miami, nella casa estiva dei suoi.
Vuole portarlo in un posto assolato, fuori dallo squallido scenario di Lima, in modo che per un po’ possa godersi la stagione estiva.
Certo, i padri di entrambi –uno per problemi ad accettare i gusti sessuali del figlio, l’altro perché fin troppo protettivo - non ne sono contentissimi, ma hanno acconsentito.
Kurt sa di essere fortunato.
A differenza di altri, lui e Blaine non si separeranno, per il college, e andranno assieme a New York.
E tuttavia… Si sente confuso.
Molto.
Certo, tiene tanto a Blaine, è stato il suo primo ragazzo, il suo primo amore vero e proprio, il suo migliore amico, la sua guida.
Ma non è più sicuro dei propri sentimenti.
<< Ehi. >>
Kurt abbassa lo sguardo, lo distoglie dal cielo per rivolgerlo a Blaine. I colori dei fuochi d’artificio si riflettono nei suoi occhi scuri.
<< Sì? >>
Blaine sorride: << Ti amo. >>
Lui non risponde, ma abbozza un sorriso, e gli stringe la mano, in silenzio.
Il sorriso dell’altro si allarga, gli occhi si addolciscono, mentre si sollevano nuovamente verso il cielo.
Lo sguardo di Kurt, invece, si sposta istintivamente verso una figura non molto distante, ed incontra un paio di malinconici occhi chiari.
<< And now you're working in a bank
The family man, the football fan
And your name is Harry
How dull it seems
Yet you're the hero of my dreams >>
Dave china il capo, non riuscendo a reggere oltre lo sguardo di Kurt.
Forse con lui non ha alcuna speranza. Per ora. Ma è disposto ad aspettare.
D’altronde, l’estate è ancora lunga.
<< I can still recall our last summer
I still see it all
Walks along the Seine, laughing in the rain
Our last summer
Memories that remain
I can still recall our last summer >>
Rachel canticchia le ultime strofe della canzone, mentre guarda i fuochi d’artificio.
Finn l’ascolta, e pensa che la sua voce sia migliore di quella di tutti gli ABBA messi assieme –forse ciò è dovuto al fatto che le loro voci registrate intonanti “our last summer” provengano da dei diffusori mezzi rotti, e che l’acustica in piazza sia pessima.-
Ma il ragazzo s’incupisce: non è talmente stupido da non comprendere il testo della canzone, e il significato delle parole lo colpisce a fondo.
<< Rach? >>
Lei volge di scatto la testa verso il giovane, con quel sorriso che le illumina il viso; nel frattempo, l’ennesimo fuoco scoppia, e poi, mentre i colori rosati si riflettono sul volto della ragazza, cala il silenzio.
Sulla faccia di Rachel appare un’espressione sorpresa.
<< oh, era l’ultimo. >>Finn china il capo, con una smorfia: << E questa sarà la nostra ultima estate insieme. >>
Be’, considerando l’espressione colpita della ragazza, non deve essere stato molto delicato nel pronunciare la frase, detta così, senza pensarci.
Ma, d’altronde, non è mai stato un tipo di troppi giri di parole.
Rachel, intanto, sospira, pure lei abbassa lo sguardo.
<< L’abbiamo sempre saputo. >> sussurra, gli occhi nascosti dalla frangetta e dall’oscurità della sera.
Finn deglutisce, cerca di darsi un contegno: se non si controlla, tra poco scoppierà a piangere come un bambino.
<< Lo so, ma fa comunque male. >> dice, cupo, << Ma so che dovrò farmene una ragione. >> tenta di sorridere << Sei destinata a diventare una stella Rachel. Magari, quando sarai ricca e famosa, ti ricorderai del tuo vecchio amico Finn, e passerai da Lima, per fargli visita. >>
Sottile e silenziosa, la prima lacrima riga il volto della ragazza.
Finn sussulta, odia vederla piangere.
<< Rachel? >>
Lei solleva il capo: piange, le tremano le labbra.
Quando parla, la voce esce appena tra un singhiozzo e l’altro.
