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Autore: Sasita    29/07/2011    4 recensioni
Cosa fareste se, persi nei ricordi, non trovaste appiglio per alimentare la vostra rabbia verso qualcuno che vi ha fatto crollare il mondo addosso? Lisbon ha ricevuto la notizia più terribile possibile. Cerca, tenta in tutti i modi di trovare un modo per far bruciare di più la sua rabbia, per non soffrire troppo per le conseguenze, dicendosi che è meglio così... ma può davvero riuscirci?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Lost in Memories  
What would you do if you don't find a reason to be angry?





   - You would risk our lives, our carrier, over Jane. Does he mean that much to you? -
   - He closes cases. -
   - He closes cases... Is that all, it is? -
 

Il cuore ti batte nel petto. Potente, rimbombante. Quasi ti stordisce il suo rumore continuo e lento nelle orecchie. Non ha quel ritmo cadenzato e calzate che ha di solito, quel classico “tu-tum” che tranquillizza, che fa sorridere, quando riesci a sentirlo. Non ha neppure il ritmo che dovrebbe avere quando si ha paura, o si è totalmente preda delle emozioni, quando non riesci quasi a contare i battiti, tanto sono veloci e sfuggenti, fuori controllo.
No, il tuo cuore batte lento, funebre, possente: sa cosa sta per succedere e sa che non è giusto, non vuole che succeda. Lo senti rimbombare, distinto, nelle orecchie, nella gola, in ogni fibra del tuo corpo. Privo di adrenalina, privo di ogni forza vitale per cercare di tornare a battere normalmente.
Quasi si fosse arreso, quasi avesse perso ogni speranza di poterti far avere una vita normale. Come si fosse reso conto di ciò che ha combinato, facendoti innamorare.
I ricordi ti passano davanti agli occhi: ricordi agitati, ricordi pericolosi, ricordi tristi.

 
Ti ammanetti da sola, in preda al panico, perché l’uomo che ami ha un tagliacarte affilato puntato alla gola. Guardi la scena con occhi allucinati, trattenendo il respiro, stando ben attenta a ciò che fai. Non ci fosse stato Patrick Jane tra le braccia di quell’uomo pronto ad uccidere non avresti esitato a sparare. Avresti rischiato. Ma non con Patrick, lui non puoi rischiare di perderlo.

 
Una lacrima corre giù, lunga la tua guancia, e la lasci scorrere perché quasi non te ne accorgi. Resti lì per terra, con il cellulare ancora all’orecchio e gli occhi persi nel vuoto, smarriti tra le memorie dolci ed amare di un uomo che mai avresti dovuto amare. La bocca aperta in un espressione di puro stupore unito a rabbia, sconcerto, tristezza e consapevolezza. Consapevolezza che sono state tutte parole al vento.

 
Sorride scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo, come se tu avessi appena detto un’ovvietà o credessi davvero che lui non avesse calcolato tutto: che non lo avesse fatto apposta.
   - I’m always going to save you Lisbon, may you like or not. -

 
Ma come formuli la consapevolezza che le sue erano parole sprecate, parole usate semplicemente per calmarti in un momento, ti rendi conto che alla fine, dopo tutto, lui ha rispettato la sua promessa. Lui ti ha sempre salvata, quando ha potuto farlo. E in fondo, devi renderti conto che non sei al centro del suo mondo: nonostante tu potessi credere che lui provasse qualcosa nei tuoi confronti, dovevi capire che nel suo modo distorto di vivere, nella sua cecità verso ogni cosa lo circondi, nella sua paranoia, lui solo è al centro del suo universo.

 
L’uomo ti punta contro la pistola: non hai tempo di reagire. Porti la mano alla fondina sul fianco, ma non hai tempo materiale, va tutto troppo veloce. Guardi quell’uomo per quelli che ti sembrano secoli e sono solo millesimi di secondo. Una smorfia di paura e stupore dipinta in faccia e poi lo sparo. Quasi non ti renderesti conto che non sei stata tu ad essere colpita se non vedessi quell’uomo crollare a terra. Volti lo sguardo, riprendendo a respirare, l’adrenalina che ti scorre nel corpo quasi fosse un medicinale per le invisibili ferite della tua anima, e vedi Patrick buttare a terra un fucile.

