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Autore: ChelseaH    02/08/2011    1 recensioni
In realtà era strano vederlo così scatenato con musica come quella di sottofondo, Timo era più tipo da Samy Deluxe o Linkin Park, non certo remix assurdi di Born this way di Lady Gaga ma il ragazzo stava passando una sorta di crisi adolescenziale in quel periodo, poco importava che avesse ventitré anni suonati e andasse anzi per i ventiquattro.
Timo ha deciso di trasferirsi a Berlino dopo che lui e i suoi ex compagni di band hanno apparentemente preso strade differenti. Ora è mpegnato a leccarsi le ferite di una storia ormai finita con Lena, che attualmente esce con un certo Caspar, e a prendersi cura di Zoey - la coinquilina che considera come una sorella - che da troppa confidenza a sconosciuti chiamati Max. Ma dov'è finito l'inseparabile David? E gli altri suoi amici?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: Non conosco i Panik non mi appartengono, con questa storia non intendo dare rappresentazione reale dei loro caratteri e / o comportamenti ne tantomeno lucrarci sopra.



Love, hope and strenght.

3. Di nuovo al Magnet.

Lena vagava per il Magnet con un bicchiere stracolmo di birra in mano, domandandosi cosa ci fosse di così difficile da capire nel concetto odio la birra, e chiedendosi come mai i ragazzi quando dicevano ti vado a prendere da bere tornassero sempre e solo con birra in mano, del tutto incuranti del fatto che gli fosse stato espressamente detto niente birra, grazie. L’autore del misfatto al momento stava dietro alla console del dj, passando musica di dubbio gusto mentre cercava di intrattenere i presenti con frasi a effetto di altrettanto dubbio gusto. Insomma, Max Buskohl non era esattamente il tipo di persona più adatta a fare l’intrattenitore, ammesso che il giudizio di Lena a riguardo valesse qualcosa. E capiva che lui e Julius fossero amici per la pelle, ma questo cosa c’entrava con lei? Perché doveva passare minimo una serata a settimana a sorbirsi il dj set di Max quando in realtà odiava tutto quello che Max faceva in veste di dj? Perché stava con Julius e Julius pensava fosse carino che lui e la sua ragazza dedicassero le loro serate a supportare l’amico. Che si sposasse con Max allora, pensò Lena stizzita. Non che fosse un cattivo ragazzo, anzi apparteneva decisamente alla squadra dei bravi ragazzi della porta accanto, ma i suoi discorsi erano noiosi e stupidi – più che altro tutti incentrati sulla musica, per cui probabilmente per nulla stupidi ma a lei piaceva pensare così per non dover ammettere che non capiva quasi nulla di ciò che lui diceva – aveva un gusto musicale decisamente retrò che non le piaceva ed era anche ora che si trovasse una ragazza o qualsiasi distrazione che lo tenesse lontano da Julius e gli facesse dimenticare quanto gli piacesse fare il terzo incomodo.

Insomma, Max Buskohl andava accasato e, possibilmente, anche allontanato da quella dannata console. E gli andava spiegato anche che se una persona gli diceva niente birra, significava per l’appunto niente birra. Lena sospirò sconsolata appoggiando il bicchiere su un tavolino con nonchalance e allontanandosi come se nulla fosse, magari aveva appena fatto un grosso regalo a qualche ubriacone col portafoglio vuoto.

“Allora? Ti stai divertendo?” Julius la sorprese alle spalle abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia.

“Certo!” esclamò lei con un po’ troppa foga e un po’ troppa fretta di rispondere, ma il ragazzo non parve farci caso.

“Ottimo! Pensavo che dopo potremmo andare a mangiare qualcosa da qualche parte. – le propose – Io e te soli.” aggiunse prendendola per mano e trascinandola al centro della pista.

“Certo!” ripeté Lena, stavolta con una nota di puro entusiasmo nella voce.

Sarebbero finiti in qualche McDonald aperto fino a notte inoltrata il che non era il massimo del romanticismo ma era sempre meglio che stare lì a fare da balia a Max.

