È
vero,
ci ho messo un po’ anche stavolta… e mi
è stato fatto notare che raramente
dedico i capitoli o le storie a qualcuno. Vediamo, be’, se
fosse un bel
capitolo allegro lo dedicherei a una persona a cui voglio molto bene,
ma non è
affatto allegro, quindi non lo farò. Però posso
dedicarlo ad alcune amiche che
mi hanno (involontariamente) spinto a scrivere questo
capitolo… sappiate che vi
ho odiato per qualche minuto buono. Poi ho realizzato che vi voglio bene. E... siamo al capitolo 20! è un piccolo traguardo per caso? Penso sia la fanfiction più lunga che ho mai scritto sin ora! *__*
La
neve
vortica, ma in sé stessa ha perso il girasole.
La sua casa non era
più la sua casa; il rombo della guerra, ancora nella
sua mente, sembrava distorcere la realtà che vedeva
attraverso gli occhi.
Casa. Familiare,
amica persa da molto tempo. Una soglia rimessa a nuovo,
l’ingresso in ordine, i divanetti puliti e
dall’aspetto sempre soffice…
qualcuno doveva essersi occupato di tutto mentre lui era via.
Naturalmente
doveva essere così, ma forse nessuno aveva dormito
lì, nessuno ci aveva davvero
vissuto; era rimasta solo la
casa, vuota, lontana, ad aspettarlo con pazienza attendendo che
tornasse a
farla essere davvero la sua casa.
L’ultima
volta che era tornato Lituania si era messo a guardare
nostalgicamente fuori dalla finestra, preoccupato per il suo
“padrone”, anche
allora coinvolto in una guerra. Stavolta non fece nulla del genere,
lasciò che
le tende pesanti coprissero il panorama fuori dalle finestre. Un
panorama
inutile, che non gli avrebbe detto niente sulla situazione di Russia,
anche se
forse vedere di nuovo i campi in fiore gli avrebbe rasserenato
l’animo; ma non
meritava che quel peso sullo stomaco venisse attutito: aveva tradito
Russia.
Lasciò
cadere a terra la sacca contenente le sue cose e si
precipitò
verso la radio, tenendola fra le mani come se fosse più
preziosa dell’oro e più
fragile del cristallo. L’accese.
La radio gracchiò, e Lituania sapeva che quando la voce si
fosse stabilizzata
quel piccolo apparecchio avrebbe potuto dirgli come ciascuna forza in
campo
stava agendo.
Sussultò
quando la voce di Stalin uscì prepotentemente dal vecchio
congegno;
si aggrappò all’accento russo con tutto se stesso,
decifrandone ogni parola:
“Compagni!
Cittadini! Fratelli e sorelle! Combattenti del nostro esercito e della
nostra
flotta! A voi mi rivolgo, amici miei…”
“…
Le truppe hitleriane sono riuscite ad occupare
la Lituania, una
notevole parte della Lettonia, la parte occidentale della Bielorussia,
una
parte dell'Ucraina occidentale. L'aviazione fascista allarga la sfera
d'azione
dei suoi bombardieri e bombarda Murmansk, Orscia, Moghiliov, Smolensk,
Kiev,
Odessa, Sebastopoli. Sulla nostra Patria pesa un grave
pericolo.”
Freddo sul viso. Gli
arrossava la pelle, gli gelava il naso, ma ancora
poteva sentire gli odori. Odori… di uomini ammassati, di
fiati sempre più
deboli. Spifferi gelidi portavano all’interno anche altre
esalazioni più
sgradevoli.
Fuori
c’erano dei morti.
Russia contrasse le
mani, per sgranchirle, sentendole intorpidite
nonostante la presenza dei guanti; mentre compiva quel movimento
più volte, nei
giorni precedenti, aveva immaginato di stringerle attorno alla gola di
Germania
per guardare il suo fiato che
lentamente si indeboliva, le sue labbra
che diventavano sempre più blu.