 
Anche qui, però, devi ricrederti. Per quanto la sua voglia di vendetta si sia sempre rivelata la sua prima fonte di vita, al primo istante in cui essa ti ha messo in pericolo lui è intervenuto in tuo aiuto. Non si è curato del fatto che avrebbe perso un testimone importantissimo: ti ha salvata, ha messo da parte sé stesso, la sua sete di vendetta e Red John per salvare te. Quanto sarebbe stato più facile non prendere il fucile in mano e guardare la scena, seppur pieno di dolore, senza mettere a rischio il suo piano di rivalsa? Dopo tutto, ti rendi conto che per essere arrabbiata con lui non ti puoi attaccare neppure a questo particolare, perché in fondo nel suo cuore ci sei anche tu. Tu e la squadra. Siete i suoi amici, la sua famiglia. Amici, solo amici.
 

Stai per morire, hai poco tempo ormai. Hai chiamato Cho, l’hai salutato, gli hai detto di chiedere scusa ai tuoi fratelli da parte tua. Patrick Jane ti guarda, ti fa i complimenti per come ti sei comportata al telefono: niente piagnistei, niente smancerie: concitata, precisa, perfetta.
E tu non puoi che chiedergli se non avesse anche lui qualcuno da chiamare...
   - If I were dying I would call you, but... you are already here, so... –

 
Il cuore continua a batterti nelle orecchie, forte, deciso, ma lento, privo di quella vitalità che dovresti avere in un momento del genere. Neppure ti rendi conto del dolore alla spalla, tanto è forte il dolore che provi nel petto, come se quel battito così troppo regolare, così troppo apatico, scandisse i secondi che ti separano alla morte. Quelle parole non erano le parole di un amico, e te ne rendi conto solo adesso. Ma che ti importa in fin dei conti se lui avesse anche mai provato qualcosa nei tuoi confronti? Ha rovinato tutto. Ha distrutto tutto in un solo istante. Un contatto creato in anni di duro lavoro, crollato come un castello di carte alla prima folata di vento. Forse non era poi così forte quel che provavi per lui, non abbastanza perché potesse reggersi semplicemente su sé stesso: non forte quanto te, che puoi sopportare quasi tutto, pur avendo sulle tue spalle tutti i problemi e le angosce del mondo. Forse, probabilmente, la tua era solo la pallida infatuazione per un uomo pieno di carisma e fascino.
 

Sei legata a un palo e non puoi fare niente. Quella donna lo tortura con la scarica elettrica e tu non hai possibilità alcuna di aiutarlo. Lo guardi soffrire, lo guardi gridare e ti perdi a pensare che vorresti subire te quello che sta subendo lui. Vorresti che quella bionda desse a te le scariche elettriche di quell’arnese che tiene in mano. E poi ti rendi conto che la missione di quella donna non è solo torturarlo, è ucciderlo, uccidervi. E proprio quando capisci che sta per dare fuoco alla casa, l’unico a cui pensi è Patrick. Patrick e il fatto che non potrà mai avere giustizia nella sua ignobile vita.
 

Sbatti le palpebre, persa. Sei immobile da quanto ormai? Senti dei passi intorno, probabilmente è Grace che ti viene in contro preoccupata. Devi avere un’espressione allucinata in viso. Non ti eri sbagliata dunque: tu lo ami, non ne sei solo infatuata. Ma con tutto quello che ti ha combinato come può meritarti? No, tu puoi avere di meglio. Tu puoi avere un uomo che ti faccia sorridere sempre, che non ti procuri grane, che ti culli in un benessere tutto vostro, fatto di complicità, di fiducia, di dolcezza. E lui cosa ti ha dato in tanti anni? Tanti problemi con la burocrazia, ecco cosa.
 

Un sorriso.
Un altro sorriso.
Una risata leggera.
Ti diverti.
Un’occhiata d’intesa.
Una risatina trattenuta.
La sua mano nella tua, sotto la pioggia.
Le sue braccia che ti accolgono, calde.
La sua voce che ti consola.
La tua testa sulla sua spalla, i tuoi occhi chiusi, mentre le note della tua canzone preferita scandiscono i passi del vostro ballo.
Lui che ti acchiappa appena in tempo, prima che tu cada a terra.
Le sue dita sul tuo volto, leggere, dolci, carezzevoli, per constatarne il sorriso. Tu che arrossisci, arrendevole sotto il suo tocco.
   - I want to know what you face feels like when you’re smiling. –
 

Probabilmente Patrick è la persona con cui ti sei divertita di più, con cui hai sorriso e sei stata più felice, nonostante tutte le problematiche che ti ha causato. Ma lui è sempre stato così ermetico con te, ti ha fatta soffrire così spesso da poter quasi ricompensare i sorrisi. Non è mai stato davvero sincero con te, non ti ha mai detto la verità. Ha sempre protetto sé stesso dal perdere la possibilità di trovare e uccidere Red John. Non gli importava di te, non gli importava degli altri quando pensava a John. Non gli importava di mettervi in pericolo: se poteva, faceva ogni cosa in suo potere per avvicinarsi alla sua nemesi. E di voi non si è mai fidato davvero.
 