“E Max?” gli chiese per scrupolo, giusto per non sembrare troppo felice di lasciarselo alle spalle.

“Max è grande quanto basta per badare a se stesso.” ridacchiò Julius e lei non poté fare a meno che unirsi alla risata del ragazzo.


***

Il Magnet avrebbe dovuto essere territorio tabù, ma a quanto pareva non c’era stato verso di ficcare quel semplice concetto in testa a Juri. Zoey aveva sentito puzza di guai fin dalla fermata della metropolitana e poco importava che Timo non fosse presente fisicamente, lo era nella sua testa e tanto bastava.

“Non capisco perché devi essere così nervosa, non è un appuntamento galante.” le disse il biondo sorridendo maliziosamente.

Zoey sbuffò evitando di dire che il pensiero non l’aveva nemmeno sfiorata.

“Ti ho già detto perché non è consigliabile andare al Magnet. – gli rispose – Ma a quanto pare non hai compreso.” aggiunse.

“Timo stava con Lena, si sono mollati male, Timo frequenta il Magnet, a quanto pare ora anche Lena lo frequenta, Timo non riesce a levarsi dalla testa Lena, Lena invece sta con un tizio chiamato Caspar o qualcosa del genere, Timo e Lena quasi sicuramente si sono incontrati o scontrati al Magnet ma non ne sei sicura perché non hai avuto il coraggio di affrontare l’argomento, in ogni caso Lena frequenta il Magnet col suo ragazzo dal nome assurdo, Timo non è ancora riuscito ad andare oltre ergo il Magnet è terra proibita. Che ne dici?”

Zoey rimase interdetta.

“E allora perché ci vuoi andare a tutti i costi?” gli chiese dopo un attimo.

“Perché è uno dei locali più quotati di Berlino e io abito ufficialmente a Berlino da ben tre giorni e non ci sono ancora stato. E perché voglio vedere questa Lena che tanto ha fatto penare Timo e sono anche curioso di sapere che faccia potrebbe avere uno che si chiama Caspar.” le rispose con il tono più calmo e naturale dell’universo.

In effetti anche lei sarebbe stata curiosa di scoprire come fosse fatto un Caspar se già non l’avesse fatto, quindi in fin dei conti era un argomentazione contro la quale non poteva dire nulla.

“Senza contare che Timo ha bisogno di privacy.” aggiunse il ragazzo dopo qualche minuto.

“Privacy?!” domandò lei alzando un sopracciglio.

“Ok, forse è David quello che ha bisogno di privacy.” concesse Juri scuotendo la testa come se fosse fin troppo abituato alla possessività dell’amico nei confronti di Timo.

In effetti David era arrivato solo poche ore prima e come prima cosa aveva trascinato Timo in bagno e ci si era chiuso dentro, sostenendo di dovergli parlare a quattrocchi. Cosa avessero fatto in quel bagno, Zoey non voleva nemmeno saperlo, così come non era sicura di voler sapere se quelle di David fossero possessività e gelosia al livello più alto o se ci fosse qualcos’altro sotto. E ovviamente non sapeva nemmeno come mai le passassero certe cose per la testa, forse semplicemente perché non aveva la minima voglia di mettere piede al Magnet e quindi doveva tenersi occupata la mente con pensieri che la distogliessero da quello su dove si stavano dirigendo.

“Ovviamente non diremo nulla a Timo.” Juri continuava a parlare imperterrito e Zoey decise di lasciarlo fare limitandosi a seguirlo fino a quando non furono dentro al locale.

Le ci vollero meno di cinque minuti a localizzare Lena e il signor Caspar mentre nelle orecchie le rimbombava l’assordante suono della musica, e non appena li vide si girò dalla parte opposta allontanandosi il più possibile.

“Sono loro?” le urlò Juri nelle orecchie incuriosito.

Zoey si limitò a fare un cenno affermativo con la testa.

“Sembra stiano andando via.” affermò il ragazzo meditabondo.

“Davvero?” domandò lei speranzosa, magari dopotutto sarebbero riusciti a divertirsi.

“Già... li seguo!” decretò Juri lanciandosi verso la porta dalla quale erano da poco entrati e dalla quale stavano uscendo Lena e compagno a braccetto.