Ma da quando Lituania
se n’era andato non lo pensava più.
Resistere,
difendersi, resistere, difendersi, uccidere, resistere,
difendersi; una sequenza di azioni che non gli lasciava respiro, e
quando
glielo lasciava era troppo stanco per pensare in modo coerente. E
allora le
forze lo abbandonavano, non lasciandogli modo di arginare il dolore. In
quei
momenti pensava a Lituania, a come avesse giurato a sé
stesso che non avrebbe
permesso più che qualcuno glielo portasse via…
<< Se
n’è andato di sua spontanea volontà
>> mentre lo diceva
Ivan sentì il sapore del sangue che gli invadeva la bocca.
Il suo labbro era
spaccato, evidentemente, e neppure se ne era accorto. <<
Toris se n’è
andato… >>
Alcuni dei suoi
ufficiali, quelli con la forza di farlo, lo guardarono
con perplessità. Chi era Toris?
Loro
non conoscevano il nome di quel ragazzo, ma solo quello della nazione
che era
stata un loro territorio, uno come tanti, con la stessa importanza di
tanti.
<<
Signore… Signor Russia… la sua razione.
>> un uomo gli
porse qualcosa che assomigliava vagamente a del cibo, forse grano duro
e
compatto.
<< Non
ho fame >> la voce di Russia non aveva perso la sua
tonalità infantile, eppure riusciva a sembrare
più greve, più definita. L’uomo
che gli aveva porto la razione non insistette, vedendo che Ivan non
aveva
neppure accennato a guardarlo.
Quell’uomo,
quel soldato, si chiedeva cosa aveva spinto il giovane che
rappresentava la nazione a lottare in campo con loro, a ficcarsi nella
trappola
mortale di fame e dolore che era diventata Leningrado. Non immaginava
certo che
parte di tanta pazzia fosse stata dettata dalla perdita di un piccolo
stato baltico.
“…In questa grande guerra di
liberazione
noi non saremo soli. In questa grande guerra avremo alleati fedeli i
popoli
dell'Europa e dell'America, compreso il popolo tedesco asservito dai
caporioni
hitleriani… “
No,
invece, lui, Russia, era
solo, e anche tutti gli uomini che stavano morendo
all’esterno erano soli. Soli
davanti alla notte che ne prometteva altre ancora più scure,
ancora più fredde,
e la voce di Stalin attraverso una radio non aveva il potere di
aiutarli.
“…Le nostre
forze sono inesauribili. Il tracotante
nemico dovrà ben presto convincersene. Insieme all'Esercito
rosso si levano
alla guerra contro il nemico aggressore molte migliaia di operai,
colcosiani,
intellettuali. Si leveranno le masse di milioni di uomini del nostro
popolo…”
Continuò
a parlare, quel
discorso che tutti ascoltavano e sembrava infinito quanto
l’assedio. Eppure
tutti pendevano dalle sue labbra, perché era
l’unica speranza.
Alla
fine di quel discorso ci
fu un messaggio solo per lui, che arrivò attraverso un'altra
frequenza radio,
una di quelle che solo le spie potevano capire.
<<
Signor Russia
abbiamo ricevuto ordine di riportarla a Mosca, da Stalin. Le truppe
tedesche
potrebbero voler attaccare anche… >>
<<
Come avete
intenzione di portarmici? >> quella domanda falsamente
placida interruppe
il parlare del soldato.
<<
Attraverso Ladoga
>> rispose prontamente il ragazzo.
<<
Oooh… >> una
piccola risata lasciò la bocca di Ivan, terrorizzando chi
aveva attorno.
<< Mi stai dicendo che, senza saperlo, ho imparato a
camminare sull’acqua?
>>
<<
Abbiamo costruito
una strada >> di nuovo la sua risposta non si fece
attendere, << è
stata chiamata la Via della Vita. Una strada, sul lago. >>
Impossibile.
