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Autore: Kary91    03/08/2011    7 recensioni
Piccola raccolta di future!Moments che vede come protagonisti i personaggi di TVD ormai adulti alle prese con famiglia e figli, ma anche con vecchi ricordi polverosi che è difficile lasciarsi alle spalle.
1. Blackbird [Tyler & Mason Jr.]
2. Do you Believe in magic? [Bonnie,David,Julian & Autumn]
3. Il bambino che inseguiva le stelle cadenti [Jeremy, Xander & Oliver]
4. Blowing memories [Matt, Vicki & Vicki Junior] Seconda classificata al Drabble&Flash Contest indetto da dio-niso.
5. Keep moving forward [Elena & Jeffrey]
“come fa a passare?”
Chiese sollevando il capo, per rivolgere alla donna uno sguardo interrogativo.
Elena sospirò. Istintivamente, la sua mano destra si infilò nella vestaglia e tastare la superficie del ciondolo che portava al collo.
“Andando avanti, Jeffrey.”
Annunciò accettando la manina che il figlio aveva allungato per giocherellare con la sua collana.
“Bisogna sempre andare avanti. Anche quando le persone che hai amato ti mancano e non sono più con te.”
Jeffrey smise di giocare e si scostò dalla madre per guardarla nuovamente negli occhi.
“Ma è triste!”
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Jeremy Gilbert, Matt Donovan, Tyler Lockwood
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'It calls me home.'
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Per la mia Tailer.

Perché nulla di tutto ciò avrebbe mai visto la luce se non fosse stato per i suoi incoraggiamenti e per i nostri scleri notturni.

Grazie <3

Geremi.

 

It calls me home.


Happiness is like the old man told me
Look for it, but you’ll never find it all
But let it go, live your life and leave it
Then one day, wake up and she’ll be home


Happiness. The Fray

 

Chapter 1 [Tyler &Mason Jr.]

[Per evitare di creare confusione: Ricki, Caroline e Mason sono i pargoli di Tyler. Jeffrey Donovan è il primogenito di Matt e Elena. Alexander e Oliver Gilbert sono invece i due figlioli di Jeremy.]

 

Blackbird.

Blackbird singing in the dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise.

Black Bird. The Beatles

Erano più o meno le quattro del pomeriggio quando Tyler si decise finalmente  ad abbandonare il silenzio del suo studio con l’intenzione di sgranchirsi un po’ le gambe.

Il suo sguardo frugò istintivamente il giardino alla ricerca di qualche faccino accalorato per il caldo o di bambini in lacrime per via di un ginocchio sbucciato, ma fu sorpreso nel realizzare che tutto stava procedendo con tranquillità quel pomeriggio.

Era facile per lui individuare i nascondigli dei suoi due figli maggiori. La risata di Ricki era una costante che difficilmente mancava quando il ragazzino era in cortile, così come le esclamazioni sorprese di Jeffrey Donovan che lo accompagnavano quando uno dei due bambini si lasciava sfuggire il pallone in strada.

In quanto a Caroline, la sua figlia di mezzo, Tyler non doveva fare altro che inseguire il rumore delle ruote di plastica che grattavano sull’asfalto per scovarla. Nella maggior parte dei casi, si sarebbe trovato di fronte a due birbantelli muniti di casco e protezioni intenti a sfrecciare lungo il marciapiede mano nella mano, i fidi pattini allacciati ai piedi: Caroline Lockwood e Alexander “Xander” Gilbert.

Il problema giungeva quando arrivava l’ora di trovare il minore dei suoi figli.

E se Mason Lockwood decideva di rendersi invisibile, difficilmente si riusciva a scovare il suo nascondiglio.

“Mase!”

Tyler chiamò a voce alta scrutando i cespugli con attenzione nella speranza di individuare un visetto esile e due curiosi occhioni grigi.

“Mase!”

Non ottenne alcuna risposta; tuttavia la sua attenzione venne catturata da un insolito gracchiare proveniente dal retro di casa Lockwood.

“Attento signor Lockwood!”

Il piccolo Xander gli sfrecciò accanto ridendo, mentre Caroline lo inseguiva sforzandosi di acciuffarlo.

Tyler gli arruffò i capelli con aria divertita prima di allontanarsi alla ricerca del figlioletto minore.

“Mason?”

Il gracchiare aumentò d’intensità man mano che Tyler si avvicinava al retro del cortile.

Un sorriso spontaneo gli illuminò il viso non appena individuò un paio di minuscole scarpe da ginnastica semi-nascoste nel tappeto di erba fresca.

Mason Junior se ne stava accoccolato sul terreno a pancia in giù, il mento appoggiato ai pugni e lo sguardo completamente assorbito da una creatura che giaceva immobile a qualche metro di distanza da lui.

“Ehi, Mase!”

Lo raggiunse sedendosi a gambe incrociate al suo fianco.

“Che è successo a quell’uccellino?”

Domandò dopodiché osservando assieme al figlio lo zampettare incerto dell’animale che aveva preso a scrutarli diffidente.

