01/08/2011
1 recensioniUn passo dietro l'altro, fino al bordo.
Il vento incessante tra i capeli di grano.
Il cielo plumbeo si rispecchia nel mare inquieto e torbido.
Un altro piccolo passo verso l'acqua, insicuro, instabile.
L'orlo della veste appeso ad un'escrescenza della scogliera, la prima goccia sulla pelle bianca.
Le braccia allargate come ali, come se da un momento all'altro la struttura ossea potesse modificarsi e l'epidermide mutare in piume...Poi il salto, la discesa, il volo di un'anima che vuole andarsene, un'anima che desidera degradarsi come una meteora prima di cadere fra le onde di ghiaccio...Non più realtà...
Titubanza
é difficile riuscire a eludere l'istinto di sopravvivenza.
Quel piccolo piede precario sulla cima della scogliera era pietrificato nonostante quel desiderio di sparire troppo grande per il suo piccolo corpicino...Poi la mente si annulla nel buio e l'equilibrio si sposta in avanti.
Il vuoto è un esperto seduttore che sa aspettare...
Due braccia calde afferrano quella vita esile e la strappano via dall'orlo dell'oblio.
Si ritrova a terra. No. Non contro la nuda pietra, ma contro il petto caldo e morbido di qualcuno che possiede un profumo molto simile al suo.
Sua sorella, avvolta da una bianca vestaglia, la stringe a sé con gli occhi pieni di lacrime.
In quel momento niente importa, nemmeno il loro segreto violato dai loro genitori ignoranti e conservatori qualche giorno prima; nemmeno il fatto che le avevano divise, nemmeno la morte appena sfiorata.
L'oceano e il cielo benedicono il loro incontro baciandole con le loro goccie.
Il pregiato tessuto candido è ormai trasparente sul seno della sorella, aderente, come una seconda pelle.
Un bacio viene posato su quella piccola forma di donna e quel piacevole tocco fa dischiudere le labbra in un tacito ansito di stupore.
Le mani, curiose, esplorano quel corpo così simile al suo che si alza e si abbassa ad ogni respiro leggermente concitato.
Le dita scorrono tra le pieghe della vestaglia ormai umida, fino a raggiungerne l'orlo e superarlo...
Mani tremanti, ancora impaurite, sfiorano quel viso appoggiato al suo addome e lo richiamano alle sue labbra.
Un bagliore azzurro tra raggi dorati e poi la perdita e la perdizione, l'una nell'altra.
Carezze su quel corpo avvinghiato alla nuditò dell'altro, carezze mai ricevute che penetrano sotto pelle: sulle gambe, sui fianchi, sull'addome e poi scivolano un po' più in là del consentito.
Un piccolo spasmo e la stretta aumenta, mentre il tumulto del cielo ela tempesta le dividono dal resto del mondo.
Ancora mani e ancora labbra su quel petto ormai vestito d'acqua.
La bocca scende a prendersi cura di quei piccoli seni con la dovuta dolcezza e le gambe si stringono intorno a quella mano, come se chiedessero di più.
Desiderio di avvicinare le loro anime il più possibile, di perdere la percezione del proprio corpo.
Desiderio di fondersi l'una nell'altra
Ancora più in profondità, ancora più dolce il godimento della carne.
Rossore sulla pelle delicata e mai scoperta fino ad allora mentre la guerra tra cielo e terra tuona intorno a loro,proteggendole dalla realtà.
Quel calore al basso ventre tocca il suo rovente apice in un tendersi di muscoli abbandonati al piacere.
Sorrisi dietro lacrime mascherate a pioggia.
Un altro bacio, un'altra carezza e poi l'abbraccio. Quell'abbraccio disperato di chi si è mancato, di chi ha sofferto a causa di un mondo troppo miserabile per comprendere la purezza di un tale amore.
Si alzano in piedi con le loro forme di donna percorse dal vento e dall'acqua, le loro dita intrecciate.
Un passo dietro l'altro, fino al bordo.
Due figure quasi gemelle si stagliano contro il cielo plumbeo che si rispecchia nel mare inquieto e torbido.
Ora sono insieme.
Ora sono libere
...Solo sognano di volare...