Ma Russia li
seguì, paziente.
Impossibile,
eppure quella
via c’era, e mentre il russo se ne andava vide altri
connazionali entrare in
città con sacchi di cibo sulle spalle.
La Via della Vita, un nome
appropriato.
<<
Abbiamo perso Kiev
>>
<<
Non l’abbiamo ancora
persa >>
Russia
mantenne fermo il suo
sguardo su Stalin. Il suo capo era rigido, e il pallore del suo viso,
che non
poteva controllare, faceva intuire un certo stato di debolezza.
<<
Li farà ammazzare
tutti. Non vuole che vengano ammazzati tutti, vero? >> la
domanda docile
di Ivan sembrò tendere ancora di più i muscoli
facciali dell’altro.
<<
Morirebbero con
onore! I nostri soldati sono forti, nessuno di loro farà un
passo indietro
davanti alle truppe tedesche. Combatteranno, e riusciremo a tenere
Kiev.
>>
Quell’uomo
trasudava
sicurezza, nonostante fosse interiormente preoccupato. Credeva nelle
sue
truppe, ma sembrava anche troppo, straordinariamente,
orgoglioso… e Kiev era
una città così importante per loro.
Ivan
si alzò, sapendo che
discutere era inutile, perché quell’uomo tanto
fiero era Stalin e non c’era
modo di mettersi contro di lui. Per’altro era stato
richiamato a Mosca perché,
lo sapeva bene, sarebbe stata il prossimo obbiettivo dei tedeschi dopo
Kiev.
E
Kiev sarebbe presto caduta.
Russia
strinse un pugno così
forte che si sarebbe fatto male, se i guanti spessi non avessero
protetto la
sua pelle. Ma anche senza farsi male alle mani sentiva che qualche
ferita si
stava aprendo sul suo corpo; il sangue caldo di una nazione che sta
perdendo.
<<
Li farà ammazzare
tutti >> disse un’ultima volta, una scintilla
d’ira nello sguardo.
Tutti,
stava perdendo tutti;
quel pensiero doloroso lo aveva attraversato nell’istante in
cui si era chiuso
la porta alle spalle. Perdeva territori, perdeva il suo popolo, perdeva
la
guerra.
Perdeva…
<<
Pff… >>
trattenne la risata solo per qualche istante, <<
ahaha… ahahahaha…
AHAHAHAHA! KOLKOLKOLKOL… >>
Dilagò
nell’aria,
inarrestabile, quella risata che lo faceva tremare tanta era la sua
intensità.
Cresceva di tono, proprio davanti alla stanza di Stalin che doveva aver
sussultato sulla sedia nell’udirla… o forse no,
dopotutto il suo capo era
l’uomo di ferro e di ferro doveva essere fatto anche il suo
cuore. Stavano
perdendo, per quel cuore di ferro! Stavano perdendo!
<<
KOLKOLKOLKOLKOL…
prenditela tutta questa mia terra! PRENDILA GERMANIA! È
tutta ghiaccio e neve,
ecco cosa otterrai! NEVE! NEVE! PRENDITELA! >>
La
risata continuò, Ivan non
seppe neanche per quanto tempo. Si estinse solo quando la finestra
davanti a
lui si spalancò, lasciando entrare un vorticare di gelido
nevischio.
Sulle
labbra aveva ancora le
tracce delle risa quando affrontò l’essere che
aveva davanti.
<<
L’ultima cosa
che mi aspettavo era trovarti a ridere
>>, la voce di Generale
Inverno parve vorticare tutta attorno a lui.
Russia
non rispose, inclinò
solo la testa, stringendosi appena nella spalle, come ad ammettere una
colpa.
Sapeva perché il Generale era lì, nonostante le
piogge dell’autunno stessero
ancora cadendo.