Doveva essere un corvo a giudicare dal piumaggio scuro. Probabilmente, poco più che un cucciolo.

“Non avrai mica paura, eh?”

Aggiunse con un guizzo divertito nello sguardo notando l’espressione tesa che aveva assunto il bimbo.

Tra i tre piccoli Lockwood, Mason era sicuramente quello su cui Tyler vegliava con maggiore apprensione. Era un ragazzino timido, riservato, ben più tranquillo rispetto ai due fratelli maggiori.

Ma Mason era anche un bambino molto insicuro, e probabilmente quello era una delle cause che contribuivano ad attribuirgli una leggera balbuzie. Il difetto di pronuncia aveva fatto capolino nel suo modo di parlare sin dal primo periodo in cui aveva cominciato ad esprimersi.

Era più che altro un inciampare sulle lettere iniziali di alcune parole, specie se si trovavano al principio di una frase.

Il ragazzino scosse il capo in fretta pur continuando a scrutare diffidente il corvo.

P-Pe-Penso che si è rotto un’ala, papà.”

Azzardò indicando con l’indice la posizione innaturale dell’animale, cui piumaggio pareva particolarmente arruffato su un lato del corpo.

“N-Non vola più.”

Tyler esaminò con attenzione la creatura.

“A me l’ala sembra a posto…

Commentò in tono di voce incoraggiante accarezzando il capo di Mason.

“Magari è solo un po’ spaventato.”

Mason aveva un’aria poco convinta.

Ma-ma-magari è caduto e adesso non vuole più provare a v-volare.”

Azzardò cercando una conferma nello sguardo del padre.

Tyler rimuginò a lungo sulle parole di Mason, quasi stesse tentando di far combaciare alcuni suoi pensieri all’osservazione del bambino.

Senti, Mase…

Mormorò infine dopo aver dato un’occhiata frettolosa all’orologio.

…perché non proviamo semplicemente a dargli un po’ di tempo?”

Domandò arruffandogli i capelli.

“Probabilmente se lo lasciamo solo per un po’si sentirà più tranquillo e magari riuscirà anche a ricordarsi come si vola. Che ne dici?”

Mason valutò la proposta in silenzio prima di annuire lentamente.

“Bene.”

Commentò Tyler alzandosi in piedi e dandosi una spolverata frettolosa ai vestiti.

“ Adesso però devo tornare nello studio. Perché mentre aspetti che il corvo si rimetta non vai a trovare Oliver Gilbert? Ho sentito dire che ha un nuovo aereoplanino telecomandato del genere che piace a te. Sono sicuro che te lo farebbe provare volentieri.”

Oliver era il fratellino minore di Alexander. Quel ragazzino stava a Xander proprio come Mason stava a Ricki. Mentre Xander era un simpatico monello vivace e sempre in movimento, Oliver era un tipetto tranquillo dal carattere mite, più interessato a osservare i riflessi del sole su un ruscello o le lucciole che illuminano a intermittenza un prato piuttosto che rincorrere un pallone da football.

Oliver e Mason erano anche praticamente coetanei e sia Jeremy, sia Tyler erano convinti che tra i due sarebbe potuta nascere una bella amicizia se solo si fossero frequentati un po’ più spesso.

Ma la timidezza di Mase talvolta impediva al bambino di trovare il coraggio per andare a chiamare Oliver, convincendolo a restarsene in giardino per conto suo, nonostante il desiderio del piccolo Lockwood di avere qualcuno con cui giocare fosse più che evidente.

kay.”

Accettò infine la proposta del padre fissandosi le scarpe con aria esitante.

 “Bravo Mase.”

 Tyler gli arruffò affettuosamente i capelli un’ultima volta e si affrettò a tornare nel suo studio lasciandosi le risate e gli schiamazzi dei bambini alle spalle.

Mason scoccò un’occhiata nervosa al corvo che ricambiò il suo sguardo con diffidenza.

T-torno presto.”

Lo rassicurò prima di sollevarsi in piedi di scatto e di precipitarsi di corsa fuori dal giardino di casa Lockwood.

Non ebbe bisogno di fare molta strada per trovare Oliver: il ragazzino sedeva su un muretto a pochi metri di distanza da casa sua, il fido aeroplano di plastica in bilico sulle ginocchia.

“Ciao Mase!”

Esclamò con aria serena quando riconobbe il bambino dall’altro lato della strada.

Mason gli rivolse un timido cenno di saluto con la mano.

“C-Ciao.”

Rispose un po’ titubante prima di convincersi ad attraversare per raggiungere l’amico.

Q-quello v-vola per d-davvero?”

Domandò poi focalizzando la sua attenzione sul modellino.

Oliver annuì fiero porgendogli il telecomando.

Sissì. E ha le luci e tutto il resto. Proprio come un aereo vero.”

“Forte!”

Commentò Mason permettendo infine a un sorriso timido di fare capolino sul suo viso.

Oliver arrossì leggermente, ricambiando il sorriso, orgoglioso del suo nuovo giocattolo.