“No, aspetta!” Zoey tentò di fermarlo ma due ragazzi con troppo alcol in corpo le piombarono addosso spintonandola e passando oltre.

“Che razza di gentaccia!” una voce familiare e due braccia quasi familiari corsero in suo aiuto aiutandola a riprendere l’equilibrio ma, quando riuscì a rimettersi in piedi, Juri era ormai sparito. Si voltò così verso il suo salvatore, mettendolo a fuoco sorpresa.

“Ciao...” Max alzò la mano in cenno di saluto distogliendo lo sguardo e arrossendo imbarazzato. Zoey non poteva certo biasimarlo visto come si era comportata durante il loro ultimo breve incontro e così, incerta sul da farsi, si limitò ad alzare una mano a sua volta.

“Come stai?” le domandò il ragazzo dopo qualche istante.

“Bene... tu?” rispose lei, non sapendo dove posare lo sguardo e fissandolo dunque all’altezza del petto, ovvero l’unica cosa di lui che vedeva senza alzare gli occhi verso il suo viso. Sì, il ragazzo era decisamente alto.

“Bene, ho appena finito.” Zoey percepì un sorriso nella sua voce e si decise a guardarlo in faccia.

“Finito cosa?”

“Il dj set... ero io che sparavo la musica fino a due minuti fa.”

“Wow! – esclamò lei – Si guadagna un sacco immagino.” aggiunse pensandoci su.

“Sì... abbastanza.” replicò lui con una nota delusa nella voce.

“Cioè... non che questo sia importante! – si affrettò a dire Zoey – Ok, non ho minimamente fatto caso alla musica.” ammise infine e Max si mise a ridere.

“Sei da sola?” le chiese.

“No, anzi sì. – sbuffò – Ero con un amico che prima mi ha trascinata qui e poi mi ci ha mollata per seguire-“ si bloccò di scatto ricordando che Caspar e Max erano apparentemente amici e non era il caso di raccontargli di come loro – ovvero lei, Juri e anche Timo – fossero tutti affiliati all’hate club di Julius Caspar cognome dimenticato.

“Idem. – sospirò Max – Ero con Julius, te lo ricordi? Comunque se n’è andato con la sua ragazza.”

“Che peccato.” Zoey riuscì a stento a trattenere l’ironia.

“Che ne dici di andare a bere qualcosa?” le propose dunque Max.

“No grazie, ho chiuso con l’alcol dopo l’altra sera.” sospirò Zoey, chiedendosi cosa stesse combinando Juri e cosa stessero combinando Lena e Caspar, come se fosse un suo problema.

“E se bandissimo gli alcolici? Ti andrebbe di bere qualcosa?” Max pareva alquanto speranzoso.

“Davvero?”

“Parola di scout! – esclamò stringendo la mano a pugno sul petto – Anzi, sai che ti dico? Potremmo andare a bere qualcosa altrove.”

Perché no? In fondo Max era simpatico e non aveva fatto nulla di male – a parte forse essere amico di quel Caspar – e del resto dubitava che Juri si sarebbe rifatto vivo, preso com’era dalla sua attività di spionaggio.

“Ok.” rispose alla fine e Max le porse il braccio come un perfetto cavaliere.


***


“Ti dico che ci sta pedinando da quando siamo uscite dal Magnet.” ripeté Lena per la centesima volta, o forse la millesima.

“E io ti dico che sei solo paranoica.” replicò Julius.

“Non sono paranoica, è uscito dal locale con noi e ci ha seguito fin qui.” bisbigliò la ragazza sporgendosi il più possibile verso di lui, seduto all’altro capo del tavolo.

“Lena, è un McDonald.” tentò di farla ragionare lui.

“E dunque?”

“Probabilmente l’unico posto aperto nel raggio di non so quanto in cui puoi sperare di mangiare qualcosa a quest’ora.” proseguì lui, indicandole l’orologio.

“E allora?”

“E allora non vedo cosa ci sia di strano nel fatto che a qualcun altro oltre a noi sia venuto un leggero languorino dopo una serata passata a ballare.”