<<
Sarò io a
non permettere che la
nostra terra venga presa >>
gli occhi, occhi vuoti d’espressione ma pieni di riflessi, si
fissarono su di
lui. << questa
neve ti appartiene, l’inverno ti appartiene, la mia forza
è tua. >>
Da
quella figura si lasciò
avvolgere, odiandola, odiando la malinconia che gli evocava
quell’unica… persona?…
rimasta davvero con lui fin
dalla sua nascita. L’Inverno che sempre lo aveva aiutato, e
il prezzo di
distruzione che sempre aveva dovuto pagare per la sua forza.
Voglio solo stare in un campo di
fiori, col sole che
mi riscalda la testa e la schiena,
pensò Russia, mentre le braccia del Generale lo tenevano
più stretto,
promettendo che nessuno l’avrebbe sconfitto. Voglio
solo osservare i girasoli che seguono la luce, e vedere Toris
che gioca con i loro petali, accanto alle mie sorelle.
Il
7 Novembre l’armata
sfilava nella Piazza Rossa; visti tutti insieme, dall’alto,
parevano in effetti
tanti fiori dai colori scuri. Scuri come la notte.
<<
Sono tutti così
belli >> constatò Russia, provocando una
specie di smorfia trattenuta
dall’ospite che quel giorno era con lui.
<<
La parata è
indubbiamente un grande evento >> la voce di Inghilterra
suonò secca.
<< Se non fosse fatta in un momento tanto
inappropriato… >>
<<
Sono rimasto con te
in questa stanza apposta per discutere di questo “Momento
inappropriato”
>>, disse Russia, spostando l’attenzione dalla
piazza all’altra nazione.
<< Quello che mi hanno riferito è vero?
>>
Gli
parve che il viso di
Inghilterra avesse fatto trapelare per un attimo qualcosa, ma finse di
non
essersene accorto: << è vero. Giappone ha
intenzione di attaccare
America, progetta già qualcosa anche se non ci è
del tutto chiaro cosa.
>>
Un
sorriso divertito increspò
appena le labbra di Russia; fu solo l’ombra di un ghigno, in
realtà, visto che
America era teoricamente un suo alleato e non poteva gioire
perché veniva
minacciato. Quella situazione, tuttavia, rendeva le cose a Russia
davvero più
facili: non doveva temere un attacco dall’Oriente, poteva
concentrarsi sul
respingere le armate tedesche; un tempo, per questo, avrebbe forse riso
apertamente, ma ancora non si sentiva in vena di essere davvero felice
per
alcunché.
<<
Ancora non sappiamo
come e dove Giappone sferrerà la prima offensiva
>> ripeté il concetto
Arthur, e stavolta Ivan percepì chiaramente la
preoccupazione insita in quelle
parole. Dunque Inghilterra non riusciva a staccarsi del tutto da
America,
continuava a essere un po’ in ansia per quella sua
ex-colonia, anche se
apparentemente non andavano affatto d’accordo. Quel
ragionamento gli provocò un
nuovo, lieve, sorriso divertito perché
quell’attaccamento al passato pareva una
cosa comune di molte nazioni.
Inghilterra
e America, Cina e
Giappone…
Lui
stesso e Lituania.
Avevano tutti scelto di andarsene.
Il
suo sorriso si ombrò
d’amarezza.
<<
Non potrò
confrontarmi con Giappone, dunque. >> Ivan espose una
piccola parte dei
suoi pensieri all’Inglese.
<<
Questo per te è un
bene >> affermò l’ovvio Arthur.
Era
certamente così, ma
Russia non disse altro.
L’armata
sfilava ancora nella
Piazza Rossa; visti tutti insieme, dall’alto, parevano in
effetti tanti fiori
dai colori scuri. Scuri come la notte.
E
scuri anche come i capelli
di Cina.
Ivan
non avrebbe potuto
vendicare il cinese di quella brutta cicatrice che gli deturpava la
schiena. Lo
infastidiva non poterlo fare, tanto che per un po’ gli
sembrò di non pensare a
Lituania che se n’era andato.