“Se vuoi ti faccio vedere come si fa a farlo volare.”

Propose porgendogli il modellino con disinvoltura.

“Tanto io già lo so usare. Così poi lo puoi provare anche tu.”

Il visetto di Mason si illuminò per la contentezza.

“ Posso davvero?”

Domandò senza alcun tipo di esitazione afferrando l’aeroplanino per la base.

Oliver sorrise on aria mite balzando a terra con un salto.

“Certo! Andiamo a casa tua?”

Mason annuì con vigore.

An-andiamo!”

Ripetè con aria d’un tratto ravvivata facendo strada a Oliver che lo seguì di corsa, facendo bene attenzione a non far cadere il telecomando.

Quel pomeriggio, Mason e Oliver lo trascorsero a rincorrersi per il giardino pilotando a turno il piccolo aeroplano di plastica e divertendosi a infastidire i fratelli maggiori con il ronzio insistente del giocattolo.

Solo verso sera, Mase si ricordò del piccolo corvo che aveva trovato solo e intimorito sul retro di casa Lockwood.

Ma quando tornò per assicurarsi che stesse bene, si accorse che l’animale era sparito.

“è v-volato via!”

Corse a riferire al padre dopo aver bussato educatamente alla porta dello studio.

“L’u- l’u – l’uccellino è volato via!”

Tyler sollevò lo sguardo dal portatile e rivolse a Mason un sorriso divertito.

“Hai visto? Te l’avevo detto che aveva solo bisogno di un po’ di tempo per sentirsi più sicuro.

A-adesso può volare di nuovo senza più paura.”

Confermò Mason con aria seria, come se la faccenda del corvo fosse qualcosa che gli stesse particolarmente a cuore.

…Papà?”

Aggiunse dopodiché con una nota leggera di esitazione nella voce.

Tyler sospirò chinando lo schermo del portatile e tornando a focalizzare la sua attenzione sul figlio minore.

Sono ancora qui Mason. Dimmi tutto.”

..O-oliver può restare a mangiare da noi questa sera?”

Sul volto del padre fece capolino un’espressione sorpresa.

Era abituato ad avere in casa i Gilbert per cena, ma generalmente erano Ricki e Caroline che insistevano tanto con gli ospiti affinché restassero anche la sera.

 Ma certo che può.”

Acconsentì sorridendogli orgoglioso prima di tornare al suo portatile.

…E così vi siete divertiti assieme oggi?”

“Uh uh…

Mason annuì con aria distratta, lo sguardo improvvisamente catturato da uno dei tanti oggetti curiosi che popolavano la scrivania del padre.

 “Perché non vai a dire alla mamma che oggi a cena c’è anche Oliver? Io finisco di lavorare e poi vi raggiungo.

Propose in tono di voce pacato l’uomo affrettandosi ad allontanare il fermacarte dalla scrivania, notando che il figlioletto già l’aveva adocchiato con aria affascinata.

“’kay!”

Dichiarò Mason con aria di vivace affrettandosi a raggiungere la porta dello studio. Si fermò un momento prima di uscire, voltandosi un’ultima volta in direzione del padre.

“Ciao p-papà!”

Lo salutò rivolgendogli un sorriso timido prima di sparire nel corridoio.

Nuovamente solo nel suo studio, Tyler rimase in silenzio per qualche minuto a contemplare i piccoli passi avanti che il figlio più piccolo aveva mosso nell’ultimo periodo per sconfiggere la timidezza.

Stranamente i pensieri dell’uomo si mossero in direzione del corvo che il loro giardino aveva ospitato quel pomeriggio: si ricordò che Mason era corso nel suo studio proprio per parlargli di quell’animale: l’uccello era riuscito a spiccare il volo,alla fine.

E molto presto anche suo figlio avrebbe imparato a fare altrettanto.

Nota dell’autrice.

 Forse in questo caso è meglio soffermarci un attimo sui motivi che mi hanno spinto a produrre una follia simile. Questa è un’idea che mi stuzzicava sin da quando i figli di Matt e Tyler fecero la loro prima comparsa in “Let it slide”. Mi sono divertita spesso a immaginare i personaggi di TVD da grandi, con dei bambini e una famiglia loro, ma al tempo stesso ancora legati in qualche modo a alcuni dettagli del passato che continuano a portarsi dietro. L’idea della raccolta forse è un po’ azzardata, ma non volevo lasciare shot sparse per il fandom (come faccio già con le millemila child!) e perciò ho deciso che se mai scriverò altri future!moments li racchiuderò tutti qui. Mi piacerebbe poter scrivere qual cosina per ogni pargoletto (già in questa shot ne avete incontrati alcuni), ma non voglio neanche intasare efp di storie che non sono poi così legate alla serie TV, quindi se ci sarà un secondo capitolo, prometto che sarà maggiormente incentrato sul genitore piuttosto che sul figlio al contrario di questo primo.

Niente,io fuggo e vi ringrazio infinitamente per la lettura.

Un abbraccio

Laura

 

   
 
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