Lo guardi sospettosa, quasi impaurita. Sai che ti nasconde qualcosa ormai da tempo, ma non sai cosa: sai che adesso te lo dirà. Che lo faccia perché non può farne a meno o perché davvero si fida di te e vuole dirtelo non lo sai, però dopo tutto l’importante è che parli. Ti guarda, respira profondamente. Il suo sguardo ti perfora, tanto è sofferente.
   - I have serious problem I have to solve, and I don’t have the time to solve it in. -
   - I knew that something was going on with you... -
Lo dici piano, avvicinandoti. E lo guardi negli occhi, di te può fidarsi, dopotutto. Lo guardi, gli chiedi l’assoluta verità e lui la sviscera: LaRoche ha la lista dei sospettati dell’omicidio di Todd Johnson ma non può chiederla a lui perché uno di quei nomi sulla lista, a parte Hightower, è il complice di John all’interno del CBI e se nessuno di quelli lo è, allora LaRoche stesso è il complice.
Sei allibita, ma ti ha detto la verità: schietta e pura.
   - Why didn’t you tell me about this earlier? -
E speri vivamente che non sia perché ha sospettato di te.
   -  I don't want to put you in danger. -
E’ sincero, tanto sincero  che non puoi fare a meno di dargli di idiota: la sua unica paura era che tu potessi finire nel mirino di John.


E dire che non è stata la sola cosa che solo tu sapevi di lui, non era  la prima volta che lui si era fidato di te dando per scontata la tua fiducia, la tua bontà, la tua benevolenza.
E quindi cosa significa tutto questo? Significa forse che teneva più alla sua vendetta che a te? Che non si fidava della giustizia e quindi del tuo incarico? Che non voleva lasciare ad altri il suo compito? Che non ti aveva creduto, quando gli dicesti che quando e se avessero trovato Red John ci saresti stata anche tu, pronta a fermarlo se avesse provato a fare una qualche stupidaggine. Ma dopotutto, se anche ci avesse creduto, se anche ci avesse sperato, tu non c’eri. L’unica possibilità che si è visto davanti è stato sparare.
Perché questo è uno dei suoi grandi difetti, non ragiona con la mente, ma con l’istinto e con il cuore a volte. E spesso può essere infinitamente dannoso.
 

Ti ha regalato una collana e degli orecchini di oro bianco, diamanti e smeraldi: meravigliosi e tremendamente tentatori. Ma non puoi accettarli, per quanto ti piacciano e vorresti tenerli. E poi non sarebbe professionale.
   - You know what I mean. -
   - I know those emeralds look lovely with your eyes! -
 

Un’altra lacrima ti scende sulla guancia, è tiepida e salata. Ti arrendi, non riesci a trovare qualcosa a cui aggrapparti, con cui condire e farcire la tua rabbia nei suoi confronti. No, perché ti senti solo vuota. Vuota e sfibrata e triste. Triste perché tu non c’eri a fermarlo. Triste perché non hai potuto mantenere la tua promessa. Triste perché per quanto ti sforzi, non riesci a pensare che facendo questo lui non abbia mantenuto la sua. Perché solo un giorno prima lui aveva adempito perfettamente al suo fioretto, sviando sul fatto che fosse solo per orgoglio maschile.
 

Hai una bomba legata al corpo e davanti l’uomo con il detonatore in mano. Minaccia di farti saltare per aria. Ma Jane è lì con te, e gli dice che se lui fa detonare la bomba, moriranno tutti. Anzi, ha detto proprio che se lui farà saltare la bomba, morirà con voi. E in quel momento, con il sangue freddo e l’adrenalina e mille, ti rendi conto che non puoi permettere a quel mostro di uccidere anche Jane.
   - With me. Jane, you go: now. -
   - Oh, I would if I could. -
E tu insisti, insisti, insisti. E lui non ha intenzione di andarsene, anzi, fa tutto questo per salvarti, distraendo il pazzo con il detonatore togliendogli quell’oggetto dalle mani. Ti ha salvata, di nuovo. E non ti avrebbe mai abbandonata, neppure se avesse saputo che stava per morire.
 