Eppure
era ancora la schiena
di Toris che vedeva, quando pensava a Yao.
“Tutte le forze del
popolo per schiacciare il nemico!
Avanti, per la nostra vittoria!”
Quello
aveva detto Stalin nel
suo discorso, sembrava tanto tempo fa. E
io andrò avanti, fino ai confini tedeschi, per riprendere
ancora una volta ciò
che è mio.
1) Note a fine storia: Tutti i discorsi in corsivo e fra virgolette alte (“ ”) sono ripresi dal discorso che Stalin fece alla nazione il 3 Luglio 1941. Il discorso di Stalin delineava realisticamente le difficoltà della situazione e l'entità della minaccia che incombeva sull'URSS e i suoi popoli. (Cit. Wikipedia)
2) La situazione di Leningrado si può riassumere così: grazie ad alcune azioni militari tedesche e finlandesi Leningrado, agli inizi di agosto, si ritrovò totalmente isolata, priva di rifornimenti di cibo e attaccata.
3) La Via della Vita fu una strada costruita sul ghiaccio del lago Ladoga. Essa permise agli abitanti di Leningrado di sopravvivere, in quanto attraverso essa arrivarono rifornimenti di cibo… non chiedetemi come hanno fatto a costruirla, non ne ho sinceramente idea.
4) il 24 settembre ha luogo la Sacca di Kiev, una schiacciante vittoria della Germania. Stalin si dimostra ostinato nel voler mantenere Kiev per “Motivi di prestigio”. Una decisione che si rivelerà molto pericolosa…
5) Il 2 ottobre ha inizio l’Operazione Tifone, l’attacco tedesco diretto a conquistare Mosca.
6) All'inizio del mese di novembre nella capitale sovietica cresceva il timore dell'arrivo dei tedeschi e Stalin, allo scopo di risollevare il morale della popolazione, decise, il giorno 6, di celebrare comunque il 24º anniversario della Rivoluzione di ottobre. Il giorno dopo, secondo tradizione, fu effettuata sulla Piazza Rossa la grande parata militare. (Cit. Wikipedia)
7) Quanto al Giappone che attaccherà l’America, è una notizia che Stalin riceve da spie inglesi e che gli consentono di riportare a Mosca le sue truppe, che altrimenti sarebbero dovute rimanere in parte in Siberia a sventare una possibile offensiva giapponese.
----Angolo -stanzetta con
pasticcini, the, e tanta Vodka- delle risposte
alle recensioni! (a cura dell’autrice, di
Ivan e di Toris,
con l’aggiunta di un irritante Feliks
e dell’inquietante Natalia, del tremante Raivis, e Eduard,
e… degli Alleati in
generale, con probabili incursioni dell’Asse…)----
Yusaki:
Ta-daaan! Un capitolo
quasi tutto per Russia-san! Russia-san, sei fiero di me?!
Russia:
Non molto
*sorrisone*, ci hai messo secoli a scriverlo.
Polonia:
Senza contare che è
tipo più breve del solito.
Yusaki:
Ma è più breve perché
volevo solo dare uno scorcio delle situazioni rispettivamente di Russia
e
Lituania… cioè, quella di Lituania
sarà nel prossimo capitolo.
Lituania:
*Già col mal di
stomaco* Devo preoccuparmi?
Yusaki:
Naaa, ritroverai
Polonia e anche il tuo vecchio “conoscente”
Prussia! *__*
Lituania:
Ho capito, devo
preoccuparmi.
Yusaki:
non hai la minima
fiducia in me… non sono mica così sadica con te
come credi…
Lituania:
Davvero? *Sguardo
falsamente sorpreso* Quindi mi sono sognato che Russia mi ha tradito
con Cina e
continua a pensare a lui nonostante la guerra e il fatto che io me ne
sono
andato?