Lena aprì la bocca per replicare ma la richiuse quasi subito, rinunciando a far capire il suo punto di vista a Julius. In compenso fissò lo sguardo sul ragazzo alto e biondo seduto a qualche tavolino di distanza, ragazzo che al momento sembrava oltremodo impegnato a cospargere di ketchup le sue patatine. Aveva l’aria familiare, c’era qualcosa in lui che decisamente le ricordava qualcuno, nonostante fosse abbastanza sicura di non averlo mai visto prima di allora. Si rendeva conto che quel ragionamento fosse assurdo, come poteva una persona che era sicurissima di non aver mai visto prima ricordarle qualcuno così intensamente? Non lo sapeva, ma sapeva benissimo che quel ragazzo li aveva deliberatamente seguiti col proposito di seguirli per l’appunto, e non riusciva a capire il perché. Lei e Julius erano così interessanti? O magari il biondino conosceva Julius? E allora perché il Julius in questione pareva non averlo minimamente riconosciuto? E in ogni caso, se il biondo conosceva Julius, perché non aveva tentato il benché minimo cenno di saluto? Mentre la sua mente era impegnata ad assillarla con tutte queste domande, il ragazzo all’altro tavolo alzò lo sguardo verso di lei scoprendola a fissarlo e facendola diventare di un intenso rosso peperone.

“Smettila.” le intimò Julius attirando la sua attenzione verso di lui.

“Ma ti dico che-“

“E io ti ho detto che è solo qualcuno che è stato preso dalla fame di mezzanotte come noi.” le disse considerando evidentemente chiusa la questione. Eppure Lena non riuscì a fare a meno di riportare lo sguardo verso il ragazzo biondo, che ora stava sorseggiando tranquillamente la sua bibita come se non avesse altri pensieri per la testa.

Che fosse davvero paranoica?

Incredibilmente paranoica?

Probabile.

Decise così di lasciarlo perdere e riportare la propria attenzione sul ragazzo di fronte a lei, il suo ragazzo. Non era il caso di sprecare quei momenti da soli proprio ora che erano finalmente riusciti a liberarsi dell’ingombrante presenza di Max.


***

“Sei una presenza ingombrante.” bofonchiò Timo al ragazzo seduto di fianco a lui sul letto.

“Non sono una presenza ingombrante!” replicò piccato l’altro, avvicinandosi ulteriormente.

“Lo sei eccome, spostati!” gli intimo Timo dandogli uno spintone con un braccio e facendolo rotolare giù dal letto.

“Timo.” disse con aria solenne l’altro.

“David.” rispose esasperato Timo.

“Non capisco perché io non mi possa stabilire qui.”

“Perché ci si è già stabilito Juri.”

“E dunque?” chiese David tornando a sedersi sul letto, stavolta a gambe incrociate di fronte a Timo.

“E dunque come vedi questa camera è già piena.” gli disse sempre più esasperato mostrandogli con un cenno della mano tutte le cose di Juri e il letto che era stato aggiunto all’altro capo della stanza che – per inciso – si trovava si e no a mezzo metro dal suo.

“Se Juri può vivere qui posso farlo anch’io.” s’impuntò David.

Timo sospirò.

Solo il cielo sapeva quanto gli sarebbe piaciuto avere di nuovo intorno David giorno e notte ma, oggettivamente parlando, non c’era spazio per lui e di sicuro non poteva cacciare Juri per fargli posto.

“Caccia Juri allora.”

Per l’appunto.

Timo sbuffò senza rispondere, David quando ci si metteva sapeva essere decisamente... appiccicoso.

“In camera di Zoey c’è spazio per un altro letto!” esclamò trionfante David.

“Non dormirai con Zoey!” l’indignazione di Timo salì ai massimi livelli alla sola idea.

“Io no.” ridacchiò David mentre saltava giù dal letto e si metteva a raccogliere tutte le cose di Juri.

“Che stai facendo?” chiese Timo preoccupato.

“Aiuto Juri a traslocare.” gli rispose semplicemente l’altro senza smettere di ridacchiare.

   
 
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