<< Mi dispiace, Finn. >> inizia, << Vorrei poterti dire di amarti abbastanza da rinunciare ai miei sogni, ma non ce la faccio. Non posso. >>
“…Perché sarebbe una bugia. “
Una verità silenziosa, di cui entrambi sono a conoscenza.
Finn lo sa da sempre, Rachel ha già messo in chiaro le cose tempo fa, ma… Sentirselo confermare in questo modo, è dura.
Orribile, a tal punto che anche i suoi occhi si riempiono di lacrime.
E’ destinata a perderla, ma deve lasciarla andare.
<< Finn… >>
Lui china lo sguardo verso la ragazza, verso la sua espressione addolorata, e non può fare altro che avvicinarsi.
Rachel non può trattenere un sussulto di sorpresa, quando le braccia dell’ex quaterback si stringono amorevolmente attorno a lei.
<< Va bene, Rachel. Va tutto bene. >>
Sulla guancia di Finn, scende una lacrima, la prima di una lunga serie.
E ora, abbracciati l’un l’altro, in lacrime e singhiozzanti, sembrano per davvero dei bambini.
E’ finita.
Piangono, perché questa sarà la loro ultima estate assieme.
Ma sorridono, perché è stato bellissimo, e rifarebbero daccapo ogni cosa.
<< Avanti, signor Shuester, metta l’autoscatto e venga qui! >>
Sam Evans, facoltà di farmacia, Ohio.
<< Mi raccomando, vogliamo che la foto ricordo del diploma sia perfetta! >>
Tina Cohen-Chang, facoltà di design ed arti, Florida.
<< Non è che la macchina fotografica ci risucchierà in qualche strano posto, vero? >>
Brittany S.Pearce, in cerca della sua strada nella grande mela.
<< Sì, certo. Narnia, magari. >>
David Karofsky, facoltà di lettere in qualunque luogo lontano da Lima.
<< Dave, taci. Mi sembra di vederti vomitare arcobaleni ogni qualvolta che apri bocca. >>
Santana Lopez, facoltà di legge, New York.
<< Non ridete! Ho visto un documentario in cui avveniva per davvero! >>
Finn Hudson, discipline sportive, Ohio.
<< Finn, tesoro, i film tratti da “Piccoli brividi” non possono essere ritenuti documentari. >>
Rachel Berry, accademia Juilliard, New York.
<< E nemmeno dei film decenti, se è per questo. >>
Mercedes Jones, alla ricerca della fama e di un buon contratto a Los Angeles.
<< Lauren, ti prego mettiti vicino a me! >>
Noah Puckerman… oddio, non si sa cosa farà, ma di certo no trascorrerà il resto dei suoi giorni in un bar o in galera.
<< …Scordatelo. >>
Lauren Zizes, facoltà di scienze manageriali, Ohio.
<< Di grazia, potrei sapere chi è l’imbecille continua a calpestarmi la tunica? >>
Kurt Hummel, accademia Juilliard, New York.
<< Scusami, tesoro. >>
Blaine Anderson, New York, facoltà di legge.
<< Blaine, Rachel, passate davanti. >>
Quinn Fabray, in attesa della lettera di risposta da Harvard, facoltà di economia.
<< Avanti, professore! Non è così difficile! >>
Artie Abrams, Columbia university, cinematografia.
<< Al tre ognuno lancia il suo tocco in aria, d’accordo? >>
Mike Cohen-Chang, accademia di ballo in Florida.
<< Ok, ragazzi, ci siamo! >>
William Shuester, insegnante sottopagato di spagnolo e felice direttore del Glee club alla William
McKinley High School.
<< Uno,
due,
tre! >>
Il conto alla rovescia scade, mentre i cappelli rossi volano in alto, i sorrisi e la gioia dell’attimo vengono immortalati.
E, con loro, anche i quattordici bicchieri di granita gelata che viene scagliata contro questo gruppo di ragazzi felici dalla squadra di hockey, che passa alle spalle del Glee club più sfigato, squallido e deriso dell’Ohio.
Che al contempo, però, rappresenta anche la famiglia più stramba, bella, gioiosa e speciale che si sia vista prima d’ora.
<< I still see it all
In the tourist jam, round the Notre Dame
Our last summer
Walking hand in hand >>