I ricordi si mischiano e si annebbiano dentro i tuoi occhi: ormai stai piangendo. Non singhiozzi, questo no, però i tuoi occhi sono pieni di lacrime. Un confuso misto di colori, frasi, immagini ti arriva alla mente. E sono tutti bei ricordi, alcuni tanto freschi e vividi da farti male.
 

Entra nel tuo studio senza bussare, come al solito, proprio mentre ti stai vestendo con l’abito da damigella scelto da Grace.
   - Wow. Oh, my... -
   - Van Pelt must die! -
   - No, no, no, no, no. You look good. This is... beautiful. Like a... princess. An angry little princess. Someone stole your tiara! -
Ed è così affascinato, ti guarda con tanta ammirazione che inizi quasi a pensare di metterti vestiti lunghi più spesso.
 

Ma poi, come un fulmine a ciel sereno, ecco che ti ripiomba addosso la confessione di pochi istanti fa. Sei ancora a terra, con il cellulare ancora vicino all’orecchio e gli occhi persi lontano: sono colmi di lacrime adesso, lacrime tristi e sventurate. Il tuo cuore batte lento, quasi fosse in procinto di spegnersi. La bocca piegata in una smorfia di stupore.
 

Stai premendo una garza sulla spalla quando il cellulare suona: l’ambulanza sta per arrivare, o così dicono, e tu non puoi fare altro che rispondere. E’ Jane, ti aveva detto che ti avrebbe richiamato.
   - Hi… Hi Lisbon. I... I only want you to say that... I’m... I’m sorry. I love you, and I just want to apologize. –
E la telefonata finisce, lasciandoti con una sola, straziante verità che ti frulla per la testa: Patrick Jane ha ucciso Red John. Solo dopo si insinua nella tua mente ciò che lui ti ha davvero detto, quello che non hai dovuto dedurre e quindi ti è scivolato addosso in un primo momento. Lui ti ama.
 

Grace ti si avvicina, ti guarda negli occhi. Li vedi lontani, tristi, persi in qualcosa che non afferri sul momento.
   - Jane è stato arrestato. Ha ucciso John. -
Dici semplicemente, senza smettere di piangere e fissare lo sguardo su una teiera che neppure vedi.
Hai già deciso: non ti importa della tua carriera, non ti importa della tua vita, tu farai ogni cosa in tuo potere per salvarlo. Farai ti tutto perché non lo arrestino. Non vuoi neppure pensare che possano dargli la Massima Pena. Butteresti all’aria la tua vita per lui.
Non importa per quale motivo adesso sei arrabbiata: il tempo che passerai arrabbiata non potrebbe mai attutire quello che proveresti se dovessero ucciderlo e non potessi più vederlo, non potessi più toccarlo, per via dell’ergastolo. E così la rabbia scema, se ne va.
Non puoi rischiare di perderlo, per nulla al mondo. 
 
 
   - You would risk our lives, our carrier, over Jane. Does he mean that much to you? -
   - He closes cases. -
   - He closes cases... Is that all, it is? -







Dice l'autrice:
Buonasera a tutti voi, miei cari lettori: miei dolci e meravigliosi fan di The Mentalist. Questa, miei cari, è il mio regalo di saluto prima di partire per una lunga vacanza in un luogo dove non avrò internet. Mi mancherete immensamente e non solo voi. Mi mancheranno le mie Rogue, mi mancherà lui, mi mancheranno tante cose del mio bel paese. Ma d'altronde io amo viaggiare. Amo il mare, la sabbia, le montagne, le foreste... 
Spero di vedere tante recensioni quando tornerò, il 19 agosto. :)
Per le altre storie dovrete aspettare il 19, e vi giuro che per appena rimetto piede in casa le pubblico. E... ehm... non è detto che piede in casa lo rimetta il 19... perché forse dopo il viaggio in Africa, io e la mia famiglia andremo in Grecia per una settimana. However, vedrò di pubblicare in un tempo che non mi faccia mettere le ragnatele alle storie. 
Ditemi che ne pensate del mio regalino di saluto! :)
Besos!

Sasy
 

   
 
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