Yusaki:
*Agonizzante per le
troppe frecciatine* è… tutta… colpa di
Russia-san…
*Russia la abbatte definitivamente*
Lituania:
Quest’autrice si
caccia sempre nei guai!é__è Cominciamo a
rispondere noi alla prima recensione?
Yusaki: Aspettate… devo fare il mio dovere… *Si
trascina* … la prima è… Kyuketsuki
Assassin. Wow, anche il
nuovo nickname è bello! E mi piace la ghignante immagine di
Undertaker, è così
poco rassicurante! *Emana cuoricini*
Lituania:
Un becchino? O__O
Certo che non è rassicurante!
Yusaki:
E comunque hai
ragione… come può Russia aver portato in casa (IN
CASA!) quel friggi-tutto di
Cina facendo così soffrire
Lituania-chan?!?!ç__ç Non è giusto!
Lituania:
Non è giusto!ç__ç
Russia:
Quanto la fate lunga…
Yusaki:
Quanto all’arrivo
delle truppe tedesche, in effetti ho cercato di rendere
l’atmosfera il più
terribile possibile, quindi se ti sono parsi spettri o mostri o demoni
va bene!
A volte gli uomini sanno essere davvero come mostri… grazie
degli
incoraggiamenti! Ora lascio Russia-san alla tua furia.
Russia:
KOLKOLKOL… smettete
di prendervela con me… *Aura pericolosa* Chi mi faccio sono
affari miei, e se
voglio Cina allora prendo Cin---
*Lituania
si mette a piangere
in silenzio e si allontana.*
Russia: … *gli svanisce l’aria pericolosa e
arrossisce* … ma… ora come ora…
vorrei solo che Lituania… tornasse da me…
Yusaki:
Ha detto una cosa
sensata *borbotta*. Be’, passiamo alla prossima… Stefy_rin! Mi dispiace che il tuo
condominio non abbia gradito la
musica alta! Puoi sempre dire che è colpa mia, tanto non mi
troveranno mai.
Lituania:
l’Autrice è avvolta
nel mistero…
Yusaki:
Esatto! Nessuno può
scovarmi! BHUAHAHA! Tornando alla recensione… la guida dei
paesi baltici! Io
l’ho letta in libreria, assieme a molte altre guide, e ho
intenzione di
comprarla quando partirò per visitarli. Sì, prima
o poi voglio visitarli, ci
tengo. Ad ogni modo, probabilmente la pensiamo uguale… il
fatto di essere brava
non collima con la mia mancanza di autostima. Ogni tanto mi dico
“Ehy! Ma forse
so scrivere…”, purtroppo questo pensiero svanisce
sempre in gran fretta.
Lettonia:
u-un po’ è un bene,
così cerca sempre di migliorarsi.
Yusaki:
Russia-san, proprio
perché è un seme perverso, è
così sexy… resistergli è
impossibile… *Si perde
in sogni a occhi aperti assieme a Lituania*
Lituania:
il gusto Yogurt… mi
piace moltissimo anche quello! Sa essere dolce ma non stucchevole.
Yusaki:
e, fra parentesi, è
il mio gusto preferito di gelato.
Russia:
Queste mollette sono
così carine! *Mette a Lituania una molletta a forma di
girasole, con aria
allegra*
Yusaki:
*Ghigno* è bella anche
quella di Cina.
Cina:
… *un po’ depresso, con
la cacchetta rosa sulla testa*
Yusaki:
Grazie della
recensione! È ora il turno di ooShyoo
che…
Russia:
… che si è ubriacata
con me. V__V
Yusaki:
*Annuisce* e ti ha
anche rimproverato per bene! Così si fa, bisogna far capire
a Russia-san che è
stato cattivo, cattivo, cattivo…
*Russia guarda anche lei con occhi a cucciolo*
Yusaki:
… ooh, piccolo tenero
Russia-san!!! T__T *Lo coccola*
Lituania: come cambiare in fretta idea…
Yusaki:
Lituania, se sei
geloso parla col bicchiere.
