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Autore: Eternal_Blizzard    31/07/2011    0 recensioni
I Cards sono riusciti a sconfiggere AAA e distruggere Alice, ma se la pace tanto agognata non fosse così semplice da raggiungere? Se AAA non fosse morto o "vivesse" anche dopo la morte, il mondo continuerebbe ad essere in pericolo?
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ecco la mia prima fic pubblicata... che dire, ho già sritto il prologo, il primo capitolo e metà del secondo (che credo posterò domani) solo stasera, posso ritenermi un po' soddisfatta no? Premetto che i pensieri e le voci "da flashback" sono scritti entrambi in corsivo. Detto ciò, vorrei solo dire che Replica è uno dei manga che preferisco in assoluto e quindi (essendo la mia prima fic su di esso) spero di non averlo "isultato" D: Ok non mi dilungo per non annoiare, buona lettura! [Contiene Spoiler sul quarto volume di Replica - Se ho scordato qualche tag chiedo venia .3.]

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Erano occhi vitrei quelli che fissavano l’ultima battaglia tra i membri dei Cards e AAA. Colei che possedeva quegli occhi freddi e quasi disumani nutriva molto interesse per quegli sciocchi umani che si erano messi contro il suo creatore, ma ne nutriva ancor di più nei confronti delle quattro Doll che li accompagnavano. Un burattino; il primo a morire. Una bambola dai vestiti intercambiabili; la seconda. Una bambola da sostituzione; la terza a fare quella fine. Per ultimo era rimasto uno schiaccianoci, che sedeva pacato accanto a colui che le aveva donato la vita, a lei e a tutti gli altri. Si ruppe anche lui. La ragazza che stava tranquillamente seduta su un albero sospirò, osservando quella che fino a quel momento era la sua casa, crollare. E così AAA era morto, i Cards avevano vinto, seppur con pesanti perdite ed Alice aveva vissuto il suo ultimo giorno. «Papà…» sussurrò, portandosi una mano al petto, dove però non sentì alcun battito. Socchiuse gli occhi e si lasciò cadere con leggerezza dall’alto ramo su cui riposava, atterrando prima sulle punte dei piedi, per poi posare le ginocchia in terra e il resto del corpo adagiato sui talloni.
Vivi. Tu non devi partecipare alla battaglia contro i Cards, assolutamente. Voglio che tu rimanga in libertà, sia che Alice venga distrutta o meno. Se io dovessi morire, tu mi dovrai sopravvivere e scegliere come meglio vivere, non disobbedirmi, ok?
Erano queste le ultime parole che suo padre, che veniva chiamato “tripla A”, le aveva rivolto prima di sorriderle e spingerla rapidamente fuori dalla stanza dove si trovava all’arrivo di… Zenri, così le pareva di aver sentito chiamare lo schiaccianoci. Patetico, era morto per davvero. Cosa doveva fare lei ora? Qual era la scelta giusta? Si morse il labbro inferiore quando la sua attenzione fu attirata da coloro che stavano lasciando le macerie. Strinse gli occhi per osservare meglio i loro volti e notò che erano… tristi. Non ne capì il motivo, dopotutto avevano vinto! Non stette tanto a pensarci ed appena quelli si furono allontanati abbastanza, saettò con grazia sul cumulo di rovine, guardandosi intorno con naturalezza. Macerie, macerie, macerie… ovunque solo macerie. Mosse qualche passo prima di notare due piedi spuntare da lì sotto; calzavano scarpe con due pon pon. «Il burattino» sentenziò, continuando a camminare in cerca degli altri corpi. Trovò gli occhiali dello schiaccianoci, ma non vide il suo corpo, né tantomeno quello di AAA e delle altre due Doll.
Rimase seduta su quell’ammasso di pietre per un altro paio di giorni, rimuginando su come dovesse comportarsi. Non si era mai mossa, rimanendo con le ginocchia portate al petto ed il mento posato su di esse. Sbuffò, alzando il capo e gettandolo all’indietro; avrebbe urlato volentieri, ma il rumore di alcuni passi dietro di lei la fece sobbalzare e scattare in avanti. Si nascose dietro un albero e scrutò con attenzione la figura che si stava lentamente avvicinando. La gorilla? Si domandò mentalmente, gli occhi vuoti erano sgranati e la bocca spalancata dallo stupore. Per quale motivo è tornata? La battaglia è finita giorni fa!
«S…Shira… hime… do… dove sei…?» arrancava Himechiyo, le medicazioni che aveva ricevuto in seguito alle pesanti ferite riportate erano evidenti sia sulla testa che sul corpo. Nonostante il respiro pesante, la donna avanzava imperterrita sulle rocce, spostando tutte quelle che poteva. «Shirahime…» chiamò ancora la sua ex compagna, colei dai vestiti intercambiabili. «Ti prego… fatti vedere…» iniziò a piangere, incredula che la sua cara amica fosse morta. «Cal… Sattsu… Zenri… anche… voi. Ci man…cate tutti…» biascicò trattenendo anche dei singhiozzi. Passò qualche ora prima che la stanchezza e il dolore si facessero sentire, costringendo l’umana a ritirarsi e permettendo quindi all’altra di uscire nuovamente allo scoperto.
«Che diavolo…» sussurrò, grattandosi la testa mentre fissava la creatura che si allontanava. Piegò la testa di lato, mentre puntava gli occhi sul punto dove giorni prima aveva trovato i piedi del pagliaccio. Gli si avvicinò e si accucciò, fissandoli con sguardo serio. «Possibile che quegli umani siano tristi per la vostra morte?» pensò a voce alta. Che quelle Doll fossero qualcosa di più, che semplici bambole? Lei perché allora non era triste per AAA? Certo era dispiaciuta, dopotutto amava suo padre, ma… non riusciva a piangere come quella donna gorilla. Si strinse la maglia blu e semplice che indossava, all’altezza del cuore ed aggrottò le sopracciglia. Si alzò di scatto ed iniziò a cercare qualcosa tra le macerie, con tanta foga da strapparsi i pantaloni all’altezza delle ginocchia e “ferirsi” le punte delle dita. Impiegò svariate ore alla ricerca, che terminò a notte fonda: «Eccoli!» gridò entusiasta estraendo dei fogli incastrati tra due massi. Li sfogliò rapida, controllandone ogni singolo pezzo, cambiando la sua espressione da allegra a seccata. Continuò a rovistare in cerca di fogli puliti ed una penna, che trovò dopo un’altra mezzora buona. «Meno male che la mia memoria è perfetta…» ringhiò, iniziando a ricopiare tutti i dati mancanti tra le informazioni riportate sui fogli. Ultimato il lavoro, sistemò un angolo della pila di carta sotto un sasso e lo spiegazzò un po’ di più, per farlo sembrare naturale. Come previsto, il giorno dopo tornò qualcuno, stavolta il vecchio burattinaio, che “trovò” i fogli, dov’era spiegato come ricostruire le bambole. La decisione ormai spettava solo a loro, non erano più problemi della ragazza; come del resto non lo erano fin dall’inizio. Con un sorriso, fece per andarsene ma… In effetti, chissà che sceglieranno di fare…? Si chiese, voltandosi. Beh, aveva tutta l’eternità davanti, se per qualche giorno li avesse spiati non sarebbe cambiato molto, no?
  
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