Fandom: Pretty Little Liars
Timeline: prima del litigio tra Aria e Ezra, al
funerale di Ian, credo.
Challenge/Prompt:
- PLL!Fest @ prettylittleliars (che
tra l’altro venite in tanti \O/ vi divertirete
u_ù)
- prompt
Aria/Ezra - Tranquillità.
Note iniziali: Il titolo è come al
solito stupidissimo, ma ok. E questa mini-shot si è trasformata man mano
che la scrivevo, ma ormai è routine quotidiana trasformare ciò
che scrivo nell’opposto di quello che avevo in mente all’inizio.
Dedicata in tutto e per tutto alla mia darling per il semplice motivo che gliela
dovevo, che ama gli Ezria più di tutti e che
ha assistito alla nascita/cambiamento/crescita di questa flash che per me non
ha senso, ma va bene così.
Disclaimer: I personaggi di “Pretty Little Liars” non mi appartengono (ma se lo fossero sarei
taaaanto felice, soprattutto per Toby, Ezra, Noel, Caleb e compagnia bella).
Take-away
Aria chiuse la
porta alle sue spalle, riponendo sul mobile all'entrata le chiavi di riserva
trovate sotto lo zerbino.
«Ezra?»
chiamò ad alta voce, trovando il salotto avvolto completamente nel buio.
Il rumore della doccia l'avvertì che il ragazzo era in bagno,
così sospirò e posò la borsa sul divano, per poi sedersi accavallando
le gambe. Frugò all'interno della borsa, tra il tintinnio dei numerosi
braccialetti che portava ai polsi,e trovò il cellulare che squillava.
"Tesoro,
dove sei?"
"Mamma...
ahm.. sono... sono da Emily! Mi fermo a mangiare qui." inventò sul
momento, mentre il getto della doccia si interrompeva. Abbassò lo
sguardo su un cuscino, iniziando a torturare la cerniera e sperando in cuor suo
che Ezra non decidesse di dire qualcosa ad alta voce.
"Avevi
detto che saresti passata da casa, per cena." le fece notare la madre.
"Lo so...
ma Emily aveva bisogno d'aiuto con un compito di letteratura."
Ezra
sbucò dal corridoio, in accappatoio blu e asciugamano tra le mani; la
fissò con un sopracciglio inarcato quando la trovò sul divano e
lei si limitò a posare un dito sulle labbra per intimargli di fare
silenzio, "Cerca di non fare tardi, ok?"
"Certo."
la rassicurò Aria, spostandosi appena quando Ezra si sedette accanto a
lei, frizionandosi i capelli umidi con l'asciugamano. Gli sorrise, mentre
salutava velocemente la madre, per poi riattaccare il telefono, «Scusa,
sai com'è fatta mia madre. Cosa vuoi mangiare?»
«Sei
sicura che non chiamerà Emily, più tardi?» ribatté
lui, accigliato.
Aria
scrollò le spalle, «Si fida di me.» rispose con
tranquillità, «Cinese o italiano?» domandò
nuovamente, iniziando a scorrere sull'elenco telefonico i nomi dei vari take away. Una
mano del ragazzo, però, le rubò il cellulare e quando alzò
il viso confusa si ritrovò quello di lui a pochi centimetri di distanza.
Ezra unì le loro labbra in un bacio, per poi allontanarsi leggermente
con un sorriso.
«Buonasera,
comunque. Sei strana.» commentò Ezra, guardandola intensamente
negli occhi, «Di solito mi chiedi com'è andata la giornata al
college, mi racconti cos'è successo... mi saluti.»elencò
facendola sbuffare, contrariata da come lui riuscisse sempre a capire tutto, «Ed
è inutile che sbuffi, sai perfettamente che ho ragione.»
«E'
fastidioso il modo in cui mi studi.» ribatté Aria.
«Sputa il
rospo.»
Aria si morse un
labbro, abbassando per un momento lo sguardo, per poi riportarlo sugli occhi
indagatori e preoccupati del fidanzato, «Sono solo preoccupata per mio
fratello... nasconde qualcosa, ma non so quanto è grave la situazione.»
spiegò, «L'altro giorno Jason l'ha beccato a rubare a casa sua...»
«Jason Di Laurentis?» si informò Ezra.
«Proprio
lui.»
«Perché
sarebbe dovuto entrare in casa sua?» si accigliò.
La ragazza
scosse la testa, all'oscuro quanto lui, «Non ne ho idea.»
mormorò, chiudendo gli occhi e appoggiandosi al petto di Ezra, quando
lui le passò un braccio attorno alla vita per attirarla a sé. Le
posò un bacio sui capelli, rimanendo in silenzio; con Ezra i segreti,
pian piano, stavano scomparendo dal giorno in cui gli aveva raccontato cos'era
successo a Jenna in realtà. Almeno,quelli che la riguardavano. Si
sentiva più libera di esprimere ciò che realmente pensava, di
superare i limiti che i segreti le avevano sempre imposto di preservare. Anche
se alcuni, nonostante tutto, non sarebbe mai riuscita a rivelarglieli; non
poteva e non doveva.
«Andrà
tutto bene.»
«Lo spero.»
Ezra si
piegò verso il telefono di casa, «Che ne dici del messicano?»
«Pizza,
magari?» rise Aria, scostandosi un po' e individuando in quel modo il
sorriso divertito di lui.
«Allora
anche thailandese!» ribatté Ezra.
La ragazza lo
guardò un attimo, «Tu prenoti, io incomincio ad apparecchiare.»
asserì, per poi dividersi dal ragazzo e iniziare ad andare in cucina,
mentre Ezra componeva il numero dei vari take-away. Mezz'ora dopo erano seduti
per terra, con cibi di tutto il mondo stipati sul tavolino, a rimbeccarsi con
ravioli al vapore e chili. E per un momento Aria sentì di non avere alcun
segreto con lui, neanche il più piccolo; in quel momento ogni problema e
ogni segreto scomparve, annientato dalla risata di Ezra.