Lituania:
Quella era una
metafora per dire quanto erano ubriachi!
Bicchiere:
Ma io so parlare
davvero.
*Tutti
si voltano a fissare
il bicchiere*
Bicchiere:
Che c’è?
Tutti:
UGYAAAAAAAAAH!!!!
PARLAAAAAA!!!!!!!!!! *Fuga generale*
Yusaki:
*torna in sé un
attimo dopo* Ma pazienza, ne ho viste di peggio di un bicchiere che
parla, lo
chiuderò dopo nella credenza. Dicevamo… anche tu
eri fan delle RussiaxCina?!
O__O’’’ M-ma, quante fan della
RussiaxCina leggono questa fanfiction?!? Io…
sono commossa… vorrei abbracciare tutte queste persone che
hanno avuto il
coraggio di leggere una RussiaxLituania nonostante amassero
un’altra coppia!
Grazie davvero!
Lituania:
La prossima è Miharu__Chan,
che sta cercando di
ucciderci tutti da un po’
di recensioni…
Yusaki:
Miharu__Chan, sappi
che vorrei tanto permetterti di far loro del male, ogni tanto fanno
saltare i
nervi anche a me… però mi servono per la
fanfiction, capiscimi!ç__ç Così per
proteggerci ho dovuto usare lui…
*Yusaki indica Inghilterra, che è stato costretto a
difenderli dalle
maledizioni ricevute*
Inghilterra:
abbiamo a che
fare con qualcuno di pericoloso…
Lituania:
è una delle poche
volte in cui ho visto Russia-san seriamente spaventato.
Yusaki:
Per la cronaca, alla
fin fine non posso uccidere neanche Cina…
Cina:
evviva, aru. *Tono
sarcastico*
Yusaki:
ti ringrazio per i
complimenti al capitolo! Sappi che Russia-san ha gradito la Vodka ai
girasoli,
ma ora è un tantino traumatizzato perché hai
detto “Russia, non lo sai, ma a
volte finivo nel tuo letto quando eri ubriaco e mi chiamavi
Lituania”.
Lituania:
Per lo meno non
chiamava Cina.
Polonia:
Ma stavolta niente
dolcetti per noi?
Yusaki:
Polonia… se vuoi
finire avvelenato fallo senza chiedermi il permesso…
Russia:
Adesso è il turno di miristar.
*Smangiucchia un Bliny*
Yusaki:
*Strangolata dai
Blinis* UMMMPH! JSWHBHJUHYFE!!!!
Polonia:
Significava tipo
“Non mi piace il salmone affumicato?”
Yusaki:
*Cerca di buttare
giù* Sono quasi collassata… per favore, niente
pesce!
Lituania:
Autrice, ma tu
mangi qualcosa ogni tanto?
Yusaki: certo! Dolcetti, biscottini, impasti non cotti di dolcetti e
biscotti…
Lituania:
Che dieta sana.
Yusaki:
ma non stiamo a
disquisire sulla mia alimentazione, miristar non ha capito il
capitolo…
*Riflette* in effetti succedono un sacco di cose, forse davvero troppo
in
fretta… in questo ce ne sono meno comunque, è
anche più breve! Comunque,
dobbiamo festeggiare la mia prima recensione
“Neutra” ricevuta! *__*
Estonia:
Non dovresti
festeggiare una cosa simile!
Yusaki:
Come no?! Io sono
commossa! Ho ancora tanto da imparare… e poi è la
prima! Sono così felice! Ti
ringrazio tanto miristar, sia del tuo sincero parere sia della tua
recensione
neutra!
Lituania:
Ad ogni modo noi
baltici non andiamo esattamente da Germania, come si evince da questo
capitolo.
In realtà ci poniamo sotto la sua protezione…
facendolo passare.
Yusaki:
Esatto, la
popolazione dei baltici accoglie favorevolmente i tedeschi. Credo li
abbiano
preferiti ai russi, ecco tutto. Ora
c’è… Triadine!
Matthew? Chi?!
Canada:
Sigh…
Yusaki:
Quali auguri? Il mio
compleanno intendi? Ma non c’è problema! Dopotutto
neanche lo sapevi. ^^ Quanto
a San… purtroppo non ho letto le “Leggende del
mondo emerso” mi sono fermata
alle Cronache, forse dovrei continuare ma attualmente il mio cuore
è donato a
R.R. Martin, autore delle “Cronache del Ghiaccio e del
Fuoco”.
Russia:
Avete finito di
parlare di saghe fantasy? *Sorriso*
Yusaki:
Scusa! Riprendo a
rispondere… dicevo, R.R. Martin…
Tutti:
AUTRICE!
Yusaki:
Va bene, va bene… mi
ricompongo, allora, sì, io in realtà ero presente
in quel periodo storico.
Vedi, io sono nata ai tempi di Alessandro Magno, sono stata al suo
fianco alla
conquista del…
Tutti:
AUTRICEEEE!!!!
Yusaki:
d’accordo, forse non
sono così vecchia, ma il mio spirito stava sicuramente
osservando Alessandro! Insomma,
cerco di attenermi a tutti gli IC possibili, faccio molte ricerche ma
qualcosa
penso mi sfuggirà sempre… perché,
appunto, non sono nata così tanto tempo fa.
Grazie dei complimenti e di avermi ricordato del potere della tastiera,
uhuhuhu… *i personaggi la guardano, preoccupati*
Lituania:
La prossima recensione
è di calitopo.
Yusaki:
calitopo ha detto di
adorare la mia storia! Ne sono molto felice, come sono felice dei tuoi
complimenti. Questo nuovo capitolo ha tardato un po’
ma…
Lettonia:
ma tanto l’autrice
è incostante, i lettori sono abituati a non sentirla per un
po’.
Yusaki:
sì, appunto,
ecco.ç__ç Grazie per esserti fermata a lasciare
una recensione! L’ultima per
oggi è Liris! Ma no,
cara, la pena
capitale (ovvero mangiare i biscotti di Inghilterra) è
adottata per crimini ben
peggiori… non ci sogneremo mai di rivolgerla su di te.
Inghilterra:
Che diamine…
Yusaki:
*Continua
rapidamente* Ecco! Tu eri un’altra delle fan
RussiaxCina…
Lituania: *Mangia distrattamente alcuni biscotti (non di Inghilterra)
fingendo
di non sentire*
Yusaki:
… ma mi fa piacere
che tu per un po’ l’abbia odiato, dopotutto ha
fatto del male a Lituania. E
anche io… anche io… anche io dovrei essere odiata
per aver scritto cose tanto
brutte… ma è la storia… *si picchia
con una manopola dell’acqua*
Lituania:
Grazie della crema
contro i lividi, le scale russe sono molto pericolose. Bambini, non
imitatemi!
Yusaki:
Che stai dicendo
Lituania?! Va be’, mandiamo tutti in vacanza i nostri
cervelli, così ci
riposiamo un po’…
Tutti:
il tuo cervello si
risposa sempre, autrice.
Yusaki:
e su questa illuminante
constatazione sul mio cervello chiudiamo…
Come
ho detto questo capitolo
era dedicato all’attuale situazione di Russia, e il prossimo
sarà dedicato a
quella di Lituania. Il nostro baltico ritroverà vecchi amici
e vecchi nemici.
Di sicuro sarà in attesa di sapere come va la guerra, come
sta Russia… e forse
sarà lo stesso Russia a dirglielo.
Spero
che il prossimo
capitolo possa arrivare in fretta, so cosa scrivere quindi mi
impegnerò a farlo.
Spero anche che mi lascerete una recensione! Per cui, a presto!